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Autore: G RAFFA uwetta    09/03/2015    1 recensioni
Dal testo: "Dalle ombre avanza una figura femminile, ammantata in volgari, seppur pregiati, capi di seta. I lunghi capelli ramati, mossi dalla brezza, ondeggiano sulle gracili spalle."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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La ricompensa

In lontananza alte lingue di fuoco accompagnano l'ascesa in cielo dell'astro notturno. Nuvole di fumo acre irritano gli occhi e seccano le gole, già riarse dalle urla di dolore. Colori violacei incendiano i visi dei pochi sapravvissuti.

Al centro, di quello che un tempo era il campo da Quidditch, svettano due alti pali con due teste deformi infilzate. Gli spalti, semi distrutti, sono gremiti da una folla festante, chiusa nei loro spessi mantelli neri. Maschere argentee vengono lanciate in aria e, alternativamente, formano una corona per i due visi gonfi, scuri e impalati.

Latrati e uggiolii non umani si mescolano nella cacofonia dei canti dei vincitori.

Una pira di legno di frassino giace scomposta a formare un palco. Sopra, legati tra loro, gli ultimi membri della resistenza.

Flebili litanie si alzano tra le loro membra, silenziosi omaggi ai loro caduti.

Inconfondibili alcune teste ramate attorniate, per quanto le corde possono loro permettere, alla figura di una donna stretta tra le braccia impotenti del marito.

Stremati e indomiti si rifiutano di cedere agli insulti degli astanti. Alzano gli occhi, ormai sgombri da lacrime, verso l'alto dei due pali.

Solo una figura, leggemente scostata, rivolge uno sguardo d'odio verso ciò che rimane del suo amico. Pensieri nefasti ribollono nell'animo esacerbato dalla morte dell'amata. Colpe troppo grandi fluiscono come spire accerchiandolo e soffocandolo. La meschinità del suo essere non vuole ammettere gli errori commessi facendoli ricadere su chi, ormai, non avrebbe più potuto difendersi.

Un assordante boato risuona nella valle. Lapilli impazziti viaggiano nel cielo illuminadolo a giorno. L'ultimo baluardo di storia antica crolla fragoroso al suolo, spargendo polvere finissima come un manto funereo. La torre più alta del castello si è definitivamente arresa.

Dalle ombre avanza una figura femminile ammantata in volgari, seppur pregiati, capi di seta. I lunghi capelli ramati, mossi dalla brezza, ondeggiano sulle gracili spalle.

Con un sorriso cattivo si ferma a pochi passi dalla catasta. Nello sguardo nessun segno di pentimento, solo avido menefreghismo per la sorte dei prigionieri. La grettezza di un cuore arido ed egoista l'ha resa l'artefice gloriosa della miseranda fine di amici e parenti, ritenuti un ostacolo per le idee di grandezza che albergano nei suoi sogni.

Impugna, orgogliosa, la bacchetta spezzata sottratta al Bambino Sopravvissuto, come un trofeo di cui esserne fiera.

Guarda con odio malcelato quei patetici escrementi.

Per anni ha maledetto la sua condizione di disagiata, innamorata del mito Potter ha cercato con ogni mezzo di farselo suo venendo, puntualente, rifiutata. Un rancore folle l'ha consumata divenendo l'artefice di una sottile vendetta: quale miglior mezzo di riscatto se non aiutare il nemico? Essere la sorella dell'amico del Prescelto apre inconsapevoli porte, se si è abbastanza scaltri e coraggiosi da aprirle.

Ricorda ancora l'aspettativa nell'avvicinare il Signore Oscuro. Ora che quello stolto di Sirius era morto il suo elfo si rivelò molto disponibile nell'aiutarla.

L'idea geniale di versare poche gocce di un filtro d'amore nel calice di Harry durante i pasti le ha procurato una strana euforia. Vedere come il ragazzo cedeva alle sue lusinghe, un traguardo per anni creduto irraggiungibile.

Poi finalmente il trionfo. Li a portata di mano, o di bacchetta se vogliamo essere precisi.

Un sibilo serpentesco e un raggio sfiora la cute surriscaldandola brevemente, i capelli si gonfiano per il repentino spostamento d'aria. Il dardo colpisce la catasta che viene immediatamente avvolta dalle fiamme dell'Ardemonio.

Nel silenzio sceso glaciale fa appena in tempo a scansarsi che un ciocco di legno impazzito la colpisce, esattamente dove il calore dell'incanto stava scemando, ustionandola.

Alle sue spalle Lord Voldemort esulta circondato dai suoi più fedeli accoliti.

Con un gesto stizzito Draco Malfoy le lancia lo stendardo grifondoro ... Un risucchio ... Uno strappo e viene catapultata altrove.

In preda alle vertigini e al dolore pulsante della guancia sviene.

Si risveglia in balia degli spasmi della febbre. La guancia è arroventata e brulicante mentre sente colare un liquido vischioso. La pelle sfrigola intorno alla ferita infetta inglobando nuova carne sana.

Chiude gli occhi sopraffatta dal dolore mentre stille accecanti pulsano al ritmo selvaggio del cuore. Cerca una posizione migliore e si accorge della catena che penzola inerte dal collo.

Spalanca gli occhi e finalmente mette a fuoco il luogo. Giace su della paglia il cui tanfo fa arricciare il naso. Muri freddi e umidi l'avvolgono mentre la catena é ben arroccata al pavimento gelido. Un paio di feritoie non riescono ad illuminare adeguatamente, i raggi del sole scivolano indifferenti sulle pareti.

Dietro una grata staziona il viso ghignante di Malfoy.

Ha venduto parenti, amici, la salvezza del Mondo Magico per avere come ricompensa l'agiatezza accanto a Malfoy.

Ora si ritrova acclamata regina in un tugurio a fare da schiava agli elfi domestici in preda ad inutili rimorsi mentre la ferita, causata dal fuoco dell'Ardemonio, lentamente divora le sue carni.

   
 
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