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Autore: Il_Trio_Infernale    12/12/2008    6 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

Roxas era sempre stato "bello" per definizione.
Prima bel neonato, che faceva coppia col gemellino Sora, poi bel bambino e infine, bel ragazzo.
E, per quanto ne sapesse, aveva avuto successo con le ragazze fin dai tempi della materna.
Quando diceva di essersi innamorato -quando convinceva se stesso, di essersi innamorato- si dedicava, anima e corpo, all'oggetto delle sue attenzioni, dei suoi sentimenti.
Ma, man mano che cresceva, le ragazze di cui puntualmente s'innamorava tendevano a sfruttarlo. E lui si vendeva completamente, a coloro che lo avrebbero fatto soffrire senza alcun guadagno né divertimento.
Prima fic scritta con la mia mitica beta Caith_Rikku! ^^’
È una AkuRoku, il mio grande amore! XD Ringrazio anche Red Robin per i con(s)igli nei momenti di crisi ^^
E come dice sempre lei… W LA PAZZIA! (e i figli gay!)
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CINQUEMILA MINI MANI

By Parochan

 

 

Il freddo arrivò come un’improvvisa ondata e colse tutti alla sprovvista.

L’estate, che era stata calda e afosa, si ritirò del tutto, lasciando posto all’autunno, con le sue giornate grigie, le sue piogge e i suoi colori.

Anche la scuola ne risentì, registrando un alto numero di assenze, tra alunni assenti per malattia e per alunni che si fingevano malati.

Roxas quella mattina, dopo aver passato molto tempo davanti all’armadio per scegliere cosa indossare, optò per una felpa sul verde oliva e col bordo del cappuccio di pelo e sotto vi abbinò un paio di pantaloni jeans stinti.

Aveva finalmente indossato il giubbotto -sempre dietro ardua scelta- e imbracciato lo zaino, che Sora gli balzò sulla schiena, facendogli perdere l’equilibrio e rovinare a terra.

-Ciao, fratello!- gli urlò nell’orecchio, stordendolo.

Infastidito, il biondo si rialzò e dopo essersi scrollato di dosso il moro, si avviò verso la porta, accompagnato dagli sghignazzi del fratello che si era messo in testa di seguirlo.

Una volta fuori Roxas si fermò e si voltò a guardare il gemello.

-Ma si può sapere che ti prende?- gli chiese, alzando un sopracciglio e assumendo un’espressione infastidita.

-Io… volevo stare un po’ con te. Sai, ultimamente stai sempre solo e mi rattrista vederti così solo…- piagnucolò Sora, con una faccia che forse Kairi avrebbe potuto definire «kawaii», facendo come sempre un uso inutile e fastidioso della lingua giapponese, tipico di qualunque ragazza della sua età leggesse in modo eccessivo manga e compagnia brutta.

Il gemello biondo squadrò l’altro.

-No, Sora. Tu fai la strada con Riku, Kairi e Naminè, no? Vai da loro, io sto bene anche da solo.- detto questo si avviò verso la strada di scuola, lasciando il moro indietro, che lo guardava allontanarsi. Dopo che Roxas si allontanò un po’, il ragazzino prese aria e con quanto più fiato aveva in gola urlò.

- A DIRE IL VERO HO PROMESSO A NAMINÉ CHE AVRESTI FATTO LA STRADA INSIEME A NOI!-

Roxas si bloccò seduta stante. Si voltò lentamente con una faccia che non prometteva nulla di buono e fissò Sora nei suoi grandi occhi azzurri.

-Tu cosa…?-

-Ehm…-

Il biondo sospirò. Era mai possibile che suo fratello non si facesse mai gli affari suoi?

Mentre il castano si torceva le mani nell’attesa della risposta del fratello, Roxas faceva i suoi calcoli.

Se fosse andato con Sora e i suoi amici, Kairi gli avrebbe fatto pesare come sempre l’aver mollato Nami, ma se rifiutava, rischiava di imbattersi in Axel e la cosa non gli piacque per niente. Non solo, ma per un quarto d’ora avrebbe finalmente parlato con persone veramente intelligenti –magari escludendo il gemello- ma pur sempre migliori di quelle con cui aveva avuto a che fare nei primi giorni scolastici.

Quindi si stampò in faccia il migliore dei suoi sorrisi e raggiunse il fratello che, stanco dell’attesa di era già avviato per la sua strada.

Roxas seguì Sora fino alla piazza centrale, dove di fronte ad una graziosa caffetteria sedevano Riku e Naminè, accomodatisi su delle panchine.

Entrambi facevano gli affari loro: Riku sfogliava le pagine di un libro che sembrava anche piuttosto pesante sia di lettura che di peso, con finta aria disinteressata, mentre Naminè era china sul suo blocco da disegno a spirale, disegnando con tanta concentrazione da non accorgersi dei nuovi arrivati, al contrario di Riku che, dopo aver gettato una rapida occhiata al di sopra delle pagine, chiuse il libro con un tonfo sordo, facendo sobbalzare l’esile ragazzina seduta accanto a lui.

-Sora, che sorpresa! Come mai tanto in orario?- ironizzò l’albino, non avendo ancora focalizzato che Sora non era solo. Quando se ne accorse un sorriso si distese sulla sua faccia. – Oh, ecco qual’era la causa dell’arrivo in perfetto orario dell’impiastro… Ciao Roxas.-

In quel momento «l’impiastro» Sora prese e senza dire una parola entrò nella caffetteria, dalla quale uscì pochi attimi dopo in compagnia di Kairi.

Ad un tratto Roxas sentì una presenza vicino a lui e quasi sobbalzò quando scoprì che Naminè lo aveva affiancato, attirando gli sguardi furenti della ragazza di suo fratello.

-Ciao Rox.- disse con la sua solita aria dolce, scrutando negli occhi del biondo con i suoi occhi color zaffiro e sorridendo timidamente.

Roxas sentì una morsa attanagliargli lo stomaco. Improvvisamente tutti i sensi di colpa che aveva tentato di reprimere fino ad allora tornarono a galla come l’olio sull’acqua, facendolo arrossire e balbettare qualche frase di saluto.

Si sentiva impacciato, come se all’improvviso le cinghie dello zaino reggessero una tonnellata di piombo.

Riuscì a sciogliere gran parte della tensione quando Sora si mise a fare lo stupido per la strada, ricevendo su di sé le occhiate di rimprovero di Riku e le risatine di Kairi.

Naminè d’altro canto camminava di fianco a lui, in uno stato d’animo che pareva al settimo cielo.

 

Una volta fatta uscire la famiglia, il più era fatto. Quantomeno la lotta per la spazzola si era conclusa. E non solo. Se avessero camminato di buona lena, sarebbero arrivati a scuola in anticipo, giusto il tempo di organizzare qualche scherzo idiota a scapito dei professori insieme a Demyx.

Senza contare che quel giorno Xemnas voleva reclutare novellini del primo anno per «la giusta causa», cioè spodestare il preside, dal momento che aveva notato dei nuovi arrivi molto interessanti.

Ma purtroppo quella mattina sembrava che anche Thèrése avesse voglia di fargli fare tardi.

Sospirò, mentre guidava la tribù Uley verso la sua dose di cultura quotidiana.

Sentiva dietro di sé Jérèmy parlottare concitato con Claire riguardo al compito svolto l’anno precedente che non avevano fatto in tempo a riportare prima delle vacanze estive.

A quanto pare era convinto di aver preso un  bel voto. Axel si ricordava molto bene di quanto aveva studiato il minore della famiglia per quel compito, anche perché  avevano fatto insieme mezzanotte per ripassare.

Lo capiva benissimo che gli importasse di essere andato bene sopra ogni cosa, sebbene non servisse più per il voto i pagella.

Il ricordo di ciò che gli aveva detto poco prima Thèrése riaffiorò, prima che lui lo scacciasse come una fastidiosa mosca.

  Erano quasi a metà strada quando si sentì chiamare da lontano. Si voltò e riconobbe la chioma color nocciola di Demyx aggirarsi tra la gente che sciamava per andare chi a scuola chi a lavoro, cercando di farsi strada per raggiungerlo.

Quando riuscì finalmente a raggiungere il rosso aveva tutti i vestiti stropicciati addosso ed il gel dei capelli era schiacciato.

-Oh, no! Guarda Akuchan! Mi si è rovinato tutto…- piagnucolò il castano cercando di risistemarsi l’acconciatura, ottenendo scarsi risultati.

Axel lo fissò divertito, mentre la famiglia andava avanti e lo lasciava indietro insieme all’amico. Poi si sfilò lo zaino e da una tasca tirò fuori una confezione di gel extraforte.

-Ecco, questo ti dovrebbe bastare, ma non si sa mai.- disse con un sorriso ironico.

Alla vista di ciò che Axel aveva in mano, gli occhi di Demyx s’illuminarono e con un gridolino di gioia quasi lo strappò dalle mani dell’amico, per poi mettersi una noce di quella sostanza appiccicosa in mano e tentare di rifarsi la sua acconciatura truzza senza l’aiuto di uno specchio.

All’ennesimo tentativo fallito il rosso se ne mise a sua volta un po’ sul palmo della mano sinistra e dopo esserselo distribuito su entrambe le mani aiutò l’amico a risistemarsi, passando le mani nei capelli oramai unticci di gel di Demyx con destrezza, fino a riuscire a farli stare ritti in testa, lasciando che qualche ciuffo gli ricadesse sul viso.

-Ecco fatto, pezzo d’idiota.- disse Axel, con un sorriso comprensivo. L’altro emise un urletto ancora peggio di quello precedente e gli saltò al collo stampandogli un bel bacio sulla guancia.

-Ti voglio bene Akuchan!- cinguettò.

-Chiamami un’altra volta Akuchan e ti strappo i capelli uno ad uno.- minacciò il rosso. Si guardò intorno, notando con dispiacere che la tribù aveva abbandonato il proprio capo mentre questi «soccorreva» un amico. Ad un tratto, mentre si girava in direzione della via di scuola, trascinato da Demyx intravide un ciuffo biondo.

Si voltò nuovamente e lo vide: Roxas si era bloccato a cinquecento metri da lui, pallido in viso. Lo vide riscuotersi da quello che sembrava uno stato di trance quando una ragazzina bionda al suo fianco gli chiese se c’era qualcosa che non andava. Lui si scusò, poi riprese a camminare al fianco della biondina prendendola per mano.

Axel si sentì attorcigliare lo stomaco. Brutta, brutta cosa. E dire che aveva pure un credito presso quel primino.

Avrebbe potuto, se avesse voluto, prendersi quel bacio in ogni momento, perfino ora che lui camminava mano nella mano con quella ragazzina. Ma il solo pensiero lo fece sentire un schifo. Perché mai avrebbe dovuto comportarsi in quel modo?

Quando al loro primo incontro aveva affermato di essere bisex, aveva mentito spudoratamente.

In quel momento pensava a Roxanne, la Sua Roxanne, dai capelli biondo cenere e gli occhi cerulei.

In quel momento aveva desiderato che lui fosse lei.

E in quel momento Roxas gli stava passando accanto, senza considerarlo minimamente, mentre chiacchierava insieme alla sua «amica». Lo superò e scomparve, seguito da altri tre personaggi, tra i quali una felice coppietta formata da un moro e una rossa e un albino che leggeva un libro mentre camminava.

E va bene… voleva la guerra? E che guerra sia, pensò.

All’ennesima sollecitazione di Demyx lui gli prestò attenzione e si avviò verso scuola con lui cingendogli le spalle con un braccio, dal quale il castano si liberò pochi istanti dopo, dicendogli di non farlo mai più, dal momento che lui stava con Xaldin.

Axel borbottò una scusa, prontamente ignorata da Demyx, il quale si mise a cantare a squarciagola per la strada.

- Cause everytime we touch, I get this feeling and everytime we kiss I swear I can fly...Can't you feel my heart beat fast, I want this to last, need you by my side.- il rosso si tappò le orecchie con un gesto di stizza.

- Demyx! Vuoi chiudere quella boccaccia?!-

- Cause everytime we touch, I feel this static, and everytime we kiss, I reach for the sky…Can't you hear my heart beat so I can't let you go, want you in my life…-

-Almeno mi faresti la cortesia di cambiare canzone? Questa qui è fin troppo melensa!- gli urlò, attirando a sua volta l’attenzione dei passanti, forse anche di più di quanta ne avesse attirata il truzzetto.

-E va bene, e va beneI can see it in your eyes, No more tears, no alibis, I'm still in love with you, There's so much I gotta show, I will never let you go, But still I know for sure, Come take me by the hand, This summer never ends.-  ricominciò a cantare Demyx, ma si vide costretto a cambiare canzone quando il rosso gli dette un’occhiata eloquente. - I'll be your dream I'll be your wish I'll be your fantasy I'll be your hope I'll be your love

Be everything that you need. I love you more with every breath. Truly, madly, deeply, do…-

Axel rinunciò a sentire delle canzoni meno romantiche uscire dalla bocca di Demyx, fingendo di lasicarlo indietro, ottenendo l’effetto di far cucire la bocca al morettino, che lo seguì in silenzio, arrivando al punto di prendere la mano di Axel nella sua, pur di non perderlo.

-E Xaldin cosa dirà?- ironizzò il rosso.

-Tu fregatene, tanto è il mio ragazzo, mica il tuo…- borbottò l’altro.

Peccato che fin da quando l’ho visto il primo giorno, lui abbia un avolgia matta di pestarmi, si disse il rosso.

Arrivarono così a scuola, mentre tutti si voltavano alla vista dei due ragazzi mano nella mano.

Ok, forse il suo miglior truzzo-amico aveva esagerato un po’ con quella faccenda del prendersi per mano…

 

Un bacio. Sulla guancia. Roxas continuava a rivedere quella scena come al rallentatore nel suo videoproiettore mentale, mentre chiacchierava con Nami.

Certo, forse si era sentito in imbarazzo, impacciato e stupido quando l’aveva presa per mano suscitando il suo stupore, ma adesso si sentiva tranquillizzato dalla sua presenza.

 

 

//

 

Roxas aprì gli occhi lentamente, avvertendo un leggero fastidio alle orecchie da fargli sentire ovattato perfino il proprio respiro, lento e regolare.

Era steso su qualcosa di morbido –un letto- e l’unico elemento riconoscibile della stanza era una sveglia digitale, i cui numeri color rosso fuoco segnavano le sette in punto, giusto in tempo per prepararsi per la scuola e fare la cartella.

Tentò di riordinare le idee e il proprio senso dell’orientamento, in quella stanza monocromatica, talmente bianca che sembrava di galleggiare nel vuoto. Anche il letto era tutto bianco, a parte il piumone color cremisi.

Con un sospiro si arrischiò ad alzarsi, o almeno provarci, dal momento che venne trattenuto da qualcosa incrociato sul suo petto nudo e provocandogli un leggero senso di soffocamento.

Ad un’analisi più accurata Roxas notò che ad arrestarlo erano due braccia bianche come il latte intrecciate sul suo torace e solo allora percepì la presenza silenziosa che stava alle sue spalle.

Tutto taceva. L’unico suono udibile era quello del respiro della persona sconosciuta alle sue spalle, leggermente più veloce del suo.

Con una mossa un po’ azzardata il biondino si rigirò, facendo anche scoperta di essere nudo

-nudo-, senza uno straccio di vestito addosso.

Ma la cosa che lo fece più avvampare fu vedere chi riposava alle sue spalle.

Capelli rosso fuoco erano sparpagliati sul cuscino, nascondendo a tratti il viso dormiente sotto i ciuffi ribelli, mentre alcuni ricadevano sul suo petto nudo.

A…Axel?!

Cosa diavolo ci faceva lui lì e soprattutto cosa ci faceva Roxas nudo in un letto insieme a lui?

La testa del più piccolo si riempì di immagini, fotogrammi magari mai accaduti, ma forse sì che lo fecero allontanare seduta stante dall’altro, liberandosi delle sue braccia.

Una volta ripreso fiato e fatta mente locale il biondino allungò una mano e liberò il volto di Axel dalle ciocche di capelli che vi ricadevano, liberandogli il viso.

Roxas sorrise, quando notò che il rosso non si era struccato né gli occhi né le guancie, sebbene quelle «lacrime al contrario» che al loro primo incontro gli erano parse tatuate, ora si rendeva conto che era solo trucco, dal momento che dormendo si era stropicciato.

Con le mani tremanti, Roxas si abbassò e prese il volto di Axel tra le proprie mani e lo baciò lievemente, sperando di non svegliarlo, per non disturbarlo.

Piano piano ci prese gusto e lo baciò sempre meno cautamente, non preoccupandosi che il rosso si potesse svegliare. Ad un certo punto però sentì che il più grande rispondeva al bacio e spalancò gli occhi, che li aveva istintivamente chiusi, trovandosi gli iridi verdi di Axel puntate nei suoi azzurri.

Sentì che le braccia del rosso lo cingevano, portandolo lentamente sotto di lui, mentre tutto diventava oblio. Ogni azione che faceva diventava sempre più lontana dal filo della propria coscienza. Cosa stava facendo? E Axel? Non capiva più nulla, tutto era sfocato.

Poi, piano piano quella realtà svanì, lasciando posto ad una voce femminile che lo chiamava, risoluta.

- Roxas? Mi senti? Ehi, ma ti vuoi svegliare?! – sbottò la ragazza.

Roxas aprì prima un occhio, poi un altro e infine li richiuse entrambi, strizzandoli.

…Da quando in qua Axel poteva cambiare il proprio timbro vocale? Oppure aveva qualche strano potere che lo faceva diventare da maschio a femmina e viceversa? O magari era qualcosa tipo Ranma! Magari se avesse avuto una bottiglietta di acqua calda dietro… No, non poteva essere possibile.

Riaprì gli occhi e si trovò davanti una ragazza dai capelli color fiamma e gli occhi verde pallido che lo fissava con insistenza, con la faccia contorta in un’espressione d’impazienza che storpiava la naturale carnosità delle labbra perfette che aveva. Non c’era che dire, proprio un bambolina. I capelli che in un primo momento aveva scambiato per quelli di Axel le incorniciavano solo ai bordi il viso ovale, mentre la fronte era resa più ampia dai capelli tirati indietro e fissati da un cerchietto semi invisibile. Gli occhi, poi erano più chiari di quelli smeraldini del rosso e le labbra Axel le aveva sottili, seppure rosse come quelle della ragazza.

-ROXAS!- esclamò, pur mantenendo un tono di voce tale da non attirare l’attenzione dei compagni e del professore.

-Ci sono, sto bene.- mugolò Roxas, in un vano tentativo di non far sentire la propria voce assonnata.

-Bene…- la rossa si guardò intorno e poi tornò a concentrare la propria attenzione verso Roxas, in particolare verso il suo astuccio, puntando al bianchetto che gli requisì. –Sai… la scusa ufficiale è che ti chiedevo in prestito il bianchetto.- mormorò imbarazzata- quella non ufficiale è che te la stavi dormendo alla grande.- completò ridacchiando prima di tornare al suo posto due file dopo la sua.

Per tutta risposta Roxas fece cadere la testa sul banco, ricominciando di nuovo a dormire, stavolta facendo sogni meno disturbati.

All’intervallo fu nuovamente svegliato da delle voci, che sembravano ignorarlo, parlando per i fatti loro, talvolta soffermandosi per brevi istanti su di lui.

Quando aprì gli occhi si ritrovò circondato da studenti più grandi, tra cui vide un rosso ed una rossa, uno di fianco all’altra. Riconobbe subito la ragazza del bianchetto –il quale era graziosamente poggiato davanti a lui- e di fianco a lei c’era Uley. Il suo cuore perse un battito, mentre lo osservava chiacchierare normalmente con le persone lì riunite.

A poca distanza da lui c’era –e lì si meravigliò- la ragazza dell’autobus, che conduceva una conversazione a parte con una persona del cerchio, facilmente riconoscibile come il professor Vexen. Ma cosa ci faceva uno come lui in un gruppo come quello? Si domandò quando a maggior ragione riconobbe il ragazzo che quella mattina aveva visto insieme ad Axel in braccio ad un metallaro.

Accanto ancora c’erano un strano tipo (o era una tipa?) dai capelli rosa ed una ragazza bionda con due strani codini che gli ricordarono particolarmente Pikachu, affiancata da un tipo tutto ossigenato, il classico tipo figo pieno di piercing e con una barbetta ossigenata anch’essa.

Si stiracchiò, attirando involontariamente l’attenzione di tutti.

-Ehi, buon giorno principino!-esclamò la rossa, con un sorrisetto malizioso contraendo le labbra carnose, in un’espressione simile a quella di quando lo aveva svegliato –Lo sai che è l’intevallo? Hai dormito per due ore di fila, dovresti ringraziare Hayner che ha fatto finta che tu fossi sveglio recitando la tua parte!- esclamò.

Hayner… Hayner… Roxas scavò nella memoria, riconoscendo in quel nome il proprio compagno di banco.

Poi la voce di Axel incrinò il filo dei suoi pensieri.

-E dai, Claire! Lascialo in pace!- replicò, scompigliandole i capelli- e poi sai quante volte ci saremo addormentati noi- aggiunse con falsa modestia, alludendo a tutto il gruppo riunito intorno al banco.

-Appunto per questo non gli conviene imboccare la vostra stessa strada.- s’intromise la voce eterea della ragazza dell’autobus.

-Oh, dai Thèrése!- gemette Axel, poco prima del suono della campanella.

-Beh noi torniamo in classe- disse il tizio coi capelli rosa, alludendo a chissà cosa con un occhiolino ed allontanandosi con La Pikachu e sollevando un polverone di finti colpi di tosse e “ci si vede dopo allora”, lasciando in classe solo Claire, lui ed il professor Vexen, con il quale avevano l’ora successiva nel laboratorio di chimica. Roxas prese i libri e si avviò vero la stanza, quando sulla porta l’uomo lo bloccò.

-Roxas Hayes, vedi di non addormentarti nella mia ora.- lo freddò il professore, con uno sguardo minaccioso.

Il freddo accademico, così veniva chiamato e ne capiva il motivo. Con un cenno di assenso entrò nel laboratorio, nel quale vi erano già sistemati altri alunni di un’altra classe, mentre alla lavagna una scritta a caratteri cubitali diceva che in quell’ora una classe dell’ultimo anno avrebbe affiancato una del primo.

Roxas si sedette e se ne pentì, quando sentì la voce calda di Axel venire da molto vicino. Si votò e vide il rosso accanto a lui.

-Facciamo coppia nell’ora di chimica?- gli domandò il più grande.

Sentendosi interpellato, il biondino arrossì leggermente e annuì timidamente, mentre l’altro si sistemava al suo fianco.

In quel momento il professor Vexen entrò e tutti gli studenti si alzarono in segno di rispetto.

Tutti meno Axel, che se ne stava in prima fila accanto al biondino, guardandolo con insofferenza.

Appena l’uomo se ne accorse storse la bocca in una smorfia di superiorità, mentre dall’ultima fila si sentiva la voce di Demyx parlottare a bassa voce, come per spezzare quella cortina di ghiaccio formatasi nell’aria dagli studenti che assistevano chi più chi meno sconcertati alla scena partasi davanti ai loro occhi.

-Buongiorno, Uley.- lo riprese il professore.

-Anche a te, Vexen.- rispose l’altro con finta aria disinteressata, mentre si portò una mano ai capelli rosso fuoco come per risistemarseli.

 

 

Spazio dell’autrice:

 

Pensavate forse che fossi una depravata che non manda avanti i capitoli?!

Tutti: Sì. u__ù

Ah, bene. ==

 

 

Comunque non sono per niente felice, davvero. Soprattutto per colpa di questo capitolo, che –lasciatemelo dire- fa schifo.

La Beta è scomparsa, quindi il capitolo non è betato. Ma non mi dispiace più che altro per il capitolo, quanto per il fatto che non la senta più .___. Mi sta parecchio simpatica.

Ricordo come mi divertivo a leggere i commenti che inseriva talvolta insieme alle correzioni… *lo sguardo si fa vacuo e la Paro si perde nei ricordi dei “vecchi tempi”*

Titus: Ma questa è tutta andata! <___<

Zitto tu, che se si traduce il tuo nome dal Latino viene fuori Tito! Tito, Titoooooo!

Comunque ultimamente ho avuto modo di fare incontri del trezo tipo con l’akudemy e devo dire che non è così male. Diciamo che ho imparato a “sopportarlo” grazie a due cosplayer americane, quali KellyJane e tealpirate (credo si scriva così). Quest’ultima sul suo canale di You Tube ha una serie di episodi in cosplay chiamato “Demyx Time”. Seriamente, ve lo consiglio, sebbene sia interamente in inglese…

 

Stop! Recensioni Time! I love my sitar, I play the Sitar wherever I go, ooooh![Demyx’s Time © Tealpirate]

 

@ Il_Trio_Infernale: Hummm… il Trio che recensisce il Trio che risponde alla recensione del Trio? Uau. Comunque ho da obiettare vostro onore. Axel in mezzo ai bambini è dolce, ci sta molto bene. E poi tu ce lo vedresti con un padre e una madre ordinari o con un tutore al posto dei genitori? No!

Soprattutto è importante specificare una cosa: questa fic, come già sa la Beta, è ispirata ai libri di Daniel Pennac e se si leggono si potrà notare la tribù Malaussène, Julie dal seno prorompente, Thèrése la veggente, Jèremy che incendia la scuola e Benjamin Malaussène a capo di questo bordello. Io ho preso questi personaggi, li ho mischiati, li aggiunti a Kingdom Hearts ed è veuta questa schifezza. Daniel Pennac verrà dalla Francia per picchiarmi…

 

@Xemnas89: Grazie mille! Spero che il chap ti sia piaciuto (sempre nei limiti del possibile ==)

 

@ falcediluna: Ti quoto in pieno :Q____________________

 

@CrAzYtEn: E qui mi sbizzarrisco. MWAHAHAHAHAHA! Allora, visto che ce l’ho fatta a postarlo? Vabbè, come sempre tu l’hai già letto… Ma che ci posso fare? La CrAzYtEn chiede/ordina di pubblicare e LaParo le invia il capitolo via msn, salvo poi sclerare insieme sull’Akuroku, vero? Comunque cara stai tranquilla, sto già dannando per trovarti il regalino di Natale :3 Anche se ci sto pensando un po’ tardi… diciamo che confido nella posta. (Scherzo, dovrei andare al negozio che ho in mente, solo che è un po’ fuori mano…)

Allora a che punto sei con Breaking Dawn? Spero che tu l’abbia finito, così quando ti connetti a messenger ti posso malleare le suddette “palle” in santa pace senza il rimorso di interromperti dalla lettura, anche se l’ho fatto per una buona causa –tu sai cosa- :D

Anyway io tifo RenesmeeXJacob °_°/

 

@Sashy: Sei stata la prima  recensire il secondo capitolo, complimentoni! :D

Ti ringrazio per i complimenti, ma il primo capitolo non sarebbe stato leggibile, se la Santa Caith non fosse intervenuta a redimerlo del peccato originale. Spero che questo capitolo ti sia piacuito, sebbene sia non-betato. (Se vuoi rigettare di brutto ti posso passare la prima stesura del primo capitolo, ma ti assicuro che non è una bella visione. L’ho scritta in un momento d’ispirazione e mi sono ritrovata a leggerlo col senno di poi e dire “Ma che ca**o volevo scrivere in questa frase?” Difatti molte frasi carine sono state cancellate prima ancora di andare dalla Beta… ==)

 

 

 

Alla prossima! :D

  
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