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Autore: Claudia    12/08/2003    2 recensioni
Il destino di Kagome è di ritornare nel Sengoku Jidai dopo quattro anni, affrontare di nuovo Inuyasha, ora suo nemico, e salvare sua figlia... ma la figlia avuta da chi?
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Il passato è il nostro presente

 

 

 

 

 

 

Sango si alzò stiracchiandosi tutte le ossa intorpidite. Il rifugio per la notte non era stato dei migliori, costrette come lo erano state a dormire su un letto di pietra. Non aveva fatto che starnutire tutta la notte, una marea di foglie le erano cascate sul volto e in particolar modo le avevano creato un terribile solletico al naso. Era abituata alle rinunce durante i suoi viaggi, ma ad essere sincera aveva ormai adoperato il metodo di Miroku"sama: il dormire a scrocco in casa di ricchi signori e proprietari terrieri. Con una scusa riusciva a ricevere riparo per la notte e cibo in abbondanza.

Abbandonò i suoi pensieri e svegliò tutte le altre, tranne Kaeru che ancora dormiva profondamente. Per un lungo tragitto la piccola aveva dormito tra le braccia della madre e Kagome per tutta la notte aveva provato un terribile intorpimento agli arti. Dopo aver caricato tutto il necessario sul cavallo dell'anziana sacerdotessa le tre donne fecero il punto della situazione: erano certe di trovarsi ormai molto vicine alla loro meta, poche miglia di cammino e avrebbero dovuto scorgere le prime capanne del villaggio. Dopodiché si sarebbero ristorate e Kagome avrebbe continuato il viaggio con Sango. Per quanto riguardava la prima era sempre ossessionata da quelle sensazioni e ormai era del tutto sicura che qualche demone fosse sulle loro tracce; ma la sua percezione era meno intensa segno che l'orda di demoni si era un poco allontanata. Il viaggio che continuarono a intraprendere fu più piacevole con l'avvicinarsi al villaggio, infatti il sentiero costeggiava il letto di un fiume, lo stesso fiume che divideva in due il villaggio di Kaede. In questo modo avevano largo spazio per potersi muovere e per poter avvistare eventuali pericoli.

Finalmente tutte quante gioirono alla vista delle prime capanne. Kaede aveva avuto ragione, il loro viaggio aveva richiesto un periodo di tempo inferiore a quello previsto. Anche questo villaggio era molto simile a quello della vecchia sacerdotessa, tutti gli abitanti erano indaffarati nei loro lavori quotidiani ma fecero comunque profondi inchini alla vista delle sacerdotesse. Inoltre Kagome aveva suscitato molto stupore e numerosi furono gli elogi per la sua bellezza.

Davanti a una capanna, molto più grande rispetto alle altre, Kaede arrestò il suo cavallo e affidò la piccola Kaeru alle cure di sua madre. Abbandonate in terra le armi Sango e Kagome seguirono Kaede all'interno della baracca.

La sacerdotessa, che disse di chiamarsi Toriko, accolse i suoi ospiti molto cortesemente. Fece accomodare le tre donne portando loro dell'acqua e del cibo per ristorarle dalle fatiche del viaggio. Mentre Kagome imboccava Kaeru e Sango dava parte della sua porzione alla piccola Kirara, Kaede aveva affrontato l'argomento che tanto le premeva con la sacerdotessa.

"Sai bene, Toriko, che inizio ormai a essere molto debole per continuare ad assumere il ruolo di sacerdotessa, i nostri villaggi sono da sempre stati molto pacifici e raramente hanno conosciuto le sofferenze di una guerra, noi possiamo dire di aver affrontato parecchie situazioni a volte molto difficili e siamo sempre riuscite a trovare molti accordi. Immagino che anche tu sei venuta a conoscenza della minaccia che ci sovrasta..."

Sango e Kagome ascoltarono molto attentamente le parole della sacerdotessa e quando questa ebbe smesso di parlare rivolsero i loro sguardi su Toriko, anche lei segnata dallo scorrere del tempo.

"Sì Kaede. Ho sentito e ammetto che la cosa mi preoccupa moltissimo, non ho ancora menzionato niente agli abitanti del villaggio per evitare confusione e paura inutile."

"Credo anch'io."

"Ebbene mi trovi perfettamente d'accordo. I nostri villaggi non sono forti in guerra proprio per le scarse esperienze che come certo ammetterai sono state solo un bene per noi..."

"Purtroppo può essere positivo sotto certi punti di vista ma sotto altri no. Come tu stessa hai detto gli uomini non sono mai andati in guerra e stavolta un' esperienza simile porterebbe i villaggi al massacro totale. Sicuramente ci troveremo di fonte a uno sterminio di massa. Io sono venuta al tuo villaggio apposta per parlare di questa situazione e per cercar di trovare una soluzione attuabile a questo tipo di problema."

"Ehm, scusate..." Kagome si era timidamente intromessa nel discorso delle due sacerdotesse, sinceramente tutto quello che si erano dette l'aveva preoccupata non poco, ma non era ancora riuscita a cogliere il significato di quella conversazione.

"So che io dovrei essere l'ultima a sapere queste cose... in fondo non sono nemmeno... come dire, di queste parti? Ma, Kaede, mi sembra di aver capito che sta per accadere qualcosa di veramente grave."

"Kaede, ma anche questa ragazza è una sacerdotessa? E poi chi sono la bambina e la donna con quella strana arma sulle spalle?"

Kaede spiegò brevemente la situazione, nascondendo però ciò che riguardava Kagome senza rivelare che proveniva da tutt'altra epoca. Toriko osservò attentamente Kagome tanto che questa più di una volta abbassò lo sguardo a terra, quella sacerdotessa incuteva timore, la guardava come se fosse intenzionata a leggerle nella mente senza riuscire a nasconderle i suoi pensieri. La stessa sensazione la ebbe anche Sango, da molti anni aveva imparato sulla propria pelle a fidarsi delle persone e la sacerdotessa di fronte a lei non incuteva una fiducia profonda e benemerita. C'era qualcosa in lei che la rendeva strana anche ai sensi di una cacciatrice di spettri. Cosa poi fosse, Sango non sapeva spiegarselo.

"É giusto che sappiate anche voi la situazione... ve la spiegherò io." Toriko si portò in piedi e si avvicinò a una delle poche finestre della capanna e con sguardo acuto e attento osservò al di fuori di essa. "Molti anni fa una venerabile sacerdotessa di nome Hikari ci rese partecipi di una profezia, che secondo il suo parere, si sarebbe ben presto concretizzata in questo mondo continuamente dilaniato dalle guerre. Inizialmente nessuno le credette, nemmeno gli abitanti dei villaggi... la considerarono una bugiarda e una approfittatrice e per questa ragione la scacciarono malamente dai loro villaggi. Hikari fu costretta a rifugiarsi nella foresta, nonostante le parole ingiuriose dei contadini, il suo animo rimase puro e incontaminato dalla sfera malvagia e crudele che allora era propria dei demoni. Essendo una sacerdotessa sapeva come rievocare la parte purificata dalla sua persona e in questo modo allontanava la parte malvagia. Purtroppo in un momento di debolezza la parte malvagia prevalse: Hikari distrusse i villaggi che l'avevano scacciata e scagliò una maledizione. Prima di essere completamente distrutto questo mondo sarebbe stato piegato al volere di un'entità altrettanto malvagia che avrebbe portato solo sventura e morte. Cinque catastrofi si sarebbero abbattute sugli esseri umani e poi la loro fine."

Kagome era sbiancata "Accidenti... tutto questo perché l'avevano scacciata? Mi sembra una sacerdotessa... troppo eccessiva."

"In effetti... capisco la parte malvagia ma..." Sango era rimasta altrettanto sbalordita da quel racconto e si era trovata del tutto concorde con l'affermazione di Kagome.

"E poi scusate... ma se ci fosse realmente una catastrofe di simili dimensioni... cosa potrebbero mai fare i vostri villaggi?"

Alla domanda di Kagome tutte tacquero.

"Solo difenderci..."

"Ma la fine è scontata. "

Toriko guardò Kagome di traverso, cosa poteva saperne quella donna arrogante? Cosa, di quella donna, la rendeva agitata? La sua presenza? Quella giovane nascondeva qualcosa e forse Kaede non le aveva raccontato tutto quello che sapeva.

Vedendo la situazione surriscaldata Sango cercò di allontanare i pensieri di Toriko da Kagome "Venerabile Toriko, cosa ha portato Hikari a cedere alla sua parte malvagia?" La sacerdotessa osservò Sango e sospirando concluse:

"L'amore. Nella foresta si innamorò perdutamente di un uomo... ma la leggenda non spiega cosa realmente sia successo."

"Ma allora è una leggenda!" Kagome interruppe la miko, che la guardò nuovamente accigliata. "Io pensavo fosse successo realmente."

Sango si mise la mano sulla fronte e scosse la testa rassegnata, Kagome si stava rendendo più antipatica agli occhi della sacerdotessa.

"Ma allora come fate a essere certe che questa catastrofe accadrà realmente?" Kaede rispose prima di Toriko poiché quest'ultima sembrava aver perso ormai la sua pazienza.

"Vedi Kagome, una delle catastrofi della maledizione di Hikari si sta già verificando..." Kagome osservò Kaede con uno sguardo vergognoso, come pentita della scetticità dimostrata. "I demoni che in passato sono stati uccisi si stanno risvegliando e con loro il potere malefico che li caratterizza."

Il primo pensiero di Kagome andò a Naraku. Naraku era ormai morto da parecchi anni, Inuyasha l'aveva sconfitto in uno di quelle battaglie dove la vita era ormai una speranza del tutto abbandonata. Il mezzo-demone ne era uscito anche gravemente ferito, ci vollero giorni per farlo guarire anche se era in parte immortale. Alla fine di quei pensieri Kagome si chiese come avrebbe reagito Inuyasha di fronte a quella storia, ma se egli era diventato un demone completo non si sarebbe fatto, certo, simili problemi. Kagome chiese scusa alla venerabile Toriko, aveva dimostrato troppa diffidenza verso colei che sapeva sicuramente molto di più di ciò che sapeva lei. In fondo Kagome non era nemmeno di questo mondo. Toriko accettò le scuse della giovane donna e si volse nuovamente verso Kaede; il suo sguardo era preoccupato, ma quel dolore sembrava riguardare qualcosa che la coinvolgeva più da vicino.

"Kaede vorrei chiederti un consiglio. So che la questione da trattare è un'altra ma mi preme un problema... per me forse ancora più grave... Ormai da due giorni tutte le donne del villaggio vengono uccise selvaggiamente."

Kaede osservò Toriko. "Le donne uccise sono per lo più giovani e anche molto belle,  i loro corpi sparicono durante il giorno e tornano straziati e mutilati davanti alle porte delle loro abitazioni. Questa storia va avanti da due giorni e non riusciamo a fermare questa strage."

Kagome si alzò e si mise di fronte alla miko. "Sacerdotessa Toriko chi fa tutto questo?" Sorpresa dall'ardore della giovane donna la sacerdotessa rispose titubante, " Una banda di demoni che proviene dalle terre del Nord, suppongo..."

"Non ne sembri sicura." Disse Kaede.

"Infatti non lo sono... o meglio, sappiamo che sono demoni, questo sì."

"Oltre ad essere giovani e belle, hanno qualche altro particolare queste donne? Io sono una cacciatrice di spettri, potrei aiutarvi benissimo..."

"Tutte le donne hanno lunghi capelli neri."

"Non è sufficiente, due giorni sono troppo pochi per capire se vengono solo uccise donne more."

"Credetemi, sono più che sufficienti. Le donne per ora uccise sono più di venti...e tutte presentano le stesse caratteristiche fisiche."

"Venti?! In soli due giorni? Ma è una follia!" Kagome si era seduta, non riusciva a rimanere in piedi sulle gambe che avevano iniziato a tremare come ossesse. Anche Sango non credeva a ciò che la sacerdotessa aveva detto loro. "Oh, santo cielo." Venti donne massacrate e straziate dei loro corpi. Chi mai avrebbe potuto fare una strage simile? Non aveva mai conosciuto demoni così crudeli.

Kagome e Sango si guardarono negli occhi e con un cenno di intesa si misero in piedi di fronte alla porta. Toriko le osservò e chiese loro: "Dove volete andare?" Kagome rispose decisa alla domanda della sacerdotessa "A cercare quei demoni, naturalmente!".

"Sono troppo forti, rimmarreste sicuramente ferite per non dire uccise... io desisterei dal vostro intento fossi in voi."

"Non si preoccupi Toriko, per ora nessun demone è mai riuscito a battermi." Sango era rimasta indispettita per l'affermazione di Toriko, in fondo lei era una cacciatrice professionista e il suo lavoro lo svolgeva con massima competenza.

"Lasciale andare, garantisco io per loro." Kaede si decise a parlare e Toriko le rivolse uno sguardo sospettoso. "Vecchia Kaede, ma chi sono loro? Non mi hai detto tutto..."

Kaede fece un lungo sospiro, enalando l'aria della capanna "Sango è una cacciatrice professionista, mentre Kagome è la reincarnazione di mia sorella Kikyo."

"Kikyo?"

"Nonché la donna di Inuyasha."

"Inuyasha?" Toriko appariva scandalizzata da quelle rivelazioni. Evidentemente conoscenza il mezzo-demone.

"KAEDE! Io NON sono la DONNA di Inuyasha! Preferirei MORIRE piuttosto che rappresentare qualcosa per quel mostro!" Kagome non aveva sopportato l'idea che qualcuno potesse considerarla come un oggetto del mezzo-demone.

"Quindi è Kikyo ed è per Inuyasha...." Toriko non riusciva a costruire una frase di senso compiuto, ma sembrava che qualcos'altro stesse sconvolgendo l'anima di quella donna e Kaede se ne accorse. Anche se non aveva detto la verità a Toriko lei allo stesso tempo le stava nascondendo qualcosa. Toriko si scaraventò su Kagome afferrandole le spalle, aveva gli occhi sporgenti e la sua voce si era fatta troppo acuta per un normale essere umano. Kagome spaventata dalla reazione improvvisa della sacerdotessa cercò di liberarsi di lei invano; Toriko si era accasciata ai suoi piedi e stava farneticando frasi del tutto incomprensibili, sembrava che la pazzia avesse avuto la meglio sulla sua parte razionale e ora era inerme come una bestia. La sacerdotessa abbandonò Kagome e si afferrò i capelli con le mani, dalla bocca le uscì schiuma. Disgustate da quella visione Kaede, Kagome e Sango si spostarono in un angolo della capanna.

"Ma-ma che le è preso?"

"Non lo so, sembra posseduta!"

"Una sacerdotessa? E poi io non sento la presenza di un demone!"

La sacerdotessa sollevò la testa, sembrava che l'attimo di pazzia si fosse allontanato. Kagome preferì rimanere nella sua postazione mentre Kaede si era fatta coraggiosamente avanti e le stava chiedendo spiegazioni. Toriko da parte sua la guardò divertita, ormai priva della ragione, e farfugliò più volte il nome di Kagome. Aprì la bocca con un movimento impercettibile, sembrava che volesse parlare ma non proferì alcuna parola. Iniziò a emmettere solo poche sillabe che non permisero a Kaede di capire il resto del discorso. Non comprendeva quel comportamento e ora la sacerdotessa incuteva solo timore e paura. Un boato di legna infranta scosse addirittura la terra, Kagome e Sango furono prese alla sprovvista e la piccola Kaeru corse spaventata tra le braccia della madre.

"Ma che accidenti è successo?!"

L'odore intossicante del fumo sostituì ben presto l'aria avvizzita della capanna, mentre la terra continuava a tremare sotto i loro piedi. Tutti gli oggetti all'interno della capanna caddero in terra rompendosi in mille pezzi e scheggiando il pavimento di legno, i vetri alle finestre fecero la stessa fine ed esplosero all'interno della baracca; Kagome abbracciò Kaeru per proteggerla dalle schegge che le procurarono diversi graffi sulle sue braccia. Mescolato a quel baccano improvviso, Kagome udì le grida terrorizzate degli abitanti del villaggio, che invocavano l'aiuto degli dei. Sango guardò Kagome sconvolta, evidentemente entrambe avevano sentito la stessa cosa: dei ruggiti imperversarono l'aria esterna ed echeggiarono come i tuoni durante una tempesta. Erano dei demoni. Molti, forse anche troppi. Kagome spinse la figlia tra le braccia della vecchia Kaede e cercando di mantenersi in piedi raggiunse la porta della capanna. Ne uscì insieme a Sango che si reggeva in piedi grazie al suo boomerang piantato nel terreno; la vista fu terrificante: il fumo circondava il villaggio e da alcuni tetti spuntavano delle lingue di fuoco rosse come il sangue di un uomo, uomini e donne correvano in diverse direzioni terrorizzati e spaventati dall'orda di demoni che avevano circondato il villaggio. Nessuno sapeva cosa fare, dove andare, come difendere se stessi e le proprie famiglie. I demoni assumevano forme e aspetti diversi, alcuni di loro avevano la bocca macchiata di sangue e pezzi di uomini pendevano dai loro denti, altri erano armati con spade ed erano di dimensioni più piccole. Di fronte a quel massacro Kagome non sapeva come reagire, non era abbastanza forte per combattere o solamente fronteggiarsi con uno di loro e anche se avesse ucciso un demone altri cento erano pronti ad attaccarla. La stessa cosa valeva per Sango.

"Sango, cosa facciamo? Non ce la faremo mai da sole!"

"I-io non so che pensare... davvero."

Sentirono un grido di dolore, si voltarono di scatto e videro una donna correre verso di loro. Si teneva stretta una spalla, ma nonostante la presa della mano, quest'ultima si stava macchiando lentamente di sangue e sangue era ormai il resto del suo vestito. Kagome notò quanto fosse bella, sebbene fosse ferita e anche graffiata in volto.

"Quella donna... ha i capelli... neri!"

Nel momento in cui Kagome decise di muoversi per andare incontro alla donna, uno zampillo di sangue le macchiò il kimono, mentre il suo braccio fu afferrato da qualcosa di viscido che le procurò un bruciore terribile. Aprì gli occhi e si trattenne dall'emettere un conato di vomito: il volto della donna era stato trapassato da una lingua verde gocciolante di bava, che aveva afferrato in alto il suo braccio; mentre Kagome tentava di liberarsi senza toccare la schifezza che la teneva prigioniera, il corpo della donna di fronte a lei fu massacrato da dei tentacoli che strapparono le carni dal corpo portandole in un luogo che Kagome non voleva nemmeno immaginare. Quando i resti della donna scomparvero definitivamente, Kagome si paralizzò del tutto, se prima aveva cercato di liberarsi ora era ferma per il terrore: i suoi occhi avevano incontrato il proprietario di quella lingua bavosa, un essere assolutamente indescrivibile, un misto puro di oscenità e di demoni. Un demone che sapeva anche parlare nonostante possedesse una voce mettallica e gracchiante. Dalla sua postazione Kagome poteva solamente vedere l'occhio monocolo di quell'essere e con disgusto potè constatare che la bocca da cui fuoriusciva la lingua era all'altezza dello stomaco, spalancata come una voragine. La carne di quella voragine, violacea simile alla carne marcia, pulsava a ritmo incessante, come un cuore che batte all'interno di un petto.

"Questa è veramente bella, è un peccato ucciderla." Un altro demone dalle forme più umane sorvolò la testa del demone e ghignò soddisfatto.

"Ma certo, prima ci divertiamo e poi l'ammazziamo. Il suo sangue sarà ottimo come tutte le donne cha abbiamo mangiato."

"Lasciatemi andare! Bastardi!"

"Oh, oh la femmina si ribella, ma ben presto starà zitta!"

"Adoro le donne aggressive..."

La lingua sollevò Kagome all'altezza del demone a cui apparteneva e Kagome rimase nauseata dall'odore fetido che era penetrato nelle sue narici. Si sentiva debole e il braccio che la teneva appesa a quel modo le doleva terribilmente e sembrava staccarsi da un momento all'altro. Poi si sentì cadere a terra, fino a quando non la sentì sotto di lei, rimase distesa dolorante, tentò più volte di aprire gli occhi ma qualcosa sembrava impedirglielo, li sentiva pesanti. Il boomerang di Sango aveva tranciato la lingua verdastra a metà e il demone aveva emesso un gemito di dolore.

"Stupida donna!" Disse l'essere rivolto a Sango, emettendo dal suo stomaco nauseante una seconda lingua che afferrò la gola di Kagome. Quest'ultima colta alla sprovvista tentò di liberarsi dalla stretta con la presa delle mani su di essa, ma fallì nel suo tentativo. Il braccio intrappolato precedentemente dalla lingua era striato di rosso e fuorisciva sangue da qualcosa simile a macchie. Rassegnata Kagome abbandonò le braccia lungo il corpo, sentiva un immenso bruciore alla gola e sentiva come la lingua penetrasse sempre più intensamente nel suo collo; tutte le forze la stavano abbandonando.

I suoi occhi ormai semi chiusi cercavano di mettere a fuoco l'orrendo essere che le stava di fronte a poco distanza; stavolta non sapeva come cavarsela. La vista le si appannò e proprio mentre sembrò desistere vide la lama di una spada trapassare l'enorme demone e fermarsi a pochi centimetri dal suo naso. Sentì la presa della lingua demoniaca allentarsi dal suo collo fino a quando non scivolò a terra esausta. Riuscì a sollevarsi a fatica e a guardare ciò che stava succedendo. Il mostro era ormai accasciato a terra con un sguarcio nel ventre.

Alzò lo sguardo, il cuore le morì in gola, le mani che la tenevano sollevata da quel terreno intriso di sangue iniziarono a tremare e lei stessa non riusciva a uscire da quello stato di paura e terrore. Poco sopra il mostro era sospesa la figura di un uomo che brandiva la spada che l'aveva salvata, era voltato ma i suoi capelli risplendevano d'argento, quello stesso argento che un tempo amava osservare per tutto il corso del giorno. Un paio di orecchie si ergevano dritte in cima al capo.

" Inuyasha."

Quel nome uscì come un sussurrò ma a Kagome sembrò di averlo gridato con tutto il fiato che possedeva.

Le orecchie dello sconosciuto si mossero con un movimento lieve ma deciso, sembrò che tutto il suo corpo fosse scosso da una scarica elettrica. Aveva percepito il battito di un cuore, un cuore diverso da quello di un comune essere umano, un cuore che in passato era stato un tesoro per lui. Con un movimento leggero si voltò verso quel battito lieve ma per lui assordante. La vide. Dopo tanti anni i loro occhi si erano incontrati e si erano uniti in un unico sguardo.

"Kagome."

Era cambiato, dio solo sapeva quanto era cambiato. Kagome sentiva la stanchezza mescolarsi all'odio e al terrore per tutto ciò che stava accadendo attorno a lei, ma nonostante quest'ultimo sentimento, non voleva abbassare o distogliere per prima lo sguardo. Voleva fronteggiare Inuyasha, lei era cambiata ed era giusto che lui lo notasse. Non sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco, non lo sapeva, ma poco gli importava. Era rimasta scioccata. Sebbene in tutti quegli anni avesse imparato ad odiarlo, lo trovava straordinariamente bello. Quel pensiero la spaventò moltissimo, era sicura che avrebbe ceduto per prima e lei non voleva assolutamente. Si alzò aiutandosi con le mani, in piedi barcollò un poco e con una mano si afferrò la gola dolorante: era umida, bagnata dalla bava schifosa di quell'essere immondo; vide il suo braccio striato di rosso, come se un serpente si fosse avvinghiato selvaggiamente attorno ad esso. Kagome era tornata a riflettere, nonostante il corpo le impedisse di formulare addirittura pensieri per la stanchezza: quella spada... senza dubbio era la Tessaiga; anche se la sua vista si era appannata troppe volte l'aveva osservata combattere con Inuyasha.

'Tessaiga... è ancora nelle mani di quel bastardo. Ma perché mi ha salvato? Ah, probabilmente non si aspettava nemmeno di vedermi... avrà ucciso quel demone solo per il gusto di uccidere. Ma la Tessaiga... quando ha sferrato l'attacco non era la semplice spada arrugginita! Si era trasformata proprio come lo era molti anni fa, ma che significa? Solo quando si salva un essere umano si trasforma. Inuyasha non avrebbe mai ammazzato un suo compagno per un essere umano. A pensarci bene, la Tessaiga non avrebbe dovuto nemmeno trasformarsi... mi sembra chiaro che un demone non è umano. Per altro non sapeva nemmeno che fossi io. Ma anche se lo sapeva, è un demone ormai... o forse no? Che Inuyasha sia tornato mezzo-demone? Che abbia perso la Sfera? Se così fosse...'

"Kagome!" Sango corse verso di lei e l'aiutò subito a rimanere in piedi "Come ti sentì Kagome, mi spiace non sono riuscita a fermare quell'essere!"

"San-sango..." Voleva dirle di stare attenta, di non abbassare le difese ora che avevano trovato Inuyasha.

Inuyasha volò come una scheggia verso di loro, quando fu a una distanza per lui congeniale allontanò Sango con una sferzata di vento, provocato da un movimento fulmineo della sua mano. Sango fu scagliata lontano da Kagome mentre la donna rimase dolorante sotto lo sguardo impassibile di Inuyasha.

"Sei tu, Kagome?"

Kagome alzò lo sguardo, stava facendo una fatica immane per mantenersi in quella posizione. Stremata si mise lentamente a sedere massaggiandosi la gola con la mano sinistra. Sul suo volto comparve un sorriso ironico che sembrò irritare un poco Inuyasha. Rimase in silenzio come per sfidare il mezzo-demone.

"Allora, puttana, vuoi deciderti a parlare?"

Gli occhi di Kagome lampeggiarono di rabbia e furono rivolti furiosamente al nemico che la stava sovrastando. Inuyasha sembrò interdetto, qualcosa stava andando storto.

' Quegli occhi...'

"Sì! A quanto vedo hai fallito, hai perso la Sfera come un poppante, sei tornato un mezzo-demone Inuyasha? Ma guardati, la feccia della tua famiglia sei proprio tu! Il grande demone che possedeva lo Shikon è ora ridotto a stare con un pugno di demoni schifosi, ma lo sai Inuyasha? Nel mio mondo si suol dire chi impara con lo zoppo impara a zoppicare, schifosi loro schifoso tu, BASTARDO!"

Kagome si strinse la gola in maniera quasi pasmodica, non riusciva più a respirare! Era stato lui, Inuyasha. A lei andava, tutto questo per lei era perfetto.

"Sei sempre rimasta la solita puttana, Kagome! E così credi veramente che io sia il mezzo-demone di un tempo? STUPIDA! Se solo volessi potrei ammazzarti qui in un solo istante."

"E cosa aspetti bastardo? Hai forse paura? Dimmi la verità Inuyasha. Quelle donne le hai uccise tu, vero? Loro erano come me! Vero? Guardavi loro e vedevi me! Tu hai PAURA Inuyasha! Quante ne hai uccise?! Codardo, BASTARDO, CONFESSALO!"

La gola iniziò a bruciarle , ma non voleva cedere a Inuyasha. Si alzò in piedi e portò il suo sguardo su quell'uomo che una volta aveva amato più di se stessa.

"AVANTI INUYASHA! UCCIDIMI! Che aspetti?! Tante volte lo hai fatto con quelle donne! IO, IO sono quella vera, Inuyasha! Io sono Kagome Higurashi, quella che hai sfruttato e corrotto in quel letto! Ti sei divertito abbastanza, porco?! UCCIDIMI, stronzo! Ti conviene o potrei essere proprio IO la causa della tua rovina!"

Per un breve attimo la gola di Kagome cessò di bruciare, ma la donna venne scaraventata a terra dal vento che aveva colpito anche Sango. Kagome gemette di dolore, la sua pelle bianca e delicata era ora diventata rossa e insanguinata per il violento attrito con il suolo. Un rigolo di sangue le scese dalla bocca, ma con mossa fulminea fu eliminato dal pugno chiuso della sua mano. Vide un ombra comparire sul terreno dinnanzi a lei, era Inuyasha.

"PUTTANA! Hai sempre la lingua lunga, tu! Sì, mi sono divertito quella notte! E ti ho fregato! Lo Shikon no Tama! Te l'ho sottratto! E' stato facile! E ora SOFFRI, come tu mi facesti soffrire allora!"

Le ultime parole di Inuyasha, non le capì. LEI era quella tradita, LEI era stata ingannata e derubata. LEI e solo lei aveva il diritto di uccidere Inuyasha. Lo osservò a lungo: non indossava più la veste color sangue, ora ne aveva una uguale ma nera come la pece. I capelli argentati, in contrasto con l'abito indossato, sembravano più luminosi del solito. Il volto si era fatto più maturo, ma gli occhi sempre color dell'ambra avevano assunto un taglio affilato e deciso. Corraggiosamente riprese fiato, guardò Inuyasha negli occhi e sorrise

"Ma tu non ce l'hai Inuyasha."

Il demone rimase a guardarla senza mutare il suo sguardo. Kagome riprese in tono ironico

"Non lo sento, tu non hai lo Shikon. L'hai perso Inuyasha? Te l'hanno rubato come il leccalecca di un bambino? Povero stupido, mi fai solo pena." Kagome concluse con una risata. Ci provava gusto, Inuyasha non aveva lo Shikon, era stato a sua volta derubato. Si alzò e si tenne con una mano la spalla.

"Io non sono debole Inuyasha. Ho ancora i miei poteri... quelli miei e di Kikyo. Non hai la sfera, ma è mia intenzione trovarla e se dovessi combattere contro di te per averla... non riusciresti a fermarmi molto facilmente, quindi stai attento, bastardo! Sono tornata, sono tornata apposta per UCCIDERTI INUYASHA!!!"

Afferrò l'arco e la freccia che aveva trovato al suo fianco e con una mossa fulminea abbandonò con facilità e maestria la corda che era imprigionata tra le sue dita, la freccia così scagliata si diresse verso Inuyasha che non fece niente per difendersi. La freccia gli sfiorò il volto e aggiunse una linea di sangue a quelle che già erano dipinte sul suo viso. La freccia scagliata con potenza, volò con una scia oltre le spalle di Inuyasha e andò a conficcarsi nel petto di un demone poco distante che crollò a terra morto. L'aveva vista ed osservata. Kagome era cambiata, ma era sempre dotata di una bellezza straordinaria. Gli stessi occhi, aveva riconosciuto anche il suo sorriso nonostante fosse del tutto cinico ed ironico. La sua potenza era la stessa, e sapeva quanto potesse essere forte nelle occasioni dove si richiedeva forza. Ed ora era di fronte a lui, con l'arco teso e la punta aguzza di un'altra freccia puntata dritta in direzione del suo petto. Sapeva che se avesse accennato una mossa, lei lo avrebbe colpito. Non avrebbe esitato, ne era certo. Sorrise.

"É vero, non ho più la Sfera come dici tu. Mi è stata sottratta." Kagome guardò Inuyasha e abbassò il suo arco.

"Inuyasha! CHI ti ha rubato la Sfera?"

"Chi? Tu mi chiedi CHI?"

"Non fare lo stronzo Inuyasha, dimmelo subito!"

"Non sono più succube, puttana! Non mi fregherai come hai fatto allora!"

Kagome strinse l'arco tra le mani e con un impeto d'ira lo scagliò lontano. Inuyasha osservò la sua mossa.

"BASTARDO! CHI è quello non più succube? SEI TE CHE MI HAI USATO! Hai detto di amarmi e poi mi hai tradito rubandomi lo Shikon, figlio di un cane! E io povera stupida che ti ho creduto!"

"EHI! IO ti ho detto di AMARTI?! Non è vero! TU sei bugiarda, falsa ed ipocrita!"

"E allora perché sei venuto a letto con me?! Avanti! DIMMELO, Inuyasha!"  Kagome sentì qualcosa di umido sul suo volto. Erano lacrime. Aveva pianto e stava piangendo. Si asciugò le guance con un lembo del suo kimono. Quelle lacrime. Volevano dire: essere deboli, inferiori davanti a Inuyasha. E lei non voleva. Non voleva dare soddisfazione a Inuyasha, non voleva vederlo godere del suo dolore.

Inuyasha indietreggiò un poco nell'aria. Da molto tempo non vedeva le lacrime, solo quelle di coloro che invocavano la sua pietà. Ma le lacrime di Kagome erano diverse, erano capaci di fargli saltare completamente lo stomaco.

"IDIOTA! Non piangere adesso!"

"Io NON sto piangen-!" Kagome si bloccò e fissò meravigliata Inuyasha, che sembrò capire il pensiero di Kagome e per reazione si voltò di scatto dandole le spalle. Quando le aveva detto così Kagome aveva provato un calore remoto nel cuore, come una certa familiarità. E la stessa sensazione l'aveva provata Inuyasha, ormai quasi del tutto privo di un cuore.

Inuyasha si era voltato, non sopportava la vista di Kagome. Osservò la situazione intorno a lui: il villaggio era ormai distrutto, solo poche persone resitevano all'orda di demoni che lo avevano invaso. Un ghigno comparve sul suo volto. Era soddisfatto, tutta stava procedendo secondo i suoi piani... l'unico imprevisto era stata Kagome, non avrebbe mai creduto di rivederla e non voleva. Eppure quando lei gli aveva chiesto di ucciderla... 'Perché diamine non l'ho fatto?' Scese a terra e sentì un lieve fruscio dietro di lui, si voltò di scatto pronto a impedire a Kagome di ucciderlo, ma vide solo la donna che si stava trascinando verso la capanna dalla quale era uscita. Kagome trascinava i piedi per la stanchezza, sembrava che quella lingua verdastra avesse prosciugato parte della sua energia. Oltre alla stanchezza era forte il dolore che provava in tutto il corpo, le ferite erano ancora aperte e i lividi comparivano a fior di pelle. La capanna era lontana, sua figlia era lontana. ' Kaeru, piccola mia... la tua mamma sta arrivando... Kaeru, non devi vedere Inuyasha... non accorgerti di Inuyasha!'

La vide. Vide Kaeru, ma con il contesto non le piacque affatto. Sango era distesa a terra e sua figlia stava in tutti i modi cercando di svegliarla senza successo. Il peggio era che un demone stava di fronte a lei, lo stesso demone che probabilmente aveva ferito Sango. Cercò con lo sguardo Kaede senza risultato, quando poi osservò un corpo steso a terra... il suo. Era rimasta ferita.

"KAERU!" Kagome gridò, quell'urlo fece portare lo sguardo di tutti i demoni su di lei, primo fra tutti quello di Inuyasha. Il mezzo-demone seguì con lo sguardo la donna e cercò la persona alla quale aveva gridato. Kaeru... non conosceva quel nome e non aveva mai sentito Kagome pronunciarlo. Mai. A passi lenti seguì Kagome senza essere visto, ma una voce demoniaca fece arrestare i suoi passi.

"Signore. Dove sta andando? Abbiamo bisogno di lei!"

"Taci."

"Ma-ma signore quella donna l'ha offesa!" Inuyasha si voltò di scatto, i suoi occhi si chiusero fino a diventare fessure. Quando avanzò il primo piede il demone era accasciato al suolo. Morto.

"Solo io decido della vita degli altri! Ora andate a fare il vostro lavoro!" Un gruppo di demoni scappò nella mischia, eseguendo l'ordine dato da Inuyasha.

Il mezzo-demone tornò ad osservare Kagome.

"Ma che bella bambina, sembri succulenta!" Il demone che fronteggiava Kaeru stava sbavando, mentre la piccola si era accasciata per la paura vicino a Sango. Piangeva, come sempre. Aveva promesso a sua madre di non piangere mai, ma le lacrime le uscivano da sole, non riusciva a fermarle. "Mamma, dove sei?"

Fece un respiro profondo e guardò la bestia che stava di fronte a lei. Non sapeva dove sua madre l'aveva portata, non sapeva dov'era... dove era sua madre, aveva una paura terribile. "Vattene via mostro schifoso! Lasciami stare!"

"Ohooooo, un linguaggio troppo ardito per una signorina come te!" Il demone tirò fuori la lingua e leccò Kaeru.

"Mhmmmm... sembri buona, vieni qui... CHE TI ASSAGGIO!" Il demone si scagliò verso di lei con le fauci spalancate, Kaeru chiuse istintivamente gli occhi parandosi il volto con le piccole ed esili braccia. In un attimo sentì avvolgersi da qualcosa di caldo e soffice. Vide dei capelli, quelli erano i capelli di sua madre!

Kagome aveva fatto l'ultimo pezzo che la divideva dalla figlia di corsa, l'aveva raggiunta e l'aveva abbracciata volgendo le spalle alle fauci del mostro. Quest'ultimo non centrò la sua preda ma strappò un lembo della manica di Kagome. La donna gridò dal dolore perché proprio in quel momento anche il suo braccio era stato in parte addentato. Cadde completamente distesa a terra, con Kaeru ancora stretta tra le braccia. A terra iniziò a formarsi un pozzo di sangue che apparteneva tutto guanto a Kagome. Kaeru vedendo il sangue della madre si spaventò e si liberò del suo abbraccio, iniziò a piangere e a scuotere Kagome per svegliarla.

Il demone si voltò e vide la figura di Inuyasha, sorrise e disse.

"La donna è ancora più socculenta mio signore..."

Trafitto. La Tessaiga affondò nella carne fetida del demone che morto e straziato dal suo stesso sangue cadde anch'egli a terra.

Inuyasha, mettendo la Tessaiga nel fodero, si avvicinò al corpo disteso di Kagome. Lanciò un occhiata alla bambina che si agitava accanto ad esso, lei non lo aveva visto.

"Mamma, mamma, mamma, per favore svegliati mamma!" Le manine della piccola Kaeru scuotevano la spalla insaguinata della madre con il risultato che anche la piccola si macchiò del liquido rossastro. Kaeru si voltò di scatto e vide Inuyasha. Aveva gli occhi spalancati fino all'inverosimile, la sua espressione aveva assunto su di sé sorpresa... quella bambina aveva chiamato MAMMA Kagome!

' Questa mocciosa l'ha chiamata MAMMA? Kagome... Come, come può essere? Ha avuto una figlia?!'

"Ma tu sei il buffo signore?" Kaeru riconobbe Inuyasha, "Sei tu quello che sogno..."

"Non so di cosa stai parlando mocciosa e ora spostati, levati dai piedi!"

"Cosa vuoi fare alla mia mamma?" Kaeru aveva iniziato a piangere e a stringersi al corpo di Kagome. Inuyasha la guardò disgustato: aveva gli stessi occhi e gli stessi capelli di Kagome, il suo stesso odore... anche se percepiva qualcosa di diverso. Una rabbia incontenibile lo avvolse. I suoi occhi si chiusero e con un mano scaraventò la piccola lontano. Prese la Tessaiga dal fodero e piantò la punta a poca distanza dal volto della bambina. Kaeru non riusciva a muoversi, le sue mani erano rimaste attaccatte alla terra sotto di lei. Guardò il corpo della madre e Inuyasha, il suo sguardo era pieno di paura... ma non riusciva a capire, perché non si svegliava? Perché non si ritrovava nel suo letto circondata dalle braccia di sua madre? Perché lei era stesa a terra?

"Ora morirai."

Un piccolo spruzzo di sangue macchiò la punta della Tessaiga. Kagome. Ancora una volta. La donna con la poca energia rimasta si era parata di fronte alla figlia, dividendola dalla lama tagliente di quella spada con se stessa. Sentì la piccola farfugliare il suo nome. Si portò di fronte a Inuyasha. Aveva i lunghi capelli scompigliati sulle spalle, macchiati in parte dal suo stesso sangue. Le ferite ricoprivano le parti scoperte del corpo e la pelle era in parte ricoperta da graffi e lividi, il kimono sporco di terra e macchiato di sangue all'altezza della spalla. Eppure nonostante tutto si ergeva di fronte a Inuyasha. Solo i suoi occhi erano rimasti intatti. Grigi, screziati di azzurro. Il suo corpo era dolorante ma la sua anima ancora forte. Quegli occhi racchiudevano odio, odio per chiunque toccasse sua figlia, disprezzo e disgusto per Inuyasha. Quegli occhi da soli parlavano di Kagome. La donna fissò Inuyasha e con voce flebile ma ancora presente disse:

"Inuyasha! Bastardo.. come, come.... come hai potuto fare questo a mia FIGLIA!" Gli occhi di Kagome lampeggiarono di rabbia, una luce illuminò il petto della donna e avvolse la lama della Tessaiga. A contatto con la spada la luce da bianca e pura che era si fece nera come il vestito di Inuyasha e quando scomparve la spada non era altro che un ferro arrugginito, era tornata al suo reale aspetto.

Inuyasha indietreggiò un poco, ma si riprese subito dall'azione compiuta da Kagome.

"PUTTANA! Tu hai avuto una figlia! Sei scappata e te la sei fatta con un bastardo tra voi esseri umani, vero?! Stronza! Questa mocciosa deve morire e te farai la sua stessa sorte!"

Una guancia di Inuyasha pulsò dal dolore ed egli la raggiunse con la mano destra. Kagome lo aveva schiaffeggiato. Gli aveva dato uno schiaffo e ora lo stava guardando con un espressione di odio feroce, dagli occhi le cadevano una dietro l'altra lacrime amare e copiose.

"Lei è TUA figlia, Inuyasha! HA IL TUO STESSO SANGUE!" Kagome cadde in ginocchio, il suo respiro diventava sempre più pesante e corto ma con la forza che le era rimasta si afferrò il kimono all'altezza del cuore e strinse con tutta la rabbia di cui era capace e ansiamando rivolse un ultimo sguardo a Inuyasha. La sua voce si fece bassa e flebile, "Tua figlia... Kaeru è ciò che è nato dopo quella notte. Per cinque lunghi anni... h-ha vissuto senza un padre..." Del sangue fuoriuscì dalla sua bocca, "A-anche s-se non lo a-acetto.... que-quel padre sei tu In-Inuyasha."

Dopo quelle parole cadde a terra svenuta, il suo volto pallido e imperlato di sudore conservava ancora la sua eterea bellezza. Kaeru rimase paralizzata accanto alla madre. Aveva sentito la parola padre... che cos'era un padre? Per lei... il suo era quell'uomo che aveva urlato alla sua mamma.

Le parole di Kagome rimbombavano nella mente di Inuyasha, la parola padre... continuava a ossessionarlo. Suo padre era morto e questo ormai parecchi anni prima e ora anche lui era padre... di quell'essere uguale a Kagome. Kagome. Quel nome non l'aveva dimenticato, avrebbe voluto ma non l'aveva cancellato del tutto dalla sua mente. Si chinò su Kagome e la sollevò da terra. Il corpo inerte della donna si lasciò toccare dalle mani di Inuyasha e la testa di Kagome si posò a peso morto sul petto del mezzo-demone. Si sollevò con lei in braccio e si arrestò alle parole della piccola bambina.

"Dove porti la mia mamma?" Inuyasha la fissò intensamente. Aveva percepito qualcosa di strano in lei e ora capiva cosa, quella bambina era anche parte di lui... e ora lo sapeva. Sango alzò il capo e vide Inuyasha "Do-dove hai intenzione di portare Kagome? Inuyasha?"

Il demone lanciò un ultimo sguardo al villaggio, fece un cenno ai demoni dietro di lui e si avviò volando dentro la foresta.

Tutto ciò che rimase fu solo fuoco e cenere.

 

 

 

Note dell'Autrice: Credevo di andarci peggio con le parole... in fondo non sono poi molte, in alcune ff è anche peggio. Allora cosa ne dite? Ascoltatemi, almeno questo capitolo recensitelo perché è quello più importante di tutta la ff... almeno per me. Premetto che nelle scene cruente non ho scritto molto bene l'evolversi della situazione, magari sono sembrata troppo una mitraglietta... Cmq nei prossimi capitoli si avrà una descrizione più dettaglita di Inuyasha e tranquilli sembra solo infido e bastardo ma... si insomma abituatevi a vederlo anche sotto questo aspetto. Le scene dove si prova l'odio feroce l'ho reso a modo? No, lo chiedo perché ho sempre scritto ff, come dire... tranquilline. Spero di sapere una vostra opinione... e the show must go on, quindi alla prossima con un altro capitolo!

RECENSITE! Sennò vi scaglio contro il demone dalla lingua bavosa e verdastra!

Claudia

  
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