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Autore: Lady Diamond    08/03/2015    2 recensioni
E se i nostri personaggi preferiti fossero dei semplici(o quasi normali) liceali dell'esclusivo Beyblade high school in California? All'interno di questa scuola vi è una lotta fra i ragazzi,campioni di pallacanestro a livello nazionale,e le ragazze,campionesse nazionali di cheearliding.
Il motivo di questa faida? semplice rivalità, ma non solo scolastica,perchè... . Fra amori,litigi,impegni extrascolastici e scuola riusciranno i nostri eroi a sapellire l'asse di guerra? o arriveranno all'esame di stato a pezzi? Cosa succederà se i protagonisti saranno messi davanti al loro passato e alle loro reali emozioni? E cosa succederà quando Queen distruggerà ogni singolo rapporto umano solo per il desiderio di vendetta?
Estratto dal primo capitolo:
La storia di quei nomi era nata durante il terzo anno,quando le ragazze divennero cheerleader. Per questo motivo molti ragazzi cercavano di avvicinarsi al gruppo,ma venivano continuamente snobbati, così , i neo campioni nazionali,a causa dei continui rifiuti delle ragazze,affibbiarono quel nome al gruppo femminile,che per ripicca denominarono quella squadra Scimmie,paragonando il loro livello intellettivo pari a quello dell’animale in considerazione"
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Mariam, Mister X, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Silent Tears '
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La strada era più trafficata, e le luci che circondavano la strada sembravano scorrere più del solito, e le cheerleader avvertivano uno strano magone, o meglio paura.
Eveline non era stata molto chiara, ma le sue parole sembravano aver scatenato un pandemonio, e nell'auto di Hilary nessuno osava proferire parola, nonostante tutte volessero dare voce ai propri pensieri.
La giovane stilista aveva solo detto che bisognava raggiungere la spiaggia perchè era successo qualcosa ai ragazzi, e neanche lei sapeva cosa fosse successo ai loro amici.
Temeva che fosse successo qualcosa a Max, anche se era stato proprio l'americano a scrivergli, e ciò la rasserenava un po'.
"Precisamente cos' ha detto il tuo ragazzo?" domandò Hilary con un tono flebile e pigiando un piede sull'accelleratore.
La bionda estrasse il cellulare dalla borsetta, e dopo averlo sbloccato lesse il messaggio alle sue amiche.
"Correte  tutte in spiaggia, è successa una cosa e abbiamo bisogno del vostro intervento. Sbrigatevi!".
"Chissà che è successo, ma se devo essere sincera sono preoccupata" dichiarò Mariam fissando la strada con un'espressione vacua.
Era sicura che fosse successo qualcosa ed era ansiosa di capire il motivo di quell'urgenza.
"Ah, questi ragazzi sono così imbranati! Hanno sempre bisogno di una donna" aggiunse Julia ironicamente, nonostante provasse le stesse emozioni delle sue amiche, anche se il suo reale obbiettivo era quello di far sorridere le sue amiche, che risero a quella battuta.
"Già, senza noi sarebbero morti" sussurrò Eveline ridacchiando.
"E non finirebbero una missione con stile" aggiunse Hilary con un tono più rilassato.
"Ma ora hanno bisogno di noi" asserì Mariam tristemente, facendo nuovamente calare il silenzio all'interno della vettura.
Pochi istanti dopo diverse auto della squadra parcheggiarono le loro macchine e velocemente scesero.
Non riuscivano a vedere cosa stava succedendo alla riva, vedevano solo piccole scintille rosse distanti fra loro, e solo quando si furono avvicinate capiro.
I falò illuminavano la spiaggia, il sole era quasi completamente calato nel mare, e nell'aria echeggiava una musica ritmata, unita al dolce suono del mare, conferendo all'ambiente un aspetto magico, mentre uno striscione, dov'erano disegnati dei pon pon e fissato su due pali, recitava "Go sharks": il nome della squadra.
Diversi ragazzi delle quinte stavano allestendo un barbeque, e poi c'erano loro, le scimmie, gli ideatori di quel piano che sorridevano amabilmente alle cheerleader.
Le ragazze osservavano la scena esterrefatte, mentre nelle loro menti danzavano diverse emozioni, prima di rabbia per lo spavento, e poi di felicità per quel gesto così inaspettato.
Non si sarebbero mai aspettate un gesto affettuoso dei propri ragazzi, anche perchè per diversi giorni avevano finto indifferenza riguardo l'All Stars Spirit Contest, ossia il campionato delle cheerlader.
Inoltre quel luogo, era quella dov'era iniziato tutto, era il posto dove avevano ritrovato Sonja, dove avevano festeggiato Mariam, ma soprattutto era la spiaggia che aveva permesso l'inizio di tutti quei rapporti che avevano cambiato le loro vite legandole indissolubilmente.
Le ragazze sorrisero ai ragazzi, e saltellando a passo di musica raggiunsero gli amici.
Queen osservava la scena da lontano e non osava avvicinarsi al gruppo.
Si sentiva esclusa dall'allegria che aveva coinvolto l'intera squadra, ma soprattutto dal suo gruppo di compagne, non si sentiva parte di quel mondo fatto di amicizia, che spesso aveva cercato di rovinare.
Si strinse nella sua felpa della squadra, quando vide un'ombra familiare avvicinarsi.
Istintivamente sorrise, ancora non riusciva a crederci che la ragazza tanto odiata stava per avvicinarsi.
"Hey" sussurrò Queen con un tono incerto.
"Cosa ci fai tutta sola?" domandò Mariam affiancandola e volgendo il suo sguardo verso il mare.
Era davvero curiosa di scoprire cosa passasse nella mente della ragazza, anche se in fondo aveva capito cosa stesse provando.
Anche lei spesso aveva provato quella sensazione di solitudine, ed aveva capito che la sua ex rivale aveva bisogno di sfogarsi.
"Osservavo voi, e mi sento strana" dichiarò la cheerleader con un tono triste.
Imparare ad essere sincera era la cosa migliore che avesse mai appreso.
Mariam la fissò per qualche istante con incertezza, non sapeva cosa fare, e così chiese:
"In che senso strana?".
Fra le due ci fu qualche istante di silenzio, che poco dopo Queen interruppe.
"Mi sento esclusa, siamo una squadra, ma io non ho nessun rapporto di amicizia con nessuno ed è solo colpa mia"
"Non sei sola, Queen" rispose la cantante parandosi di fronte alla ragazza, con lo scopo di farle capire che poteva contare su lei.
Entrambe si sorrisero, e Mariam iniziò a canticchiare una strofa di una canzone che voleva dedicare alla nuova amica.
" Everybody needs a chance at love
That's all we need
If you wanna have a chance at us
Then try with me
… conosci questa canzone, no?  Non sei sola.
Stai provando ad essere una buona amica, e va bene così.
Tutti hanno bisogno di qualcuno, e tu non fai eccezione" .
"Certo che conosco la tua canzone, e se devo essere sincera io non capisco come tu faccia" rispose Queen cercando di evitare lo sguardo della cantante dagli occhi smeraldini.
La ragazza era stupita dal comportamento della sua ex nemica, eppure quel piccolo gesto sembrava averle scaldato il cuore.
Le due si scambiarono uno sguardo incerto, ma carico di emozioni condivise.
Sapevano che quello che stavano costruendo era un rapporto complicato, e a tratti burrascoso anche perchè i litigi di certo non mancavano, soprattutto quando Queen usava i suoi soliti modi.
"Sei cambiata, e forse questo non l'hai ancora capito" sibilò Maria facendo un occhiolino e tendendo una mano alla sua interlocutrice.
"Grazie, amica" sussurrò Queen stringendo la mano della ragazza, ed insieme raggiunsero il resto del gruppo sorridendo.
Quella semplice parola composta da sole cinque lettere sembrava essere  davvero importante per le due cheerleader, nonostante non tutti credessero alla redenzione della corvina dai capelli corti.
 
Intanto, alla riva del mare due ragazzi stavano discutendo animatamente sul loro futuro.
"Ti ho detto che tu verrai con me alla Brown" asserì Hilary arrabbiata.
"E io ti ho detto che non so se ci riuscirò, sono in lista d'attesa" rispose Takao con un tono nervoso.
Si sentiva un fallito ed un perfetto idiota.
Aveva studiato e lavorato per quasi un anno, aveva preso ripetizioni private, speso energia e denaro per poi ritrovarsi con un pugno di mosche.
"Mi chiedo perchè tu non abbia fatto richiesta ad altre università" biascicò la castana con un tono amareggiato.
Aveva combattuto per diversi mesi per stare con quel ragazzo, ma in quel momento  tutto le sembrava così lontano e distante.
Non riusciva a crederci che poteva rischiare di perdere tutto.
Non era arrabbiata con il suo ragazzo, e così accennò un flebile sorriso.
"Troveremo una soluzione, e poi è solo una stupida lista" aggiunse la castana con un tono incoraggiante.
"Non credo, Hilary" mugugnò Takao con un tono abbattuto.
"Scusate se m'intrometto" disse Eveline tenendo per mano Max e facendo voltare i due ragazzi.
"Ma una soluzione alla distanza si trova, ad esempio a settembre andrò a New York e Max resterà qui, esistono i week end, skype, chiamate" aggiunse poi la bionda sorridendo al suo ragazzo, che poco dopo disse:
"Come diceva Ivy, io frequenterò qui l'università e come te, ero in lista d'attesa"
"Davvero?" domandò Takao con un tono incuriosito.
"Esatto, potresti provare a scrivere una lettera all'ufficio d'ammissione e potrebbe esserti d'aiuto" rispose Max sorridendo ai suoi amici, e con un animo sereno per aver aiutato i suoi amici.
Poco dopo Eveline prese posto accanto ad Hilary, e dolcemente le prese una mano.
"La distanza fa paura, ma se c'è davvero amore si supera tutto".
Sembrava avere un tono deciso, ma comunque preoccupato.
Difatti anche lei aveva paura di perdere Max, eppure credeva fermamente in quel rapporto, e non avrebbe permesso a nessuno di rovinarlo.
Voleva lottare per Max, l'unica persona che l'aveva fatta sentire speciale.
Il rapporto con Boris, la cotta per Ozuma erano solo il passato, per lei contava solo Max.
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo complice, e poco dopo si abbracciarono.
"Come farò senza voi?" sussurrò Hilary con un tono rotto dall'emozione.
Sapeva che sarebbero cambiate molte cose dopo quell'anno, e forse alcuni rapporti si sarebbero rovinati o persi per la distanza.
"Hils, secondo me noi ce la faremo. Siamo vissute tutte il simbiosi per troppi anni" disse Julia che aveva raggiunto le sue amiche, seguita dalle altre.
"E poi voi siete le mie psicologhe preferite" aggiunse Mao con un tono allegro.
"Sempre amiche" aggiunse Mariam proponendo un abbraccio di gruppo.
"Mi fate venire le carie" disse Yuri con un tono disgustato, ma nonostante questo le sue reali emozioni erano ben altre.
Difatti dopo quell'ultimo anno di liceo avrebbe visto poche volte la sua nipotina e sua sorella, e poi c'era Julia.
La sua Julia.
Colei che aveva deciso di frequentare l'università a New York e di studiare recitazione, mentre lui sarebbe ritornato in Russia.
Ma di certo non avrebbe confessato a nessuno le sue emozioni.
"Stupido idiota" asserì Sonja ridendo, e trascinando Julia all'inseguimento del rosso.
La spagnola rideva a crepapelle mentre si stava ripetendo la stessa scena di pochi mesi prima.
 
Il viaggio in pullman procedeva senza problemi fra chiacchiere e musica, anche perchè nessuna aveva intenzione di pensare a come sarebbe andata la gara.
L'ultima per alcune della squadra, la prima per altre, e ciò provocava in ogni singola ragazza diverse emozioni.
Mao stava guardando fuori dal finestrino, mentre la sua mente era assorta da diversi pensieri.
Pensava a Rei, e aveva giurato a se stessa che gli avrebbe finalmente dichiarato i suoi sentimenti e gli avrebbe chiesto di fare coppia fissa.
Da quando si erano abbracciati dopo una missione i rapporti fra i due erano cambiati, si erano anche baciati, ma nonostante questo lei non sapeva cos'erano diventati, e ciò la turbava.
Per un anno intero aveva covato quel sentimento così forte, e aveva odiato Rei quando si era fidanzato con la sua amica Salima, ma contemporaneamente era anche felice per lui.
In passato si era fatta da parte, ma era stanca di dover nascondere ciò che provava.
Avrebbe vinto con le sue amiche, e solo dopo si sarebbe dichiarata.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla professoressa che richiamò l'attenzione delle ragazze, avvertendole di essere giunte a destinazione.
La squadra immediatamente raccolse le sue cose, e pochi istanti dopo entrarono nella hall dell'hotel, già gremito di altre squadre, chiaro segno che la competizione sarebbe entrata presto nel vivo.
E poi le videro, il gruppo da sempre rivale.
I due gruppi iniziarono a lanciarsi sguardi infuocati, ma poco dopo avvenne ciò che nessuno si aspettava.
La leader dell'altro gruppo, Kate, una ragazza dalla tipica bellezza californiana, si avvicinò alle Sharks.
"Ciao Mariam" disse la ragazza con un tono falsamente amichevole e porgendo una mano alla corvina.
La cantante fissò quella ragazza per diversi secondi con un'espressione di superiorità.
Non le era mai piaciuta quella ragazza, anche perchè in diverse occasioni l'aveva vista trattare male le sue compagne di squadra.
"Ciao" sibilò Mariam fingendo un sorriso e stringendo la mano della bionda.
"Noto che quest'anno hai nella tua squadra un mio scarto" asserì Kate, facendo sghignazzare il suo team e fissando Crystal, che si parò davanti alla bionda.
La ragazza aveva uno sguardo furente, ed un tono più alto del normale esclamò:
"Io non sono lo scarto di nessuno".
Era stata in quella squadra per diversi mesi, ma proprio quelle ragazze avevano provocato la sua espulsione dalla scuola, e per questo le odiava.
Mariam, cercando di capire cosa stesse succedendo, prese la mano della sorella del suo ragazzo in segno di solidarietà.
" Crystal fa parte della migliore squadra del paese mi sembra, in fondo vi abbiamo battute per due anni di seguito, no?" esclamò  Mariam con un tono tagliente e soddisfatto, anche perchè era consapevole di aver toccato un tasto dolente.
"Quest'anno non sarà così" strillò la bionda con una voce isterica, per poi sparire pochi istanti dopo.
Crystal fissò per diversi istanti la capo cheerleader , e istintivamente le sorrise con gratitudine per poi abbracciarla.
"Sei un'amica" sussurrò la cantante all'orecchio della bionda ricambiando l'abbraccio.
Era davvero felice di aver instaurato un buon rapporto con la sua "cognatina"  a cui si era affezionata in poco tempo.
Erano due ragazze così diverse, eppure così simili, anche perchè avevano diverse cose in comune, ad esempio il rapporto conflittuale con il padre.
Già, George, l'uomo che l'aveva abbandonata e che dopo tanti anni era tornato dal nulla e che stava per sposare sua madre.
Colui che spesso c'era solo fisicamente, ma che comunque le voleva bene a modo suo.
E poi c'era Jessie, il suo fratellino con cui litigava spesso, ma nonostante tutto si volevano bene, esattamente come se ne volevano Crystal e Ozuma.
 
Mancavano pochi minuti all'inizio del contest e diverse ragazze giravano senza meta nella hall, altre invece stavano all'ombra di qualche albero alla ricerca della tranquillità.
E fra tutti quei gruppi, c'erano le ragazze del Beyblade High School, che erano riunite sugli spalti a parlare della gara.
Indossavano la loro divisa bianco e azzurra che sfoggiavano con orgoglio, mentre i loro capelli erano legati in una coda infiocchetta.
Sebbene indossassero la stessa uniforme erano tutte diverse, e proprio le loro differenze le avevano unite in passato.
Tutto sembrava spaventarle, ma nonostante ciò si sentivano sicure, eppure avvertivano una forte adrenalina scorrere nelle loro vene.
Quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero gareggiato insieme, e tutte erano disposte a dare il massimo.
Desideravano vincere con tutte le loro forze, dovevano portare avanti quel percorso che avevano iniziato insieme tre anni addietro, quando tutto era iniziato.
"Vi ricordate com'è iniziato tutto questo? È stato quasi un caso. Eravamo tutte li in quella palestra, ci squadravamo tutte, provando anche un po' d'invidia" disse Mao sorridendo.
"E poi Mariam ci faceva tremare, stava sempre accanto all'ex capo cheerleader" aggiunse Hilary con un tono divertito ricordando le espressioni nevrotiche della corvina.
"E quella faceva tremare me. E poi siete entrate voi nella mia vita quel sabato pomeriggio" aggiunse la cheerleader sorridendo.
"E siamo andate d'accordo dal nostro primo dialogo, anche se nessuno avrebbe scommesso su noi per i nostri caratteri diversi e  invece siamo ancora qua, pronte a spaccare i culi. Ed è solo grazie a voi se esistono le Blue Roses, perchè siete state voi a spingerci a partecipare a quel concorso" aggiunse Julia con un tono commosso ricordando il passato.
Durante quell'anno erano cambiate tante cose, e non ce l'avrebbe mai fatta se non fosse stato per le sue amiche.
Quegli anni erano stati i migliori della sua vita, aveva riso, pianto, si era innamorata diverse volte ma le sue amiche c'erano sempre state.
Avevano raccolto i suoi pezzi quando stava male, riso con lei, pianto insieme e aveva paura di perderle.
Quel torneo per la spagnola rappresentava la fine di un'era di cui si era sentita protagonista, e voleva vincere.
Era fiera di partecipare a quell'evento con le sue migliori amiche e le altre compagne di squadra.
"Vi ricordate quel sabato pomeriggio? Ci siamo ritrovate per caso in un bar, ma nonostante frequentassimo la stessa classe ed eravamo insieme in squadra non ci parlavamo molto" disse Mao ridendo e rievocando quel buffo ricordo.
Tutto il gruppo iniziò a ridere.
Quelli erano i loro ricordi migliori e riviverli per qualche istante le faceva sentire più unite del solito, poiché anche la sciocchezza più stupida non aveva fatto nient'altro che unirle di più.
"Come dimenticare la faccia che Julia quando il barista le aveva rovesciare un drink addosso, per poi provarci" aggiunse Mao con un tono ilare.
 "Hey, non è colpa mia se ho un fascino latino" rispose la spagnola fingendo di pavoneggiarsi ed usando un tono suadente che scatenò un'altra sonora risata.
"E poi è intervenuta Hilary, e poi Emily e tutto il resto del gruppo. Eravamo così imbranate, ma ci siamo trovate. Ed è la cosa migliore che potesse capitarci." aggiunse la cinese in rosa, mentre i suoi occhi sembravano umidi.
Amava le sue amiche e si sentiva pronta ad affrontare quella sfida.
"Direi che è il momento dei discorsi" disse Mariam alzandosi e posizionandosi di fronte alle sue ragazze.
"Come sapete non sono brava con i discorsi.
Vi dico solo che questo è il nostro ultimo passo di un'avventura iniziata tre anni fa, e oggi siamo qui per difendere un titolo.
Comunque vada noi siamo state le migliori per due anni, quindi diamoci dentro".
Appena ebbe finito tese una mano al centro del gruppo, e tutte la imitarono.
La squadra si fisso per qualche istante, e all'unisono gridarono
" Merda, merda, merda. Go Sharks".
Ed insieme si avviarono dietro le quinte sorridendo.
Qualunque cosa sarebbe successa su quel palco loro sarebbero state insieme, e quella era l'unica cosa che contava.
 
 
Mancava davvero poco alla loro esibizione, e tutte le ragazze erano pronte ad entrare in scena.
E poi sentirono il nome della squadra, passarono sotto lo striscione prontamente sollevato e raggiunsero il centro del palco.
Alcune iniziarono a saltellare, altre si muovevano salutando gli amici, ma gli sguardi delle cheerleader venne catturato dai ragazzi del loro liceo, che le salutavano animatamente e agitavano vari cartelloni.
Il palchetto era all'aperto ed era circondato da palme, mentre alcune luci illuminavano il centro.
Improvvisamente tutto il gruppo si posizionò al centro formando una piramide.
La musica iniziò, e le cheerleader si divisero a canone, alcune eseguivano dei passi,  altre invece ne eseguivano altri, per poi riunirsi al centro eseguendo tutti i movimenti con una sincronia perfetta.
Hilary, Mariam e Julia erano in fondo al gruppo e venivano sollevate da alcuni ragazzi che le facevano volteggiare ad altezze mozzafiato.
Sentivano l'emozione scorrere nei loro corpi eccitati, e tutto sembrava essere al dir poco perfetto.
In fondo tutto l'allenamento di quegli anni era servito e i risultati erano palesi .
Presto giunse la prima difficoltà tecnica: Julia ed Hilary dovevano eseguire delle capovolte in aria in contemporanea.
Si scambiarono uno sguardo complice, ed ancorandosi a Mariam eseguirono egregiamente quel passo che spesso aveva dato loro diverse difficoltà, e riuscendoci avvertirono un senso di soddisfazione.
Le tre furono posate a terra e si sorrisero nuovamente.
Stavano ballando alla perfezione, e nulla sembrava essere più perfetto.
Poco dopo, il gruppo capitanato da Mao e Queen si posizionò al centro, e le due ragazze si misero in diagonale, per poi eseguire alcuni movimenti di danza accompagnati da altri membri del team.
Tutto il gruppo si riunì formando nuovamente una piramide, e al passo con la musica che imitava il suono di alcune armi terminarono l'esibizione.
Scesero dal palco velocemente, e con un'allegria inaspettata si recarono dietro le quinte, dove ad attenderle c'erano i loro compagni di scuola, che accolsero le cheerleader con euforia.
Mao incrociò lo sguardo di Rei, e camminando velocemente si precipitò fra le braccia del cinese.
Non le importava se la sua squadra avesse vinto o meno, poiché tutto ciò che voleva era lì.
I due giovani si sorrisero amabilmente, e la cinese in rosa si perse negli occhi ambrati del ragazzo amato.
E senza rendersene conto lo baciò con passione, ed entrambi si strinsero in un dolce abbraccio.
"Ti amo" sussurò Rei dolcemente e continuando a stringere la ragazza che lo osservava paralizzata.
La cheerleader non riusciva a credere a quelle parole, esattamente quelle che sperava di sentire da mesi.
Abbracciò il ragazzo, e nuovamente lo baciò, mentre l'intera squadra osservava la scena attonita.
"Ti amo anche io" mugugnò Mao con una voce rotta dall'emozione.
Quanto aveva sofferto quell'anno, ma in quel momento non le importava, in fondo ne era valsa la pena aspettare.
Diverse ore dopo venne annunciato il nome dei vincitori, ed era stato entusiasmante sentire il nome della propria squadra che veniva enunciato come vincitore di due categorie.
Avevano ottenuto il primo posto, ma per la prima volta avevano vinto il titolo per la miglior coreografia.
Le cheerleader sollevarono le due coppe con un'espressione soddisfatta, ed insieme si strinsero in un forte abbraccio.
Mariam guardò per un breve istante il suo ragazzo, colui che l'aveva sempre supportata, e nonostante lo stadio fosse gremito di persone che stavano applaudendo il loro successo, per lei contava solo la presenza di Ozuma.
Lui alzò una mano in segno di vittoria, anche perchè la sua scuola aveva vinto quel trofeo tanto ambito.
Ma quello che lo rendeva più felice era la sua ragazza che aveva raggiunto il suo scopo.
 
 
Le tre cantanti, che ancora indossavano la divisa, stavano passeggiando nei pressi del giardino dell'hotel mentre parlavano del loro futuro.
Improvvisamente un'ombra catturò la loro attenzione, e con passi furtivi si avvicinarono, ma qualcuno le colpì alle spalle.
Tutte e tre caddero a terra prive di sensi, incapaci di reagire a quell'improvviso attacco da parte di ignoti.
Intorno a loro non c'era nient'altro che il buio unito ad un senso di estraniazione dalla realtà, erano state rapite.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Prefetto, questo doveva essere il penultimo capitolo, ma scrivendolo mi sono dovuta fermare e dividere il capitolo in due parti <.<
(Kei, Yuri e Boris puntano un fucile contro Carmen, l'autrice scappa).
Bene u.u questo capitolo sembrava un capitolo di transizione, e invece parte il colpo di scena muhahaha.
Ringrazio Henya per la sua bellissima recensione ed avermi sempre seguita e per la sua amicizia ed il mio ragazzo per avermi supportata sempre *-*
E ringrazio i lettori silenziosi, chi segue la mia fanfiction e chi l'ha aggiunta fra le preferite.
Il prossimo (salvo imprevisti) dovrebbe essere davvero il penultimo ( almeno secondo la mia scaletta).
Spero di non essere stata troppo melensa in questo capitolo e di non avervi annoiati.
Al prossimo capitolo.
Baci a tutti.
Lady_Diamond/Carmen.
PS: come avrete notato questo è un capitolo quasi tutto al femminile, anche se non era una cosa voluta ma siccome oggi è la festa della donna porgo i miei auguri a tutte le donne di questo fandom <3. Sotto il link della coreografia a cui mi sono ispirata.
http://m.youtube.com/watch?v=3Oa5jT9Z_6g
   
 
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