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Autore: bridgetvonblanche    08/03/2015    2 recensioni
Avevi promesso che avresti portato il sole su questa terra umida.
Avevi promesso che avresti scacciato le nuvole che da troppo tempo oscuravano il cielo azzurro sopra le nostre teste per mostrarmi l’arcobaleno.
Qui invece continua a piovere.
Ed è solo colpa tua.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Konan, Nagato Uzumaki, Pain, Yahiko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Gocce di memoria

Skies are crying while I’m watching
Catching 
teardrops in my hands
Only 
silence as it’s ending, 
like we never had a chance
Why do you have to make me feel like 
there is nothing left of me?

 


 

 

Il cielo sta piangendo mentre io mi limito ad osservarlo

Avevi promesso che avresti portato il sole su questa terra umida.
Avevi promesso che avresti scacciato le nuvole che da troppo tempo oscuravano il cielo azzurro sopra le nostre teste per mostrarmi l’arcobaleno.
Qui invece continua a piovere.

Ed è solo colpa tua. 

Tua e del tuo stupido orgoglio, del tuo stupido coraggio, del tuo stupido eroismo.

Il cielo continua a piangere, Yahiko.
E non smetterà mai, perché tu non ci sei più.

-Konan, che cosa gli hai detto?- 

Mi avevi chiesto, una punta di gelosia nella tua voce, mentre tentavi in tutti i modi di rimanere nascosto insieme a Nagato dietro ad un umido muro all’esterno del nostro nuovo rifugio.
Avevo sorriso dandoti le spalle per non mostrarti le mie gote leggermente arrossate nonostante la fredda temperatura che la pioggia riusciva a portare sempre con sé.
Non volevo te ne accorgessi.

-Gli ho detto che non ho tempo per una relazione finché il sogno dell’Akatsuki non diverrà realtà-

E forse avrei fatto meglio a dire “il tuo sogno”.
Perché erano stati i tuoi ideali di pace ad infiammare i cuori dei ragazzi che come te -come noi- avevano aderito a questo progetto, all’apparenza così fragile e folle.
Sei stato tu, sei sempre stato tu ad incoraggiarci nei momenti di difficoltà, quando tutto sembrava perduto.
E, sempre tu, ci hai spronati a dare sempre il massimo affinché gli ideali veicolati dalla nuova e nascente organizzazione non rimanessero solo parole al vento.

Nagato ti ha sempre ammirato tanto.
Tutti ti ammiravano.

Ed io ti amavo.
Ma non sono mai riuscita a dirtelo.

Cercando di raccogliere le lacrime nella mia mano

Alzo gli occhi verso il cielo grigio, lasciando che le mie lacrime si confondano con la pioggia così come il rumore dei miei singhiozzi strozzati.
Allargo le mie mani rivolgendo i palmi verso l’alto: lo facevi spesso anche tu, soprattutto quando volevi rimanere da solo a riflettere osservando i fumi della città sotto i tuoi piedi levarsi verso il cielo grigio quasi ad invocare pietà.

Perché non hai lasciato che morissi io al tuo posto?
Credevi che sacrificandoti io non avrei sofferto?

-Ahia Konan, fai piano con quelle bende!-

Mi avevi supplicato, guardandomi negli occhi come mai prima d’ora, quel sorriso sofferente stampato sul tuo volto così bello che sfidava impavido i profondi tagli sul braccio sinistro.

Penso che sia stato quello il momento in cui ho capito chiaramente di essermi presa una bella cotta per colui che fino ad ora avevo sempre considerato come il mio migliore amico.

-Non guardarmi così, ti prego- 

Mi ero limitata a risponderti, balbettando come una bambina alle prime armi con l’amore e le medicazioni, abbassando improvvisamente lo sguardo non riuscendo a sostenere il tuo così intenso e profondo in cui sarei potuta annegare.
Credevo di essere stata coraggiosa, credevo di essere riuscita a vincerti, per una volta.

-Così come, Konan?- 

Solo silenzi, come se fosse finita
Come se non avessimo mai avuto una possibilità

Era stata questa la tua unica domanda, l’unico interrogativo, prima di appoggiare la tua mano bendata sotto il mio mento costringendomi a riportare l’ attenzione sulle tue labbra che chiedevano disperatamente di essere baciate.
Una provocazione, la tua.

Poi silenzi.

Silenzi interrotti solo da qualche mugolìo soffocato, sospiri forse un po' troppo forti cullati dal rumore di milioni di gocce di pioggia che sbattevano contro le finestre. E parole proibite, sussurrate a fior di labbra o alle orecchie l’uno dell’altro come se il mondo intero avesse potuto sentirci, come se avesse potuto ascoltare i battiti nostri cuori inseguirsi in un’unica melodia.

Forse avremmo dovuto aspettare, forse non avremmo dovuto affrettare le cose.
Ma cosa avremmo mai potuto nascondere l’uno all’altra considerato il fatto che eravamo cresciuti insieme per vent’anni della nostra miserabile vita? 
Non conoscevamo forse l’uno ogni più piccolo particolare dell’altro per dover aspettare ancora? E poi aspettare cosa? 
La fine della guerra?
O solo che smettesse di piovere?

Le mie labbra si distendono un poco prima che la mia attenzione venga nuovamente catturata da quel cielo che, seppur grigio, ora non tormenta più il villaggio con i suoi temporali burrascosi.

Sorrido.

-Afferra la mia mano Konan! Non ti lascerò andare-

Sei sempre stato tu a salvare me.
Fin dal primo momento in cui i tuoi occhi vispi, innocenti ma che già avevano vissuto l’esperienza dolorosa di una guerra insistente come la pioggia che infesta questo villaggio come veleno si sono posati su di me, intenta a bussare di casa in casa per chiedere con vergogna un tozzo di pane.
Fino al tuo ultimo respiro ti sei battuto per difendere ciò che amavi.

-Un giorno diventerò un dio e ti prometto che porterò la pace in questo villaggio, anzi, nel mondo intero-

La tua promessa. Sfortunatamente divenuta realtà solo per metà.
La guerra per la pace prosegue incessantemente, ma dei tuoi ideali oggi non rimangono altro che nuvole rosse macchiate del tuo sangue sulla mia tunica.

-Se vuoi che questa donna si salvi Yahiko, in qualità di leader, devi sacrificarti-

Parole crudeli, parole che ancora oggi ricorrono nei miei incubi più profondi.
Un passo falso e sarebbe stata la fine di tutto ciò che fino ad ora eravamo riusciti a costruire con sudore e fatica, ma io non potevo, non volevo lasciare che ti sacrificassi per un mio stupido errore.

-No, non pensate a me! Scappate maledizione!-

Ti ho supplicato di andare via, ti ho implorato con le lacrime agli occhi di fuggire.
Ma sapevo già che non lo avresti mai fatto.
In fondo, tu non sei mai scappato da niente e da nessuno.

Avresti dato la tua vita, piuttosto che scegliere di sottometterti nuovamente a false e vane speranze di un futuro più roseo, migliore.

E Danzo lo sapeva meglio di tutti noi.
Conosceva persino i sentimenti che Nagato riservava segretamente nei miei confronti.

-Nagato, uccidimi-

Ma tu, come se avessi previsto tutto molto prima, come se fossi stato informato di questo disegno malvagio da sempre, non hai esitato un attimo a lanciarti su quel kunai, spazzando via in un instante i sentimenti di amicizia e di amore che ci legavano.

Hai riposto nel Rinnegan di Nagato tutta la tua fiducia, i tuoi ideali. 
Hai scelto di immolare anche il nostro amore su quella lama.

-Tu e Konan dovete vivere, non importa a che prezzo-

Chiudo gli occhi.
Porto una mano sul petto, proprio lì, vicino al cuore.

No Yahiko, la tua morte è stata solo colpa mia.

E la ferita che si è aperta in me da quel giorno non si è mai sanata, sanguina ancora come le nuvole che sembrano rincorrersi sulla mia veste scura come le tenebre che avvolgono le mie notti insonni.

Perché in quegli istanti, in quei momenti, minuti o forse ore, stretta al tuo petto di giovane uomo Yahiko, io mi sono sentita per la prima volta a casa.
I tuoi sorrisi, il calore della tua pelle a contatto con la mia, sempre fredda e distaccata, riuscivano a scaldarmi l’anima come nemmeno il sole caldo dell’estate avrebbe saputo fare.
Sentivo la tua presenza su di me dovunque andassi, qualsiasi cosa facessi.
Accanto a te mi sono sentita amata come mai più lo sarò nella vita.

Perché non ci sarà nessun altro che potrà mai risanare il vuoto che hai lasciato.

Perché mi fai sentire come se non ti fosse rimasto nulla di me?

-Konan-

Poi lo sento, il dolce richiamo della tua voce.
E credimi se ti dico che vorrei fosse solo immaginazione.

Invece, voltandomi, ti ritrovo li -nell’ombra- che mi scruti con quegli occhi che non ti appartengono.
Il tuo corpo ricoperto di chiodi, frutto dell’immenso potere sprigionato dal Rinnegan di Nagato.
Più ti guardo, più mi sembra impossibile che l’uomo che mi sta di fronte sia ancora tu, Yahiko.

Eppure il corpo al quale tento ancora di aggrapparmi, quasi come in cerca di un rifugio sicuro, è davvero il tuo, non ho mai avuto dubbi.
Tuoi i capelli di quell’arancione che non si è ancora spento, tue quelle mani grandi che mi stringono a te anche adesso.
Ma i nostri battiti non si rincorrono più come una volta, perché non c’è nessun cuore che batte all’interno del tuo petto.

La tua anima è volata via ed all’interno del tuo corpo ora si muove solo quella disperata e confusa di Nagato.
Ogni gesto che compi, ogni parola che esce dalle tue labbra è ora frutto della sua volontà accecata da un odio profondo ed inguaribile, insaziabile.

Come faccio a continuare ad amare il tuo corpo se l’anima che vi risiede non è la tua?
Come faccio ad imparare ad accettare il fatto che l’uomo che dorme accanto a me ogni notte ora non sei più tu in tutto e per tutto?

Aiutami, aiutami ancora una volta, ti prego.

Abbasso lo sguardo mentre decido volontariamente di sciogliere il nostro abbraccio, scoprendo ancora una volta di non riuscire più a ricevere calore da te.

-Sei così fragile, Konan- 

Sussurri, sollevandomi il volto nello stesso modo in cui il vero Yahiko avrebbe fatto.
Avvicini le tue labbra alle mie, ma decidi di non baciarmi, impegnato come sei ad asciugare le lacrime che scorrono pesanti lungo le mie guance.

Riesci forse a leggere nei miei pensieri, Pain?

La tua mano fredda lascia la presa sotto il mio mento e io mi maledico mentalmente per averti lasciato andare.

-Hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con me-

Ora mi dai le spalle, ma non ti allontani da me.
Non ancora.

-Yahiko si è immolato sul kunai che io stringevo tra le mani, io che ho riesumato il suo corpo perché non potevo accettare il fatto di averlo perso, io che ora porto avanti i suoi ideali non usando i suoi stessi metodi- 

Ti volti solamente quando ti accorgi che i miei singhiozzi sovrastano le tue stesse parole.
E solo allora osi riavvicinarti a me che ho continuato a rifiutati, a me che ho solo cercato di tenerti a distanza per tutto questo tempo.

-Ma credimi Konan, anche se è un’altra anima a dare vita al suo corpo, i sentimenti che provo per te non sono diversi da quelli che provava Yahiko-

E solo allora mi rendo conto di quanto io sia stata egoista ed ingiusta nei confronti di Nagato, l’unico che abbia saputo davvero affrontare e reggere il peso delle tue ultime volontà.

Della donna che ero non rimangono altro che brandelli di carta.
Carta che, nonostante gli anni, non hai mai smesso di bruciare per te.

Tu e Konan dovete vivere, non importa a che prezzo.

Ora sono io ad annullare la distanza tra noi.
Io a rifuggire i miei stessi sentimenti.

Un’ultima, salata lacrima si fa spazio tra i miei occhi, prima di ricadere leggera lungo la mia guancia destra nuovamente arrossata e confondersi poi con nuove e più fredde gocce di pioggia che hanno ripreso a cadere dal cielo.

Bacio le labbra di un angelo e l’anima di un nuovo demone.

-Non piangere più, io e Yahiko saremo sempre accanto a te-

Mi sussurri un’ultima volta, prima di dissolverti lasciandomi di nuovo sola ad affrontare questo cielo nero che sovrasta e copre tutta la città.
Alzo nuovamente gli occhi verso l'alto, beandomi dell’ultimo, timido raggio che tenta inutilmente di lottare contro i cumuli scuri che lo sovrastano, soffocandolo senza lasciare alcuna traccia del loro misfatto.
E poi il cielo torna a piangere, Yahiko.

Ma io no, non questa volta, non più.

Imparerò ad essere forte come te, per entrambi.

 

****


Bridget's wall

Eccomi qui, con questa seconda one shot che scrivo e che pubblico e che vede come protagonista la coppia Yahiko- Konan, la seconda OTP di Naruto che risiede nel mio Olimpo delle OTP (lol).
Perchè si, Konan e Yahiko dovevano stare insieme, Kishi.
Perchè erano l'uno innamorato dell'altra e non lo si può negare.
Trovo che anche le parole del testo della canzone Skyscreper (che ho ascoltato per tutto il tempo che mi ci è voluto per scrivere queste righe) sia dannatemnte adatto al personaggio di Konan, l'io narrante dei suoi stessi ricordi ed emozioni.
E' una seconda one shot che però ho voluto intitolare "In nome dell'amore" perchè trovo che ci sia un sottilissimo filo che collega le vicende della mia prima storia con questa, nonostante la diversità dei quattro personaggi, nonostante i loro difetti e i loro differenti punti di vista.
Yahiko e Konan, così come Obito e Rin prima di loro, mi hanno fatto davvero emozionare, sia nel manga che nell'anime, perciò ho ritenuto 'doveroso' in qualche modo dare a queste coppie lo spazio che meritano, perchè c'è molto più di quello che si possa immaginare nei loro sguardi e nelle loro parole.

Va bè, dopo questa riflessione che mi sa di troppo serio e filosofico penso che sia giunto il momento di levare le tende e dirvi che aspetto sempre con piacere un vostro parere ed una vostra recensione.

Pace, amore e Tsukuyomi Infinito,
bridget

  
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