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Autore: Ellygattina    09/03/2015    1 recensioni
Che significato può avere uno strano sogno che fa rivivere a Kagome le antiche leggende del tempio in cui vive da sempre? Esiste forse un collegamento tra questo e la sua nuova situazione? Riuscirà a compiere ciò che il destino sembra avere in serbo per lei?
Eccomi qui con la mia prima fanfiction su Inuyasha, una rivisitazione che segue a grandi linee la trama originale con qualche modifica qua e là. Perdonate la penosa introduzione ma non mi veniva in mente altro. Spero comunque di avervi incuriosito e che possiate darle un'occhiata. Grazie per la fiducia e buona lettura! :)
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA per problemi personali dell'autrice.
Mi scuso tantissimo con voi lettori ma sto vivendo un momento difficile in cui ho perso l'ispirazione per questa long. Appena possibile, vi prometto però di riprenderla in mano e concluderla. Grazie per l'attenzione e la pazienza e spero a presto.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Mentre Inuyasha e Sango preparavano l'occorrente per il viaggio discutendo tra loro dell'arrivo di Kagome e delle informazioni che aveva portato, la vecchia Kaede guidò la ragazza ai piedi dell'albero sacro Goshinboku.
Una volta arrivate, l'anziana donna le spiegò come richiamare il suo potere per usarlo in caso di pericolo.
La fanciulla si concentrò e subito sentì il familiare calore scorrerle nelle vene. Presto vide anche una strana luce lilla e per un attimo si spaventò, ma la sacerdotessa le disse di non preoccuparsi perché quello non era altro che il suo potere spirituale venuto a galla.
Kagome riaprì quindi gli occhi lentamente, e per la prima volta da quando era arrivata nel passato, si sentì di nuovo più sicura di sè.
"Forse non sarà così difficile come pensavo" si disse sollevata guardando la luce che le brillava tra le mani.
Dal canto suo, la vecchia Kaede la osservava stupita. Quando la ragazza era entrata nella sua capanna sulle spalle di Inuyasha, aveva capito subito che era dotata di un enorme potere, ma erano davvero poche le persone in grado di richiamarlo in così poco tempo facendolo brillare con una tale intensità al primo tentativo. Improvvisamente, rivide in un lampo Kikyo da bambina. Anche lei era stata fin dall'inizio un'allieva molto promettente, la migliore che avesse mai avuto, ma allora avrebbe potuto solo sognarselo un simile risultato. Per arrivare a tanto, aveva dovuto lavorare parecchio e il fatto che Kagome, al primo tentativo, fosse già stata così brava, la faceva ben sperare per la lotta contro Naraku. Forse quella sarebbe stata la volta buona per ucciderlo...
"Basta così, Kagome. Complimenti!" disse nel frattempo e la ragazza si girò verso di lei con espressione stanca ma felice.
Per farla riposare, l'anziana sacerdotessa le insegnò a riconoscere alcune erbe medicinali che avrebbero potuto essere utili durante il viaggio e di nuovo la fanciulla seppe stupirla. Imparava molto in fretta e presto fu in grado di preparare da sola alcuni semplici infusi.
Certo, quelli erano solo i primi rudimenti che da soli non sarebbero bastati a fare di lei una brava sacerdotessa, ma erano già qualcosa, e la vecchia Kaede cominciava a capire perché Kikyo avesse deciso di coinvolgerla. Nonostante fosse indubbiamente inesperta nella lotta contro i demoni infatti, Kagome era comunque dotata di uno speciale intuito e più volte la donna ebbe il sospetto che in fondo la giovane sapesse già cosa fare prima ancora che glielo dicesse.
L'impressione si rafforzò quando le insegnò come usare i suoi poteri in combattimento.
La ragazza ebbe qualche difficoltà a impugnare correttamente l'arco e a tenderlo fino in fondo, ma quando scagliò la prima freccia, questa si conficcò saldamente nel tronco scelto come bersaglio lasciandosi dietro una grossa scia luminosa testimone della potenza del colpo.
Kagome osservò ansimando il suo operato e fece qualche altro tentativo per imparare a calibrare bene la sua forza e migliorare la mira.
Ogni volta, la vecchia Kaede si complimentava con lei correggendo gli errori e ricordandole di tanto in tanto di fare una pausa per non crollare a terra sfinita esultando però dentro di sè per la bravura di quella ragazza venuta dal futuro. Non sapeva ancora come avesse fatto Kikyo a sapere della sua esistenza e a "chiamarla" da un'altra epoca, ma era sempre più convinta che la sua fosse stata la scelta più saggia per liberarli finalmente dalla malvagità di Naraku e della sfera. Se tutto fosse andato come doveva, la giovane e insicura Kagome avrebbe fatto grandi cose per il mondo intero.
Dopo qualche ora passata nella foresta per un primo, sommario addestramento, le due tornarono al villaggio, dove trovarono ad attenderle Sango e Inuyasha.
Il tempo di un pasto veloce, e il gruppo potè finalmente partire con la benedizione della vecchia Kaede e degli abitanti venuti a salutarli.

Mentre Inuyasha e gli altri partivano, Kikyo riprese lentamente i sensi. L'ultima cosa che ricordava era un colpo a tradimento di Naraku che l'aveva sbattuta contro il muro facendola svenire e la nuova situazione non le era per niente chiara. Solo una cosa era certa: non era più in una cella. Al risveglio infatti, la giovane sacerdotessa aveva avvertito sotto di sè la morbida consistenza dell'erbetta fresca e profumata e il piacevole tepore del sole primaverile sul corpo dolorante e intirizzito.
Turbata da quella consapevolezza, la ragazza si era tirata su di scatto scoprendo di essere seduta su un prato pieno di fiori in una splendida radura illuminata dal sole che faceva capolino tra le foglie.
Il canto gioioso degli uccellini e il piacevole gorgoglio dell'acqua di un torrente avrebbero dovuto allietarla, ma Kikyo, pur apprezzando il luogo, non poteva proprio goderne la bellezza. Dov'erano finiti Kohaku e i nemici? Come aveva fatto ad arrivare lì? Che l'avessero lasciata andare di proposito? Molto probabile, ma perché? Naraku l'aveva in pugno ormai quindi... che motivo aveva di lasciarla andare?
Confusa e spaventata dagli sviluppi, riuscì in qualche modo a rimettersi in piedi e a muovere qualche passo incerto seguendo il corso del torrente nella speranza di raggiungere presto un villaggio.
Il luogo era tranquillo, fin troppo per i suoi gusti, ma non riusciva a capire dove si trovasse, e conoscendo Naraku, aveva paura che quella fosse l'ennesima trappola. Cosa aveva architettato questa volta quel mostro?

Nel frattempo, qualcuno osservava la scena ghignando. Si trattava di un mezzodemone con sembianze umane con lunghi e ondulati capelli neri, la carnagione chiara e gli occhi rossi.
Davanti a lui c'era invece una bambina con i capelli bianchi come la neve, la pelle lattea e un vestitino candido. La si sarebbe potuta scambiare per una bambola se non fosse stato per il volto inespressivo e gli occhi neri che le davano un'aria molto triste. La piccola stava ferma e zitta limitandosi a reggere con entrambe le mani uno strano specchio circolare tutto lavorato in cui si vedeva Kikyo che si muoveva circospetta nella foresta armata dell'arco e delle frecce che aveva trovato accanto a sè.
Naraku osservava la scena soddisfatto mangiando con gli occhi la ragazza e leccandosi le labbra con espressione diabolica come se pregustasse chissà quale piatto prelibato e la bambina dovette fare uno sforzo per non rabbrividire. Non voleva che lui si accorgesse di quel che provava in quel momento...
Il malvagio mezzodemone fu sul punto di dire qualcosa ma in quel momento la porta si aprì di colpo lasciando entrare Kagura con un'espressione furiosa.
"Posso sapere per quale motivo hai lasciato andare quella donna?" chiese irata arrivando al suo fianco.
Naraku si girò lentamente verso di lei con uno sguardo indecifrabile prima di domandarle con un sorriso di scherno se ci fosse qualcosa che non andava.
La donna demone si irrigidì per un attimo temendo di aver osato troppo, ma la rabbia era ancora molto forte. Non sopportava di essere usata in quel modo senza nemmeno sapere cosa gli passasse per la mente. Era una delle ragioni per cui desiderava un giorno liberarsi di lui, ma doveva comunque stare attenta a non farglielo capire, o sarebbe stata la sua fine.
"Direi proprio di sì, Naraku" rispose seria cercando di controllarsi. "L'avevamo in pugno, e dopo aver corso tanti rischi per catturarla quando era sola, mi hai detto di portarla in quella radura lasciandole vicino le sue armi con le quali avrebbe potuto colpirmi in qualsiasi momento visto che fino al suo risveglio ho dovuto assicurarmi che non si avvicinasse nessuno" spiegò rabbiosamente con le braccia incrociate sul petto.
"Per quale motivo ciò ha suscitato la tua ira? Sai bene che tu non puoi morire" rispose con calma il mezzodemone guardandola di sottecchi.
"Sì, certo, ma... vorrei solo capire perché hai deciso di lasciarla andare con la sfera. Non sarebbe stato meglio portargliela via finché era nelle nostre mani?" tentò di nuovo la donna, sperando di ottenere di più con un approccio diverso.
Naraku però scoppiò a ridere senza degnarla di una risposta.
"Come siamo impazienti, Kagura! Voglio solo divertirmi un altro po' con lei e con il caro Inuyasha, e anche con la sterminatrice. Puoi stare tranquilla che quel gioiello sarà presto nelle nostre mani, ma anche loro devono pagare per averci ostacolato, e io so già come punirli" disse alla fine lanciando un'occhiata a qualcuno che si trovava nell'ombra a qualche metro da lui, e finalmente la donna demone sorrise soddisfatta per aver ottenuto ciò che voleva.

Intanto Inuyasha e gli altri camminavano in silenzio nella foresta ciascuno immerso nei propri pensieri.
Improvvisamente, Kagome si fermò e nello stesso momento anche Kirara, la demone gatto fedele compagna di Sango, emise uno strano verso e saltò giù dalle braccia della ragazza assumendo con un ringhio la sua forma demoniaca.
"Kagome! Kirara! Qualcosa non va?" chiese preoccupata la sterminatrice, già in allarme per lo strano comportamento delle due.
"Sento... una presenza malvagia" sussurrò la ragazza spaventata. Era il suo primo combattimento e la paura le aveva già fatto dimenticare quello che la vecchia Kaede le aveva spiegato la mattina. L'aveva detto lei che non era adatta a quel compito!
"Al demone ci penso io! Tu proteggi Kagome!" gridò subito Inuyasha estraendo la spada e correndo tra gli alberi.
La sterminatrice annuì e insieme a Kirara prese posto accanto alla ragazza ormai nel panico. Secondo i suoi poteri spirituali infatti, le presenze malvage adesso erano decisamente più di una e si stavano avvicinando molto rapidamente...
Si voltò per dirlo a Sango, ma la ragazza era già partita all'attacco con il suo Hiraikotsu per fermare i demoni che spuntavano numerosi dagli alberi.
Con un colpo preciso, l'arma della sterminatrice ne uccise parecchi, ma più se ne abbattevano, più sembravano arrivarne.
A qualche metro da loro, il mezzodemone cercava di aiutarle, ma era già impegnato contro un grosso demone molto coriaceo e veloce che a un certo punto lo fece volare contro un albero con una zampata.
"Inuyasha!" gridò Kagome spaventata cercando di correre verso di lui, ma un gruppo di disgustosi demoni somiglianti a vermi troppo cresciuti le sbarrò subito la strada.
La ragazza si fermò un attimo e in un lampo di coraggio, impugnò l'arco che le aveva dato Kaede. Fece un respiro profondo mentre cercava di prendere la mira, ma le mani le tremavano così tanto che era praticamente impossibile riuscirci.
"Oh, andiamo, stamattina era così facile! Perché adesso non ci riesco?" pensò disperata, sforzandosi di fermare quel tremito che la rendeva decisamente vulnerabile.
Dopo qualche secondo di panico, con i demoni sempre più vicini, la ragazza chiuse gli occhi e lasciò partire il colpo.
Li riaprì giusto in tempo per vedere la freccia purificarne di striscio un paio di quelli più periferici e Kirara che si metteva rapidamente in mezzo per eliminare gli altri.
Inuyasha e Sango sospirarono di sollievo dalle loro postazioni mentre Kagome, sia pur sollevata per lo scampato pericolo, si sentì fortemente in colpa e arrabbiata con se stessa.
Quella mattina, secondo Kaede, aveva messo a segno degli ottimi colpi che in battaglia avrebbero potuto salvarle la vita, ma adesso che era davvero importante centrare il bersaglio, c'era qualcosa che la bloccava.
Uno strano verso di Kirara, morsa da una di quelle bestiacce, la fece tornare alla realtà. La ragazza si riscosse e incoccò un'altra freccia preparandosi a scagliarla con aria decisa, ma per quanto si sforzasse, i demoni si spostavano velocemente mettendo a dura prova la sua mira.
Kagome perse presto la nozione del tempo mentre cercava di eliminare quanti più demoni possibili con il prezioso aiuto di Kirara, ma a un certo punto un urlo di Inuyasha la fece voltare di scatto.
Il mezzodemone era finalmente riuscito a eliminare il suo potente avversario e stava cercando di raggiungerla quando era stato nuovamente bloccato e ferito, ma questo non gli aveva impedito di scorgere il pericolo alle spalle dell'apprendista sacerdotessa sempre più esausta e impossibilitata ad accorgersene.
La giovane si era girata subito nella direzione giusta ma non aveva fatto in tempo a prendere la mira perché un demone l'aveva colpita facendole perdere nella caduta la presa sull'arco.
Kagome alzò una mano per allontanarlo da sè ma aveva già usato troppa energia e la debole luce lilla che brillò per un attimo davanti ai suoi occhi, sembrò solo irritare maggiormente la strana creatura.
I suoi compagni urlarono il suo nome esortandola a togliersi subito di lì per avvicinarsi a Kirara visto che loro non sarebbero mai riusciti a raggiungerla in tempo, ma lei, troppo stanca anche solo per alzarsi, anziché cercare di scappare, si coprì il volto con le braccia rannicchiandosi su se stessa.
Prima che i demoni potessero farla a pezzi però, furono bloccati con degli ofuda e un ragazzo vestito di viola le si mise davanti.
"Aggrappatevi a qualcosa! Ci penso io a loro!" gridò, sciogliendo un rosario che portava arrotolato intorno al polso e alla mano destra.
Il gruppo obbedì confuso e subito il posto fu spazzato da un vento fortissimo che fece sparire in un attimo i pochi demoni rimasti.
Quando la situazione tornò alla normalità, si girarono tutti verso il nuovo arrivato che stava rimettendo al suo posto il rosario prima di dirigersi a passo svelto verso le ragazze ora vicine.
Una volta liberata dai suoi avversari infatti, Sango era corsa da Kagome per assicurarsi che lei e Kirara stessero bene mentre Inuyasha rimetteva via la spada.
"Si può sapere chi sei, bonzo?" chiese subito il mezzodemone, diffidente.
Il monaco, un bel ragazzo con gli occhi blu e i capelli neri legati in un codino, lo degnò appena di uno sguardo.
"Sei un mezzodemone, vero?" chiese sbrigativo. "Non preoccupatevi, belle fanciulle. Vi proteggerò io da quell'essere malvagio" disse poi rivolto alle ragazze prendendo loro le mani. Le guardò un attimo negli occhi e con la massima naturalezza domandò: "Mi fareste l'onore di diventare le madri dei miei figli?".
Kagome lanciò un gridolino imbarazzato e inorridito mentre Sango si limitò a incenerirlo con lo sguardo preparandosi a schiaffeggiarlo con tutte le sue forze, ma prima che potesse anche solo avvicinare la mano, il monaco mollò la presa per massaggiarsi la testa violentemente colpita da un poderoso pugno.
"Che ti salta in mente, bonzo depravato? Guarda che dovevi rispondere a me, non fare simili proposte a loro!" gridò Inuyasha furibondo.
"Fammi capire bene... Tu vorresti impedirmi di occuparmi di queste due splendide fanciulle?" chiese l'altro in tono calmo e sorpreso ma leggermente minaccioso.
"Certo che voglio impedirtelo! Non pretenderai che le lasci a un maniaco come te!" esclamò esasperato il mezzodemone.
"Attento a quello che dici o te ne pentirai amaramente!" ribatté il ragazzo, per nulla intimorito.
"Noi non abbiamo alcun bisogno di essere protette, e per vostra informazione, Inuyasha è nostro amico" si mise in mezzo Sango, preoccupata che i due potessero azzuffarsi.
"Non posso crederci! Una sterminatrice che difende un demone?" sussurrò il monaco sorpreso, fissando la ragazza come se fosse una gemma rara e dal valore inestimabile. "Siete stata imprudente a offrire il vostro amore a una creatura del genere, dolcissima fanciulla. Permettetemi di scortarvi fino al villaggio più vicino per assicurarmi che non ne approfitti per farvi del male" continuò poi dopo un attimo di silenzio prendendole di nuovo gentilmente le mani e guardandola intensamente negli occhi.
Sango, imbarazzata e furiosa, assunse un'intensa tonalità di rosso affrettandosi a interrompere quel fastidioso contatto e Inuyasha, da parte sua, fu sul punto di esplodere.
Prima che il mezzodemone potesse farlo a pezzi però, Kagome, sia pur timorosa, si mise in mezzo.
"Scusi se la interrompo, signor monaco, ma si sbaglia. Inuyasha è buono ed è davvero nostro amico. Ci sta solo aiutando a compiere una missione importante... che temo però di non poterle spiegare" disse, lanciando di tanto in tanto occhiate interrogative ai suoi compagni in cerca di conferme.
Il monaco la scrutò attentamente soppesando la sue parole. La situazione era molto strana e sospetta, ma la ragazza di fronte a lui sembrava sincera e anche la sterminatrice aveva difeso il compagno dai capelli argentati.
"E così tu saresti un mezzodemone che aiuta gli umani, giusto?" chiese, osservando Inuyasha con espressione seria e concentrata.
"Proprio così" rispose il ragazzo torvo, ancora furibondo per le accuse che gli erano state ingiustamente rivolte. In realtà avrebbe dovuto esserci abituato, ma quel genere di situazioni lo ferivano sempre. Odiava la nube di sospetto che l'aveva accompagnato fin da bambino...
"Potrei sapere in cosa consiste questa importante missione?" domandò poi il monaco guardandoli intensamente uno dopo l'altro. Qualcosa gli diceva che quello strano gruppetto fosse finito sulla sua strada per una ragione ben precisa.
"Temo che non potremo dirle di cosa si tratta ma la ringrazio di cuore per avermi salvato la vita" disse Kagome esitante dopo qualche secondo, concludendo con un bel sorriso.
"E' stato un piacere aiutarla, splendida fanciulla. Per voi farei qualunque cosa" cominciò il ragazzo avvicinandola a sè e tenendola avvinta con i suoi occhi del colore del mare.
Lei deglutì e balbettò confusamente qualcosa prima di lanciare uno strillo acutissimo sentendo una mano che le toccava il sedere.
"Ma è impazzito per caso?!" esclamò sconvolta mentre Inuyasha lo allontanava malamente dalla compagna con un violento strattone.
"Ti senti bene, Kagome?" chiese subito Sango preoccupata ma sul punto di scoppiare a ridere per l'espressione della ragazza ancora sotto shock.
"Che ti è saltato in  testa, bonzo pervertito?! Sparisci subito da qui prima che ti faccia a pezzi!" lo minacciò il mezzodemone a pochi centimetri dal suo volto.
"Non è il caso di scaldarsi tanto, amico. Non potevo sapere che lei fosse la tua donna, ti  chiedo scusa" balbettò l'altro spaventato. Era abituato a fare così con ogni bella ragazza che incontrava, ma non gli era mai capitato di ricevere reazioni simili. Non si poteva dire che quelle fanciulle non fossero interessanti, e tutto sommato, forse anche il loro compagno non era poi tanto male. Dopotutto, le aveva difese emtrambe e solo una poteva essere la sua eventuale fidanzata.
"L-Lei non è affatto la mia donna, ci mancherebbe altro!" stava intanto dicendo Inuyasha con voce strozzata, rosso come la sua veste. Non sapeva neanche lui per quale motivo avesse reagito in quel modo ma non provava assolutamente niente nè per Kagome nè per Sango, questo era certo.
"Come no?!" si stupì il monaco rialzandosi da terra tutto impolverato e dolorante per lo spintone datogli inavvertitamente dal mezzodemone sconvolto. "Vorresti dire che nessuna di loro ti interessa in quel senso?".
"Certo che no!" gridò Inuyasha inorridito.
"Meglio così. Vorrà dire che sceglierò io per primo" ribattè l'altro tranquillamente girandosi di nuovo per tornare dalle ragazze a qualche metro di distanza ma voltandosi, quasi si scontrò con una furiosa Sango, che non aveva affatto gradito quei discorsi.
"Tu non sceglierai proprio nessuno, onorevole monaco" annunciò decisa sottolineando bene l'aggettivo con espressione ironica. "Ti ringraziamo per aver salvato la nostra compagna ma adesso vattene. Come ti abbiamo già detto, abbiamo da fare e non possiamo perdere altro tempo" concluse seria.
Lui la guardò attentamente, colpito dal tono e dai dolci lineamenti di lei, e decise di continuare a insistere. Non poteva lasciarsi sfuggire la sua unica occasione di conoscere meglio una ragazza così bella e diversa da tutte quelle che aveva incontrato fino a quel momento. Nessuna donna finora era mai riuscita a tenergli testa in quel modo e la sua sola vicinanza gli faceva aumentare i battiti cardiaci mandandolo in confusione. Cosa gli stava succedendo?
"Non l'hai sentita? Vattene finché sei in tempo, abbiamo da fare noi!" disse Inuyasha afferrandolo di nuovo per i vestiti per allontanarlo da Sango.
A quel punto il monaco si riscosse e giocò la sua ultima carta.
"E' mio dovere aiutare le persone in difficoltà e da ciò che ho visto prima, in una zona pericolosa come questa non avete possibilità di farcela" disse, lanciando un'occhiata a Kagome ancora esausta e alle vesti insanguinate di Inuyasha. "Non siete in grado di affrontare un viaggio in queste condizioni e tra non molto sarà buio. Permettetemi di scortarvi almeno fino al villaggio più vicino" concluse serio guardando negli occhi il mezzodemone.
"A proteggerle basto io. Tu continua pure per la tua strada" replicò quello con un ringhio. Iniziava a non sopportare più quel monaco impiccione ma forse non aveva tutti i torti...
"Il monaco ha ragione, Inuyasha, e temo che saremo costretti a fermarci prima del previsto. Kirara è ferita" disse Sango tenendo in braccio la compagna, che, perse le sue sembianze demoniache, emetteva strani versi mentre si leccava il pelo.
"Mi dispiace, Sango, scusami, è tutta colpa mia" disse Kagome dispiaciuta alzandosi subito dal tronco su cui si era seduta per riposare.
"Tranquilla, non è niente di grave" cercò di rassicurarla la sterminatrice con un mezzo sorriso intuendo la sua domanda successiva.
"Ne sei sicura?" chiese l'altra dubbiosa, sentendosi tremendamente in colpa mentre anche Inuyasha si avvicinava per dare un'occhiata.
"Sì, ma faremmo meglio ad accamparci per poterla curare come si deve. Non erano demoni potenti per fortuna ma il veleno è comunque entrato in circolo e bisogna neutralizzarlo" le spiegò la ragazza e Kagome annuì tristemente mordendosi un labbro preoccupata. Checchè ne dicessero i compagni, Kirara si era comunque fatta male per difendere lei.
"Accidenti, ho dimenticato di guardare se nel bosco c'era un po' di quell'erba che neutralizza il veleno nei demoni! Quella che ho qui non mi basta!" esclamò Sango preoccupata e arrabbiata con se stessa dopo aver frugato nella sua sacca. Troppo presa dalla preoccupazione per il fratello e la difficile missione che avrebbero dovuto affrontare per salvare lui e Kikyo, aveva scordato una cosa fondamentale e adesso a pagarne le conseguenze sarebbe stata la sua adorata compagna. Quell'erba purtroppo era molto rara e l'unico campo spontaneo che conosceva era a poche ore di cammino dal villaggio e non era sicura che Inuyasha sarebbe riuscito a raggiungerlo prima che fosse buio. E ora?
"Se non sbaglio è questa l'erba che ti serve, vero?" chiese il monaco chino su di lei sventolandogliene davanti una piantina.
"Sì, ma..." disse la ragazza, stupita e imbarazzata.
"Allora prendila, la tua amica ha bisogno di aiuto" concluse lui sollevandosi e gettandogliela in grembo.
"Sicuro che posso prenderla?" insistette lei.
"Certo. Io ne ho molta con me" rispose il monaco.
"Allora ti ringrazio. Vuol dire molto per me..." sussurrò Sango arrossendo leggermente e abbassando subito gli occhi.
"Figurati. Si vede che tieni molto a quel demone gatto e sono contento di esserti stato utile in qualche modo" disse lui sorridendo dolcemente mentre le gettava un'ultima occhiata da sopra la spalla prima di rivolgersi a Inuyasha.
"Allora, adesso lo accetti il mio aiuto?" chiese serio.
Il mezzodemone lo osservò sospettoso per un po' cercando gli sguardi delle compagne chine su Kirara, le quali annuirono in silenzio.
"D'accordo, verrai con noi fino al villaggio ma sta' bene attento a ciò che fai. Toccale un'altra volta e sarà l'ultima azione della tua vita" disse minaccioso dopo aver fatto un gran sospiro. Gli costava ammetterlo, ma forse la presenza del monaco avrebbe potuto essere d'aiuto. La lotta contro quel dannato demone lo aveva sfiancato anche se si sarebbe ripreso in fretta e Sango da sola non sarebbe riuscita a difenderli tutti in caso di guai. Su Kagome purtroppo, almeno per il momento, non avrebbero potuto contare.
"Venite. Venendo qui ho visto una radura che fa al caso nostro. Potremmo fermarci lì" disse il monaco, e il resto del gruppo lo seguì.
Pochi minuti dopo, raggiunsero il posto indicato e Sango adagiò subito Kirara sull'erba vicino al ruscello per medicarla con l'aiuto di Kagome mentre i ragazzi rimediavano dei pesci per la cena.


Angolo autrice:
Ciao a tutti! Innanzitutto volevo scusarmi con voi per questa lunga attesa, ma purtroppo è un periodo non molto facile per me in cui a volte mi capita di non avere nessuna voglia di scrivere, e come se non bastasse, la mia ispirazione mi ha giocato un simpatico scherzetto facendomi venire millemila idee per nuove storie in vari fandom tranne che per questa. Fortunatamente però, negli ultimi giorni sono riuscita a mettere giù qualcosa di decente anche qui e oggi ne ho approfittato per pubblicare il nuovo capitolo che spero sia stato di vostro gradimento. Non so se riuscirò a mantenere una simile lunghezza anche per i prossimi, ma farò il possibile. Se non altro, ora che il viaggio è finalmente iniziato, dovrebbero essere un po' più densi di avvenimenti!
Per quanto riguarda questo invece, spero di essere riuscita a rendere bene i caratteri dei personaggi perché ho molti dubbi, ma questo dovrete dirmelo voi se vi va. :)
Per la gioia di KagomeNoTaisho e, mi auguro, anche degli altri, come avete visto, finalmente è entrato in scena anche Miroku, che ha già portato un po' di scompiglio nel gruppo. Mi ha divertita moltissimo quella parte e spero tanto di avervi fatti sorridere almeno un po'. Nel prossimo capitolo succederanno un po' di cose e spero di riuscire a scriverlo tutto questa settimana, ma preferisco non sbilanciarmi sulla data di pubblicazione. Farò comunque il possibile per non far passare troppo tempo però, promesso. :)
Oltre ai soliti ringraziamenti per chi recensisce o semplicemente continua a leggere la mia storia, faccio anche gli auguri (purtroppo in ritardo) a tutte le donne e le ragazze sperando che ieri abbiano passato una bella giornata. So bene che il giorno giusto era ieri, ma la connessione internet mi ha boicottata e ci tenevo comunque (sono un po' pazza a volte, lo so :P).
Arrivederci al prossimo capitolo (o almeno spero) e buona settimana.
A presto!
Ellygattina


P.S: Non conosco i nomi delle piante e non ricordo se nel manga o nell'anime ci fosse qualcosa in proposito, ma mi sembra che da qualche parte dicesse che demoni e umani usano erbe diverse per curarsi e ho pensato che quella nominata qui potesse avere effetti diversi per gli uni e per gli altri, motivo per cui Miroku, al contrario di Sango, ne aveva invece una bella scorta.    
  
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