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Autore: ReVeNgE NiNeTAlEs    08/03/2015    1 recensioni
Questa long è in parallelo con la mia altra long “Pokèmon Battle World New Revolution”ed è una parodia di Pokèmon Conquest (come forse avrete capito).
Non sono del tutto sicura che la storia sia esatta,visto che non ho il gioco…ma provo comunque a scribacchiare qualcosa di corto a seconda dell’altra storia.
Nella trama ci sono le nostre due protagoniste che vengono catapultate nella regione di Ransei,tramite una pietra magica, dove si scontreranno con il loro nemico e libereranno le 17 regioni dalla tirannia assieme ad Oichi.
Ci riusciranno?
P.S: E’una specie di”riposa in pace”dedicato al mio cane,che è mancato da un mese.
Buon riposo,Crip!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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-Bea,chi ti ha dato quella spada?- chiese Oichi,cercando di trattenere le lacrime.

La giovane kitsune bianca diede una rapidissima occhiata all’impugnatura dell’arma,anche se non era una cosa così rilevante,ma a lei piaceva esaminare le cose che aveva.

-Me l’ha data Oakley,e insieme c’era anche un’armatura,ma non hoo avuto il tempo di metterla perché tu strillavi come un falco. Sembrava che ti stessero uccidendo. Per fortuna non è stato così!- le rispose.

La ragazza dai capelli fucsia stava per lasciare che le lacrime sgorgassero giù dai suoi occhi celurei, ma raccolse tutte le speranze che le erano rimaste e fece un’ultima domanda,con la voce tremolante:

-Di che colore era l’armatura?-.

Una speranza infranta.

-Argento.-.

Fiumi di acqua impetuosa,questo divennero gli occhi della giovane,che cominciò a correre su per la collina, in direzione della casa di Oakley.

Raggiungendo la porta color della terra,si ripromise di non versare più una singola lacrima e di porre fine ai suoi dubbi,quelli che l’assillavano da quando suo padre partì per la guerra contro Nobunaga e non tornò più per mesi e mesi.

La aprì con impeto inconsueto.

La cosa fece capire subito a Oakley che la sua protetta aveva capito.

-Allora? Non hai niente da dirmi?- fece la fucsia,a braccia incrociate.

 La donna cercò di rassicurla con lo sguardo,ma Oichi non demordeva.

-E va bene,è ora della verità…- sospirò la castana,alzando lo sguardo al cielo –Tuo padre…è morto. E’ stato tuo fratello a riportare a casa l’armatura e la katana.-.

L’espressione sul volto della ragazza era indescrivibile; era un misto tra felicità,odio,rabbia.

La felicità di non aver più quel peso sul cuore e di aver saputo finalmente la verità,l’odio verso chi l’aveva tenuta allo scuro di un fatto così importante e la rabbia che suo padre fosse stato ucciso da Nobunaga, suo figlio.

A quel punto trattenere le lacrime era l’ultima cosa che voleva,perciò diede libero sfogo alle emozioni.

Si gettò a terra e si coprì il viso con le mani,cercando di reprimere anche i singhiozzi,operazione che risultò fallimentare.

La porta color cacao si spalancò di nuovo,ma questa volta più tranquillamente.

Infatti era appena entrata Beatriz,seguita a ruota da Ninetales in versione Pokèmon.

Inutile dire che la situazione era piuttosto strana agli occhi delle due Volpi.

La stanza color avorio era in contrasto con la scena che si stava svolgendo al suo interno.

-Oichi,come va,tutto bene?- chiese la giovane kitsune bianca,chinandosi.

-Umpf…probabilmente è simasta scioccata dall’esperienza che ha avuto con quei soldati,la sravano per violentare.- disse Ninetales tranquilla,ma subito dopo aggiunse,in tono ironico  con un sorrisetto malefico:

-O forse ha paura della tua brutta faccia,Bea!-.

Lei si girò dalla parte della sua compagna di viaggio e le rispose,anch’essa con il sorriso malefico tipico delle Kitsune.

-Cara la mia Niny,devo forse raccontare che cosa fate tu e Umbry la notte quando siete in camera da soli? E ne avete fatto davvero tanto,per avere QUATTORDICI figli!-.

-Sei la solita guastafeste!- si lamentò la volpe dorata a nove code.

Oichi stava per andarsene,quando le mani di Beatriz la bloccarono,prendendola per i fianchi.

-CHE STAI FACENDO?- strillò la ragazza umana,intimidita.

-Sto cercando di farti ragionare! E’ una cosa del tutto normale che tu ti senta così,ma cerca di calmarti! Lo so bene che una perdita del genere è la cosa più brutta che possa capitare,per mano di tuo fratello poi è ancora peggio! -.

Sulle prime Oichi non capì come la kitsune fosse riuscita a capire la situazione in meno di un minuto, ma la tranquillizzarono le spiegazioni di lei.

-Come ho fatto a capire tutto questo in una frazione di secondo? Sono una volpe,leggo nella mente delle persone,io.-.

-Ah.- riuscì solo a dire.

Oakley intanto stava prendendo l’armatura del padre di Oichi e la stava porgendo alla volpe,che aveva mollato la presa sui fianchi della sopracitata,che si era calmata un po.

-Se la signorina vuole può appoggiare qui la katana,non credo che le servirà più.- le disse.

Beatriz porse la spada alla donna,appoggiandola sull’armatura color argento dai riflessi bianchi.

-E ora chi difenderà la nostra regione?- sospirò Oichi,che aveva ripreso il possesso delle sue facoltà fisiche e mentali,a pugni stretti,seduta su una specie di divano dell’epoca ,coperto da un telo di futon rosso come il fuoco e decorato con mille fiori di loto bianco,dai quali facevano capolino delle piccole e grandi foglie verde smeraldo.

La donna ripose gli oggetti e subito dopo si sedette pure lei sul “divano”,reggendosi la testa con la mano e massaggiandosi la tempia con l’altra.

-Nessuno. Siamo spacciati…- sussurrò tristemente.

-I miei figli sono troppo inesperti di Pokèmon e  anche di combattimenti con le spade. Da soli non ce la farebbero mai…- aggiunse.

La ragazza volpe rizzò le orecchie.

-IO! CI SONO IO! VI POSSO AIUTARE IO! IIIIIIIIOOOOOOOOOOO!!!- ululò la mezza bionda mezza mora, cercando di farsi notare,saltellando come una stupida per tutta la stanza,facendo cadere da un mobiletto lì vicino alcuni ninnoli,ma non sembrò rendersene conto.

-Ha detto che vi può aiutare lei.- si spiegò Ninetales,senza però troppo bisogno di spiegare niente alle due,che tra l’altro avevano una faccia tra il divertito e il preoccupato.

-Tranquille,fa sempre così!-.

-Datemi una katana e io farò fuori per sempre i nemici!- esclamò convinta la kitsune bianca,scodinzolando con tutte e nove le code.

***Dopo aver convinto le due…***

Andarono tutte insieme a far prendere le misure per l’armatura e il kimono di Beatriz.

Di una nuova katana non ce n’era bisogno,dato che quella che aveva avuto il padre di Oichi era più che perfetta per la ragazza,al contrario dell’armatura,che era troppo grande per lei.

-Di che colore lo preferisce il kimono,signorina?- chiese il commerciante.

-Bianco. Il bianco è il mio colore preferito,insieme al giallo e al rosso.- rispose trillante la giovane.

-Guarda che non  importa a nessuno!- la ammonì prontamente Ninetales,sdraiata sullo scomodo pavimento di legno andato a male.

Oichi si incuriosì del perché proporio quel colore.

*** Fuori dal negozio…***

-Beatriz…come mai ti piace il bianco?- si decise a chiederlo.

-Perché…non è una storia tanto per la quale…poi con quello che stai passando tu…- cercava di sviare la kitsune.

-Non preoccuparti,raccontami.-la rassicurò la fucsia.

La bianca si sedette su un muretto lì vicino,seguita dall’amica.

-Quando è morta mia mamma…la mia vera mamma,Ninetales mi ha presa con sé. Io dormivo sempre con mia mamma e questo mi ha portata a rannicchiarmi tra le code di Niny,le voglio un mondo di bene… ma il motivo per cui amo il bianco è un altro. Al funerale di Antonella,cioè mia madre,o quella che mi ha fatta nascere,c’erano ghirlande di rose bianche. Ho chiesto il perché alla mia Niny, e lei mi ha spiegato che il bianco è il colore della giustizia,della bontà e della purezza di cuore. Da quel momento il mio colore preferito è stato il bianco,e lo è ancora adesso.-.

-Quanti anni avevi quando è morta?- chiese Oichi,sentendosi un po in colpa per quella confesione così privata e dolorosa.

-Sei,è per questo che non mi ricordo molto di lei.- disse lei,stringendo tra le mani un ciondolo di colore blu con una rosa bianca disegnata in rilievo sopra.

-Ma che bel ciondolo! Posso vederlo?-esclamò l’umana,cercando di sviare un po il discorso.

La kitsune glielo porse,dandole una pacca sulla spalla.

-Non preoccuparti! Non è così doloroso per me parlarne. Ora ho Ninetales come mamma. E lei è la miglior mamma che si possa desiderare!- la rassicurò raggiante lei.

-Sei molto affezionata alla tua “mamma”,vero?-.

-Sì,non so come farei senza di lei.Ma forse ti sto…-.

-Non preoccuparti.-.

Oichi esaminò con attenzione il ciondolo e scoprì che era un medaglione portafoto.

-Posso aprirlo?-.

Beatriz annuì.

Al suo interno c’era una foto di un gruppo di Pokèmon piuttosto numeroso,e sull’altra metà (è un medaglione piuttosto grande) vi era posizionata una foto di Ninetales.

Glielo restituì,appoggiandolo sul muretto.

-Bello. Ma tu non ci sei? In una foto,intendo.- chiese Oichi,fissando le due matà della collana.

-Sì,solo che tu non puoi riconoscermi. Guarda,sono questa qui.- disse,prendendo in mano il ciondolo e mostrando una volpe bianca dalle grandi ali e con nove code piuttosto vaporose e candide,come il suo mantello.

Tra le altre figure che apparivano nella stampa c’erano Ninetales,un Umbreon,un Eevee,una Vulpix e un Flareon,oltre a Bea.

Dalle zampe muscolose della kitsune in fprma volpina si facevano appena appena vedere due piccoli Shaymin, uno cromatico e uno normale.

-Questi tre sono i miei fratellini,mentre l’Umbreon qui sopra è il mio papà adottivo.- spiegò indicandoli sulla fotografia.

-E questi due sotto di te chi sono?-.

-Sono i miei Pokèmon.-.

Silenzio mortale.

Alto nel cielo si era già disegnato il tramonto,con le sue splendide sfumature rosso,giallo e arancioni.

I Wingull volavano verso il sole,che li faceva risultare neri alla vista di qualunque creatura che li mirasse.

-Stai bene con la tua famiglia adottiva?-.

-Io,essendo una kitsune,sto benissimo. Se non ci fosse stata la mia Niny,credo che a quest’ora non sarei qui a parlare con te.-.

Silenzio ancora una volta.

-Ti va di sentire un po di musica?- le chiese Beatriz,estraendo dalla tasca del giubbotto il cellulare. 

-Pensa,con questo affare puoi ascoltare la musica che ti piace di più! Devi solo scaricarla!-.

Mise una cuffietta nel suo orecchio e una in quello di Oichi e fece partire “Stronger than ever” di Christina Aguilera,una delle sue cantanti preferite.

Seguirono tutta la playlist degli Skillet e poi una dedicata a “Pokèmon;le colonne sonore”e di Shakira, pre finire in bellezza.

-D’ora in poi il mio nome di battaglia sarà Phoenix.- esclamò Beatriz togliendo la cuffietta.

Ninetales le guardava da dentro il negozio.

-Sono contenta della tua decisione,Bea. Sei proprio come me…-.

***COMMENTI DELL’AUTRICE***

SALVEEEE!!! Scusatemi per l’attesa,ma stavo male questi giorni. Ma ora rieccomi più White di White!

Un ringraziamento speciale va a Shadow Mewtwo 99,che mi ha dato dei validissimi suggerimenti per rendere la storia ancora più leggibile,perché di bella non si può parlare!

Ho cercato di seguirli alla meglio,ma sono ancora un po tanto inesperta!

In questo capitolo c’è un po della mia VERA storia.

Ci terrei a precisare che la storia in cui spiego il perché del mio colore preferito non è DEL TUTTO frutto della mia immaginazione,queste cose mi sono successe davvero…purtroppo…

Un piccolo tributo a mia madre in un momento di nostalgia.

P.S.; Buona festa della donna!

White D.N.

   
 
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