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Autore: Writer_son of Hades    09/03/2015    1 recensioni
- finale completamente diverso rispetto a "il Sangue dell'Olimpo" -
Dopo una dolorosa perdita e la sconfitta di Gea e delle sue forze, sembra che tutto sia finalmente finito.
Ma i semidei non sanno che Gea non è ancora sconfitta definitivamente e che, anni prima, aveva escogitato un modo per rimanere in vita anche dopo la sua morte. Si troveranno ad affrontare sua figlia che, per quanto possa essere diversa da loro, sia l'unica persona che possa veramente salvarli.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Reyna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Fine


PERCY



          Era la quarta volta che cercavano anche solo di ferirla, ma venivano ogni volta risputati all’indietro.
Percy si rialzò da quella terra ricoperta delle pietre che una volta formavano il tempio sull’Edipo. Erano in Grecia da non sa neanche quanto tempo e le forze dovevano ancora riprendersi del tutto dopo il viaggio nel Tartaro con Annabeth.
Tirò fuori Jason da sotto un gruppo di massi e lo aiutò ad alzarsi. Tutti e due erano pieni di terra, erba e ferite sanguinanti. Jason si teneva stretto il braccio sinistro e si reggeva a malapena in piedi. Percy invece aveva una ferita sulla fronte, una più profeoda alle costole e una caviglia slogata dall’ultima caduta.
Si voltò verso la tomba di Gea. Stava per risorgere e dovevano fermarla prima che accadesse.
Si avvicinò zoppicando al suo compagno.
             – Dobbiamo fare qualcosa. Tutto questo non funziona.
             – Lo vedo. – confermò Jason premendo sulla ferita aperta. – Hai qualche idea? Perché io sto per svenire qui.
No, Percy non ne aveva. Non sapeva cosa fare. Proprio nel momento in cui i suoi amici avevano più bisogno di lui, lui non sapeva come agire per salvarli tutti. Si guardò intorno per vedere come se la cavavano gli altri semidei: Piper, Frank e Leo stavano respingendo un gruppo di mostri di terra e di arpie dal lato destro della collina. Hazel, coperta da Reyna, cavalcava su Airon respingendo degli spiriti della tempesta.
Avevano rinchiuso Annabeth nella sua cabina, sulla nave. Nico era rimasto a sorvegliarla. Percy non se lo sarebbe mai perdonato se le fosse capitato qualcosa.
                – Non puoi rinchiudermi qui! Percy ho un piano! – aveva urlato la ragazza da dietro alla porta. – Io devo venire con te! Non puoi lasciarmi qui! Non ho paura di morire!
Lei, ovviamente, era contraria, ma nessuno avrebbe dovuto esserci su quella collina. Gea glielo aveva detto: poteva portare solo una persona con lui, o qualcuno sarebbe morto. Percy aveva scelto Jason, ma gli altri non lo avevano voluto ascoltare. L’hanno seguito e ora uno di loro rischierà di morire.
Ognuno di loro credeva in lui e lottava per salvare non solo loro stessi, ma tutto il mondo.
Non poteva mollare adesso.
                Percy alzò lo sguardo al cielo e cercò una soluzione tra quelle nuvole in tempesta.
Non saprà mia perché, ma i suoi pensieri si rivolsero a Nico per un attimo. Era cambiato così tanto.
                – Mi fido di te. – gli aveva detto l’ultima volta che l’aveva visto, sulla nave.
                – Non le accadrà niente. – aveva risposto, fermo.
Percy si era fermato e si era voltato un’ultima volta. Non era più un bambino e si vedeva. Era più alto e i lineamenti erano più duri. Era diventato un ragazzo. Si era perfino deciso di farsi tagliare i capelli da Reyna, e ora aveva un taglio corto che accentuava lo sguardo tagliente. L’ultima volta che aveva parlato con lui, da soli, era stato quando si erano ritrovati nella sua cabina. Avevano parlato di Bianca, della sua cotta per lui e di quel sogno che avevano fatto … Ma certo! C’era solo un modo per distruggere definitivamente Gea.
Jason si accorse dello sguardo eccitato del ragazzo.
                – Percy, che hai?
Lui sorrise. Sapeva come salvare tutti.
Si drizzò con la schiena e si voltò verso la tomba di Gea che ora pulsava come un cuore vivo e pronto ad esplodere. Poi corse più veloce che poté, seguito da Jason, dritto alla galleria ovest che entrava nella collina. Sapeva esattamente cosa fare.
                Imboccarono il tunnel e vennero inghiottiti dall’oscurità, illuminata solo dal tenue bagliore del metallo delle loro due spade. Mentre avanzavano l’umidità e il muschio aumentavano rendendo difficile correre senza rischiare di cadere. Percorsero quella galleria per un tempo che sembrò infinito, ma alla fine sbucarono su di un enorme baratro che arrivava fino alle viscere della terra e se Percy non avesse fermato Jason in tempo, sarebbe caduto in quel pozzo senza fine. Da esso si innalzava un rampicante che avrebbe potuto contenere un intero grattacielo di New York.
                Casa sua. Era tanto che non ci pensava. Sua madre sarà stata sul divano con Paul oppure al cinema a vedere un buon film. E lui era lì, a rischiare la sua vita anche per lei.
                – Dobbiamo puntare al cuore. – disse cercando di far sfumare via i suoi pensieri.
                – E quale sarebbe? – chiese Jason.
Bella domanda. Il rampicante continuava a crescere e a volte si intravedevano degli organi simili ad enormi fagioli all’interno di esso, ma qual’era il cuore?
Poi Jason indicò qualcosa davanti a loro. Il rampicante continuava a salire verso la superficie, in cerca di aria e di sole, ma solo uno di quei fagioli non avanzava con esso. Era più grosso e pulsava di una luce verde e grigia. Il Cuore.
                Jason si preparò con la spada in mano, ma quello non si poteva distruggere con una lama. Percy gliel’abbassò. – Dobbiamo usare i nostri poteri.
Così si prepararono. Al tre, entrambi lanciarono tutto le energie che avevano in corpo contro quel fagiolo pulsante. Vento, fulmini e acqua vorticarono fino ad unirsi e a formare un tornado che puntava dritto al cuore, ma non cambiò niente. Lo deformarono, lo colpirono, ma non erano abbastanza forti da disintegrarlo. Mancava qualcosa.
                Percy sentì che le forze stavano per abbandonarlo, non avrebbe potuto reggere ancora per molto. Era la fine. Quella vera. Ma si consolò, almeno Annabeth era salva, lei ce l’avrebbe fatta, forse.
Stava per cadere a terra quando un turbine d’oscurità si unì alla loro tempesta. Si voltò, sbigottito nel vedere Nico che lottava per tenere insieme le forze di tutti e tre. Ma se Nico era lì, voleva dire solo una cosa.
                – Dov’è Annabeth?! – urlò Percy cercando di sovrastare il rumore della tempesta.
                – È al sicuro sulla nave! – gridò di rimando Nico, senza sconcentrarsi. – Ora però, distruggiamolo.
Erano tutti. I figli dei tre pezzi grossi. E sarebbero riusciti a sconfiggere Gea una volta per tutte.
Percy raccolse tutto quello che gli era rimasto in corpo e lo scagliò contro il Cuore.
Tutto quello che si sentì dopo, fu un’esplosione e poi solo oscurità.
 


                Percy si risvegliò accerchiato da molti visi conosciuti. Piper, Leo, Frank e tutti gli altri gli erano attorno e sorrisero quando i suoi occhi si aprirono. Lo aiutarono ad alzarsi, lentamente e vicino a lui vide Jason con mezza faccia incenerita. Gli scappò quasi da ridere.
Poi notò che mancava qualcuno: – Nico? – chiese con un filo di voce.
                – Non lo sappiamo. Non era con voi. – spiegò Hazel cercando di mascherare la preoccupazione.
Si incamminarono verso la cima collina, per raggiungere la nave e Percy era impaziente di tornare da Annabeth, di abbracciarla e dirle che ce l’avevano fatta, che ora potevano vivere veramente.
Salendo, notò una figura nera affacciata alla tomba di Gea che ora era silenziosa. Percy la raggiunse.
Era Nico, con il capo chino. Gli dava la schiena, ma Percy si avvicinò lo stesso. Gli mise una mano sulla spalla: – È ora di andare, Nico.
Lui prima non rispose. Poi, si girò. Percy non l’aveva mai visto così.





Nota dell'autrice: *si schiarisce la voce* Bé, buongiorno a tutti semidei, maghi, tributi o chiunque altro abbia letto questo primo capitolo della mia prima storiaaa! *salta per la casa tutta emozionata* Dunque, tornando seri, è la prima che pubblico e sono molto nervosa. E' solo una dei miei tanti film mentali che faccio prima di dormire, ma ci tengo partiolarmente a questa dato che spero ogni notte che possa essere reale (<- io e i miei problemi esistenziali). Volevo condividerla con tutti voi e spero vi piaccia. Pubblicherò tra qualche giorno il secondo capitolo, così ho tempo di andare abbastanza avanti. 
Grazie a tutti,
Un saluto dalla mia camera.
   
 
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