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Autore: _laragazzaguerriera_    09/03/2015    0 recensioni
Sorrido incredula di quello che ha appena detto. "Perchè?"
Si avvicina perocolosamente al mio viso per poi rispondermi.
"Perchè ti amo. Sei mia." sussurra prima di baciarmi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~~~Stiamo partendo per la Grecia. Io,

mio padre, la sua nuova fidanzata e futura moglie e suo figlio.
Io sono Taylor, Tay per gli amici. Ho quindici anni compiuti a Dicembre, il 31, figo vero? Non sono alta, anzi, ho i capelli castani chiari, occhi verdi e un fisico modesto. Faccio nuoto da anni ormai e amo la musica. Fino a quattro anni fa la mia vita era normale, avevo una famiglia unita e molti amici, poi tutto si ruppe. Mia mamma si suicidò in preda alla depressione e da quel giorno la gente mi crede pazza, mi sono stati affianco solamente mio padre e Randy, il mio migliore amico. Ora mio padre ha rincominciato a vivere, è sempre stato un uomo volenteroso e pieno di fiducia verso il futuro. Ha trovato Meredith, una donna davvero bellissima, e simpatica, in parte sono felcissima che si risposi. Lei è davvero perfetta ma purtoppo non è così suo figlio. Lui è odioso con me, nonostante sia un bel ragazzo l'idea di passare tre settimane sola con lui come "coetaneo" mi fa venire il mal di pancia. "Coetaneo" tra virgolette perchè ha diciannove anni. Si chiama Liam. È alto, magro, capelli castani occhi nocciola e un sorriso smagliante. Mi tratta come se fossi uno straccio e quando mi parla è sempre acido e maleducato. Spero che queste settimane ci servano per imparare a convivere dato che poi lo dovremo fare per sempre (o almeno finchè non se ne andrà di casa). Dico che è odioso... È vero... Ma se solo sapesse che mi attrae in una maniera pazzesca.... Basta! Che dico! Lui mi odia! Non ci sarà mai nulla tra noi, anche se vo- No! Nulla.
 
Ora siamo all'aereoporto di Londra, pronti ad imbarcarci con meta Atene. Non ho mai preso l'aereo e me la sto facendo sotto per la paura.
"Oh tesoro stai tranquilla!"  mi esorta mio padre scompigliandomi i capelli.
"E se dovesse cadere?" domando preoccupata.
"Se cade è perchè sei troppo pesante. Anzi, mi stupirei se riuscisse a decollare!". Ecco, un'altra delle sue sparate acide. Faccio una smorfia di fastidio mentre Liam riceve uno scappellotto da parte di sua madre.
"Su ragazzi andiamo o l'aereo parte senza di noi!" afferma Meredith sorridente spingendo me e suo figlio verso la tizia che controlla i biglietti.
Saliti sull'aereo ci accorgiamo che le file sono da due, sfiga a me, mi tocca stare affianco al Simpaticone. Ci accomodiamo, io vicino al finestrino e lui al mio fianco e, mentre l'aereo prende velocità, le mie mani diventano un tutt'uno con la poltrona e serro gli occhi finchè non sento qualcosa. Apro gli occhi e noto che una mano di Liam si è appoggiata sulla mia e la sta stringendo delicatamente. Incrocio il suo sguardo sorpresa e sorride dolcemente. "Rischi di staccare la poltrona" scherza girando la mano permettendomi di stringergliela. Così avviene, la mia manina, minuscola rispetto alla sua, ha le dita incastrate con quella di Liam.
"Siamo in alto e non te ne sei nemmeno accorta." mi informa indicando fuori. In effetti eravamo decollati e non me ne ero resa conto. "Grazie..." sussurro riguardando le nostre mani. Sono sorpresa, sta facendo il gentile, mi sta aiutando. Sto bene, sto molto bene.
Sorride per poi indietreggiare con la mano ma io gliela tengo talmente stretta che non riesce a liberarsi. Fa una faccia sorpresa e solo in questo momento mi accorgo di quanto è appena successo.
"Scusa." Gli dico mollando la sua mano e subito mi sento crescere di nuovo la paura dentro.
"Hai paura?" chiede dolcemente.
Ma cos'è tutta sta dolcezza? Ha fatto una flebo di glucosio? Annuisco a malapena. "Tieni" dice appoggiando il braccio sul bracciolo che ci divide. È normale che io abbia voglia di abbracciarlo? No, non lo è tenendo conto che lo odio. O almeno, che lo odiavo fino a dieci minuti fa. O forse non l'ho mai odiato... Subito riprendo la sua mano e torno a guardare fuori mentre lui la stringe e con il pollice compie dei tratti sul dorso del mio arto. Sto bene, talmente bene che mi pare di essere in macchina. Talmente bene che potrei addormentarmi.
 
**
 
"Taylor svegliati." sento una voce lontana.
"Se non ti svegli entro il tre giuro che ti lascio su questo AEREO da sola!" la stessa voce alza il tono sulla parola AEREO.
"Uno"
Non voglio aprire gli occhi.
"Due"
Sto così bene mentre dormo.
"Due e mezzo."
Un momento. Mi lascia sola sull'aereo?!
"Due e tre quarti."
Non voglio tornare indietro da sola!
"Tr-"
"SONO SVEGLIA!" Urlo alzandomi in piedi e picchiando la testa sul portabagagli sopra al mio sedile.
Mi risiedo di colpo con una mano sul capo e gli occhi chiusi a causa del dolore.
Sento Liam ridere leggermente mentre due mani si posano sulle mie braccia spostandomele. Quelle stesse mani ora stanno accarezzando la mia testa. Apro gli occhi trovandomi Liam seduto di fianco mentre sorride divertito.
"Non c'era bisogno di uccidersi." sussurra mentre lo fulmino dato che ride.
"Non dovevi minacciarmi."
"Era l'unico modo per farti svegliare." Sorride per poi alzarsi e tirare giù i nostri zaini.
"Siamo arrivati ad Atene. Su, vieni che scendiamo. Mia mamma e tuo padre sono già giù."
Annuisco e, massaggiandomi la testa, seguo Liam verso l'interno dell'aereoporto notando che tiene in mano anche il mio zaino.
"Vi eravate persi nell'aereo?" chiede mio padre vedendoci arrivare.
"Qualcuno si era innamorato del sedile e lo aveva scambiato per letto." risponde il ragazzo sorridendo.
"Su! Il taxi è già fuori! Dobbiamo prendere le valigie!"
Ci rechiamo dove si prendono i bagagli e, dopo aver recuperato le nostre robe, usciamo dall'aereoporto dove un taxi da sei posti ci sta aspettando. Papà e Meredith si mettono nei due posti davanti lasciando me e il figlio della donna nei posti dietro e, stranamente, il che non mi dispiace.
Passano due ore di viaggio tra paesaggi fantastici e chiacchierate tra  l'autista  e i due adulti davanti e finalmente arriviamo nel paesino dove abbiamo affittato la casa.
Sono tutte villette, un posto sul mare. Fantastico: un paradiso. Appena troviamo la villetta che ci spetta scarichiamo le valigie ed andiamo in esplorazione dell'abitazione. È tutta su un piano tranne per una stanza sola che è di sopra con il proprio bagno. C'è un salotto/ingresso tutto in vetro con vista sul mare, un corridoio che lo collega ad una cucina spaziosa, ad un bagno e una camera matrimoniale e poi, salite le scale vi è un'altra stanza con due letti separati ai due lati opposti della camera e una porta che da accesso al secondo bagno. Anche qui nella camera, tutta una parete è una vetrata vista mare che toglie il fiato.
"Ragazzi voi state qui. Io e Bob staremo giù." dice dolcemente Meredith per poi scendere seguita da mio padre.
Se fino a questo momento ero rimasta a guardare il velo blu all'esterno, adesso il mio sguardo era fisso su Liam.
"Devo dormire nella tua stessa stanza?" chiedo abbastanza scioccata.
"Pare di si." risponde duro.
"Oh... Perfetto." Sbuffo ironizzado.
"Beh, prima non sembrava ti dispiacesse appoggiare la tua testa a me, quindi perchè dovrebbe darti fastidio dormire nella mia stessa stanza?" chiese retorico buttandosi sul letto.
"Io non ho intenz.. Aspetta cosa?! Io ho dormito appoggiata a te?"
Annuisce incrociando le gambe dopo che si è tolto le scarpe.
Sospiro amareggiata per poi lanciarmi con l'eleganza di un bufalo sul letto.
"Non russi, vero?" chiedo guardandolo. Scuote la testa e si sdraia. Siamo divisi solamente da tre metri di spazio, eppure lo sento lontanissimo. Vorrei essere al suo fianco, su quel letto. Ma perchè? Io... Cosa succede? Distolgo lo sguardo dalla sua figura e torno a fissare le onde ma mi accorgo che il suo sguardo è fisso su di me e brucia.
Passano i minuti, le ore, nel silenzio totale. Sto disfando la mia valigia e arriva mio papà a chiamarci dato che dobbiamo uscire per la cena.
"Mi cambio e arrivo." Affermo prendendo un paio di shorts e una maglietta pulita. Scendo in bagno, mi cambio e poi usciamo.
 
In questo momento siamo al ristorante, io affianco a Meredith e di fronte a Liam. Stiamo mangiado una semplice pizza mentre discutiamo sul da farsi.
"Dopo io e Bob vorremmo andare nel santuario affianco alla grotta in spiaggia. Venite anche voi?" chiede dolcemente la donna.
Io che entro in un santuario!? L'idea non mi piace per niente ma non voglio dirle di no, è così gentile.
"Ehm..."
"Sinceramente non mi va molto.." m'interrompe Liam.
"Tay?" M'interroga mio padre.
"Ecco... A dir la verità preferirei fare altro.... Mi dispiace..."
"Oh, non dispiacerti! Andremo solamente io e tuo padre! Tu e Liam magari andrete a farvi un giro in paese o quello che volete! L'importante è che state insieme e lui badi a te."
"Io badare a lei?"
"Lui badare a me? - chiedo perplessa - senza offesa ma non credo di aver bisogno di una balia..."
"Taylor, Liam. È per farci stare più tranquilli." sospira mio padre alzandosi dal tavolo.
Alzo gli occhi al cielo e lo precedo per uscire. Una volta fuori ci dividiamo, i due adulti vanno nel loro amato santuario mentre io e Liam rimaniamo lì impalati.
"Che si fa?" domando.
"Quello che ti pare. Basta che non mi scassi." risponde acido. Gli faccio il verso ricevendo uno sguardo di fuoco. I suoi cambiamenti d'umore mi fanno impazzire, eppure sto iniziando a provare qualcosa per lui. Si, qualcosa... Ma cosa non lo so nemmeno io...
Inizio a camminare senza meta e giungo ad un bosco che sta dietro alla spiaggia. Mi guardo alle spalle e noto che Liam, con lo sguardo basso, mi sta seguendo. Vado avanti, voglio vedere com'è.
 
 
"Secondo me ci siamo persi! Ed è tutta colpa tua!"
"Non ci siamo persi! Basta che ci giriamo di 180 gradi e torniamo indietro."
"È pure buio! Certo che sei proprio molto intelligente, mi dicono!"
"Che c'è?! Hai paura?" gli chiedo in tono di sfida.
"Per te!" afferma afferrandomi un braccio e facendomi avvicinare a lui.
"Io no." sputo secca dimenandomi dalla sua presa.
"I telefoni non prendono." sospira amareggiato con il telefono in mano.
Sono talmente orgogliosa che non voglio ammettere che ci siamo persi. E devo dirla tutta? Ho anche paura...
Stufa e stanca mi siedo per terra sbuffando.
"Che hai?" Domanda contono quasi sprezzante.
"Ok.... Ci siamo persi." ammetto appoggiado la testa sulle mie ginocchia. Lo sento mentre mi guarda.
"Mi dispiace..." sussurro sperando non mi senti.
"Tranquilla... In qualche modo ce la caveremo." sorride sedendosi affianco a me.
Lo guardo strana. "Che c'è?" chiede.
"Non ti capisco Liam." affermo scuotendo la testa. "Un momento prima mi parli come se ti facessi schifo, poi diventi gentilissimo di colpo. Non lo so! Mi sembri bipolare cavoli!" dico tutto d'unfiato.
"Non mi fai schifo...." mormora abbassando la testa. "Solo che... Ecco, mi  viene strano pensare che da ora in poi vivrò con una ragazzina che non ho mai visto..."
"E allora? Credi che a me non cambi nulla? Questo però non ti autorizza  comportarti come fai!" sto dando libero sfogo ai miei pensieri.
Mi alzo e mi muovo intorno senza compiere giri completi.
Vedo che si alza, così mi fermo ad osservarlo. Mi viene davanti con il viso basso. "Scusa..." sussurra mentre si martoria le mani.
Si sta scusando? Sembra davvero dispiaciuto. È così tenero! Rimango basita da quella parola che ha appena pronunciato. Reagisco d'istinto. Dopo qualche secondo si ritrova con me tra le braccia mentre lo stringo all'altezza delle spalle. Ricambia la stretta capendo che ora quell'abbraccio era ciò di cui necessitavo.
"Rincominciamo da capo?" chiede con un tono tenero.
Sciolgo l'abbraccio e lo guardo porgendogli la mano "Taylor, Taylor Losker, piacere." sorrido seguita da lui. "Liam, Liam Payne. Piacere mio."
Ridiamo. Ci allontaniamo di poco l'uno dall'altra e ne aprofitto per fargli una domanda che da qualche ora mi perfora il cervello "Mi avresti lasciata veramente sola sull'aereo?" "Mai" Afferma. "Però è stata fantastica la tua reazione" continua ridendo e trascinandomi con se, ma le nostre risate vengono interrotte da dei rumori. Come di qualcuno che si avvicina.
Ho paura. Siamo soli in un bosco.
"Stammi vicina" sussurra preoccupato Liam tirandomi a se. Va verso un albero e ci appoggia la schiena tenendomi stretta. "Non fare rumore. Se è qualche animale non deve vederci." Mi giro lentamente senza fare rumore in modo da avere il mio petto contro il suo e non la schiena.
Ci guardiamo attorno. Posso sentire che anche lui ha paura. I rumori sono sempre più vicini. Non voglio vedere, serro gli occhi. Sento Liam che cerca di indietreggiare di scatto e subito dopo un sospiro.
"Hey!"
Un momento... Di chi è sta voce?
"Dio mi hai fatto morire!" impreca Liam contro un qualcuno a me ancora sconosciuto.
Apro lentamente gli occhi e noto un ragazzo davanti a noi. Capelli scuri, occhi azzurri, alto e magro.
"Scusate. Non era mia intenzione." dice dispiaciuto per poi spostare lo sguardo su di me e squadrarmi.
"Tranquillo..." mormoro. Quanto è figo questo?!
"Scusa, non è che sapresti come tornare al villaggio?" chiede Liam sciogliendo la stretta che lo teneva legato a me.
"Si! Certo! Seguitemi!" dice sorridendo.
"Vieni..." sussurra con un fil di voce Liam tendendomi la mano. La afferro senza pensarci più di tanto mentre ci avviciniamo al ragazzo.
"Comunque, io sono Spay." Afferma alzando la mano in saluto.
"Liam" ricambia il saluto il ragazzo che mi tiene la mano.
"Taylor..." Dico io.
"Vi eravate persi?"
"Volevame vedere com'era solo che poi abbiamo perso la via..." confessa Liam non dandomi la colpa.
"Tipico dei turisti!" esclama ridendo Spay.
"Tu sei di qui?" chiedo cercando di mantenere il passo dato che è spedito.
"Io conosco ogni angolo di questo bosco, tutto. Sono nato qui!" sorride indicandosi intorno.
"Grazie." lo ringrazia Liam sorridendo.
"Da dove venite? Quanto restate?"
"Wolverhampton, Inghilterra. Staremoquattro settimane." rispondo.
"Oh, bello! Tre settimane sono perfette! Quanti anni avete? Siete fidanzati?"
Perchè a quella domanda arrossisco e  vedo Liam abbassare la testa mordendosi un labbro? Aiuto. Sto inpazzendo, è sicuro.
"Io quindici! E comunque no! Siamo... Ecco... Amici?"
"Si... Amici.. Diciamo che mia madre e suo padre si sposeranno."
"Bello!" esclama fermandosi Spay.
"Comunque diciannove. Tu? E perchè tre settimane sono perfette?"
"Diciotto. Vi va domani di venire ad una festa? Ecco, siete ragazzi, non siamo tantissimi in questo posto e due in più fanno piacere! Sarebe bello e vi divertireste! E poi, inaugurate le tre settimane con una serata coi fiocchi, tre settimane sono perfette per Rimorchiare." dice l'ultima frase schiacciandomi l'occhiolino  ma Liam questo non lo nota.
"Non lo so... Insomma.." sono dubbiosa.
"Potrebbe andare!" Sorride Liam.
"Magari poi ci vediamo domani pomeriggio e ne parliamo!" Afferma il moro.
"Si... Va bene!" dice Liam.
Lentamente il ragazzo dagli occhi azzurri sposta lo sguardo su di me soffermandosi un po' troppo su alcune zone. Capisco che Liam se ne accorge quando sento la stretta sulla mia mano rafforzarsi.
"Beh, abbiamo molte cose belle in questo posto ma a quanto vedo l'Inghilterra ci batte, soprattutto senparliamo di ragazze!" afferma ammiccando per poi continuare a camminare. Arrossisco.
Mio dio.... Un figo da paura che mi fa un complimento? Crepo. Ok, voglio andare a quella festa anche se un po' mi mette ansia.
Vedo con la coda dell'occhio Liam fulminare Spay. Mi sto facendo le storie mentali o veramente sembra che sia geloso? Ok, ci rinuncio. Non capisco niente.
 
 
Dopo qualche minuto passato a camminare e a chiacchierare giungiamo al villaggio.
"Da qui riuscite a ritrovare la strada di casa?" Chiede gentilmente Spay.
"Si, grazie Spay! A domani allora!" lo saluta Liam.
Dopo esserci congedati rimaniamo soli e ci dirigiamo verso la casa. Arrivati lì, senza parlare, siamo soli.
Saliamo in camera. Mi butto sul letto e lui rimane in piedi sulla porta.
"Che fai?" domando dopo un po'.
"Niente." afferma scrollando le spalle. "Pensavo."
"A cosa?" chiedo.
Rimane in silenzio mentre prende le sue robe per dormire pronto per andare in bagno. Non mi risponde, ci entra lasciandomi nel dubbio.
Finisce di prepararsi e mi preparo pure io.
 
Ora siamo sotto alle coperte, pronti per dormire.
"Comunque.... -sussurra per poi fare una pausa - pensavo a te... A te, a me... Non lo so nemmeno io."
Arrossisco di colpo e ringrazio il buio che inpedisce a lui di vedermi.
"Oh... Ehm ok..." dico tremolante.
"Notte." dico secca concludendo la conversazione con mille domande che vorrei fare ma che non faccio per non sapere la risposta.
 
****
 
"Non so cosa mettermi" sbuffo sedendomi sul letto.
"Oh, su Taylor è solo una festa. Shorts e canottiera. Semplice ma efficace!" Meredith è una donna d'oro. Posso sposarla io?
"Shorts di jeans e canottiera nera. Ok?"
"Prova, su!"
Vado in bagno a cambiarmi, indosso ciò che ho detto prima e le mie fedeli all star bianche. Mi metto a posto i capelli, leggero trucco ed esco dalla porta notando che Meredith, in camera, non è più sola.
Vedo crearsi sul viso di Liam un sorriso luminosissimo, arrossisco.
"Allora?" chiedo guardando Meredith mentre dondolo sui miei piedi.
"Perfetta! Ora andate, su!"
Sorrido leggermente in imbarazzo, prendo il telefono, lo metto in tasca e ci avviamo verso la location della festa.
"Sei carina!" si complimenta con me Liam provocando un mio rossore evidentissimo.
"Oh.. Grazie."
"Anche se arrossisci... Anzi, se arrossisci  se carina di più ancora!"
Ed ecco che il mio grado di rosso diventa come quello di un peperone maturo.
Non rispondo, accellero sentendo lui che ride.
 
 
Siamo qui da due ore, io ballo con Spay attaccato ma noto che Liam, fermo contro il muro mentre beve una coca cola, lo osserva curando minimamente ogni suo singolo movimento.
La musica si è impossessata di me, il mio corpo è incontrollato, mi sento libera. Sento due mani cingermi i fianchi e una testa appoggiarsi alla mia spalla. Due lembi di pelle umidi lasciano delle scie sul mio collo. Spay... Di colpo ritorno alla realtà: mi divincolo dalla sua presa e mi allontano di qualche passo da lui mantenendo il contatto visivo.
In un nanosecondo mi sento afferrata per un polso e Spay, con una forza per niente paragonabile a quella che oppongo, mi trascina tra la folla verso non so dove.
Cerco di liberarmi ma non riesco, ho paura. Tanta paura.
Arriviamo fuori, sul retro del locale. Non c'è nessuno, siamo solo io e lui: credo che stia per arrivare il peggio.
 
Liam's POV:
 
È impossibile, ero qui, lei era davanti ai miei occhi con quello e ora l'ho persa di vista per colpa di due biondine che sono venute a ballarmi addosso. A me non interessano loro, io voglio lei. Da quando l'ho vista sono diverso. La trattavo male, ha ragione, ma solo perchè non volevo che si affezionasse a me. Vedere Spay che ballava con lei in quel modo mi ha fatto salire il crimine, ma adesso non riesco più a vederli. Non posso permettere che succeda qualcosa.
Allungo il collo per vedere più lontano possibile da me. Cerco, cerco tra la folla con lo sguardo ma non vedo nessuno. Ma poi... Eccoli, lui la sta strattonando fuori e vedo lei, che cerca di liberarsi, con un'espressione spaventata in viso. Faccio più veloce che posso, inizio a farmi strada tra la folla per raggiungerli. Sento il battito del mio cuore aumentare, inizio a vedere offuscato a causa delle lacrime, ho paura per lei. Mentre avanzo chiudo gli occhi per ricacciare dentro la paura, non devo averne, le lacrime indietreggiano.
Ci sto mettendo decisamente troppo. Sono usciti da una porta circa due minuti fa e io non riesco ad attraversare la folla.
Passano cinque minuti e sono fuori da quel carnaio. Corro più veloce che mai verso quella porta ed esco. Non vedo nessuno ma sento dei lamenti. Un pianto interrotto da una parola ogni tanto: Liam. Ritorno a correre verso quel pianto, giro l'angolo e vedo la scena più brutta che mi si possa presentare: lei contro il muro e Spay con le mani sotto la sua canottiera mentre lei si dimena e piange.
Corro, ancora, verso loro e, con una potenza che non pensavo di avere, sgancio un pugno sulla mascella del ragazzo mentre con l'altro braccio avvolgo la schiena di Taylor. La sento mentre mi stringe impaurita. Aumento la stratta mentre grido a quella feccia di andarsene, sembra ubriaco perso e se ne va.
Rimango con lei mentre, cercando di aggrapparsi meglio a me con le braccia, cerca di smettere di piangere. La stringo a me incastrando la mia testa nell'incavo del suo collo.
"Tranquilla, ci sono io ora." sussurro cullandola. Annuisce.
La sollevo da terra prendendola in braccio. La voglio portare via da qui, in un posto tranquillo solo per lei... E me.
Aggancia le gambe al mio bacino mentre, ancora senza aver detto una parola, appoggia la sua fronte al mio collo.
Cammino per qualche minuto e poi giungo alla spiaggia, dove inizia il bosco. Non c'è nessuno. Mi siedo per terra facendo si che lei si ritrovi seduta sulle mia gambe. Quando stacca il viso dal mio collo noto che ha il mascara sbavato e così, dolcemente, la pulisco con le mie dita. Sento il suo viso innocente sotto il mio tocco, è perfetta. È proprio vero che l'amore non risparmia nessuno, insomma, lei ha quindici anni io sono prossimo ai venti e sta per diventare la mia sorellastra... Eppure io la amo, l'ho amata dall'inizio.
"Grazie Liam..." sussurra incrociando il mio sguardo.
"Non ringraziarmi.." rispondo sorridendo con il suo stesso tono di voce.
"Ho avuto paura..." ammette accoccolandosi al mio petto. Aumento la stretta "ora però va tutto bene." mormoro con la bocca attaccata alla sua testa.
Vorrei baciarla ma so che è vulnerabile e forse non le farebbe piacere.
Inizio ad accarezzare i suoi capelli ma dopo qualche secondo allontana il suo busto dal mio creando tra noi una distanza. Si ferma e mi guarda negli occhi.
"Come facevi a sapere dov'eravamo?" chiede perplessa.
"Non vi ho mai persi di vista..." risponde in parte mentendo.
"Oh... E perchè?" è ancora più perplessa di prima.
Aspetto qualche secondo prima di rispondere ma poi mi faccio coraggio, prendo un respiro profondo.
Prendo dolcemente il suo visino tra le mani appoggiando la sua fronte alla mia "non voglio sembrare stupido ma è da quando ti ho visto che provo qualcosa per te. Ti trattavo male per far si che tu mi stessi lontana ma è più forte di me. Vederti con lui mi faceva morire dentro, per questo continuavo a guardarvi e ho fatto bene. -mi fermo e sorrido- tu sei perfetta e io non voglio che tu mi scappa. Mi sento molto protettivo verso di te."
Le sue manine afferrano i miei polsi togliendo le mie mani dal contatto con il suo viso ed è in questo momento che mi accorgo che non avrei dovuto dire quelle cose. Si alza ed inizia a camminare verso la riva del mare, sopra di noi solo la luna. Si mette una mano fra i capelli, chiari e lunghi, che al leggero vento le circondano il viso in un modo indescrivibilmente fantastico.
Mi avvicino a lei ma lei non si muove.
"Non dovevo dirlo.. Scusami." dico abbassando il viso.
"No." Esclama lei girandosi. "Non... Insomma."
"Tranquilla. Non importa.. Facciamo finta che io non ab-" mi interrompe.
In un nano secondo mi ritrovo lei buttata tra le mie braccia.
Passano alcuni secondi e poi scioglie la stretta, cerca il mio sguardo che subito trova.
Mi chino verso di lei, le distanze tra noi sembrano infinite. Non indietreggia e questo mi da la forza di andare avanti con il mio intento. Pochi millimetri tra me  e lei.
Una sensazione di completezza mi pervade quando le mie labbra toccano lievemente le sue. Rimango ad occhi chiusi ma la distanza tra noi aumenta.
Lei ha lo sguardo fisso sul mio petto, forse è incredula di quanto successo o forse scandalizzata. Vorrei solo che dicesse o facesse qualcosa.
Il silenzio è troppo pesante, non ce la faccio: mi volto e inizio a camminare dov'eravamo seduti prima. Appoggio la schiena ad un grande tronco caduto, piego le gambe appoggiandovi gli avambracci e  abbasso la testa. Sento dei passi venire verso di me e quando alzo lo sguardo trovo Taylor in ginocchio tra le mie gambe.
"Posso?" Chiede timida. Annuisco tirandomi un po' su permettendole di sedersi tra le mie gambe appoggiando la schiena al mio petto.
Mi prende una mano ed inizia a giocarci fin quando non incastro le mie dita tra le sue. Lentamente gira il viso arrivando con la bocca al mio mento. Annullo le distanze tra noi: le nostre labbra combaciano e sta volta anche lei sta baciando me. Un bacio dolce e casto. Pian piano si volta e la sollevo facendo in modo che si sieda sulle mie gambe. Con le mani arriva dietro alla mia nuca e le mie sono divise, una è sulla sua bassa schiena e l'altra cinge il suo collo. Esercita pressione sul mio corpo, vuole di più. Con la lingua picchietto su un suo labbro cercando l'accesso alla sua bocca che subito arriva. Le nostre lingue danzano, brividi pervadono il mio corpo. Il suo sapore è qualcosa di unico e squisito. La amo. La amo tantissimo.
Scivolo con la schiena verso la sabbia trovandomi sdraiato sotto di lei, coperti da tutto e tutti.
"Anche io provo qualcosa per te, Liam." sussurra sulle mie labbra, sorrido sotto il suo soffio e arrivo con le mani ai suoi fianchi ma me le afferra e torna a sedersi.
"Non possiamo Liam." mormora alzandosi in piedi. La seguo e affondo di nuovo le mie labbra sulle sue.
"Dammi una possibilità."
Rimane zitta guardandosi i piedi mentre le prendo le mani portandole sulle mie spalle.
"Ti prego..."
"Liam... Liam noi stiamo per diventare fratelli! Noi... Noi non possiamo!" sibila più a se stessa che a me.
"Lo so. So che potrebbe essere una follia ma possiamo provare. Non te lo chiederei quasi in ginocchio se non ne fossi sicuro! Può funzionare!"
Scuote la testa per poi prendermi una mano. La fissa, giurerei che le stiano venendo le lacrime agli occhi.
"Forse.... -si schiarisce la voce- forse possiamo provarci..." sussurra alzando lo sguardo sorridendomi lievemente. Il mio cuore si riempie di gioia, la prendo in braccio mentre si stringe a me. Quando la riappoggio per terra i nostri sguardi si fondono. Abbasso il viso e appoggio le mie labbra alle sue convinto che sarebbe funzionata.
Quando ci stacchiamo notiamo di non essere più soli in quel luogo. Di scatto Taylor si gira sentendo una voce a lei negativamente famigliare. Alzo lo sguardo e mi trovo  Spay con altri tre ragazzi dietro.
Spingo Tay dietro di me e sento che stringe la mia maglietta, ha paura, tanta.
"Liam..." mormora. Vuole correre, correre e scappare.
"Spay vattene se non vuoi finire male!" lo minaccio.
"Liam.... Oh Liam caro, hai interrotto il mio gioco prima." dal tono mi accorgo che è ubriaco. "Ho portato i rinforzi, vedi?" sorride indicando i suoi amici.
"Liam scappiamo..." sussura Taylor alle mie spalle. Le stringo le mani per darle forza mentre mi guardo attorno cercando la direzione più adatta per scappare.
"Oh fossi in te non scapperei."
"Liam..." la voce della ragazza dietro di me mi sta dando forza, la devo proteggere.
Prendo con più forza la sua mano portando la ragazza al mio fianco.
"Che bella coppietta... Ora capisco perchè non hai lasciato che me la scopassi." A quella frase divento un fascio di nervi "sarebbe stato così... Eccitante. Già gemeva come una cagna cercando di liberarsi. Figurarsi se fossi andato oltre" ride di gusto. Sento i sospiri di Taylor, sta soffocando il pianto, non ne posso più: faccio uno scatto verso Spay colpendolo con un pugno in pieno viso. L'avessi mai fatto. Di coplo mi ritrovo addosso gli altri tre e Spay compreso. Le sto prendendo, e anche forti. Sento Taylor che grida e riesco a malapena a guardarla negli occhi.
"Basta! Liam!" urla con una disperazione tale da spezzarmi il cuore, sta piangendo.
Sono a pezzi, ho male ovunque e i colpi non cessano.
Non capisco cosa succede ma ad un certo punto vedo avvicinarsi due luci, i quattro scappano e Taylor mi viene incontro piangendo.
Realizzo che erano le guardie della spiaggia e chiudo gli occhi beadomi della quiete che ora posso percepire.
"Liam! Liam, mio dio..." sussurra Taylor cercando di tenermi seduto.
"Dio Liam mi dispiace..." dice con voce spezzata dal pianto mentre, appoggiato al tronco, ho la sua testa nell'incavo del mio collo.
I due guardiani sono davanti a noi, preoccupati per me.
"Ragazzo, stai bene?"
"Si... Si non si preoccupi.." rispondo tranquillo. Sento il labbro pulsarmi, sicuramente è rotto. Con un braccio circondo la schiena di Taylor mentre lei si scosta per potermi vedere in viso.
"Vai a prendere la cassetta del pronto soccorso." ordina uno dei due uomini all'altro.
Rimaniamo in tre.
"Come vi chiamate, ragazzi?"
"I-io Liam..."
Taylor sta piangendo e guarda l'uomo in un modo in cui sembra una bimba spaventata.
"Taylor..."
"Piacere io sono Darren. Cos'è successo? Cosa volevano quelli?"
"Me..." sussurra la ragazza incrociando il mio sguardo.
"Oh... Tu sei il suo ragazzo?"
Guardo profondamente Taylor negli occhi, lo sono? Lo sarò?
"Più o meno..." sussurra lei facendomi sorridere.
"Capisco.." Mormora l'uomo sorridendo. "Ora arriva Titus con la scatola del pronto soccorso, pazientate un po'... Giusto per sistemarti e non far allarmare nessuno più di tanto!" conclude sempre con una lieve curva in viso.
"Grazie" Sussurro riconoscente.
"Quanti anni avete?"
"Io quasi venti..."
"Quindici..."
"Siete belli insieme..." ride.
Sorridiamo, rossi in viso entrambi. "Grazie" dice Taylor asciugandosi le lacrime. Si sta calmando.
"Ecco Titus! Alla buon'ora!"
Tra qualche chiacchierata mi medicano una ferita sul sopracciglio, quella sul labbro e una su uno zigomo. Quando hanno finito ci salutano e li ringraziamo mentre, per mano con Taylor, torniamo ad incamminarci verso casa.
"Siamo soli" mormoro chiudendomi la porta alle spalle.
"Hanno lasciato un biglietto...." sussurra andando verso il tavolo.
-torniamo domani mattina, abbiamo trovato una notte su una barca in saldo, non ce la facciamo scappare!-
"Saranno allegri domani mattina." sorride pensando a quello che penso io.
"Già..." Mormoro prendendole una mano. La porto di sopra ma noto che è in leggero imbarazzo.
"Hey, tranquilla." Sorride accarezzandola.
Sorride teneramente togliendosi le scarpe, faccio lo stesso per poi sedermi sul letto. Si ferma a fissarmi mentre si lega i capelli in un'alta coda di cavallo.
"Mi consumerai a furia di guardarmi." sorrido.
"Ehm... Si... Scusa." dice imbarazzata prendendo il pigiama da sotto il cuscino e andando in bagno a cambiarsi. Dopo dieci minuti esce, struccata, più bella che mai.
"Sei bellissima" sussurro andandole affianco e mettedo una mano sul suo collo. Avvicino le mie labbra alle sue e lei ricambia il bacio. La tiro fino al letto e mi ritrovo sdraiato con lei a cavalcioni su di me. Il bacio diventa sempre più passionale ed eccitante. Inizio, dopo qualche minuto, a campiere dei movimenti con il bacino, voglio farla star bene. Spero non mi fermi.
Continuo a baciarla e a muovermi sentendola gemere e respirare affannosamente. Porto una mano all'altezza dei suoi pantaloncini. Non oppone resistenza. Sorrido sotto le sue labbra per poi tornare con le mani ai suoi fianchi. Capovolgo la situazione portandola sotto a me. Mi stupisco quando le sue manine si avvicinano ai bottoni della mia camicia nera per aprirli. Una volta che l'ho aiutata ad aprirli, porto le mie mani ai pantaloncini del suo pigiamino e glieli abbasso fino alle caviglie per fare in modo da potrle permettere di aprire le gambe. Partendo da sotto al collo le lascio una scia di baci fino alla spalla per poi alzarle la canottiera del pigiama e riprendere appena sotto al seno. Scendo, scendo ancora e arrivo all'elastico dei suoi slip. Torno alla sua altezza e la guardo negli occhi toccando con un mano il lembo di tessuto che mi separa dalla sua femminilità. Quando incrocia il mio sguardo annuisce dandomi il permesso di andare avanti con quello che voglio fare. Lentamente la mia mano scivola sotto al tesssuto e arriva alla sua intimità. La accarezzo alcune volte guardandola in viso e notando un suo rossore. Le bacio il collo mentre inizio a compiere dei cerchi con il pollice attorno al suo clitoride. Geme, e capisco che le sta piacendo. Vado ancora avanti. Mentre continuo con quei movimenti lascio che un mio dito entri in lei. Inarca la schiena e lascia un altro gemito stringendo il mio braccio che si trova sopra alla sua testa. Inizio a muoverlo al suo interno sempre più velocemente. Incollo nuovamente le mie labbra alle sue mentre con un secondo dito mi creo l'accesso per entrare ancora in lei.
 
Taylor's POV
 
Le sue labbra sono ancora sulle mie. Una sua mano è impegnata a farmi provare piacere. Con un secondo dito entra in me provocandomi anche del dolore. Gemo, gemo per il male. Le sue dita dentro me si muovono compiendo tratti alterni: a scatti vanno più in profondità e ritornano com'erano prima. Il suo pollice danza con il mio clitoride. Sento che sto per venire. E lo sente anche lui. I movimenti diventano più veloci e i suoi baci più passionali. Non mi fa venire, si ferma prima uscendo da me. Gemo contrariata afferrando la sua mano per farlo continuare. Abbassa i miei slip facendoli arrivare all'altezza dei pantaloncini. Mi sento aumentare il calore in viso quando i suoi occhi si puntarono sulla zona che prima stava toccando. Chiudo lentamente le gambe ma vengono bloccate dalle sue mani. Le riapre posizionandosi in ginocchio tra esse. Si abbassa. Mi sto eccitando solo al pensiero di quello che vuole fare. Nonostante quello che sia successo quella sera, con lui sto bene, è il primo che mi fa sentire così, non voglio fermarmi. Torna dentro di me con un dito e avvicina la sua bocca alla mia apertura. La sua lingua si appoggia contro il mio clitoride ed inizia a girargli attorno mentre un secondo dito rientra in me. Torna a compiere gli stessi movimenti di prima. Con la bocca succhia la zona più sensibile del mio corpo. Porto una mano sulla sua testa stringendogli i capelli e spingendolo più verso di me. Voglio di più. Entra con un terzo dito e si muove più velocemente di prima. Sento del calore in quella zona, sotto al suo tocco si accendono scintille e partono brividi. Una sensazione di piacere immenso pervade il mio corpo. Inarco la schiena sollevando il bacino. Gemo il suo nome mentre con l'altra mano cerca una delle mie. S'incontrano e si stringono mentre gli spasmi della goduria sono diffussi in tutto il mio corpo. Sto venendo, ed è bellissimo. Dopo qualche secondo mi ritrovo le sue labbra sulle mie e il suo respiro sul mio viso. Con una mano scende al bordo dei suoi pantaloni e li apre, anche da sotto i boxer si può vedere la sua erezione. Mi mordo il labbro realizzando che sono io il motivo di quel piacere. Mi guarda e sorride dolcemente. "Ti amo" sussurra abbassandosi i pantaloni del tutto e buttandoli sul bordo del letto seguiti dai boxer. Sento la proccupazione salire quando con gli occhi mi chiede il permesso per entrare in me. Ma voglio farlo, annuisco stringendo tra le mani la sua camicia. Prima di procedere le afferra portandole al suo collo. Sento dei brividi quando il suo membro, aiutato da una sua mano, sfiora la mia intimità. Lentamente e con molta cura di non farmi male, entra in me provocandomi dei gemiti di dolore. Mi stringo a lui per alleviare quella sensazione. Mi accarezza guardandomi negli occhi che sono lucidi. "Scusami" Sussurra baciandomi. Inizia con dei leggermi movimenti con i quali entra di più in me. Gemo ancora, sempre per lo stesso motivo e una lacrima si crea spazio sulla mia guancia. La nota e subito ferma i movimenti. "Se vuoi mi fermo." sussurra asciugandomela. "No... No, vai avanti." mormoro  con voce spezzata. "Sicura? Se è troppo presto per te dimmelo, io..." "Liam..." Sussurro accarezzandolo. "Voglio farlo..." continuo annuendo. Annuisce insicuro appoggiandosi ai suoi gomiti poggiati ai lati del mio viso. Torna a campiere dei movimenti lenti e dolci per farmi abituare alla sua presenza dentro di me. Chiudo gli occhi mentre pian piano il dolore passa. Quando sento che il male è passato del tutto faccio un movimento per farlo entrare ancora più a fondo in me. Liam percepisce e mi asseconda. I suoi movimenti diventano più profondi e man mano anche più veloci, ma pur sempre dolci e delicati. D'un tratto mi viene una pulce in testa e lo blocco "Liam." dico prendendo il suo sguardo con il mio.
"Che c'è? Ti ho fatto male?" chiede preoccupato.
"Liam... Ecco.. Il.. Ehm... Preservativo?..." domando imbarazzata.
"So controllarmi non preoccuparti..." sussurra accarezzandomi.
"Ehm.. Ok.. Ma...."
"Se ti fa sentire più sicura lo metto..." dice sorridendo.
Annuii più imbarazzata che mai... "Grazie..."
"Figurati." sussurra lasciandomi un bacio sulle labbra per poi uscire da me e  prendere il portafoglio dalla tasca dei pantaloni accartocciati sul bordo del letto.
Apre la bustina ma poi si ferma.
"Taylor..." si gira cercando il mio sguardo. "vuoi... Metteremelo tu?" chiede cercando di non imbarazzarmi.
Che faccio? Aiuto, non ho mai messo un preservativo a nessuno... Lo guardo per poi spostare lo sguardo sull'aggeggio che ha in mano.
Annuisco insicura avvicinandomi a lui. Sto tremando. Mi mette in mano il preservativo e poi mi accarezza. Abbasso lo sguardo sul suo membro. Mi mordo la bocca imbarazzata e ci avvicino le mie mani tremanti. Le nota e soffia una risata. "Rilassati...." sussurra. Faccio un respiro profondo per poi prendere delicatamente con una mano il suo membro e appoggiandoci sulla punta il preservativo arrotolato. Pian piano muovendomi con due dita lo svolgo su tutta la sua lunghezza per poi sollevare il viso e guardarlo con un sorriso dipinto sulle labbra. Sorride a sua volta afferrandomi i fianchi.
"Bene! - mormora baciandomi- dov'eravamo?" chiede sorridendo. Mi fa mettere a cavalcioni su di lui e poi, sempre con l'aiuto della sua mano, rientra in me ma sta volta non mi fa male. I movimenti aumentano velocemente e sento anche lui gemere. I colpi del suo bacino sono veloci e forti. Mi fa sdraiare come prima sopra di lui. I miei gemiti sono sempre più soffocati e il suo respiro è  sempre più irregolare. Passano alcuni minuti e poi veniamo entrambi sussurrando il nome dell'altro. Terminato quell'immenso piacere, senza uscire da me, si accascia sul mio corpo appoggiando la testa all'altezza del mio seno coperto dalla canottiera del pigiama. Gli bacio la testa mentre lui mi accarezza la spalla con due dita dolcemente.
"Ti amo Taylor."
"Ti amo Liam."
Sto bene, sto infinitamente bene e sento che lui è quello giusto. È il primo, è l'unico che sia mai stato mio. Liam, il ragazzo che odiavo ma che a dire il vero amavo con tutta me stessa, il ragazzo che non voleva diventassi sua ora è qui, al mio fianco, e abbiamo appena fatto l'amore. Sto bene, sto infinitamente bene.
"Taylor..." mi richiama sollevando il viso.
"Taylor sei mia. Di nessun altro. Ti voglio rendere felice. La più felice del mondo. Voglio che tu stia bene e ti prometto che nulla mai ci dividerà, e sai perchè?"
Sorrido incredula di quello che ha appena detto. "Perchè?"
Si avvicina perocolosamente al mio viso per poi rispondermi.
"Perchè ti amo. Sei mia." sussurra prima di baciarmi.
 
Punto di vista del Narratore:
 
Liam e Taylor non si tradirono mai. Quello che si dice Amore Sacro. Liam fu sempre fedele a Taylor e Taylor a Liam. A tre mesi dal matrimonio dei genitori, avvenuto due mesi dopo la vacanza in Grecia, confessarono a loro la loro storia e essi non la presero male, anzi.  All'età di ventisei anni per Liam e ventidue per Taylor si sposarono. Un anno dopo ebbero il primo figlio, Louis, poi altri due, Zayn e Niall. Taylor aveva sempre voluto una femmina e così, due anni dopo aver avuto Niall, provarono un'ultima volta ma andò alquanto contro le loro aspettative: due gemelli, un maschio e una femminuccia, la più piccola: Harry e Nicole.
La fortuna giocò a loro favore, morì una lontana parente di Liam e ricevettero una grande eredità, Taylor diventò una barista Part-Time al bar affianco a casa e Liam si teneva impegnato in lavoretti vari. Quado i cinque figli furono grandi ebbero parecchi nipoti e diventarono vecchi insieme.
 
All'età di ottantanove anni Liam lasciò la sua amata Taylor. Avevano vissuto una lunga storia insieme. Taylor, distrutta dal dolore, si lasciò andare, e quattromesi dopo, a ottantacinque anni, si ricongiunse all'amore della sua vita che l'aveva accompagnato per settanta lunghi anni.... e ora, per sempre.

 


----Angolo autrice----
recensite in tantiiiii <3

   
 
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