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Autore: Soleil Jones    08/03/2015    3 recensioni
Questa One-Shot è molto vecchia; è una Nota scritta sul fake del mio vecchio George e che, miracolosamente, ho salvato dal Ban del suddetto account e dal resettaggio del PC.
Scriverla è stato difficile, e d'impulso, oggi, ho deciso di condividerla con voi anche qua, su EFP.
— "What If?" : ❛E se il Sectumsempra di Piton avesse colpito George giusto un millimetro più il là?❜
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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f I die young ❞




{ W h a t    i f ? ― ❛E se il Sectumsempra di Piton avesse colpito George giusto un millimetro più il là?❜

 



Yesterday I died, tomorrow's bleeding ― Fall into your sunlight.


Il vento sferzava nella folta chioma corvina del ragazzo; sotto quel color dell'inchiostro si celavano capelli altrettanto ribelli, colorati però di un rosso intenso e acceso. Non temeva di volare, George, anzi amava farlo fin da ancor prima che facesse un provino da Battitore per la squadra di Quidditch della sua Casa; la costituzione mingherlina e slanciata di Harry, poi, dove ora era intrappolato, era comoda.
Non si era mai sentito più leggero.

Come una saetta, la sua figura tagliava in due il manto blu cobalto che copriva il cielo dell'Inghilterra.
«Vi va di giocare, eh?» Urlò beffardo a dei Mangiamorte che gli stavano alle calcagna; George era così, non poteva fare a meno di comportarsi a quel modo neanche nel momento in cui avrebbe dovuto fare tutt'altro. Diresse d'improvviso la scopa verso il basso tenendo saldamente il manico di scopa puntato dritto davanti al suo campo visivo e con l'altra lanciò diversi Schiantesimi alla cieca.
Li sentiva alle calcagna.
La velocità, sommata alla forza di gravità, era spaventosa e in lontananza udiva i rumori della stazione ferroviaria su cui stava scendendo a rotta di collo.
Una vocina nella sua testa, molto acuta e somigliante a quella della madre, gli gridava che stava davvero esagerando, ma quando ci si trova in bilico tra vivere e morire, a cosa serve ascoltare vocette petulanti?
Si lanciò contro un veloce e frettoloso incanto di disillusione e reindirizzò la sua scopa, sfrecciando in mezzo ad una piccola folla di gente.
Non travolse dei Babbani per pura e semplice fortuna e, sentendo i rumori del treno in transito sempre più vicini tanto quanto il Mangiamorte che lo inseguiva, accelerò e passò sui binari. L'incappucciato stava per lanciarglisi addosso, era così vicino che avrebbe potuto tranquillamente tirarlo giù dalla scopa e lasciarlo schiantarsi sui binari, ma ciò non avvenne: la figura del giovane corvino venne illuminata dai fanali del treno che, per poco, non lo travolse.
Gli girò la testa per un istante: sapeva che, al contrario, il Mangiamorte non l'aveva scampata, e per quanto fosse una persona malvagia e non l'avesse ucciso di mano sua, era comunque una persona di cui aveva causato la morte.
Riprese quota velocemente, voltandosi in tutte le direzioni per scorgere gli altri Harry — e in particolare Remus, col quale avrebbe dovuto raggiungere una Passaporta a loro destinata — e trovandoli quasi subito; non che fosse particolarmente difficile, dati i lampi magici che si stagliavano nella notte.
Mentre lanciava Fatture e Maledizioni alle figure mascherate — ben attento a non colpire gli altri Harry — e si aggregava all'Harry–Remus per raggiungere la loro Passaporta, staccandosi dagli altri, tutto si ammutolì.
Così.
All'improvviso George non sentì più niente se non la sua stessa voce urlare. E i suoi occhi non videro che il rosso.
Gli parve, però, di udire la voce di Lupin chiamarlo allarmata, ma non riuscì a rispondergli poiché una luce bianca lo travolse in pieno viso — come un treno in corsa.
Si sentì sempre più leggero, quasi inconsistente, anche nel momento in cui Remus lo afferrò per un braccio per evitare che cadesse nel vuoto assieme alla sua scopa e lo trascinò alla Passaporta. Non avvertì nessuno strattone all'ombelico, niente di niente, neanche quando atterrò bruscamente sul prato bagnato, riverso a terra.
Annaspò, mentre Remus gli diceva di restare sveglio e Harry — il vero Harry — aiutava il licantropo a portarlo in casa.
Il rosso tossì, sputando grumi di sangue che fecero cacciare un urlo a sua madre, la quale era già sbiancata al vederlo così.
Cercò di chiamarla, ma a malapena riusciva a tenere gli occhi semi aperti, per cui dalle sue labbra uscì un mormorio o poco più.
Anche Ginny ed Hermione erano lì: sua sorella stava... stava piangendo?
Ed Hermione? Perché Hermione aveva portato una mano alla bocca, con gli occhi lucidi?
George non capiva.
«Mettetelo sul divano, svelti! Adagio, per Merlino, adagio! Ecco, così. Va bene. George, George! Caro, guardami! Guardami, George! Va tutto bene!» Urlò con voce tremante Molly Weasley, accarezzando il viso insanguinato del figlio, il quale sentì un conato di vomito salirgli in bocca al rendersi conto che quel liquido vermiglio stava sgorgando a fiotti dal suo corpo.
Vedeva la figura di sua madre in maniera assai sfocata, quasi non la distingueva dal resto della stanza.
Boccheggiò; le corde vocali rifiutavano di collaborare, la sua voce uscì fuori strozzata e affaticata: «Fred—! Mamma... Mamma, Fred. Dove...?»
Molly oramai piangeva e la stanza si affollava. La prima cosa che George sentì fu una voce proveniente dall'esterno: «Dov'è George?» e ben presto il silenzio calò nella stanza.
Passi che si fermano sull'uscio della porta; una bacchetta che viene lasciata cadere a terra; gli stessi passi di prima che si fanno vicini in un lampo; una presenza forte e familiare: suo fratello.
George strizzò gli occhi quel tanto che gli servì per distinguere nitidamente i lineamenti contratti di Fred, il suo colorito più pallido del solito, l'espressione degli occhi nocciola quasi congelata e solo la paura ad animarla.
Dio, mai e poi mai, neanche nei suoi incubi peggiori, Fred avrebbe sopportato una simile visione; sentì un singhiozzo salirgli in gola e mozzargli il respiro.
«Georgie—»
Quest'ultimo ebbe paura, avvertì il cuore battergli tanto velocemente in petto da far male.
Perché Fred aveva paura?
Fred non aveva mai paura e certamente mai era stato sul punto di piangere.
George cercò di parlare, ma la sua stessa saliva gli andò di traverso e tossì più volte, sporcandosi ancor di più gli abiti e il viso di sangue.
«Non parlare, George, sta' tranquillo!» Si affrettò a dirgli Fred, ingoiando il magone e sforzandosi di sorridere, gesto che inquietò ulteriormente suo fratello, il quale, con gli occhi lucidi, esordì: «Sto— Merlino, sto morendo? Non voglio, Fred. Infrangerei la promessa e— Io sono vivo, sono ancora vivo!»
«Certo che sei vivo!» Esclamò provato e sofferente l'altro gemello, soffocando i singhiozzi e voltandosi quasi rabbioso verso gli altri presenti: «Che diavolo fate lì impalati? Qualcuno può darsi una mossa?! Per favore, fate qualcosa! Mamma, papà, allora?!»
George distinse i suoi genitori; sua madre era lì vicino a lui e gli accarezzava ancora i capelli, anche se piangeva, mentre suo padre era come immobilizzato vicino a lei.
«Bill, Ron, Ginny— Porca miseria, svegliatevi! È ɴᴏsᴛʀᴏ ғʀᴀᴛᴇʟʟᴏ
George mosse debolmente la mano, afferrando quella del gemello prima che questi aggredisse qualcuno in preda alla disperazione, attirando la sua attenzione. Gli occhi color nocciola di Fred furono la soglia della sua eternità, e le ultime parole che pronunciò la sua ultima verità: «Ridi

Ridi. Quando lo fai il buio scompare.

Poi niente.
Eppure tutto.
Si dice che alla morte tutta la vita ci scorre davanti, come un film, ed effettivamente, per George Weasley, fu così. Attorno alla sua figura, luminosi e semi trasparenti come Patronus, mille figure — mille scorci della sua esistenza — parlavano, gli mostravano tutta una vita. Mille erano le voci che sentì, anche se alla fin fine non erano poi così tante: si trattava sempre delle stesse persone, solo ogni volta diverse di qualche attimo di vita.George si voltò più e più volte, beandosi di quello spettacolo, prima che anche l'ultima luce — lui che prometteva a Katie un futuro assieme, baciandola — svanisse.
E allora il rosso vide la sua famiglia.

Vide Fred urlare e piangere come mai l'aveva sentito fare, scalciare mentre Remus e Kingsley lo trattenevano dall'uscire di casa per cercare d'impulso chissà quale insensata vendetta; vide Ginny abbracciarsi ad Hermione, tutte e due piangevano; vide i suoi genitori chini su un ragazzo — lui —; vide Ron boccheggiare per poi lasciarsi, pian piano, andare alle emozioni ed iniziare a piangere sul serio, incurante di ogni altra cosa, mentre le guance di Harry venivano solcate da delle lacrime silenziose e quest'ultimo stringeva la spalla del suo migliore amico come a volerlo consolare; vide Fleur piangere contro il petto di Bill mentre lui la stringeva a sé come se fosse stata la sua ultima ancora di salvezza, distrutto.
Vide tutto ciò che non avrebbe mai voluto dover sopportare: i suoi cari infelici a causa sua.
Pensò a Katie, che a quell'ora era sicuramente a casa sua ad aspettare di vederlo al matrimonio di Bill e Fleur; pensava alla ragazza che amava, al macigno che le sarebbe crollato addosso nel saperlo morto, al dolore che le avrebbe provocato lui che aveva giurato di proteggerla.
E urlò, George; pianse anche lui. Non per la sua vita, ma per il pezzetto di Fred che si era portato via con sé, per l'amore senza futuro di Katie, per la ssofferenza della sua famiglia e dei suoi amici.
Il Re degli Scherzi avrebbe dovuto portare solo divertimento, non tutto quello strazio!
Per questo, quando si ritrovò a venir accolto nel bianco più etereo e assoluto dai suoi due zii — Fabian e Gideon —, George aveva gli occhi rossi e le guance bagnate.
Gideon lo tirò su, battendogli una pacca sulla spalla; le labbra distese in un sorriso da perfetto furfante; George pensò che lui e Fred somigliassero davvero molto ai loro zii, anch'essi gemelli.
«Non li hai lasciati, così come noi due non abbiamo mai lasciato voi, sai?» Gli disse Fabian, puntando con un dito il suo petto. «Restiamo sempre qui, George. Fino alla fine.» Aggiunse.
Non disse altro; si allontanò e, con un cenno, Gideon incitò il nipote ad incamminarsi con lui e l'altro Prewett.
George annuì e, voltandosi verso un punto indefinito alle sue spalle chiuse gli occhi: fra gemelli vigeva un legame indissolubile, ne era certo, perciò sapeva che il suo messaggio sarebbe arrivato a Fred.
«Ridi!» Gridò nella sua mente, e le sue labbra fini si incurvarono, dando vita a una risata che animò i cieli e smosse le nuvole.
Questo fu l'ultimo augurio di George Weasley; sembrerà banale, ma non avrebbe potuto scegliere parola migliore per esprimere tutto l'amore provato per coloro ai quali la rivolse.
«Tutti quanti, ridete sempre! Fino alle lacrime!»


If you can hear me now ― I'm reachin' out to let you know ― That you're not alone



Sol 's Corner
Sì, lo so che in molti aspettano l'aggiornamento di 'We're going back where we belong', lo so. ç__ç
Il capitolo è in fase di costruzione, sono a buon punto e, se riuscirò a farcela, sabato l'avrete bell'e pronto!
Ma passando a questa One-Shot... be', parla da sé.
Vi lascio il link della nota su Facebook (l'account è mio, in caso qui ci fossero anche roleplayers xD) e--- buh, spero di ricevere qualche parere. Non so se quest'alternativa sia stata trattata prima, nel Fandom (non mi sembra, ma, hey, in caso contrario sappiate che sono distratta e non ho una memoria lunghissima ^^"), magari (anzi, sicuramente) ad alcuni non piacerà.
I dunno, fatemi sapere!
See 'ya soon,
Soleil
  
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