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Autore: Slendyenne    08/03/2015    0 recensioni
Mya è una ragazza fortunata, sì, perché trovare degli amici non è semplice per lei, soprattutto in una piccola cittadina come Forks. Eppure Adam e Douglas l'adoravano così com'era. Anche suo fratello le voleva bene, lei forse lo sapeva in fondo. Ciò che non sapeva era chi dovesse amare lei, poiché non credeva di poterlo fare più di quanto fosse riuscita ad amare il padre, scomparso sei anni prima. Le cose da quel momento si erano completamente sconvolte e nemmeno lei era certa di come il corso della sua vita fosse cambiato ma, ciò di cui lei era completamente all'oscuro, era che tutti effettivamente conoscevano parte della sua infanzia tranne lei stessa. Eppure persino loro non si sarebbero mai aspettati di come le proprie esistenze sarebbero potute esser stravolte da quella ragazza della quale sapevano tutto del passato e niente della sua attuale realtà; ma si concluderà in bene, o in male?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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''Baby, you're not alone
'cause you're here with me.
And nothing's gonna
bring us down 
'cause nothing can
keep me from lovin' you,
and you know it's true.
It don't matter what 'll come to be:
our love is all we need
yo make it through.''


Chapter Three 
⁓ Not Alone
 

Mya stava tornando a casa correndo come l'ultima volta, stava piangendo e tratteneva a fatica i singhiozzi. Vedeva le persone in lontananza avvicinarsi, le ombre fra la nebbia le sembravano demoni che volevano portarla via, e mentre si imponeva di smetterla di piagnucolare, pensava che probabilmente non avrebbe fatto nulla per impedirlo. Si guardava la punta dei piedi scalciando dei piccoli ciottoli, nascondeva il viso nella sua enorme sciarpa vecchia di anni e lasciava che le ombre la superassero come fosse un fantasma. Si sentiva tremendamente sola e ad ogni problema che la sua mente le proponeva l'unica risposta che riusciva a trovare era di andare a parlarne con Douglas, ma ora non poteva, e forse non avrebbe mai più potuto. Era troppo drastica? Stava sbagliando? Una voce le rimbombava nella testa e le diceva chiaramente che tutto quello era sbagliato.

Non c'era nessuna regola che impediva a loro di innamorarsi di qualcuno, ma la sua paura era fondata. Dopo quella notte, se l'erano promesso silenziosamente.


 

*Era una serata speciale, si festeggiava il terzo anniversario della conoscenza dei tre ragazzi. Avevano organizzato una sorta di party alla casa sull'albero in piena notte e gli alcolici non mancarono. Si fumarono anche qualche spinello, nelle occasioni insolite si permettevano questi piccoli sgarri. Si erano raccomandati fra loro di mantenere il controllo, ma questo buon proposito andò a farsi fottere per Mya e Douglas. Adam a quel punto decise di fare la persona responsabile tentando di non farsi coinvolgere per intervenire nel caso ci fossero stati problemi; non credeva sarebbe successo nulla di grave, ma i guai in realtà non tardarono ad arrivare: Douglas e Mya iniziarono ad insistere per fare il gioco della bottiglia ed il loro metodo che usarono per convincerlo non era dei migliori.

Credendo di riuscire a mantenerli più calmi possibile, iniziarono a far girare una bottiglia di vetro di una birba di sottomarca. Per evitare che Adam abbandonasse subito il loro cerchio cominciarono con penitenze semplici, confessioni di poco conto delle quali tutti conoscevano i segreti ma sotto effetto dell'alcool e del fumo ridevano come se per le loro orecchie fossero cose mai sentite. Finché il fantastico trucco non svanì a causa di una verità che sibilò Douglas al suo turno e di cui nessuno sapeva l'esistenza.

''A me piace Maya.''

Inizialmente lei sorrise, Adam la guardò confuso. Davvero i suoi pensieri erano talmente annebbiati da non capire ciò che il ragazzo aveva appena sussurrato?

No, effettivamente era l'esatto contrario.

Il sorriso sul viso di Mya pian piano scomparve e la sua espressione gioiosa si tramutò in terrore. Mya scappò.*


 

Ripensando a quel momento sembrava quasi un'abitudine. Un po' si vergognava di questa cosa, non le piaceva correr via dalle cose, anche se nessuno l'avrebbe mai detto di una ragazza come lei. La cosa la rattristò e non poté non farsi sfuggire una piccola lacrima. Continuò a camminare verso un luogo sconosciuto e tornò a pensare a quella notte.


 

*Adam la rincorse come ogni volta, dicendo a Doug di non muoversi, non sarebbe riuscito a seguirla a lungo. Si alzò e la la inseguì, benché fosse più veloce non era totalmente immune all'ebrezza della droga. Quando la raggiunse era seduta su un tronco a piangere.*

Le sembrava che ogni cosa si stesse ripetendo.

''Stupido, maledetto tronco.'' si lasciò scappare dalle labbra screpolate dalle quali fuoriuscì una nuvoletta di fumo dovuta dal gelo di quella giornata.

*Adam provò ad avvicinarsi ma lei lo colse alla sprovvista sbraitandogli contro.

''Perché quel testa di cazzo ha dovuto rovinare tutto? Era una bella serata! Era una bella amicizia! Io non sono in grado di sostenere una cosa del genere, non doveva.. Lui, non avrebbe dovuto...'' le guance si rigavano sempre di più di mascara nero come il cielo di quella nottata senza stelle.

''Perché proprio io? Io non voglio!''

Si abbandonò alle braccia di Adam piangendo a dirotto.

La strinse e cercò di convincerla che non era successo nulla e che stava solamente parlando in base a ciò che l'alcool gli metteva in testa. Quello che capitò tornati all'albero non fu di certo una bella dimostrazione della sincerità delle parole di Adam. Tornando a ridere ed a scherzare, Douglas decise di salire in casa.

'Dopo qualche manciata di secondi urlò: -'Hey Maya, vieni a vedere che ho trovato!''-

La ragazza salì senza pensarci. La sua mente era occupata da tutt'altro che da ciò che aveva in testa l'amico.

Adam non ci fece caso più di tanto e le diede una pacca d'incoraggiamento sorridendole amorevolmente. Lei ricambiò spassionatamente ma non rifiutò l'invito di Doug.

Non l'avesse mai fatto.

C'erano candele ovunque, petali di svariati colori. Douglas le parlò non appena la vide abbassare la testa alle sue spalle.

''Avevi detto che le rose erano troppo banali, ma le candele sono pur sempre un tocco di classe.'' ridacchiò sorseggiando un liquore fortissimo data la faccia che fece subito dopo aver svuotato il bicchiere, poi si sedette per terra sul lettino fatto di petali mentre si accendeva una sigaretta al gusto di vaniglia.

''Cosa diamine stai facen-''

Douglas si avvicino immediatamente alla ragazza, dopo aver fatto un tiro, e fece per farle abbassare la voce trattenendo il fumo fra le guance.

''Douglas, devi finirla!''

Mya si stava per voltare ma non riusciva a staccare gli occhi dal petto dell'amico che in qualche modo le faceva venire voglia di togliersi la maglia e si stringersi forte a lui.

Nel frattempo la confusione la inghiottiva, Doug la prese dietro la nuca intrecciando le dita ai capelli morbidi e profumati di lei, baciandola.

Era immobilizzata e sentiva il fumo al gusto di vaniglia fra le loro labbra, così lo inspirò e fece ciò che sentiva: si fece trasportare sul corpo di lui e si sfilò la maglia appoggiandosi con delicatezza al petto scoperto e caldo che aveva davanti.

Probabilmente se non ci fosse il caro, ed ancora abbastanza sobrio Adam, loro due avrebbero fatto sesso.

In quale altro modo poteva chiamarlo?

Erano ubriachi, strafatti, non si sarebbero ricordati nemmeno i loro nomi se Adam li avesse chiamati. Non si sarebbero potuti raccontare quell'emozione, non avrebbero sentito nulla.

Quello non poteva non essere sesso, ma l'amore fra di loro beh, quello non mancava di certo.

Così si fecero una promessa davanti ad Adam, che dopo a quella sera non avrebbero più dovuto andare in rapporti più profondi della buona amicizia.

Entrambi piangevano.

Douglas non piangeva quasi mai. Almeno voleva dire che ci teneva e che non sarebbe stato difficile solo per Mya e questo la rassicurò un po'.


 

Sempre quella nottata, mentre lei era indaffarata a rimettere a posto le loro cose per andare a casa di Adam a dormire, sentì i due ragazzi discutere sottovoce.

''Hai visto cos'hai combinato?''

''Adam, io non volevo... Non so che mi sia preso.''

''Non è colpa tua, ma ora non avrai più la tua occasione.''

''Magari nemmeno me ne ricorderò domani. Forse già fra qualche ora.''

''Devi darle tempo... Se se ne ricorderà, sai che dovrai scartare questa opportunità, non è vero?''

''lo so bene Adam, non ripetermelo per favore!''

''Okay, hai ragione, mi spiace.''

''Non so cosa fare, io... Io sono stato stupido, come potevo credere che potesse farcela? Dopo tutto quel che ha passato non me ne sorprendo, dopotutto...''


 

Li stava spiando e vide Douglas crollare fra le braccia di Adam.*


 

Mya si fermò vicino ad una roccia e estrasse dalla tasca interna del suo giubbotto il pacchetto di sigarette alla vaniglia che aveva rubato a Douglas quella sera dicendogli che le aveva regalate a qualcun altro. Sapeva fosse la cosa giusta, così non le disse nulla.

Prese l'accendino dentro al pacchetto e sentì un profumo delicato con un retrogusto più forte provenire dalla piccola scatoletta.

Appoggiò la sigaretta nera fra le labbra e l'accese con un po' di timore, non l'aveva mai fatto da sola, senza di loro.

Non era nemmeno tanto lontana sia da casa, dal bosco che dalla scuola ma non le importava.

Si riscaldò nel suo enorme giaccone ed espirò profondamente.


 

*La mattina seguente, quando Mya scese a fare colazione insieme ai due amici ed entrando in cucina sentì un'aria strana. Era in quel momento che tolse le sigarette dal cappotto di Douglas nascondendole nel proprio senza mai toccarle. Fino alla litigata con Adam.

I due avevano un comportamento strano nei suoi confronti.

''Si può sapere cosa avete da essere così seri?''

In un primo momento pensò di non essere stata troppo discreta nel rubare le sigarette, ma la smentirono presto.

''Come stai? Ti sei divertita ieri?''

Capì subito. Non sapeva cosa rispondere. Voleva evitare qualsiasi conseguenza negativa nel rapporto che aveva con Douglas, ma lasciò prevalere l'impulso e rispose: -''Immagino di sì...''- fece spallucce sorridendo.

I due si guardarono straniti.

''Cosa vuoi dire con 'immagino di sì'?''

''Beh, non mi ricordo molto.''

Contenti si avvicinarono con troppo entusiasmo.

''Dici sul serio?!''

Mya non sapeva cosa rispondere, era stranamente triste ma non poteva darlo a vedere o la farsa non sarebbe durata a lungo.

''Perché siete così sorpresi? Non è di certo la prima volta che non ricordo... Qualcosa.''

In quel momento poteva lasciarsi andare e la tristezza divampò.

I due si avvicinarono trattenendo la contentezza e l'abbracciarono.

''Non preoccuparti, è andato tutto bene. Ci siamo divertiti un sacco, non è così, Adam?'' il ragazzo guardò l'amico per un secondo per poi annuire facendo un occhiolino a Mya.*

Si sentiva tremendamente sola. Non poteva essere altrimenti. Aveva smesso di aprirsi totalmente coi suoi migliori amici dopo quel che era accaduto. Adam aveva iniziato da quel momento a fumare e dopo quella confessione da parte di Douglas si sentiva tradita da entrambi, però non sarebbe riuscita ad abbandonarli. Nessuno si salva da solo.

Fu in quel momento che i problemi non avrebbero più avuto fine. Tutt'ora, non avevano smesso di tormentarla. 

 

Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Non abbiate mai paura di uno scontro, anche quando due pianeti collidono, dal caos nasce una stella!

(Charlie Chaplin, quotes)



 


Salve gentaglia!
Scusate l'eccessivo ritardo nella pubblicazione di questo capitolo, ma fra scuola, impegni, questo e l'altro avevo il tempo di scrivere giusto i 5 minuti che mi trovavo libera ed in tutto questo c'entravano anche la poca ''eccitazione'' nel continuare la storia quindi ho preferito uscire anhe un po'. Son contenta che la voglia sia tornata, anche se l'ispirazione è sempre presa da fatti negativi ma più avanti capirete il perché!
L'inizio potrà sembrare un po' noioso ma tutte le strade portano a Roma, perciò spero continuiate a percorrere con me questa importante via verso il mio obbiettivo perché siete voi la mia soddisfazione! Cercherò di riprendermi coi prossimi capitoli e presto arriverà il pezzo forte.

Mi scuso ancora e vi ringrazio ulteriormente perché se non fosse per i giovani lettori come voi (e menomale che ci siete), questa storia non avrebbe senso continuarla.
Perciò alla prossima! 

obf, Slendye.


 
   
 
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