Remus era nella sala comune vuota. Abbracciava uno dei logori cuscini del divanetto davanti al camino spento. Tutti alle lezioni. Alcuni in punizione. Lui lì, solo.
Si era sentito spossato appena sveglio. Come in un sogno, aveva seguito l'infermiera che l'aveva scortato fino al ritratto della Signora Grassa. Non aveva avuto consapevolezza di avere un corpo fino a che non era rimasto solo, e all'improvviso fu come se quella notte gli fosse precipitata sulla spalle in una volta sola.
Questa volta ti è piaciuto...
Taci!
La bestia diventava più forte. Sapeva dove attaccare, di che nutrirsi.
Non dare sempre a me le colpe di quello che fai.
Non ho fatto niente.
Si che l'hai fatto. E ti è piaciuto.
Sta' zitto!
Remus era smanioso. Avrebbe distrutto qualunque cosa. Ma tutte le sue energie erano concentrate su un unico obiettivo. Far tacere il lupo.
Il lupo ha fatto quelle cose stanotte
Tu sei il lupo
Io sono Remus
Anch'io sono Remus
Zitto!
L'urlo della sua mente era uscito dalla sua gola.
Lui non era un mostro. Lui non avrebbe fatto quelle cose con un ragazzo.
Sirius. Che aveva in testa lui? Che voleva? Un moto di gioia al pensiero che il suo amico potesse davvero desiderarlo così gli attraversò la spina dorsale.
Il suo amico. Sirius era un amico... Un amico, non doveva fare, non doveva volere quelle cose da un amico. Che avevano combinato? Era tutto perduto per loro?
Era tutto perduto per Remus? Il confine sul quale barcollava ad ogni luna piena era davvero rotto?
Che aveva fatto il lupo?
Che aveva fatto Remus?