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Autore: Claudia    12/08/2003    1 recensioni
Il destino di Kagome è di ritornare nel Sengoku Jidai dopo quattro anni, affrontare di nuovo Inuyasha, ora suo nemico, e salvare sua figlia... ma la figlia avuta da chi?
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

L'Amore di Una Madre

 

 

 

 

 

Prese Kaeru in braccio e afferrò il ramo di un' edera rampicante.

Era tornata, lei, Kagome Higurashi.

Faticosamente si portò ai bordi del pozzo e con il respiro mozzato per la fatica si lasciò cadere sull'erba fresca sempre con Kaeru in braccio. Niente era cambiato, la solita foresta, il solito sentiero e i soliti suoni. La solita tranquillità. Parecchi anni fa quella vista le riempiva il cuore di gioia, in quel momento solo di profondo odio. La bambina aprì lentamente gli occhi e vide il volto della madre.

"Mamma." La piccola voce portò Kagome ad osservare Kaeru e quando vide quegli occhi, i suoi stessi occhi, si mise a piangere e strinse forte la figlia tra le braccia. Singhiozzando, iniziò a dondolarsi come per convincersi che tutto quanto era finito. Invece era solo l'inizio.

"Mamma dove siamo?" Kaeru stava osservando incuriosita il luogo dove l'aveva portata la madre.

"Ho fatto una magia, hai visto Kaeru?" Kagome mise in piedi la bambina mentre le scuoteva il pigiama impolverato. "Questa non è la realtà Kacchan. tutto quello che vedrai, non lo ritroverai a casa."

Kaeru guardò Kagome incuriosita e vedendo la confusione nei suoi occhi la giovane donna si alzò scuotendosi a sua volta.

"Al momento non pensarci, va bene?"

La testolina color ebano fece un cenno d'assenso e, presa la mano della madre, si avviò con lei verso un piccolo sentiero che si snodava nel bosco.

'Questo sentiero. quanto volte l'ho percorso. sono cascata parecchie volte, con la faccia spiaccicata a terra.'

"Mamma, ma dove andiamo?"

"É una sorpresa. Ti ricordi della vecchia signora che hai disegnato?"

"Quella vestita con quello strano kimono rosso?"

"Proprio lei. Stiamo andando al suo villaggio."

"Evviva!" La piccola fece un grido di gioia. Kagome si fermò e si voltò verso di lei con aria di rimprovero.

"Kacchan, che ti ho detto prima? Questa non è la realtà."

"Ma mamma!" Kaeru aveva emesso una specie di piagnisteo.

"Kaeru!" Il volto serio e arrabbiato di Kagome fece subito tacere la bambina, che chinato il capo riprese a camminare a fianco della madre.

A poco a poco il bosco tese a diradarsi e in fondo alla vallata ersero i tetti di paglia del villaggio della vecchia Kaede. Alcuni camignoli erano accesi e a quella vista Kagome trasse un sospiro di sollievo. il villaggio era ancora abitato, sperava solo che la vecchia sacerdotessa fosse ancora viva.

Appena entrata nel villaggio tutti i contadini che stavano arando i campi la guardarono stupiti. In effetti la camicia da notte che indossava era molto diversa da quella che usavano in quei tempi. Sorrise, ricordandosi della prima volta in cui giunse a quel villaggio.

Riconobbe subito la vecchia capanna, dove Kaede risiedeva comandando spiritualmente tutto il villaggio. Scostò le tendine ed entrò all'interno. Era molto buio, solo la luce di una candela rischiarava le pareti. Ancora una volta Kagome percepì quell'odore, l'odore di erba che anche da piccola adorava in quell'abitazione.

"Kaede?"

Una figura si mosse da un angolo della stanza e si avvicinò alla luce della candela; Kagome riconobbe subito in quella figura la vecchia sacerdotessa, ma strinse gli occhi per mettere a fuoco l'interno in quella semi-oscurità.

"Kagome?" La vecchia voce della donna si era fatta bassa con lo scorrere degli anni, ma nonostante tutto Kagome aveva percepito una punta di sorpresa.

"Sì, Kaede-sama. sono Kagome, sono tornata."

La vecchia si rese ben visibile e abbracciò forte la donna che le stava di fronte; Kagome, da parte sua rispose a quell'abbraccio pieno d'affetto, e iniziò a piangere poiché la vecchia sacerdotessa aveva sempre rappresentato per lei una nonna.

Dopo aver acceso un fuoco crepitante Kaede invitò Kagome a sedersi. Mentre osservava la ragazza ormai cresciuta vide un movimento fulmineo dietro alla gonna di quest'ultima. "Kagome, chi hai portato con te?"

Kaeru fece timidamente capolino da dietro le gambe della madre e osservò l'anziana signora. Le mani di Kagome indirizzarono, con amore materno, la bambina di fronte a lei.

"Kacchan ti presento Kaede-sama."

"Piacere. lei è la signora del mio disegno. Vero mamma?"

Kaede volse uno sguardo stupito alla ragazza, accorgendosi solo in quel momento di quanto Kagome fosse cambiata.

"Scusa  Kaede-sama, ma sono stata costretta a tornare per via di Kaeru."

Kaede si chinò verso la bambina e le accarezzò delicatamente la guancia.

"Ti va di andare a giocare fuori?"

"Sì, signora! Posso?"

Kaede annuì e fuori dalla capanna chiamò una giovane ragazza affinché tenesse a bada la piccola bambina.

"E così Kagome quella è tua figlia?"

"Sì, Kaede-sama."

"Ti assomiglia."

"Già ma assomiglia anche a lui." Kagome strinse i pugni sulle ginocchia e abbassò lo sguardo.

"Vuoi dire a..?"

"Sì, alla persona che odio di più in questo mondo."

Trascorsero lunghi attimi di silenzio, fuori dalla capanna le voci dei contadini segnalavano la fine di quella mattina, quando stanchi tornavano dai campi per poter consumare un pasto ristoratore.

"Vedi Kaede la situazione che ho dovuto affrontare è stata troppo dura. io non sono riuscita a controllare ciò che allora mi stava accadendo. Ho commesso errori troppo grandi per potervi poi porre rimedio. Avevo assegnato un compito, ho tradito te e tutti quelli che credevano in me. Non sono stata capace di proteggere con diligenza lo Shikon e ho causato come al solito guai. Mi sono lasciata ingannare, allora ero troppo ingenua per capire. Ho lasciato che i miei sentimenti governassero il mio cuore, per poi trovarmi tradita proprio dalla persona che meno di tutti avrei voluto che mi tradisse. Ho covato in tutti questi anni un odio viscerale, che mi prendeva lo stomaco, me lo massacrava, fino a ridurlo in poltiglia e lasciare me nel baratro più cupo. Con la nascita di Kaeru, sono diventata pazza. Non c'era specchio che infrangessi, non c'era ferita che mi arrecassi. Avevo dato alla luce il frutto delle mie sofferenze. Odiai quella bambina, la odiai con tutta me stessa. Il mio incubo mi perseguitava, non voleva perdonare ciò che io avevo sbagliato. Mi perseguitava, come se fossi a lungo tempo stata una preda. Appena vedevo quel volto la mia mente tornava a questo mondo ed io tornavo ad essere pazza e il mio cuore veniva dilaniato dai ricordi. Una notte decisi di liberarmi del mio passato. Kaeru non aveva nemmeno un anno. Avevo sopportato e resistito per tutto quel tempo, ma ormai non ce la facevo. Andai in camera mia dov'era il suo lettino. Avevo afferrato un cuscino sul mio letto e mi ero avvicinata. Dormiva di un sonno così profondo, desiderai ardentemente di non vedere più quel corpicino, desiderai di tornare di nuovo a vivere. Kaeru mi precedette e aprì gli occhi. Quegli occhi erano uguali ai miei, grigi. Lei era il mio riflesso, il riflesso del mio passato. La guardai e vidi me stessa. Kaeru mi sorrideva inoccente e tranquilla come se provasse una profonda fiducia nei miei confronti. Quando poi aprì la bocca e tentò di dire mamma le mie certezze crollarono. Abbandanai il cuscino ai miei piedi e mi accasciai a terra. Piansi per tutta la notte, il dolore che mi scoppiava nel petto. La mia mente era tornata ad essere lucida. Solo in quel momento mi resi conto dell'errore che avrei commesso, della tragedia che avrei creato. Volevo uccidere mia figlia, solo per egoismo senza accorgermi che proprio lei poteva essere la mia sola ancora di salvezza, la mia luce. Con tutte le mie forze mi aggrappai a quella luce, al conforto di avere una figlia. Mi salvai. Mi creai una nuova vita e promisi a me stessa di voler bene a Kaeru più di qualsiasi cosa al mondo.

Il bene che io voglio a mia figlia mi ha spinto di nuovo a quest'epoca. Posso riaprire le mie ferite se questo significa salvarla."

Kagome spiegò l'accaduto di qualche ora precedente alla vecchia sacerdotessa.

"So cosa significa tutto questo." Aveva poi aggiunto, "Mi sono autoconvinta che per lei esistessi solo io. Che lei avesse bisogno solo di una madre. Ma quando ho visto quell'occhio, ho capito che tutto questo era una punizione. Una punizione che mi veniva inflitta per l'odio che cresceva ogni giorno in me. Quell'occhio color dell'ambra appartiene a Inuyasha." Quel nome. L'aveva pronunciato con tanta semplicità, ma allo stesso tempo una semplicità carica di profondo odio.

"Ne ho avuto la certezza anche quando sono giunta qui. L'occhio è tornato ad essere normale e Kaeru ha smesso di gridare."

"Allora Kagome, cosa hai intenzione di fare?"

"Rubare lo Shikon no Tama a Inuyasha!"

Kaede osservò sbalordita il volto della donna e con asprezza scosse la testa.

"Kagome, quello che dici è impossibile. Inuyasha è ormai un demone completo, è impossibile che un essere umano gli si avvicini."

"Kaede-sama, io non ho perso i miei poteri."

"Cosa?"

"No. All'inizio, per il dolore avevo abbandonato tutto, poi ho ricominciato dal principio. Purtroppo per Inuyasha i miei poteri sono aumentati."

"Allora, forse hai qualche speranza. Tornando a possedere lo Shikon no Tama quest'ultimo potrà essere purificato e annientato per sempre."

"Prima di annientarlo sarò io ad usarlo."

"Come, Kagome?"

"Userò i poteri della sfera per annientare qualsiasi legame tra Inuyasha e Kaeru."

Kaede osservò la giovane donna. Era cambiata, non era più come una volta, ma possedeva ancora qualcosa che la rendeva speciale. Aveva percepito il forte potere dentro di lei e anche lei poteva ritenersi sicura della sua notevole forza.

Kaede aizzò il fuoco gettandoci dentro un pezzo di ramo. A questo punto poteva confessare tutto a Kagome.

"Ascolta ti devo parlare di Inuyasha."

"Non che mi interessi poi molto."

"Lo so, ma a questo punto sapendo quello che hai intenzione di fare è giusto sapere ciò che è successo in seguito alla tua partenza, non ti pare?"

Kagome guardò dubbiosa la donna e fissò il fuoco di fronte a lei.

"Va bene, sentiamo."

"Ti va intanto di fare una passeggiata?"

"Certo, ma avresti qualcosa per cambiarmi? Non posso andare in giro in camicia da notte."

Le due donne uscirono dalla capanna e Kagome salutò Kaeru, intenta a giocare con la ragazza del villaggio.

"Mi raccomando Kacchan fa la brava e comportati bene!"

"Sì mamma! Stai bene con quel kimono, sai?"

Kaede condusse Kagome attraverso il villaggio, costeggiando le rive del fiume che permetteva ai contadini di vantarsi di un buon raccolto. Tutte le persone che incontravano lungo la strada si inchinavano alla vista della sacerdotessa Kaede e di Kagome, che conoscevano nonostante il tempo trascorso.

"Mi dimentico di essere la reincarnazione di Kikyo."

"Quando te ne andasti Inuyasha era già divenuto un demone. A quanto pare aveva utilizzato la sfera senza che tu lo sapessi, ma non ho mai ben capito cosa successe realmente. Dopo quel giorno non vidi più nessuno, né Sango, né Miroku-sama. Tu scappasti in fretta e furia. So quanto possa essere doloroso per te, ma se tu mi spiegassi tutto, potrei darti un aiuto maggiore."

Kagome sospirò profondamente e rivolse lo sguardo verso il fiume.

"Quel giorno, ero riuscita a confessare i miei sentimenti per Inuyasha."

Le sue parole uscirono da quella bocca come un soffio.

"Finalmente avevo confessato ciò che provavo, anche se la paura che lui amasse Kikyo non aveva mai abbandonato i miei pensieri. Ma lo Shikon era stato ricomposto e per me sapere la verità era diventato necessario; la mia presenza in quest'epoca s'era fatta del tutto inutile. Niente m'impediva di ritornare a casa, ma io non volevo. Nonostante volessi bene alla mia famiglia, volevo bene anche a Inuyasha. Era il giorno del mio diciannovesimo compleanno. Mi feci forza e mi dichiarai al Goshinboku. Inuyasha non disse niente, ma..." Le guance di Kagome erano diventate color porpora.

Kaede osservò la giovane donna. Era evidente che dal suo volto traspariva solo odio, ma quel rossore con il volto contratto in quel modo la rendevano buffa e impacciata.

"Inuyasha, non disse di amarmi, no, mai. Me lo dimostrò, come dire..."

"Fisicamente?"

"Ehm, sì. Proprio quella volta abbiamo concepito nostra- mia figlia, Kaeru. "

La sacerdotessa guardò diritto di fronte a sé, il bosco di Inuyasha si era fatto vicino. Pregò Kagome di fermarsi in quel luogo e la donna vedendo l'enorme foresta fu d'accordo con la decisione della vecchia Kaede.

"Poi scomparve. Non lo vidi per due giorni. Piansi per tutto il tempo, credendo che Inuyasha mi avesse rifiutato. Allora non mi rendevo conto che per lui non contavo niente, mi aveva solo sfruttata e... ed usata. Solo per i suoi sporchi piaceri. Magari credeva che io fossi Kikyo, proprio in quel momento. Provai amarezza e volli delle spiegazioni. Ingenua com'ero non mi accorsi che la Sfera era sparita. L'ultima volta che Inuyasha si ripresentò era ormai un demone e il resto lo sai anche tu Kaede."

"Vuoi dire che Inuyasha ti rubò lo Shikon proprio quella notte?"

"Sì, quel bastardo di un cane! Maledetto imbecille, porco e maiale. Lo ucciderei se solo lo avessi qui davanti!"

Kagome presa da un fremito di rabbia calciò con violenza un sasso gettandolo nelle acque cristalline del fiume. Vedendo il volto pensieroso della sacerdotessa non riuscì a trattenere la domanda che aveva in mente:

"C'è forse qualche problema, Kaede?"

"Ascolta Kagome vorrei fare una prova. "

"Che genere di prova?"

"Aspetta qui, torno subito."

Kagome vide Kaede allontanarsi nella direzione di una capanna. Dopo aver accennato poche parole a un contadino, questo le consegnò un arco ed una freccia. Zoppicando la vecchia raggiunse di nuovo Kagome e sorridendole le porse l'arco e insieme la freccia. La donna prese gli oggetti con ambedue le mani: appena le sue mani entrarono in contatto con il legno di quella semplice arma, una strana sensazione si impadronì del suo corpo. Una strana energia scorreva nel suo sangue.

"Kagome lancia quella freccia verso il bosco come se volessi attaccare Inuyasha. Tu lo odi, vero?"

"Con tutta me stessa!"

Kagome si voltò verso il bosco, posizionata e pronta a sferrare quell'arma aguzza e appuntita.

'Maledetto. Io credevo che tu mi amassi, mi hai rubato la Sfera prendendoti gioco dei miei sentimenti. Io ti odio Inuyasha! Stai attento perché la tua sorte è ormai segnata! Io ti ucciderò.'

"INUYASHAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

La freccia scagliata da Kagome si diresse a una velocità impressionante verso il bosco, accompagnata dall'urlo carico di odio che Kagome aveva lanciato. Una scia giallastra si disegnò nel tratto di aria in cui la freccia era volata. La freccia scomparve nella vegetazione boschiva e Kagome abbassò l'arco di fronte a lei.

Kaede l'aveva osservata attentamente, stesso sguardo, stesso odio.

"La vicenda di Kikyo torna a ripetersi."

"Non pensavo di poter risvegliare il mio potere con l'odio che provo per Inuyasha, vuol dire che di fronte a lui ho possibilità di ucciderlo!"

"Invece tutto ciò è molto strano... e non mi convince!" Kagome guardò la sacerdotessa che si era seduta sulla riva del fiume. La raggiunse e si mise a sedere proprio accanto a lei.

"Cosa intendi dire Kaede?"

"Te sei la reincarnazione di Kikyo e come tale anche te hai i suoi stessi poteri, ma dopo quella notte con Inuyasha eri destinata a perderli."

"Perderli? A me non sembra affatto di averli persi!"

"É questa la cosa strana. Una sacerdotessa, come lo era Kikyo, deve assumersi delle responsabilità molto gravi e a volte, come nel caso di mia sorella, una sacerdotessa è destinata a crescere prima delle sue coetanee, a diventare adulta troppo in fretta. Una volta Inuyasha mi raccontò di come aveva conosciuto Kikyo, come lei avesse cercato di convincerlo ad essere umano, per poter tornare ad essere donna. A perdere i suoi poteri mistici e ad abbandonare le vesti di sacerdotessa. Mia sorella non sapeva che i suoi poteri l'avrebbero abbandonata anche trascorrendo una notte d'amore con l'uomo che amava."

Kagome sgranò gli occhi sorpresa. Allora questo voleva dire che quella notte i suoi poteri erano scomparsi.

"Ma allora..."

"Come è possibile che tu nonostante tutto abbia ancora i tuoi poteri? Avresti dovuto perderli completamente e invece no, mi hai dimostrato di averli ancora."

Kagome era rimasta un po' spiazzata da quella storia, non sapeva cosa pensare. Mentre stavano riflettendo un boato e un fumo nero come la pece si alzarono poco distante dal centro del villaggio. Le due donne si voltarono di scatto.

"Un incendio?"

"Kacchan!"

Iniziarono a correre a perdifiato, Kaede si arrestò per prima e scongiurò Kagome di salvare il villaggio.

'Nessuno distruggerà questo villaggio, non finché io sarò ancora viva. Se qualcuno fa del male alla mia bambina è morto ancor prima di esserlo. Kaede.. mi hai sempre aiutato, è giusto che anche io ora, faccia la mia parte!'

Corse al villaggio, tutti i suoi abitanti stavano scappando dalla parte opposta da cui lei giungeva. Kagome urlò come un ossessa, senza un'arco ed una freccia la sua presenza era del tutto inutile. Purtroppo nessuno sembrava darle ascolto ma lei capiva questo loro comportamento. Un forte brivido alla schiena la scosse per qualche secondo, accompagnato da una sensazione carica di odio. Ciò che vide la rese furiosa come non mai. Uno demone stava sovrastando la piccola Kaeru. Aveva otto zampe pelose che terminavano con delle lame taglienti e affilate come quelle di un coltello. Da quella che sembrava essere la bocca fuoriusciva un liquido verdastro che toccata terra, provocava profondi solchi in essa.

"Ehi! Affare schifoso! Lascia stare mia figlia!"

La bestia distolse lo sguardo famelico dalla bambina per rivolgerlo alla madre. Sembrava intenzionata a raggiungere Kagome quando senza preavviso falciò l'aria in direzione di Kaeru. Kagome gridò con quanto più fiato aveva in gola, credendo che la figlia fosse stata colpita. In realtà Kaeru si era scansata molto prima con la distrazione del mostro. Ma la bestia era già pronta per ripetere l'azione quando Kagome si parò di fronte alla bambina che aveva iniziato a versare lacrime a dirotto.

"Mamma, ho paura!"

Il demone dalle otto zampe spalancò le fauci improvvisamente e Kagome intuì la nascita di una colonna di fuoco, tutta indirizzata verso le loro persone. Sicuramente il villaggio stava andando a fuoco proprio per questa ragione. La fiamma fu completamente sputata, mischiata insieme a quella sostanza viscida e verdastra. Kagome afferrò Kaeru, poco distante aveva visto un'arco con delle frecce: sperava di riuscire a prenderli prima di rimanere uccisa. Mentre correva il demone a passi lenti le seguiva. Kaeru continuava a piangere tra le braccia di Kagome anche se non era cosciente di ciò che gli stava accadendo.

"Preso!" Fece in tempo a girarsi e a scagliare la freccia, la fiamma lanciata dal demone fu completamente trapassata dall'arma scagliata da Kagome. La prima freccia fu subito seguita da una seconda che colpì un'occhio del mostro. Kagome sapeva che due sole frecce non erano sufficenti, ma non riusciva a trovare una soluzione per uccidere quel maledetto demone. All'improvviso un boomerang divise di netto il demone che con urla strazianti di dolore si accasciò a terra e divenne polvere grigia nell'aria. Di fronte a Kagome atterrò una giovane donna, con il volto coperto da un velo.

"Kagome-chan, sei davvero tu?"

Quella voce... non poteva essere.

"Sa-sango? Sango-chan?"

La donna con un movimento lento ma deciso sfilò il velo che le copriva il volto, chissà da quanto tempo il volto della cacciatrice era rimasto coperto al mondo.

"In persona!"

Si chinò davanti a Kagome, che esausta e impolverata teneva con un braccio Kaeru e con l'altro l'arma dell'arciere.

Sango osservò la piccola che si era addormentata esausta tra le braccia della madre.

"Kaeru?"

Kagome spalancò gli occhi per lo stupore, poi un ricordo si fece vivido nella sua mente. Il suo sorriso tornò a risplendere come in passato, da tanto tempo non sorrideva in quel modo. La parola di una amica lo aveva fatto rifiorire.

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Allora che ne dite? So che volete Inuyasha e sapere cosa succede, ma non so se ci sarà nel prossimo capitolo. Almeno nella mia mente non è previsto! Ma ci sarà in seguito, state tranquilli. Anzi poi si verranno anche a scoprire cose che la stessa Kagome e nemmeno io sapevamo. Al momento Kaeru ha un ruolo passivo, non credo nemmeno di coinvolgerla molto spesso nelle battaglie, essendo ancora molto piccola, ma qui lo dico qui lo nego, non so se sarò coerente con ciò che ho detto. Ah, siccome non sono molto brava a spiegare le situazione *clou*, quando ho fatto dire a Kagome che Inuyasha le aveva confessato il suo amore fisicamente, si è capito vero? Sì, dai, che siete svegli voi. Anche il fatto che una sacerdotessa perda i poteri se trascorre una notte d'amore con l'uomo che ama è una mia invenzione. La trovo azzeccata. In questo capitolo si ha quindi il ritorno di Sango e nel prossimo un poco si parlerà della sua vita dopo la partenza di Kagome. Prevedo che questa ff sarà molto, ma molto lunga, spero solo di avere ancora il vostro appoggio!

Ci si risente nel prossimo capitolo!

Claudia

  
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