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Autore: Arumi_chan    12/12/2008    5 recensioni
-Certo. Ma come fai a non ricordarti di lui?- Nena si era stufata di non capire niente di quella conversazione. -Mamma, basta con ste domande!Spiegami che cosa intendi.- -Ma almeno lo sai come si chiama il cantante?- La ragazza si portò irritata dietro all’orecchio un a ciocca di capelli. -No, come diavolo si chiama?- -Bill.- affermò compiaciuta la madre notando che la figlia aveva sgranato gli occhi. -Bill?? Il piccolo Bill?- domandò incuriosita. –Quello di “It`s raining man”?- Debbie sorrise. -Hai centrato cara!- Nena si lasciò cadere sullo schienale della sedia stupita. -Lo sapevo che sarebbe diventato famoso!-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, lo so che sto continuando anche Cheris ma…xD avevo in cantiere anche questa ff e vorrei sapere cosa ne pensate….così poi potrò decidere se continuarla o no…..bhè, buona lettura ^^

 

Un sorriso non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno.

Friedrich von Schiller

 

Nena aspettava impazientemente che la campanella della scuola della sua migliore amica suonasse mentre osservava pensierosa il cielo privo, stranamente, di nuvole.

Sorrise allegra: lei e Kathi avevano deciso di passare quel pomeriggio in assoluta tranquillità.

Non avrebbero aperto i libri di scuola, non sarebbero uscite di casa e non avrebbero, soprattutto, pensato ai loro problemi.

Non che la cosa fosse semplice.

Ma almeno ci avrebbero provato.

Dopo poco una marea di studenti fuoriuscì dal plesso e Nena si alzò per cercare di individuare la sua amica; non che servisse a molto visto che era alta poco più di un metro e cinquantaquattro.

Passati dieci minuti  visto che non c’era ancora la minima traccia di Kathi decise di rimettersi seduta sul marciapiede: sapeva benissimo che fine avesse fatto l’amica.

Decise così di prendere il suo lettore cd.

Non era mai stata un amante di I-pod e aggeggi tecnologici. Secondo lei era molto più bello comprare i cd anziché mettere solo le canzoni preferite, scaricate da internet, nell’mp3. Cosa che, per lei, dimezzava le potenzialità della musica.

Adorava sfogliare i libretti che si trovavano all’interno del cofanetto e sui quali erano riportate le parole delle canzoni.

Portava con se sempre tre o quattro cd.

Prese quello che conteneva i più grandi successi di John Lennon, lo mise nel lettore, e rimase immobile ad ascoltare la sua voce.

Finita la prima canzone qualcuno le toccò la spalla e, appena si girò, si ritrovò davanti Kathi sorridente.

La sua migliore amica era sempre stata bella: i capelli erano castani e lunghi fino a metà schiena, gli occhi erano blu,aveva delle stupende labbra carnose, era alta uno e settantaquattro, si vestiva alla moda anche perché poteva permetterselo, aveva la fila dei ragazzi che sbavavano per lei e dulcis in fundo adorava divertirsi con i membri del sesso opposto.

Tutto il contrario di lei che non era mai stata a letto con un ragazzo.

Nena si tolse immediatamente le cuffie mentre appoggiava tutto per terra, si alzò e abbracciò Kathi.

-Che bello vederti!- Esclamò –Si può sapere perché sei finita, anche oggi, in presidenza?- domandò poi allontanandosi ma tenendo comunque le mani sulle spalle dell’amica.

La diretta interessata scoppiò a ridere sotto l’occhiataccia di Nena.

-Ma sì, non è successo niente. Il preside mi ha beccata con Mike nell’aula computer. Ci stavamo solo baciando!-

-Ah bhè certo. Cosa vuoi che sia!- Esclamò ironica girandosi per riprendere il lettore e la cartella. –Ma, scusa, chi è Mike?-

-Non te l’ho detto Nena? E’ un tizio della nostra età, ma non è neanche tanto bello.-

L’amica si girò a guardala e alzò gli occhi al cielo.

-Kat, sei irrecuperabile!-

-Eh no, sono come dovrebbe essere la figlia di un famoso produttore discografico.-

-Ah bhè…-

Il loro discorso finì lì e iniziarono ad indirizzarsi verso la casa di Kathi. Non si scambiarono più una parola, ma non perché fossero arrabbiate.

Loro erano sempre così: non avevano bisogno di parlarsi per stare bene assieme e per capirsi. Camminavano scambiandosi, qualche volta, dei sorrisi e degli sguardi eloquenti. 

A loro bastavano quelli.

Non spiccicarono parola neanche mentre pranzavano nell’immensa cucina.

Quando entrarono nella camera da letto, anche quella enorme, di Kathi Nena iniziò ad osservare i mobili elegantissimi che arredavano la stanza facendo scorrere su di essi un dito.

Anche se era stata in quel posto milioni di volte le piaceva sempre osservarla: anche lei una volta aveva avuto una camera così elegante e adorava ricordarsela.

-Non ci posso credere!Me l’ha già ricomprato!!- Esclamò felicissima Kathi.

L’amica si girò incuriosita e si avvicinò.

-Nena guarda!! Mio papà mi ha fatto riavere il cd!!E dire che l’ho rotto per sbaglio solo stamattina!-

-Che cd?- chiese sorridendo notando la felicità di Kat.

-Quello in cui c’è la canzone dei Tokio Hotel.-

Nena la guardò perplessa.

-Oh, uffa! Ma possibile che tu viva su un altro mondo?- domandò facendo finta di essere offesa. –I Tokio Hotel, la band più famosa della Germania!-

-Ahhh!!- esclamo ironica. –Ora mi è tutto più chiaro.- concluse alzando un sopracciglio.

-E dire che vivi anche tu, ora, in Germania.-

Kathi si avvicinò allo stereo e infilò all’interno il cd.

Impostò la quinta canzone e si rigirò verso l’amica.

-Loro e altri cantanti famosi hanno fatto questo cd per beneficenza.-

-Bhè, almeno hanno fatto qualcosa di buono.- affermò apatica.

Appena partì la canzone Nena spalancò la bocca stupita.

-So che sono bravi, ma non esageri un po’? E chiudi quella bocca!!Sei orribile.-

Kat era scoppiata a ridere.

-Ma tu sai che canzone è questa?- chiese scandalizzata mentre indicava lo stereo.

-Ehm, ovviamente è “Instant Karma” dei Tokio Hotel.-

Nena scosse la testa indignata.

-Semmai è la cover di “Instant Karma” di John Lennon!Ignorante!-

-Ehi!- cercò di lamentarsi l’amica.

-Shhh!- La rimbeccò l’altra.

Kathi sorrise soddisfatta: era difficile che Nena si interessasse a qualcosa che piaceva anche a lei.

Iniziò a guardarla compiaciuta.

 Gli occhi azzurri come il ghiaccio dell’amica fissavano, come ipnotizzati, il porta cd, l’espressione del suo volto era rilassata, le labbra ne troppo fini né troppo carnose canticchiavano la canzone.

Il suo sguardo poi si posò, invidioso, sulla sua pelle diafana finché non raggiunse i capelli neri con sotto delle ciocche rosse fatte in ricordo del padre defunto.

Secondo lei Nena era la ragazza più bella che avesse mai visto e continuava a ripeterglielo senza ottenere grandi risultati visto che l’amica era tremendamente testarda e, ormai, si era convinta di essere una racchia poiché non era mai piaciuta a un ragazzo.

Il punto era che, la maggior parte dei ragazzi che le erano piaciuti, erano dei cretini che sceglievano le ragazze in base alla taglia del reggiseno.

E poi non era assolutamente vero che non piaceva a nessuno infatti, quando era famosa, aveva le schiere di fan sfegatati ai suoi piedi.

Le tirò una sberla sulla testa per il nervosismo.

-Ahi!- Urlò di dolore Nena. –Che diavolo ti è preso?-

-E’ che devi fissarti in quella dannata testa che sei una bella ragazza. E ora scusami, vado a prendermi un bicchiere d’acqua.-

Appena fu fuori dalla stanza sorrise; l’amica aveva rimesso Instant Karma.

E così i Tokio Hotel avevano una nuova e bizzarra fan.

Appena Kathi ritornò in camera sua Nena le si avvicinò.

-Ehm, non è che mi faresti vedere questi Tokio Hotel?-

Il resto del pomeriggio lo passarono sul computer anche se non rimasero molto a guardare le immagini del gruppo.

Nena, o almeno aveva fatto credere così all’amica, non era rimasta particolarmente colpita da nessuno dei componenti e aveva preferito cambiare oggetto della loro ricerca.

Non aveva neanche ascoltato un’altra canzone dei Tokio Hotel facendo stupire Kathi che era sicurissima che l’amica fosse rimasta folgorata dalla band.

Alle sei Nena ritornò a casa e appena aprì la porta dell’appartamento sentì un rumore assordante.

Corse in cucina preoccupata ma appena vide la scena scoppiò a ridere: avrebbero dovuto, per l’ennesima volta, ricomprare i piatti.

-Ma’, qualcosa mi dice che stasera andremo a cena fuori!- esclamò felice scuotendo la testa.

La donna si girò sorpresa.

Non si era accorta che la figlia fosse tornata a casa e, appena la vide, le sorrise.

-Piccola, vieni qui!!-

Nena si avvicinò immediatamente alla madre e la abbraccio.

-Ti voglio bene mamma!-

-Anche io piccola e ora usciamo di qui, c’è troppo casino. Metteremo a posto un'altra volta.- affermò convinta facendo l’occhiolino alla figlia.

La figlia rispose solo con un sorriso.

Nena adorava sua madre e aveva sempre pensato che non avrebbe potuto vivere senza di lei.

Si presero a braccetto e uscirono di casa correndo.

Optarono per andare nel ristorante più costoso di tutta la città; infondo, a loro, i soldi non erano mai mancati anche se vivevano in un piccolo appartamento al quinto piano di un palazzo senza ascensore.

Quella era stata una loro scelta ben ponderata visto che non volevano essere scoperte.

Scelsero il posto più appartato del locale e iniziarono a conversare come due vecchie amiche.

In fondo era proprio quello che erano.

Amiche.

-Bhè, ma il momento più bello è stato quando sono saliti sul palco i LUNA SEA. Ho iniziato ad urlare come una pazza e tuo padre, come avevo previsto, si è ingelosito. E’ stato proprio un gioco da ragazzi conquistarlo e, aggiungerei, per fortuna.-

Nena fissava estasiata la madre mentre raccontava piccoli pezzi della sua vita.

-Mamma, è logico. Cosa ci si poteva aspettare dalla più grande grupie di tutto il Giappone! Ti aspettava di diritto papà! Non c’è scusa.-

-Ma come parli Nena!- si ritrovò ad esclamare Debbie sentendo le parole della figlia. –A parte gli scherzi io e tuo padre ci amavamo veramente tanto.- poi le fece l’occhiolino – e sì, però devo ammettere anche che ero la grupie più famosa del Giappone!-

-Come siamo modeste! – disse sarcastica senza smettere di sorridere alla madre. – E su racconta, come va il lavoro?-

Debbie era riuscita a trovare un buon lavoro alla Universal tedesca dove lavorava anche il padre di Kat.

Infondo a sua madre era sempre piaciuta la musica e lavorare in una casa discografica era perfetto per lei.

-Oh, va tutto bene. Domani dobbiamo incontrare una band per vedere se ha la stoffa giusta per sfondare. – la donna si portò una mano sul mento e guardò Nena. –Sai, potresti provare anche tu a fare un provino.-

La figlia scoppiò a ridere credendo che fosse tutto uno scherzo ma appena vide la faccia seria della madre si fermò.

Alzò un sopracciglio, bevve un sorso d’acqua  e ritornò a guardarla.

-No no, sono già stata famosa per troppo tempo!- disse stringendo i pugni sotto il tavolo.

Nena aveva sempre rimpianto di aver lasciato la musica ma,visto che l’aveva fatto per la madre, le andava bene così.

-Ma Nena, era tutta la tua vita!- cercò di contro ribattere Debbie, ma senza risultati visto che Nena aveva già deciso di finire lì quella stupida, secondo il suo parere, conversazione.

Guardò la madre eloquente e riprese a parlare come se non fosse successo nulla.

-Per caso nella Universal c’è un gruppo che si chiama Tokio Hotel?-

Alla madre si accese immediatamente il volto. Anche se aveva appena avuto una piccola discussione con la figlia ed era rimasta un po’ delusa dalla piega che aveva preso la cosa decise di non farci caso e di ritornare allegra: avrebbe, di certo, ripreso quel discorso un’altra volta.

-Certo! Si può dire che sono la nostra punta di diamante. Ti piacciono tanto immagino!- concluse con un sorriso malizioso.

Nena non capiva la reazione della madre.

-Ehm, sinceramente ne ho sentito parlare per la prima volta oggi da Kat.- affermò con un sorriso imbarazzato mentre prendeva un boccone di lasagne.

-La cosa ha senso visto che Peter Hoffman, ovvero il papà di Kathi è il loro produttore!- poi alzò un sopracciglio guardando la figlia –Ma non capisco, tu dovresti adorare quel gruppo!-

-E perché dovrei?- chiese scettica prendendo il bicchiere per bere.

-Come perché?! Tu sei stracotta del cantante!-

Nena sputò tutta l’acqua nel piatto.

-Ma che schifo! Ti pare questo il modo di comportarti in pubblico?-

La figlia tossi più di una volta.

-Ehi piccola tutto ok?!- chiese poi preoccupata Debbie.

-Ehm, credo di sì.- rispose a bassa voce. –Il cantante è il tipo con i capelli sparati in aria?- domandò anche se era ancora stupita dall’affermazione della madre.

-Certo. Ma come fai a non ricordarti di lui?-

Nena si era stufata di non capire niente di quella conversazione.

-Mamma, basta con ste domande!Spiegami che cosa intendi.-

-Ma almeno lo sai come si chiama il cantante?-

La ragazza si portò irritata dietro all’orecchio un a ciocca di capelli.

-No, come diavolo si chiama?-

-Bill.- affermò compiaciuta la madre notando che la figlia aveva sgranato gli occhi.

-Bill?? Il piccolo Bill?- domandò incuriosita. –Quello di “It`s raining man”?-

Debbie sorrise.

-Hai centrato cara!-

Nena si lasciò cadere sullo schienale della sedia stupita.

-Lo sapevo che sarebbe diventato famoso!-

-Comunque sei proprio stupida!Cioè hai fatto anche il suo cos play in Giappone e ora neanche lo riconosci?!-

-Bhè, ma devi ammettere che è cambiato molto!- esclamò la figlia.

-Eh no, se lo guardi bene direi proprio di no!-

Nena non sapeva più cosa dire.

La madre aveva ragione nel dire che aveva una cotta per lui.

Bhè, forse dire che era innamorata era un po’ troppo, ma quando era piccola e l’aveva visto si Starsearch era rimasta folgorata tanto da imitarlo e incidere una sua versione di It’s raining man.

Il sorriso di quel ragazzino le era rimasto impresso e ancora oggi lo ricordava nitido nella memoria.

Ripensandoci però fece una smorfia: si era perfino tagliata i capelli per assomigliare a Bill.

Ma poi sorrise.

Si era divertita un sacco a farlo.

 

  
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