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Autore: CHAOSevangeline    08/03/2015    5 recensioni
{ Newtmas | School!AU }
A ricreazione, Thomas realizzò due cose: la prima, che era riuscito a sopravvivere fino a quel momento; la seconda, che Newt aveva tutta l’aria di essere il boss di quella classe.
Non appena gli aveva stretto la mano era stato come se tutti – e ci teneva a sottolineare tutti – avessero deciso di accettarlo nel loro branco.
Da un certo punto di vista Thomas ne era felice, ma dall’altro non poteva fare a meno di domandarsi dove fosse finito.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 6
Oppure
“Convivenza, prima parte.
Thomas desidera decisamente qualcosa, ma non lo vuole ammettere.”
 

Studiare era qualcosa che Thomas faceva soprattutto per sopravvivenza. Alcune materie gli piacevano e le imparava perché si divertiva, altre le studiava solo per avere un voto decente.
In alcuni casi, però, nemmeno quell’impegno pareva bastare e il fatto che avesse trascurato la scuola per dedicarsi alla famigerata festa di Halloween non aveva aiutato; si ritrovava a non capire nulla in un paio di materie e non era certo che studiare in modo folle da solo avrebbe aiutato.
Newt si era fortunatamente rivelato l’angelo pronto a salvarlo da un voto disastroso che decisamente avrebbe intaccato la sua autostima e soprattutto la sua media.
Il piano era tornare insieme da scuola il venerdì, pranzare, fare una piccola pausa e poi studiare. Se fosse avanzato tempo sarebbero usciti, poi Thomas avrebbe cenato e dormito lì, e il giorno seguente una seconda fase di studio intensivo avrebbe decretato se la notte gli aveva portato abbastanza consiglio da renderlo in grado di fronteggiare l’infernale selezione di esercizi che Newt aveva operato solo per lui.
Per la domenica non avevano piani, ma era certo che se la loro sessione di studi fosse andata a buon fine non avrebbero faticato a trovare qualcosa con cui impegnare il giorno rimanente.
Thomas sapeva che se avesse fatto un simile programma con Minho tutto sarebbe andato a monte, che avrebbero passato l’intero sabato pomeriggio fuori e il rimanente tempo a guardare film. Quasi certamente non avrebbero dormito e la presenza di Minho non gli garantiva nemmeno che sarebbe rimasto sobrio, ma si fidava ciecamente dell’essere ligio al dovere di Newt e per questo non pensò neanche lontanamente che il loro programma sarebbe stato intaccato.
Dopotutto avevano la casa libera dai parenti – e un po’ aveva sperato che lo invitasse da lui per questo, perché si sentiva stranamente in colpa a saperlo a casa da solo –, quindi nessuno in grado di interromperli.
Quando la mente di Thomas elaborò quel pensiero, dopo aver finito di apparecchiare la tavola per dare una mano a Newt, si sentì in obbligo con sé stesso di aggiungere subito che un possibile parente avrebbe potuto interromperli mentre studiavano. Non mentre facevano altro. Che avrebbero potuto fare? Si sentì ulteriormente costretto ad aggiungere, subito dopo quell’idea, che la possibile opzione oltre allo studio sarebbe stata guardare un film.
Decisamente sarebbe stato seccante che un parente di uno dei suoi migliori amici lo interrompesse mentre distruggeva con commenti sarcastici la scena clou di un film insieme al suddetto, ma altrettanto decisamente una simile situazione non avrebbe suscitato lo stesso grado di imbarazzo che la sua mente aveva elaborato.
Thomas iniziò a pensare diverse cose. La prima, che la sua mente stesse iniziando a non volerlo più come padrone e gli stesse giocando brutti scherzi giusto per divertimento; la seconda, che forse i suoi ormoni erano abbastanza in subbuglio da confonderlo.
Magari stava pensando prima a una bella ragazza e subito dopo aveva ricordato di trovarsi in quella stanza con Newt, così il pensiero di essere sorpreso dai genitori di una bella ragazza nella stanza di Newt mentre studiavano era nato spontaneamente.
O forse aveva pensato di essere sorpreso mentre nella stanza di una bella ragazza baciava Newt?
Thomas tossì abbastanza forte, come se fosse necessario a coprire il serpeggiare già silenzio della sua mente in quel groviglio intricato di pensieri, o fantasie, o non sapeva come definirli.
L’unica cosa che la sua azione suscitò fu il voltarsi di uno Newt dall’aria vagamente confusa.
« E’ tutto a posto, Tommy? »
L’ultima cosa che voleva in quel momento era che Newt lo guardasse, perché sentiva le guance andare a fuoco ed era certo che i suoi occhi stessero facendo quella cosa fastidiosa che facevano quando era in imbarazzo, ovvero guizzare da una parte all’altra per controllare la persona che lo metteva a disagio, convinti però di non essere notati.
« Sei in imbarazzo? »
Newt gli era piaciuto subito per la sua perspicacia, perché lo capiva meglio di molti suoi altri compagni di classe, ma in quel momento desiderava che diventasse stupido, solo per cinque minuti.
« Ma no! »
E se il suo tono doveva suonare rassicurante, finì solo con il parere abbastanza sarcastico da convincere Newt di ciò che gli aveva appena chiesto.
Fa che non lo noti, fa che non lo noti.
« Sei in imbarazzo. »
Il più grande abbandonò per un attimo la propria vigile postazione al lato del forno, decidendo che i panini caldi che stava preparando non si sarebbero carbonizzati se si fosse concesso un paio di minuti di distrazione, e si sedette sulla sedia che, intorno al tavolo quadrato, era sistemata di fronte al lato adiacente a quello dove si trovava Thomas.
« Newt, davvero… »
« Sai che puoi dirmi tutto! Non voglio passare la cena completamente in silenzio perché so che sei a disagio per qualche motivo. »
Thomas si morse il labbro. Se glielo chiedeva in quel modo gli veniva quasi voglia di dirgli ogni cosa, ma non poteva.
Con quella convinzione nella mente decise di trovare una scusa, ma come la sua mente poco prima era stata colma di idee, in quel momento decise di svuotarsi completamente e rimase a guardare il vuoto imbambolato.
« Ok, sto iniziando a preoccuparmi. » Newt parve voler scongiurare l’apprensione stessa, con quella frase. « Teresa ti ha detto qualcosa? »
Thomas non sapeva perché, ma Newt gli parve quasi protettivo con quella frase. Ma era meglio che lasciasse stare Teresa: era solo una variabile in più di cui preoccuparsi.
« No! No… è solo che pensavo, insomma… » Improvvisamente l’idea, l’illuminazione, la salvezza. « Che mi stai preparando la cena, e Minho ha fatto delle battutine idiote sul fatto che tu fossi la mia mogliettina, visto che sapeva che mi avresti preparato da mangiare. »
Thomas decise di essere insensibile, di non pensare al fatto che avrebbe dovuto salvare Minho da un cazzotto per la sua presunta offesa alla virilità di Newt; di quello se ne sarebbe occupato in seguito.
Stando all’espressione del più grande, Thomas si convinse che non fosse la prima volta che Minho diceva una cosa del genere, però era certo di non essere stato in grado di decifrare appieno il suo sguardo.
Pareva quasi… deluso dalla ragione del suo imbarazzo.
« Thomas, se ti do davvero l’impressione di essere tua moglie posso darti una sana dimostrazione del mio amore mettendoti a mangiare fuori. » il ragazzo si alzò, sbuffando e colpendo con un leggero schiaffo la testa dell’amico. « Così impari a dare retta a Minho. »
Thomas si strinse nelle spalle come un bambino che sa di essere stato sgridato fin troppo poco per la marachella che ha combinato, e quando Newt raggiunse di nuovo il forno per servire finalmente la loro cena più che spartana, Thomas ne approfittò per estrarre il cellulare dalla tasca dei jeans con fare furtivo.
Minho ti prego. Ti scongiuro. Qualsiasi cosa tu possa decidere di fare lunedì a scuola, evita Newt come la peste fino al mio arrivo.
Ho combinato un casino e fino a quando non troverò una scusa migliore sarà tutta colpa tua. Ti spiegherò meglio quando lui non sarà nei paraggi.
Era forse il messaggio più lungo che inviava, e forse anche il più pericoloso.
Probabilmente Minho aveva il telefono in mano, perché gli vibrò nella tasca a distanza di pochi secondi, producendo un chiasso che per Thomas risultò essere quasi assordante.
« Tommy, giusto perché tu lo sappia, quando ho avuto un motivo per farla pagare a Minho non mi è mai sfuggito. Perciò non sprecare le tue energie cercando di proteggerlo. »
Newt lo disse nella più totale ingenuità, completamente all’oscuro del messaggio che Thomas aveva appena inviato al malcapitato amico.
Però, questo, Thomas non lo sapeva. E sentire le proprie azioni predette da Newt, che girato di spalle non l’aveva nemmeno lontanamente visto digitare il messaggio, gli fece venire voglia di chiedere a Minho di venirlo a salvare dal ragazzo che pareva vantare doti di chiaroveggenza.
Sperava che non leggesse anche nella mente, o quel soggiorno a casa sua sarebbe decisamente divenuto imbarazzante.


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Infinitamente in ritardo come non ero da un po', grazie a questa storia. Purtroppo la scuola porta sempre via troppo tempo.
Spero come sempre che il capitolo vi piaccia e ringrazio tutti quanti per aver commentato, messo tra le seguite o preferite la storia!
Mi supportate tanto in questo periodo dove la voglia di pubblicare su EFP scarseggia <3

CHAOSevangeline
   
 
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