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Autore: roby_lia    07/03/2015    2 recensioni
AU (sono tutti umani e Thor e Loki non sono fratelli) e in parte crossover con The Avengers
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Loki è il migliore amico di Thor.
Thor è come un fratello per Loki.
Thor è innamorato di Loki ma non vuole dirglielo.
Loki non ha mai degnato di uno sguardo nessun altro, almeno fino all’arrivo in città di Tony Stark.
E Thor improvvisamente si sente messo alle strette.
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Loki s’impose di non arrossire e di smetterla con quelle assurde elucubrazioni senza capo né coda.
Thor gliel’avrebbe detto se si sarebbe innamorato. Certo, non era mai successo, ma era il suo migliore amico e cose del genere a chi le si racconta, se non hai propri amici?
Sì, senza dubbio, era così che funzionava, era a questo che servivano gli amici.
Ma cos’avrebbe dovuto fare se si fosse innamorato del suo migliore amico?
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio sottile

Non poteva esserci niente di meglio che risvegliarsi il sabato mattina con la proposta di Loki passare il giorno a pattinare.
“Mamma! Io vado! Ci vediamo ‘sta sera” urlò Thor, prima di precipitarsi fuori casa, incurante che il messaggio fosse stato recepito o meno. Era una giornata troppo bella per passarla sui libri, e se persino Loki lo ammetteva bisognava proprio approfittarne.
“Ehi!” lo salutò con un sorriso smagliante.
“Ciao” Loki mise via il cellulare sorridendogli, sistemandosi meglio i pattini sulle spalle. E fu così che si accorse che ne stava portando due paia.
“Come mai hai recuperato anche i tuoi vecchi pattini?” domandò corrugando la fronte.
“Tony non ne ha” rispose l’altro, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Thor rischiò di perdere l’equilibrio e fare un brutto volo “Hai chiamato anche Stark?!”
“Sì, certo. Sarà divertente vederlo rischiare l’osso del collo visto che non sa pattinare” ghignò l’altro.
Thor cercò di ridere, ma il groppo che gli chiudeva la gola rese la sua risata più macabra del normale.
Certo, sapeva che non sarebbero stati solo loro due. Con quella giornata probabilmente mezza scuola avrebbe avuto la loro stessa idea.
Ma mezza scuola non era Stark. Mezza scuola non era mai stata abbastanza interessante per Loki, nemmeno l’intera scuola se era per questo. Ma lui aveva invitato Stark.
Non dovrebbe sorprendersene poi così tanto, erano diventati sempre più inseparabili con il passare delle settimane.
Thor si rabbuiò di colpo, trovando improvvisamente insopportabile quel sole distante e quel cielo troppo azzurro. Chissà magari la pista non era stata ripulita. Oppure faceva troppo caldo e non gli avrebbero permesso di pattinarci sopra.
Non desiderò mai come quel momento di essere chino sui libri, con Loki che lo prendeva in giro e l’obbligava a studiare.
“Ti dai una mossa? Con quel passo ci arriveremo per pranzo!” lo prese in giro Loki, sorridendogli come se niente fosse ed iniziando a correre.
Thor sospirò e lo seguì.
 
L’unica cosa che fece provare a Thor un minimo di soddisfazione, fu che Tony era davvero negato per andare con i pattini. Certo, non che lui potesse vantare di essere abile quanto Loki, ma riusciva quasi a tenergli testa nelle gare di velocità.
Stark aveva difficoltà anche solo a stare in piedi.
Dopo l’ennesima caduta dell’ultimo arrivato, Loki aveva addirittura le lacrime agli occhi per il troppo ridere e doveva tenersi al suo braccio per non perdere l’equilibrio.
La cosa di certo non rallegrava troppo Thor.
Erano difficile far ridere Loki così apertamente. Di solito lui ci riusciva senza sapere esattamente come, iniziando a sparlare di cose a casaccio cercando di darsi un tono logico e intelligente.
Stark invece riusciva a farlo ridere come se niente fosse, e solo perché era più imbranato di un neonato che stava imparando a camminare.
“Sei proprio senza speranze” rise ancora Loki, passandosi una mano tra i capelli per togliersi la neve che il vento faceva sollevare leggermente.
“Se tu fossi un’insegnate degno di questo nome!” ribatté l’altro, ancora seduto sul ghiaccio, con tanto di braccia incrociate e broncio infantile, come per sottolineare che non aveva intenzione di alzarsi da lì tanto presto.
Thor gli augurò che il ghiaccio si aprisse esattamente sotto di lui e lo inghiottisse. Purtroppo non venne esaudito.
“Ciao ragazzi” li salutò Steve, raggiungendoli.
“Ciao” mugugnò contrariato Thor.
“Ciao Steve. Hai conosciuto Tony Stark?” fece le presentazioni l’altro nel frattempo.
“Vieni da New York, giusto? Dovremmo avere storia insieme se non sbaglio” sorrise il biondo, allungando una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“In persona, e momentaneamente impegnato a capire come si fa ad andare su questi aggeggi infernali” borbottò inferocito, fissando con odio i pattini ai suoi piedi.
“Non sai pattinare? Ma è fac-“
“Se qualcun altro osa dire che è facilissimo lo do in pasto allo yeti!”
“Tony è totalmente negato” spiegò Loki, con ancora il riso sulle labbra.
“E io spero che tu non sogni di diventare un insegnate, è impossibile capire le tue spiegazioni”
“Appunto, così avrei una scusa per riempire la classe di insufficienze- sorrise angelicamente il ragazzo, prima di girarsi verso Thor- ti va di fare una corsa? Ho bisogno di sgranchirmi le gambe”
Il biondo, ancora in preda ai suoi sogni omicidi, fu per un attimo disorientato dalla domanda.
“Ehi! E io cosa dovrei fare?!” protestò nel frattempo Tony.
Loki scrollò le spalle “Chiedi a Steve se proprio ci tieni, senza dubbio è più paziente di me e meno incline alla derisione” sogghignò.
Poi Thor si sentì la mano dell’altro cercare la sua, tirandolo leggermente, e la sua giornata improvvisamente migliorò.
Certo, Loki trovava Tony simpatico.
Certo, Tony riusciva a fare ridere Loki.
Ma era comunque a lui che stava sorridendo allegro, con le guance arrossate per il freddo, gli occhi spensierati, e le dita intrecciate alle sue.
 
Erano le quattro quando finalmente si decisero ad abbandonare la pista. Dopo un lauto pasto a base di panini caldi, erano stati tutti più sonnolenti che tentati dal pattinare ancora. E ovviamente nessuna occasione poteva essere migliore per dare l’avvio ad una battaglia di palle di neve con la B maiuscola, giusto per risvegliarsi un po’ fuori.
“Non sento più le dita! Se sono costretto ad amputarle sarà tutta colpa tua!” proclamò Loki, continuando ad sfregare le mani tra di loro mentre rientravano nel bar e si sedeva al loro solito posto.
Thor sbuffò, alzando gli occhi al cielo “Se tu avessi dei guanti decenti non dovresti minacciarmi di morte per ogni cosa”
“Se tu non fossi un’idiota fissato con le battaglie a palle di neve, i miei guanti sarebbero più che sufficienti” ribatté, togliendosi gl’incriminati guanti per appoggiarli sul termosifone lì vicino, subito seguiti dalla giacca.
“Non puoi dare la colpa a me se hai freddo quando li compri senza dita- fu la risposta- dai, vieni qua” aggiunse poi, prima che l’altro potesse ribattere come suo solito.
Thor se lo tirò contro di sé, facendogli appoggiare la schiena contro il suo petto ed avvolgendogli le mani con le proprie.
“Contento ora?”
“È il minimo considerato che è colpa tua se rischio di morire assiderato” fu la gentile risposta.
Thor sbuffò, e stava quasi per cedere alla tentazione e spintonarlo via, ma poi l’altro si accoccolò meglio tra la sue braccia ed alzò il viso, per nascondere il naso gelato contro il suo collo.
Il biondo contò fino a dieci, respirando a fondo l’odore dei suoi capelli, cercando di controllare l’irritazione.
“Dovresti metterti un po’ di crema, hai le mani tutte secche” disse poi, lasciando perdere l’argomento precedente.
Loki borbottò qualcosa di vagamente simile a “Non voglio diventare una carta moschicida” per poi illuminarsi all’arrivo della cioccolata calda, di cui afferrò entusiasta una tazza prima di tornare ad accoccolarsi addosso a lui.
 
 
 
 
Tony fece un ultimo cenno di saluto a Thor e Loki prima d’incamminarsi verso casa sua.
Per fortuna era in buona compagnia.
“Spero di essere riuscito ad insegnarti qualcosa prima” disse Steve, le guance colorate di rosso per il freddo.
“Senza dubbio sei stato più utile di Loki e dei suoi “è semplice basta che muovi i piedi”” rise lui, sistemandosi i pattini che l’ignoto interessato gli aveva regalato. Non senza l’aggiunta gratuita di una battuta acida sulla sua altezza.
“Sì bhe, riuscire a convincere Loki a spiegare qualcosa in termini umani è praticamente impossibile. Solo con Thor è leggermente più disponibile” rispose il biondo, stringendosi le spalle con un sorriso divertito sulle labbra.
“Chissà mai perché- ironizzò il moro- comunque stanno bene insieme quei due”
Steve annuì con esitazione “Tony, prima che tu possa fraintendere… Thor e Loki, loro non stanno insieme. Non in quel senso almeno”
Il moro si fermò di botto “Ma che stai dicendo?”
Steve si passò una mano tra i capelli, senza saper bene come spiegarsi “Sì, loro sono solo amici”
Tony stette immobile ancora per qualche istante, prima di scuotere la testa e ricominciare a camminare “See certo, ma li hai visti prima? Uno stretto all’altro nemmeno fossero pinguini”
“Tony, sul serio, non stanno insieme. Sono solo amici”
“Ma se si tengono persino per mano! Quei due stanno insieme, è ovvio. E comunque Loki mi ha detto che vanno a letto insieme!”
Steve corrugò le sopracciglia “Ti ha esplicitamente detto che bhe, ecco…” fece un vago cenno con la mano, le guance che assumevano un colorito ancora più rosso se fosse stato possibile.
Tony serrò gli occhi, cercando di ricordare il momento giusto “Mi ha detto che dormono spesso insieme” ammise alla fine, facendo sospirare il biondo.
“Quello che intendeva dire è che loro letteralmente dormono insieme a volte. Niente di più”
Steve scosse con serietà il capo, e Tony iniziò ad intuire che l’altro non scherzava affatto (o aveva un senso dell’umorismo peggiore del suo, e questo dice tutto)
“… amici? Sul serio? Si vede lontano un miglio che sono uno cotto dell’altro! Ma… ma… si tengono per mano! Dormono insieme! Ma… ma…”
“Credimi, abbiamo provato più volte a parlarli, pensando che si vergognassero o qualcosa del genere”
“E niente?”
“Il nulla assoluto. Credo che non l’abbiano nemmeno ammesso a loro stessi”
“…Che razza d’imbecilli!!- si lamentò il moro, alzando gli occhi al cielo- Ok, allora dobbiamo farli mettere insieme, mi sembra ovvio”
“No” rispose duramente l’altro.
“Come scusa?!”
“Sono affari loro, non è giusto che noi c’immischiamo. Quando verrà il momento giusto capiranno come stanno davvero le cose”
“Ma è per il loro bene che lo facciamo! Tutta quella tensione sessuale repressa non fa mica bene, sai?”
“Non sono comunque affari nostri, quindi stanne fuori. Se a loro va bene quello che hanno, non vedo perché dovremmo metterci in mezzo noi”
Tony scosse la testa “Fa un po’ come ti pare, ma non ti offendere quando nessuno dei due ti chiederanno di fare da testimone alle loro nozze” rise soddisfatto, prima di correre a casa.
Non c’è niente di meglio che impicciarsi nella vita altrui per renderlo così euforico.
 
 
 
 
Sarebbe stata una settimana infernale, Loki se lo sentiva nelle ossa.
“Allora” iniziò il discorso Tony, tutto allegro e pimpante durante la pausa pranzo di quel lunedì mattina.
“Allora cosa?” domandò incerto Loki, senza distogliere l’attenzione dal libro che stava leggendo e piluccando controvoglia un boccone ogni tanto.
“Qual è la tua top ten?”
“Top ten? Di cosa?”
“Come di cosa? Di quelli più attraenti”
“Eh?!” cercò di imprecare, rischiando più che altro di soffocarsi con un boccone.
“Sì dai, dopotutto si può sempre guardare anche se si è impegnati come nel tuo caso”
Loki alzò un sopracciglio, il respiro ancora corto per il tentativo di suicidio non riuscito “Impegnati?!- riuscì a dire con un grido strozzato- Stark gentilmente, di che diavolo stai blaterando?”
“Di te e Thor, ovviamente”
“Thor? E adesso cosa centra Thor?” si lamentò disperato l’altro moro con la fronte corrugata, non riuscendo a seguire il blaterare senza speranze che lo stava travolgendo.
“State insieme, no?”
Loki sbatté gli occhi, non sapendo come intenderlo “Io e Thor siamo amici, Tony”
Tony sollevò le sopracciglia con fare esplicito “Io ho un sacco di amici eppure non li tengo per mano, né li uso tranquillamente come cuscini”
“Thor è fatto così, è molto… fisico- cercò vanamente di spiegarsi, sentendo la bocca improvvisamente secca e una strana ansia che gli mordeva lo stomaco- E per quel che riguarda l’altro giorno, lui è un forno ambulante, è solo comodo. Tutto qua”
“… sarà anche un tipo fisico, ma non mi pare di vederlo andare in giro mano nella mano con metà della squadra di football. Con te invece non ha problemi a farlo”
Loki sbuffò “Sentì, io e lui ci conosciamo da sempre. Per lui sono come… l’insopportabile fratellino che si caccia sempre in guai da cui lui deve tirarmi fuori, okay? Fine, non c’è altro” disse controvoglia, per poi tornare a tormentare il suo pranzo con una parvenza ancora più omicida che di quella in precedenza.
Tony ghignò “Il tuo tono sembra proprio sottendere un immenso PURTROPPO, lo sai vero?”
L’altro allontanò di scatto il piatto, voltandosi con rabbia verso di lui “Ma la vuoi smettere! - sbottò irritato- noi-“
“Oh ma guarda, stavamo parlando proprio di te, Thor” sogghignò angelicamente Tony, interrompendo l’altro.
Loki si ammutolì all’instante, voltandosi verso il biondo appena arrivato alle sue spalle.
“Che succede?” domandò sorridendo il biondo, sedendosi al fianco di Loki, come suo solito.
“Niente- si affrettò a rispondere questo, lanciando un’occhiataccia a Tony- tu piuttosto, a cosa devi quel sorrisetto soddisfatto?”
“Ho preso una B in storia” esultò il biondo, allargando ancora di più il sorriso, se non fosse stato contro le leggi della fisica.
Loki assottigliò lo sguardo “Una B?”
“B meno- si costrinse ad ammettere Thor, scrollando le spalle- ma questo non cambia il nostro patto. Questo sabato tocca a me decidere cosa fare, e non voglio nemmeno sentir parlare di studio”
“Ma Thor…” cercò di opporsi il moro.
“E poi quella sera c’è la festa dai Jackson, ho già detto che ci saremmo andati. Quindi hai una settimana per prepararti psicologicamente a socializzare con altri esseri viventi, sappilo”
Quelle parole non fecero altro che immusonire ancora di più il ragazzo, almeno finché il biondo non gli pungolò il fianco.
“Su, su, i bronci non sono permessi quando il sottoscritto riesce a prendere una B”
Loki borbottò ancora qualche imprecazione fra sé e sé, ma poi Thor gli passò un bracciò attorno alle spalle, tirandoselo più vicino, e tutto assunse un vago aspetto meno irritante.
Tranne Stark. Lui sarebbe rimasto sempre la persona più irritante sulla faccia della terra.
 
 
 
 
Quel tanto agognato sabato era passato troppo velocemente per i gusti di Thor. Certo, anche se alla fine sua madre gli aveva rovinato la mattina, svegliandolo ad un orario inumano solo per fargli mettere apposto la camera, il pomeriggio si era praticamente volatilizzato in un battito di ciglia, tra una partita a basket incurante del freddo e della neve (perché non c’era niente di meglio di Loki con le guance arrossate per la corsa che si lamentava perché tutto quello era ingiusto, anche lui voleva un premio per ogni volta che prendeva un bel voto ovvero sempre) e un film per una volta scelto da lui in persona (non era quasi più abituato ad avere il monopolio del proprio televisore).
Anche la festa era andata bene, Loki aveva retto addirittura un paio d’ore prima di andarsi a rintanare in un qualche angolo recondito della casa, non sopportando più la necessità di interagire con qualcuno di reale e ancora in vita.
Sapendo che ormai il suo livello di sopportazione doveva essere al limite, Thor si mise a cercarlo. Dopotutto la mezzanotte era passata da un pezzo, e il suo giorno di gloria era ormai passato.
Loki avrebbe sicuramente riso quando glielo avrebbe detto.
Ma tutti i suoi buoni propositi svanirono quando lo vide parlare con Tony Stark. Nemmeno un pugno sullo stomaco sarebbe stato peggio di quella vista.
Certo, si era reso conto che ultimamente quei due discutevano più del solito, per smettere improvvisamente quando lui si avvicinava. Loki si rifiutava di dargli spiegazioni, limitandosi a scrollare le spalle e lanciare occhiate d’avvertimento a Stark ogni volta che questo si univa a loro.
E lui non poteva che immaginare che ci fosse qualcosa sotto.
Cercando di scacciare l’improvvisa nausea, Thor gli si avvicinò.
“Ciao Tony, non sapevo che ci fossi anche tu” lo salutò diplomatico.
“Mi ha invitato Steve” scrollò la testa l’altro.
Thor annuì, prima di voltarsi verso Loki che si era fatto improvvisamente silenzioso.
“Vuoi già andare a casa o credi di riuscire a resistere un altro po’?” gli chiese, sfiorandogli la mano con le dita.
Loki ritirò di scatto la mano, per poi incrociare le braccia sul petto “Come vuoi, almeno sta volta c’è Tony e non rischio di consumare la batteria del telefono”
Thor si costrinse a stirare le labbra in un’ombra del suo solito sorriso “Ancora alle prese con Candy crush soda?”
Il moro rispose solo con una smorfia.
“Bene, allora dimmi tu quando vuoi partire” riuscì a dire nonostante il nodo che sentiva in gola, prima di girarsi e lasciarli soli.
 
Passa quasi un’ora (un’ora in cui lui non ha assolutamente immaginato gli altri due in situazioni alquanto equivoche, un’ora in cui non ha assolutamente pensato che, normalmente, Loki sarebbe già lì da un secolo, a chiedergli di portarlo a casa perché stava rischiando di morire dalla noia) prima che l’ignaro fulcro dei suoi pensieri da tipo tutta la sua vita venisse da lui.
Aveva un’aria più funebre del suo solito, ma nonostante il broncio Thor non riuscì che parte della sua tensione si sciogliesse quando gli si avvicinò.
“Ehi, va tutto bene?”
“Tony è un coglione” rispose solamente l’altro.
Il biondo socchiuse la bocca, non sapendo bene cosa dire, ma Loki lo precedette.
“Cosa c’è di decente da bere?”
Loki non beveva quasi mai. L’aveva sempre trovato idiota, e lo rimarcava ogni volta che lui esagerava anche solo di un bicchiere.
“Sì, qualcosa di abbastanza leggero e degno dei tuoi gusti si dovrebbe trovare” si decise a rispondergli alla fine, andando a prendergli un bicchiere.
“Sicuro che sia tutto apposto?” gli chiese ancora, mentre glielo porgeva.
Loki grugnì una risposta affermativa, sorseggiando il drink tra una smorfia e l’altra.
Più per abitudine che per altro, Thor gli passò un braccio attorno alla vita, tirandolo dolcemente a sé.
Loki s’irrigidì immediatamente, stringendo con tanta forza il bicchiere che gli si sbiancarono le nocche.
A Thor gli si spezzò il fiato. Loki non aveva mai reagito così, qualunque cosa facesse, al massimo lo spintonava leggermente con fare giocoso, ma non si era mai ritratto dal suo tocco. Mai.
Lui non sapeva cosa fare, se provare a parlargli o lasciarlo immediatamente andare.
Fu Loki a sbloccare la situazione, allontanandosi giusto quel che bastava per appoggiare il bicchiere ancora mezzo pieno.
“Io…- si schiarì leggermente la gola, senza guardarlo in viso- sono stanco. Andiamo a casa?”
Thor si limitò ad annuire.
 
 
 
 
I loro viaggi in macchina non erano mai stati così silenziosi.
Si solito al ritorno o lui si lamentava di quanto si era annoiato e di quante ore aveva buttato via per il nulla assoluto, oppure metteva il broncio per un motivo qualsiasi e Thor iniziava a blaterare di questo e di quello finché non gli strappava una risata esasperata, nemmeno lui sapeva come.
Il silenzio teso che invece riempiva l’abitacolo quella sera era una cosa del tutto nuova per loro.
Voleva aprire la bocca, dirgli che non voleva dormire da lui come avevano programmato, che forse era meglio se tornava a casa sua. Ma aveva la bocca troppo secca per riuscire a dire anche solo una parola, per questo quando parcheggiarono nel garage della casa di Thor, si limitò a seguirlo, ancora in silenzio.
Aveva già una tuta pronta, per quando si fermava a dormire da lui, così come Thor aveva un cambio a casa sua. Era una cosa che aveva sempre visto normale tra di loro, come lo era dormire nello stesso letto o il modo in cui Thor lo abbracciava senza problemi in pubblico.
Era normale, erano solo amici. Forse perché erano cresciuti insieme, erano praticamente fratelli, come gli piaceva dire a Thor.
Ma infondo a lui cosa gliene importava degli altri? Cosa ne voleva sapere Stark quando li conosceva da così poco?
Loki uscì da bagno, fermandosi un attimo a fissare Thor, seduto a gambe incrociate sul grande letto con un libro aperto tra le mani.
Il biondo gli accennò un sorriso “Ti va di leggere qualcosa?”
Era Thor, e qualsiasi cosa c’era tra di loro, per quanto strana, era solo loro, quindi Stark e le sue insinuazioni potevano anche andare all’inferno, per quel che gl’importava.
“Sono stanco- rispose, buttandosi a pancia in giù sul letto- ma puoi sempre leggere tu, per una volta. Ne sei capace vero?”
Thor sbuffò sonoramente, come a liberarsi di tutta la tensione di quelle ultime ore.
“Sì, ma visto che sei così scorbutico non ti renderò partecipe delle mie magistrali doti di lettore”
Loki scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi dal fargli il verso, mentre Thor assume un’aria offesa.
Alla fine anche il biondo rise, buttando il libro sul comodino per poi distendersi al suo fianco.
Loki premette la fronte contro la sua spalla, sentendo subito dopo un braccio dell’altro che lo circondava, per poi trovarsi accoccolato contro il suo petto.
L’odore di Thor, il suo modo di comportarsi, il suo sorriso e il suo abbraccio, gli erano talmente familiari da essere praticamente una parte di lui. Lo conosceva talmente bene che si sarebbe sentito vuoto senza.
Loki chiuse gli occhi, mandò una volta ancora Stark all’inferno, e si lasciò cullare dal respiro dell’altro. 







 
  
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