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Autore: Hilarie Winfort    09/03/2015    1 recensioni
"E se l'oscurità fosse celata in posti inimmaginabili?
E se la LUCE fosse incapace di desistere all'oscurità, se fosse incapace di sottrarsi a quella forza che l'attira inesorabilmente verso il buio?
Forse nemmeno la LUCE potrebbe essere abbastanza forte da desistere a quel richiamo.
Forse Luce e Oscurità sono così incredibilmente diversi da fondersi l'uno nell'altra, forse la Luce cesserebbe di esistere se non ci fosse l'oscurità a farla brillare."
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Lei chinò la testa, furibonda per il potere che Jamie esercitava su di lei.
Se ne stava lì, in balia dello sguardo e del tocco di lui senza riuscire a fare nulla.
Lucy, spinta da un desiderio incontrollabile, annullò la distanza che li separava e posò le labbra su quelle di lui.
Fu immediatamente travolta da una scarica di elettricità che la costrinse a stringersi contro di lui, cingendogli il collo con le braccia.
Lucy lo osservò attentamente.
Gli occhi sembravano di un blu molto più luminoso, quasi irreale e la pelle scolpita.
La bocca era più voluttuosa e aveva smesso di tremare. Lucy trattenne il fiato, mentre Jamie dischiudeva le labbra
permettendole di scorgere due canini illuminati dalla luce della Luna.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Io non capisco cosa vuoi che ti dica, Jamie"
Lui sospirò, sembrava stesse facendo uno sforzo immane ma Lucy non riusciva a capire in cosa.
"Voglio solo sapere... come riesci a starmi vicino. Cosa senti quando ti guardo, Lucy?"
Lei deglutì, senza dire niente, mentre lui continuava a muovere la mano sul suo collo.
"O quando ti tocco..", sussurrò lui senza smettere di accarezzarla.
Lucy arrossì violentemente scostando la mano di lui dal suo collo, incapace di sopportare il tocco bruciante di lui.
"Me ne voglio andare, Jamie", mormorò Lucy con un tono di voce simile a un piagnucolio.
Lui sembrò confuso dal gesto di Lucy, girò lentamente la testa di lato
e sussurrò:"Non ti piace?" poi riprese da dove Lucy l'aveva interrotto.
Lei avrebbe voluto allontanare ancora una volta la mano di lui, ma si sentiva priva di qualunque forza.
"Hai... hai paura? Senti il desiderio di allontanarti da me?"
Lucy prese un respiro profondo, sentiva ben altri desideri nei confronti di Jamie,
che non avevano nulla a che vedere con la paura.
Lei scosse la testa. "No, non ho paura... se il tuo intento è quello di farmi spaventare.."
Lui la interruppe. "Non sono io che lo faccio, Lucy. Le persone... hanno paura di me"
Lei alzò gli occhi al cielo. "Si, certo... ho una paura folle. Sto tremando"
Jamie non parve divertito dalle parole di Lucy, socchiuse gli occhi e la fissò attentamente quasi volesse studiarla.
"Non hai paura? Non senti che... la mia mano non dovrebbe essere qui.
Il mio tocco su di te è... terribilmente sbagliato. Non lo avverti?"
Lucy si sentiva il volto in fiamme, alzò lo sguardo su di lui esasperata.
"N-no... non è sbagliato"
Lui sembrò sorpreso, poi scostò la mano dal collo di lei e la portò sul suo viso.
"Ti piace se ti sfioro, Lucy?"
Lei era al limite della sopportazione. Lo fulminò con lo sguardo, prima di mormorare:"piantala, Jamie.
Non mi sto divertendo. Se questo è un patetico tentativo tuo e di Bryan per... per spaventarmi o che so io..."
Lui scosse la testa, continuando a studiarla.
"Hai paura?"
Lei gli lanciò un'occhiata truce, prima di scostarsi violentemente da lui.
"Si, tremo come una foglia. Complimenti Jamie, puoi dire a Bryan di uscire dal nascondiglio ora"
Lucy si diresse a passo svelto verso la porta, impaziente di uscire da quel posto
lugubre e di allontanarsi dallo sguardo di lui.
Jamie le fu davanti in un attimo, facendola sobbalzare.
Come diavolo aveva fatto a spostarsi così in fretta?
Lucy si bloccò, aveva il fiato corto.
"Accidenti, Jamie!"
Lui si limitò a fissarla, attentamente, come un predatore intento a studiare la sua preda.
Lucy si ritrovò inconsapevolmente di nuovo contro il muro, intrappolata dal corpo di Jamie.
"Me ne stavo andando...", le parole morirono nella gola di Lucy.
Jamie si era avvicinato pericolosamente e aveva posato le labbra sulla gola di lei.
"Il tuo collo... è così morbido, Lucy", sussurrò lui provocandole brividi su tutto il collo.
Lucy deglutì a fatica mentre lui dischiudeva le labbra, lambendole delicatamente il profilo del collo.
"Che stai facendo, Jamie?"
Lui non rispose, si limitò a continuare la sua opera portandola al limite della sopportazione.
Lucy lo allontanò bruscamente, prima di sospirare.
Lui la fissò, attento. "Hai paura? Hai finalmente capito cosa... che non puoi starmi vicino?"
Lucy lo fissò con sguardo truce, furiosa.
"Non ho paura di te, Jamie! E ora piantala! Ti diverti a prendermi in giro? Eh?"
Lui la fissava, sembrava davvero confuso dalle parole di Lucy.
"Non... volevo solo... non hai paura? Non senti il desiderio di scappare da me?"
Lei chinò la testa, furibonda per il potere che Jamie esercitava su di lei.
Se ne stava lì, in balia dello sguardo e del tocco di lui senza riuscire a fare nulla.
"No! Non ho paura! Come posso avere paura se tu...", si bloccò quando incontrò gli occhi di lui.
Erano così luminosi alla luce della luna.
E le sue labbra, le sue labbra erano a pochi centimetri da lei e riusciva a sentire il fiato caldo di lui.
Ed erano così... piene.
Lucy, spinta da un desiderio incontrollabile, annullò la distanza che li separava e posò le labbra su quelle di lui
smaniosa di assaporarne la morbidezza.
Fu immediatamente travolta da una scarica di elettricità che la costrinse a stringersi contro di lui, cingendogli il collo con le braccia.
Jamie si allontanò di scatto, facendola quasi sbattere contro la parete dietro di lei.
"Che... che..", lui si bloccò a metà frase fissandola con uno sguardo che Lucy non aveva mai visto.
Il corpo di lui era scosso da strani spasmi.
Jamie strinse i pugni, come se cercasse di combattere contro quella strana forza che gli stava facendo tremare il  labbro inferiore.
"Che hai fatto, Lucy?", disse lui con una voce carica di disperazione. "Questo non... è sbagliato"
Lei deglutì, sconvolta da quello che aveva fatto. "Non è sbagliato, Jamie... almeno non per me"
Lui scosse la testa, sembrava combattere contro il tremore del suo corpo.
"Tu non capisci! Questo non... non è così che sarebbe dovuta andare"
Lucy era visibilmente confusa, lui l'aveva portata a non riuscire a controllarsi.
Lui l'aveva rapita con il suo sguardo magnetico.
"Tu... dovevi... perché non hai paura, Lucy?"
Lucy non l'aveva mai sentito parlare con una voce così piena di angoscia.
"Io... Jamie.. che ti succede?"
Gli spasmi sembravano essersi intensificati e Jamie si accasciò a terra, sotto l'orrore di Lucy.
"Jamie! Cos'hai? Cosa ti succede?"
Lui sembrava svuotato di ogni forza, mentre il tremore si intensificava in tutto il suo corpo.
"S-Scappa", mormorò con voce rotta.
Lucy si avvicinò a lui, sussurrando. "Jamie cosa... devo chiamare aiuto. Dammi il tuo cellulare"
Lui scosse la testa, quanto gli spasmi lo permettessero e stavolta parlò con una voce spaventosa.
"Scappa Lucy! Scappa... corri! N-non... n-non voglio farti... male"
Lucy era sconvolta dalle parole di Jamie, lui non le avrebbe mai fatto del male.
"Jamie.. ma che dici? Tu non mi farai del male, adesso dammi il tuo telefono... devo chiamare aiuto"
Lui non rispose ma prese ad alzarsi da terra a fatica, anche se gli spasmi sembravano essersi leggermente placati.
"V-vattene Lucy... S-scappa... p-prima che..", Jamie si bloccò incapace di combattere contro il tremore della sua bocca.
Lucy lo osservò attentamente. Gli occhi sembravano di un blu molto più luminoso, quasi irreale e la pelle scolpita.
La bocca era più voluttuosa e scossa da continui spasmi.
Lucy continuò a fissarla, mentre Jamie dischiudeva le labbra nell'ultimo tentativo
di combattere i tremori incessanti del suo corpo.
"V-va via...", sussurrò prima di aprire le labbra in modo innaturale.
Lucy tastò la felpa in cerca del suo cellulare che ovviamente aveva lasciato a casa, mentre Jamie chinava la testa di lato.
La bocca di lui aveva smesso di tremare e Lucy trattenne il fiato, mentre Jamie dischiudeva le labbra
permettendole di scorgere due canini illuminati dalla luce della Luna.

 

 

 

  
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