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Autore: istinto della luna    08/03/2015    3 recensioni
Dal testo:
- Abbiamo un nuovo aspirante Malandrino - affermò con convinzione la donna, spostandosi dietro ad un orecchio una ciocca di capelli dello stesso colore dei suoi. Rosso. [...]
Il ragazzo si alzò all'istante con sguardo entusiasta. - Davvero? Chi? Voglio saperlo... -
- Vieni, allora - lo interruppe lei, fissandolo seria.
[...]
- Dai che ci sei quasi! - disse James entusiasta.
- Ancora qualche passo... - iniziò Sirius.
- ... e quella meraviglia sarà nelle tue mani! - concluse Fred elettrizzato.
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Se volete scoprire chi sia il nuovo Malandrino e quale sia la "meraviglia" di cui stanno parlando, non dovete fare altro che leggere! Questo è un omaggio ai pilastri della storia di Harry, sperando di aver mantenuto la loro grandezza anche tra le righe del mio scritto. Se vi va, potete farmelo notare attraverso una recensione! Grazie! ;-)
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia, Potter, George, e, Fred, Weasley, I, Malandrini, Lily, Evans, Nimphadora, Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sull'onda dei ricordi


Com'è possibile dimenticare? 
Chiudere gli occhi e abbandonare tutto ciò che il vento ha portato via? 
Tutto ciò che la vita ti ha donato per poi aver strappato senza pietà?


Erano questi i pensieri di un giovane uomo asimmetrico dai capelli rosseggianti e un sorriso furbo. Era seduto su un divanetto scarlatto al centro della sala da pranzo intento ad ammirare come i propri figli ridessero insieme. Sua moglie era seduta di fianco a lui con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al morbido tessuto dei cuscini.
Non sapeva che qualcun altro osservava quella scena. Una persona che lui conosceva bene, così bene, da sapere in anticipo le sue mosse, così a fondo, da conoscere i suoi punti deboli. Quella persona corrispondeva ad un ragazzo simmetrico, dallo stesso sorriso e dagli stessi capelli fiammeggianti. Osservava quello strano quadretto con uno dei suoi pochi sorrisi umili, senza doppi sensi, quelli che riservava ai momenti di solitudine.
Concentrò la sua attenzione su quel foro che stravolgeva la faccia dell'uomo asimmetrico, lasciato da un oscuro incantesimo e le sue labbra si piegarono in un sorrisetto risentito. 
Quello era stato il loro primo errore. 
Si erano divisi ed era successo di tutto.
Ma era stato solo l'inizio.
<< Fred! >>
Lui si girò di scatto, incontrando un paio di eleganti occhi verdi pieni di vita. Sorrise a quegli occhi e un altro ricordo s'impossessò prepotente di lui. Quegli occhi avevano generato la causa della vittoria sul male, il migliore amico del suo fratellino.
<< Si? >> domandò, cercando di apparire calmo. Pensare a lungo a quello che si era lasciato alle spalle, nel momento in cui aveva toccato il cielo, lo rammolliva sempre. Non poteva lasciare che quelle emozioni, così estranee al suo corpo, prendessero il sopravvento. Doveva farlo per sé stesso, per il suo Lobo Solitario che ora, forse, lo era diventato davvero.
<< Abbiamo un nuovo aspirante Malandrino >> affermò con convinzione la donna, spostandosi dietro ad un orecchio una ciocca di capelli dello stesso colore dei suoi. Rosso.
Rosso come il tramonto,
Rosso come Grifondoro,
Rosso come amore,
Rosso come sangue.
Il ragazzo si alzò all'istante con un guizzo entusiasta. << Davvero? Chi? Voglio saperlo... >>
<< Vieni, allora  >> lo interruppe lei, fissandolo seria. Gli fece segno di seguirla, senza fare rumore.  Lui ubbidì ed entrambi si addentrarono nell'ombra di quel cielo stellato.
*

Tre uomini stavano fissando a lungo un altro uomo, forse un po' più giovane, senza proferire parola. Passavano intere ore a guardarlo e, stranamente dal loro modo di fare, preferivano rimanere in silenzio e ammirare quella figura. 
La piccola copia di uno dei Malandrini più grandi di tutti i tempi era diventato grande, ma la somiglianza era sempre palpabile, tranne che per un piccolo particolare, gli occhi, l'esatta copia di quelli della madre.
Quei tre uomini stavano pensando cose completamente diverse, mentre fissavano il viso, finalmente rilassato, del giovane Mago sfregiato da una potente maledizione spezzataormai da tempo. 
C'era chi era convinto di fissare sé stesso da giovane. 
Per lui era davvero difficile trattenere risatine nervose, mentre lo vedeva ridere con la figlia più piccola.
Nonostante si sentisse ancora pienamente malandrino, capiva che dentro di sé era cresciuto qualcosa. Sapeva di essere ancora giovane e inesperto, ma quegli anni vissuti tra le candide stelle lumeggianti, gli avevano permesso di invecchiare.
C'era chi, fissandolo, ricordava l'ultimo sguardo che aveva ricevuto da parte del giovane uomo, poco prima di essere abbracciato da una strana donna fredda. Vedeva quello strano sguardo, carico d'incredulità ancora gelato sulla faccia dell'allora ragazzino. Aveva pensato di costruire una famiglia insieme a lui, di accoglierlo come se fosse figlio suo, ma la donna dalle lunghe braccia fredde lo aveva strappato da quella possibilità.
E infine c'era chi guardava quella scena e percepiva la stessa aria che, pesante, aveva annidato la casa durante il loro litigio più grande. Ricordava ancora le parole del ragazzo, che lo avevano scosso tanto da convincerlo a tornare indietro e crescere la propria famiglia. Ricordava l'odio che aveva provato in quell'occasione, lo stesso odio che ora stata provando per non averlo ringraziato a sufficienza.
Poi tutti e tre si girarono all'unisono, per sbirciare l'ombra del ricordo nelle vivide iridi dell'altro.
Sì, perché nonostante avessero la mente intrisa di quei pensieri, erano pur sempre Malandrini ed era nella loro natura farsi forza a vicenda, per scappare insieme dalle situazioni complicate.
E contemplare la vita del giovane Harry James Potter rientrava tra quelle.

 
*

Quel giorno il loro sguardo era concentrato su un membro in particolare della famiglia Potter, il piccolo primogenito che, in piena notte, era sgattaiolato nei bui corridoi di casa. Aveva qualcosa in mente quel furbo ragazzino e loro lo sapevano.
<< Ti rendi conto? Eh? Hai la vaga idea di quello che ora accadrà? >> chiese l'uomo dagli occhiali circolari ad uno dei suoi compari, stravaccato sul divanetto, che stavano condividendo.
<< Si, vecchio mio, eccome! >> esultò l'altro, sistemandosi i lunghi capelli corvini.
Il loro amico, il più saggio e vecchio dei tre, non poté non reprimere un sorriso sincero di fronte all'entusiasmo che i suoi migliori amici riservavano ancora ad una scoperta del genere. 
Entrambi avevano gli occhi lucidi e le mani tremanti. Non battevano ciglio, intenti a non perdersi nulla dell'ardua impresa che il loro caro nipotino stava per compiere.
<< Eccomi qui! Mi sono perso qualcosa? >> chiese una nuova voce entusiasta.
Tutti e tre si girarono di scatto e sorrisero furbescamente.
<< Non ti sei perso ancora nulla, Fred! Forza, vai a sederti vicino a Lunastorta ... e godiamoci lo spettacolo! >>
Fred ghignò all'istante e si sedette da parte all'uomo che fece finta di sbuffare nell'esatto momento in cui incontrò, oltre ad un paio di occhi verdi, anche i capelli rosa di una giovane donna che avevano riempito il suo arido cuore.
Lei aveva scosso la testa per poi inciampare su una gamba del divanetto, scatenando risate miste a latrati.
<< Che vuole fare? >> chiese Fred sporgendosi sul divano e seguendolo attentamente con gli occhi.
<< Vuole rubare la nostra Mappa >> disse qualcuno.
Il ragazzo si girò di scatto: << Davvero? >>
<< Proprio così >> rispose lo stesso, senza smettere di guardare gli occhi della moglie acciambellata su un braccio del divanetto.
<< Ci sarà da divertirsi allora >> esclamò Fred, battendosi le mani e perdendosi in quel corridoio.
Il ragazzo, finalmente, era riuscito a raggiungere la fatidica porta che conservava il suo obbiettivo. Sembrava la più massiccia, la più insidiosa, la più indistruttibile.
Purtroppo non poteva usare la Magia fuori da Hogwarts e aprire quella porta rappresentava un ostacolo tanto grande quanto il corridoio. Non poteva farcela.
<< Ma perché Harry avrebbe dovuto chiudere a chiave il suo studio? >> chiese ad un tratto la donna dai capelli colorati.
<< Forse perché voleva impedire che suo figlio andasse a frugare in giro >> rispose il marito, toccandosi il volto colmo di cicatrici.
I due uomini si girarono di scatto, fulminandolo scherzosamente.
<< Nessuno può reprimere il nostro carisma! >> esclamarono all'unisono, quasi indignati.
<< Non tutta questa fretta voi due, anche io non sono da meno >> proferì Fred, toccandosi solennemente il petto all'altezza del cuore.
<< Zitti voi tre! Ancora non sappiamo come fa ad entrare >> disse la donna dai capelli rossi.
<< Potrebbe andare da mio fratello, sono sicuro che George lo aiuterebbe >> disse Fred sorridendo. 
Abbassò lo sguardo facendo un profondo sospiro, per poi assumere il suo solito ghigno malandrino.
Lily lo osservò dolcemente senza proferire una parola. Quando era andata a chiamarlo lo aveva sorpreso a fissare il volto maturo del gemello. Era lì, per terra, intento a sorridere ai suoi ricordi. 
In quell'esatto momento le era venuto alla mente il modo in cui lei, invece, osservava sempre suo figlio Harry. Lo amava con tutta se stessa e poteva capire davvero come Fred si sentisse. Lo stesso Fred sapeva degli alti e bassi che avevano scombussolato i primi anni di vita del gemello dopo quella fatidica data.
<< Come avete fatto voi, invece, a trovare la nostra Mappa? >> chiese l'uomo dai capelli lunghi a Fred.
<< Siamo sgattaiolati nello stanzino di Gazza e l'abbiamo trovata. Era diverso, però. >>
<< Perché? >> chiese l'uomo dagli occhiali.
<< James! Ma come perché!?! Essendo ad Hogwarts era molto più semplice fare magie per aprire la porta, no? >> disse esasperata Lily.
Lui la fissò sbalordito, per poi accarezzarle una guancia: << Da quando sei così esperta di scherzi, Evans? >>
<< Da quanto tu sei diventato un rammollito, Potter >> rispose per lei uno dei suoi migliori amici, che stava per mettersi a ridere, divertito dalla sua stessa battuta.
<< Grazie, Sirius, per la tua intrusione tempestiva. >>
<< Sempre presente per te, amico. >>
Nel frattempo il bambino aveva provato a forzare la maniglia, ma questa, magicamente, si era girata, permettendo al ragazzo di entrare. Forse Harry aveva intuito le intenzioni del figlio e quello era un modo per dargli la sua benedizione.
L'odore di chiuso invase le narici del ragazzino, che dovette portare le braccia davanti a sé per impedirsi di cadere.
<< Dai che ci sei quasi! >> disse James entusiasta. 
<< Ancora qualche passo... >> iniziò Sirius.
<< ... e quella meraviglia sarà nelle tue mani! >> concluse Fred elettrizzato.
<< E tu non dici nulla? >> chiesero i due uomini malandrini al loro eterno compare.
Lui alzò lo sguardo, facendo spallucce. << Io sono il Malandrino saggio, è inutile che vi dica il mio punto di vista. >>
<< Che antipatico! >> decretarono i due, seguiti a ruota da Fred.
La loro attenzione fu riportata al piccolo ragazzo, che stava spostando varie cianfrusaglie dall'interno di un baule al lato della scrivania.
<< Ma come fa a sapere dove cercare? >> chiese Lily.
<< Sono sicuro che è stata opera del mio dolce e astuto gemellino. Non avrebbe mai potuto parlarne solo alla mia copia microscopica >> rispose Fred, continuando a guardare il bambino che, infastidito per aver fatto un buco nell'acqua, provò a frugare nell'armadio.
<< Sicuro? >> chiese con un cipiglio alzato il nonno di quell'adorabile marmocchio.
<< Si, senza ombra di dubbio >> rispose il ragazzo con nonchalance.
<< E allora perché non ha trovato subito la mappa? >>
Fred si sedette meglio sul divano, incrociando le braccia e assumendo il suo sorriso più malandrino: << Ti sembra possibile che uno come noi dia la risposta esatta così, su due piedi? >>
Lupin lo guardò sbalordito. << Vuoi dire che George...? >>
<< Non ha rivelato la giusta posizione della Mappa per ridere alle spalle del proprio nipote? Esattamente! >>
Tutti e quattro i nuovi malandrini si guardarono e scoppiarono a ridere. Fred ripensò al proprio gemello e non poté che essere entusiasta dell'inclinazione allo scherzo che George era riuscito a mantenere negli anni.
<< Ne passerà di tempo, allora >> disse Tonks amareggiata.
<< Non ne sarei tanto sicuro se fossi in te. Nelle sue vene scorre del sangue eccellente. >>
<< E allora? >>
<< Allora ... buon sangue non mente! >>
Continuò la sua ricerca forsennata, finché non si fermò alzando la testa dalle ante semiaperte. Si girò di scatto adocchiando la scrivania e provocando due ghigni identici nelle nubi striate di quella fresca notte stellata. 
Si avvicinò al tavolo da lavoro di Harry e si sedette sulla sedia girevole, affondando la schiena nell'ovattato schienale in pelle.  << Ah, papà, non mi freghi... >> sospirò fintamente amareggiato il giovanotto.
Si piegò leggermente in avanti allungando un braccio verso il cassetto da lavoro del padre. Prese una forcina della sorellina e cercò di forzare la serratura.
<< Ah ah! Il piccolo Malandrino cresce. >>
<< Io non ne ho mai dubitato. >>
<< Ramoso, ma che fai? Ti commuovi? >> domandò Sirius, anch'egli scosso.
James guardò per un momento il migliore amico e sorrise. << No, non lo farei mai prima di te, Felpato. >>
Il piccolo uomo dai capelli neri e sorriso furbo riuscì ad aprire il lucchetto. Sorridendo furbescamente spalancò il cassetto, scorgendo finalmente il suo obbiettivo.
La vecchia pergamena lisa giaceva al centro del cassetto, splendida e svuotata di ogni indicazione. 
Il bambino non aspettò altro tempo e l'agguantò, scatenando urla di vittoria da parte dei quattro uomini che stavano assistendo alla scena.
<< Hai visto che cosa ha fatto quel piccolo me? >> chiese James balzando in piedi e improvvisando uno strano balletto.
Sirius si avvicinò irritato. << Un piccolo te, eh? Vorrei ricordarti che porta anche il mio nome >> gli fece notare.
Lily represse una risata e si allontanò, seguita da Fred, da Tonks e Lupin. Tutti e quattro, infatti, avevano compreso la necessità dei due di rimanere da soli con il proprio nipote.
<< Come? E questo che centra? É sempre il primo nome, quello che conta >> affermò risoluto James.
Sirius corrucciò le sopracciglia e prese a ribattere. Continuarono ad insultarsi, finché non sentirono una vocina, una piccola vocina farsi strada nell'aria e invadere le loro orecchie. Si girarono di scatto e videro quel bambino che li accomunava sorridere di fronte alla pergamena. Nonostante non l'avesse aperta, sapeva chi l'aveva inventata e non poteva fare a meno di contemplare lo spazio bianco che avrebbe presto ceduto il posto ai quattro nomi dei vecchi e spericolati Malandrini.
<< Nessuno potrà fermare James Sirius >> disse il ragazzo, seduto sul suo letto dalle lenzuola rosse << devo assolutamente dirlo a Fred! >>
<< Sentito, Fred? Il nostro compare vuole dire tutto a... Ma dove sono andati tutti? >> chiesero all'unisono, guardandosi finalmente attorno. Ora quel divanetto, che era riuscito a reggere il peso di ben sei persone era completamente vuoto. Tuttavia risplendeva soddisfatto al centro della stanza, emanando una strana luce scarlatta.
<< Quel ragazzino diventerà presto un Malandrino degno dei sottoscritti! >>esclamò Sirius ad un certo punto.
<< Che cosa hai pensato quando hai rivisto la Mappa, la prima volta? >> chiese ad un tratto James, guardando il migliore amico da dietro le lucide lenti tonde.
<< Ho ripensato alle lezioni per diventare Animagus e alle notti che passavamo nella Stamberga. >>
<< Sai, solo ora mi rendo conto di quanto mio figlio sia cresciuto e di quanto io abbia perso tempo a fare sciocchezze. >>
Sirius alzò un sopracciglio: << Avresti preferito che quella Mappa venisse sepolta tra le cianfrusaglie di quel vecchio Maganò bisbetico? >>
James lo guardò sbalordito: << Certo che no! Stavo solo dicendo che non sarebbe successo tutto quel casino con Mocciosus se io... >>
<< Ramoso! Fammi il favore di stare zitto! Se Piton passasse di cui non so che cosa ti farebbe. Comunque vedi di non bagnarmi la manica e vedi anche di non deludere la parte di "Sirius" che è dentro di lui >> disse Sirius per cambiare discorso
<< Sciocchezze, Felpato! Tu non sarai mai alla mia altezza! >> e così ricominciarono a litigare.
Essendo Malandrini, nonché compagni di avventure, balenò ad entrambi lo stesso pensiero. Erano fieri dello stesso ragazzo che, guarda caso, era lo stesso uomo, forse un po' giovane che avevano osservato a lungo giorni prima. Sapevano che, insieme a Remus, condividevano la stessa fierezza riservata al maturo e ormai padre di famiglia, Harry James Potter.

 
*

Lontano da Lily, Lupin e la moglie, un ragazzo allegro dai capelli rossi si ritrovava stravaccato su un letto. Ripensò alla  scena, alla quale aveva appena assistito e non poté fare a meno di pensare a quanto gli aveva ricordato il giorno in cui, lui e il gemello avevano deciso di fare un saluto al vecchio bidello di Hogwarts. Ricordò perfettamente della fatica che avevano fatto per capirne la funzionalità, ma alla fine più felici che mai, erano riusciti a leggere il contenuto.
Era sicuro che James Sirius avrebbe condiviso la sua nuova scoperta con la sua piccola copia microscopica e a quel punto ne sarebbero successi di tutti i colori.   
Anche questa volta fu ridestato dai ricordi da una voce, una voce familiare e così dannatamente identica alla sua.
<< Fred, piaciuto lo scherzo? >>
<< Si, Georgie, senza ombra di dubbio. >>






















Angolo Autrice:
Salve a tutti quanti, ovvero chiunque sia arrivato fino in fondo! 
Beh, se l'avete fatto ne sono molto felice! (sperando anche che vi sia piaciuto, ovviamente)
Partiamo dall'inizio, beh, credo che questa sia una storia piuttosto commuovente, almeno per me, che l'ho scritta. 
Ci ho messo davvero molto a trovare le parole GIUSTE per dimostrare la mia ENORME devozione verso i pilastri della storia di Harry Potter.Spero che la presenza del sentimentalismo tra Fred e George non sia stata di troppo, anche perché trovo che la sua presenza nell'assistenza allo scherzo sia comunque adeguata. 
Ovviamente, quando dico che James e Sirius sono più giovani di Remus, intendo che ... beh, sono morti prima e questo fa si che la morte abbia conservato sui suoi volti, ma anche nei pensieri tratti più immaturi.
Spero ancora una volta che sia stata di vostro gradimento e che recensiate la mia storia (per darmi consigli, dirmi ciò che non è chiaro, quello che pensate insomma) Mi farebbe davvero molto piacere - anche se questo è scontato - .
Eeee, niente, grazie ancora e a presto!
Martina
   
 
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