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Autore: Writer_son of Hades    10/03/2015    2 recensioni
- finale completamente diverso rispetto a "il Sangue dell'Olimpo" -
Dopo una dolorosa perdita e la sconfitta di Gea e delle sue forze, sembra che tutto sia finalmente finito.
Ma i semidei non sanno che Gea non è ancora sconfitta definitivamente e che, anni prima, aveva escogitato un modo per rimanere in vita anche dopo la sua morte. Si troveranno ad affrontare sua figlia che, per quanto possa essere diversa da loro, sia l'unica persona che possa veramente salvarli.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Reyna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi Fido Di Te


NICO
              


              "Mi fido di te."
Quelle erano state le ultime parole di Percy, poi se n’era andato.
Nico era seduto e appoggiato alla porta della stanza di Annabeth. Abbassò il capo e scosse la testa, quello era un fardello troppo grande da sostenere.
                Percy gli aveva fatto promettere di sorvegliare Annabeth, mentre lui era fuori da qualche parte a morire. Solo allora capì quello che Percy aveva provato promettendo a lui di salvare sua sorella, Bianca. Aveva paura che la ragazza del suo amico avrebbe potuto fare la stessa fine.
                – Nico, devi lasciarmi andare. – e con questa facevano sette volte che ripeteva la stessa cosa. Lui non rispose mai.
                – Va bene. – disse infine la ragazza da dietro la porta. – Io ho un piano. E questo ci può salvare tutti, per questo devo andare da Percy. Devo fermarlo, perché sta facendo la cosa sbagliata.
Nico ascoltò con più attenzione.
                – Ho un piano che ci salverà tutti. – continuò Annabeth, sempre più convinta. – Ma non servo io, servi tu.
Ancora una volta Nico si limitò ad ascoltarla, senza parlare.
                – Ho fatto molte ricerche al Campo, quando ero più piccola, quando … un mio amico era in grave pericolo. – lo disse con voce rotta. – Quando Luke era impossessato da Crono. Ho cercato un rimedio alla profezia, ma visto che non trovavo niente ho cercato una precauzione, un sistema che avrebbe impedito a lui e al Titano di impossessarsi del mondo. Un’ultima risorsa.
                Nico ha vissuto in primis quell’avventura. Lì era diventato quello che non aveva avuto il coraggio di essere, un figlio di Ade.
                – E cercando fra antiche profezie e leggende di ogni tipo, non mi sono resa conto dell’ovvio. Crono era stato ucciso dai suoi figli, i tre pezzi grossi, Ade, Poseidone e Zeus. Ora, ti ricordi quando te, Percy e Jason avete attaccato Gea, in sogno? Nessuno è mai riuscito anche solo a sfiorarla, ma voi, insieme, siete riusciti a farle un taglio profondo. – Nico iniziava a capire. – Quello che sto cercando di dire è che se in sogno riuscite a ferirla, immagina cosa possiate fare tutti insieme da svegli.
                Poi ci fu silenzio.
Nico fissò il muro davanti a lui. Potevano sconfiggere Gea.
                – Devi andare. Io non mi muovo, te lo prometto. Ma tu vai. – lo rassicurò Annabeth.
                – Sei sicura di questo piano? – chiese.
                – È l’unico modo, ormai. – sembrava lo dicesse più a se stessa.
Lui si alzò e appoggiando quasi le labbra alla porta disse: – Se ti succedesse qualcosa, Percy non me lo perdonerebbe mai.
                – Te lo prometto. Starò qui.
Le credette, anche perché non aveva altro da fare.
Chiuse gli occhi e lasciò che le ombre lo trasportassero da Percy e Jason.
Li trovò nel tunnel ovest, sotto alla collina, l’avevano preceduto, ma non avevano abbastanza forza da perforare il cuore. Senza esitare si unì a loro cercando di indirizzare tutte le energie nel tenere insieme anche i poteri degli altri.
                – Dov’è Annabeth?! – gli urlò Percy cercando di sovrastare il rumore della tempesta.
                – È al sicuro sulla nave! – gridò lui di rimando, senza sconcentrarsi. – Ora però, distruggiamolo. – aggiunse.
Ce la stavano facendo, erano tutti e tre, e potevano sconfiggere la dea.
Prima che tutto esplodesse, Nico li teletrasportò fuori e lui raggiunse Annabeth nella sua cabina. Entrò sorridendo: – Avevi ragione ha funzionato! Ha …
                Ma lei non era lì. Il cuore cominciò a battergli all’impazzata.
Cercò per tutta la nave gridando il suo nome. Doveva essere lì, doveva.
Tornò sulla cima della collina, ai margini della tomba di Gea, giusto in tempo per vedere il corpo di Annabeth sul fondo del crepaccio che diventava polvere assorbita poi dalla terra, e un’ultima frase, un avvertimento di Gea, bisbigliata al vento.
A quel punto il suo cuore smise di battere.
 
 
                – È ora di andare, Nico. – gli disse Percy alle sue spalle.
Lui non riusciva a voltarsi, non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto. Ma lo fece. Con le lacrime agli occhi, si voltò verso Percy.
                Lui lo guardò sbigottito: – Nico, che ti succede?
Scosse la testa e i suoi occhi lo mentirono prima che potesse spiegargli tutto.
                – Dov’è lei? – chiese Percy iniziando a tirare la mascella.
Lui non riuscì a rispondere.
                – Dov’è lei?! – urlò Percy ancora.
                – Dov’è Annabeth? – sussurrarono gli altri vedendo la scena da dietro.
                – Percy … – cercò di spiegare lui.
                – Dove. È. Lei?
                – Lei … pensava che il suo piano fosse perfetto, ne era convinta. Mi ha detto di venire ad aiutarvi, che era la cosa giusta da fare … – mormorò Nico.
                – AVEVI PROMESSO CHE L’AVERESTI TENUTA IN SALVO! – singhiozzò Percy.
Hazel abbassò lo sguardo e Frank le mise un braccio attorno alle spalle. Piper cominciò a piangere, Jason guardò Nico solennemente e la portò più vicina a sé. Leo si asciugò la fronte, lasciando una grossa striscia di grasso sulla faccia.
Nessuno di loro aveva mia visto Percy, il loro amico più ottimista, così isterico e fragile.
Nico aveva già visto una scena così prima, ma non era Percy la prima volta. Era stato lui.
                – Cosa mi dici di Bianca, Percy? – sospirò tranquillamente.
                Tutto si fece silenzio.
Era un peso grosso quello che aveva tirato fuori.
Ci fu, per un tempo quasi eterno, un inquietante calma sull’intera vallata. Il cielo, prima in tempesta con se stesso, ora era di un grigio smorto e uniforme, quasi finto e rimase nella sua volta, come spettatore di quello che era appena accaduto. Nemmeno lui ci credeva.
I mostri, tramutati in polvere d’oro, vennero assorbiti dalla terra perché di vento per trasportarli lontano, non c’era. Era come se tutto si fosse bloccato, come se tutto il mondo fosse in lutto per quel sacrificio.
Nessuno parlò per molto tempo. Nessuno aveva qualcosa da dire.
                – Non è finita. – disse Nico infine e asciugandosi gli occhi con la manica del giubbotto.
                – Come puoi dire questo? Certo che lo è! – ringhiò Percy cercando la spada.
                – No, non lo è. – rispose calmo. – Prima di morire definitivamente, Gea, ha detto un’ultima frase: C’è sempre un modo per rimanere in vita. Ed io ho usato quello che i vostri genitori hanno adoperato fin dalle origini. – fece una pausa. – E alla fine ha aggiunto un nome: Silvia.




Nota dell'autrice: Buongiorno a tutti! Visto che domani parto per la Francia e ci resto una settimana (wiiiiiiiiiiiii!) volevo prendermi avanti e ho messo subito il secondo capitolo;) spero vi sia piaciuto e che vorrete continuare a leggere anche il resto della storia.
Progettavo di mettere anche il terzo oggi pomeriggio, ma vedremo se ho tempo. Scrivetemi se vi è piaciuta fin qui o se dovrei cambiare qualcosa. Bé un grazie e un bacio a tutti voi gente di mondo!
                
   
 
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