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Autore: Umiko    09/03/2015    11 recensioni
"Lotus Hotel, il paradiso al giusto prezzo".
Nico sviene davanti al Lotus Hotel e viene ospitato dal suo gestore, Percy.
Ma sarà davvero un paradiso?
***QUESTA FANFICTION E' UNA TRADUZIONE. TUTTI I DIRITTI VANNO ALL'AUTRICE ORIGINALE. LINK ALL'INTERNO.***
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Anche stavolta ho cercato di metterci meno tempo possibile c:
In questo capitolo troverete tanta musica ed esibizioni (le canzoni citate sono Young Blood, The Naked and Famous e Perfection, dal film Black Swan, che vi consiglio di ascoltare durante la lettura).
Vi ringrazio all'infinito per le bellissime recensioni! Qui i link della fanfiction originale e dell'autore: Children of Loss, Chapter 13 e XTheSonofHadesX.
Buona lettura :3

*




























Nico guardò la sveglia. Erano da poco passate le dieci, e sapeva di doversi alzare. Sbadigliò e passò una mano sotto le coperte, dandosi una sistemata a livello di boxer. Stava diventando un evento abituale per lui sognare il suo capo, come la notte precedente, ed era davvero una cosa frustrante. Perchè Percy non faceva semplicemente sesso con lui? Forse sarebbe dovuto andare da uno dei Bambini Sperduti.
Nico sospirò e portò le gambe giù dal letto. Si sedette e si passò una mano nei capelli disordinati. Nonostante avesse ammesso che i Bambini Sperduti erano piuttosto attraenti, desiderava ardentemente che la sua prima volta fosse con Percy. Il problema era che Percy stava diventando estremamente testardo a riguardo.
Nico lasciò la camera da letto per preparare i cereali. L'ora di colazione era ormai passata, ma non gli importava. Con quei ritardi notturni, dormiva e mangiava quando poteva. Allungò una mano verso l'armadietto e tirò fuori una tazza. Prese la sua scatola di cereali preferita e un cucchiaio, versandoli nella tazza.
Il suo problema con Percy stava peggiorando, lo sapeva. Ogni singolo giorno, era come se i suoi sentimessi crescessero. Stare accanto a Percy era diventato inebriante, per lui. Il tempo passato con il ragazzo dagli occhi verdi era sempre abbondante. Ma Percy non voleva arrendersi, e la cosa confondeva Nico.
Percy pasticciava con tutti i Bambini Sperduti, tranne lui. Perché? Voleva mantenere intatta l'innocenza di Nico, e lui sapeva che lo faceva per il suo bene, ma perché? Forse per lui Nico non era sessualmente attraente. Magari lo vedeva più come un fratello. Nico ridacchiò. Non poteva essere così. Apollo lo trattava come un fratello, ma aveva comunque espresso il suo desiderio di portarselo a letto.
Nico sospirò e si lasciò cadere sul divano con la tazza di cereali. Percy era, e probabilmente sarebbe rimasto, un mistero, per Nico. Non si spiegava, perciò Nico non avrebbe mai conosciuto le risposte alle sue domande. Non c'era modo di ottenerle con i Bambini Sperduti. Potevano essere una famiglia, adesso, ma Nico sapeva a chi era diretta la loro lealtà più profonda.
Anche loro erano un mistero. Da che parte stavano veramente? Probabilmente dalla loro. Si fingevano una famiglia stretta per la maggior parte del tempo, ma quando si trattava di Percy o del piano superiore, diventavano competitivi l'uno con l'altro. Era un gioco, o la realtà? Sarebbero rimasti uniti, o si sarebbero venduti a vicenda? Nico immaginò che solo con il tempo si sarebbe scoperto.
Afferrò il telefono, sbadigliando contemporaneamente. Doveva vestirsi e andare da Percy. Divorò il resto dei cereali e gettò la ciotola nel lavandino. Corse rapidamente in bagno e aprì la doccia. Era questo il suo problema. Non sapeva se stesse correndo per non far arrabbiare Percy per un eventuale ritardo, o perché era impaziente di vedere il ragazzo dai capelli neri.
Nico si fece velocemente la doccia, uscendo e afferrando un asciugamano. Tornò in camera e cominciò ad asciugarsi. Aprì l'armadio per prendere dei vestiti, notando la propria figura nello specchio. Era ancora strano vedersi così. Gli era sembrato di stare in mezzo alla strada a morire di fame per un'eternità. Ora, invece, stava meglio di quanto era mai stato in vita sua, e doveva anche ammettere di essere attraente.
Fece cadere l'asciugamano, facendo scorrere gli occhi sulla carnagiorne pallida, senza trovare una singola imperfezione. Era bello, osservarsi in quel modo. Quando era appena arrivato lì, non riusciva nemmeno a guardarsi di sfuggita, e adesso era un sollievo notare di aver recuperato il proprio corpo. Si lasciò sfuggire un sospiro e prese dei vestiti da indossare durante la giornata dall'armadio. Si affrettò a prepararsi; presto raggiunse la porta.
Trovò Luke che aspettava davanti all'ascensore; il biondino roteò gli occhi quando lo vide avvicinarsi. - Oh Dio, proprio chi volevo vedere appena sveglio - mormorò.
- Nemmeno incontrare te, appena svegli, è tanto piacevole - ribatté Nico.
Luke rise aridamente. - Divertente. Ci sono un sacco di persone che desiderano la mia attenzione.
- Non riesco a capire perché, sei caloroso quanto l'Antartica.
Luke ghignò e spinse Nico contro il muro, tenendogli le mani sopra la testa. - Alle persone piace essere dominate, Nico. Non dimenticartelo - fece le fusa nel suo orecchio, facendo contorcere il ragazzo più piccolo sotto il suo sguardo intenso.
Finalmente arrivò l'ascensore e Luke lo lasciò libero, salendo a bordo. Picchiettò con il piede, premendo il pulsante per tenere la porta aperta. Nico arrossì ed entrò. Luke premette il pulsante del settantesimo piano, ma Nico fece un passo avanti per premere quello del sessantottesimo.
- Fai visita al capo? - chiese Luke.
- Voleva che andassi a trovarlo. Apollo gli ha detto qualcosa su Dioniso.
Luke tese le spalle al nome del barista paffuto, una reazione che rese Nico perplesso. Luke non sembrava il tipo che si faceva preoccupare da qualcosa. - Sta' lontano da lui - mormorò, distogliendo lo sguardo da Nico.
- Che cosa fa?
Luke scosse la testa. - Apollo ti ha detto di non accettare nulla da lui? - ringhiò. Nico annuì. - Bene. Non farlo.
L'ascensore si aprì al piano di Percy, ma Nico restò fermo e fissò Luke per un momento. ll biondino sbirciò nella sua direzione, socchiudendo gli occhi. Nico si morse il labbro e uscì dall'ascensore, guardando il biondino alle sue spalle mentre le porte si chiudevano. - Che... strano - mormorò Nico, continuando a camminare verso l'ufficio di Percy. L'unico momento in cui Luke si era comportato in maniera decente con lui era stato durante le lezioni, ma adesso aveva appena reagito come Apollo la sera prima.
Aprì la porta dell'ufficio di Percy, trovando Leo dietro la scrivania. - Ehi, Nico - lo salutò Leo.
- Ehi - replicò Nico, lanciando un'occhiata alla scrivania di Rachel. - Dov'è Rachel?
- Fuori a svolgere delle commissioni per Percy. Allora, cosa posso fare per te?
- Percy voleva vedermi per discutere delle regole di questo posto.
Leo annuì, mordendosi le labbra. Tornò a guardare il computer e cominciò a digitare. - Sì, ho sentito di ieri sera.
Nico inclinò la testa di lato. - Cos'hai sentito, esattamente?
- Niente di importante.
Nico sospirò. - Quindi, Percy è in ufficio?
Leo annuì. - Sì, è lì dentro... - Nico si diresse verso la porta. - ...ma c'è anche Calipso, al momento.
Nico gelò, la mano che afferrava il pomello. - Oh - mormorò, le guance che si facevano calde. Non aveva intenzione di vedere Percy con un altro Bambino Sperduto.
- Puoi accomodarti - ridacchiò Leo, indicando una delle sedie accanto all'entrata dell'ufficio. Nico annuì e si avvicinò per sedersi. - Allora... sembra che tu non sia stato così onesto con me, la prima volta che ci siamo incontrati.
Nico guardò Leo, confuso. - Cosa intendi?
- Mi hai detto di non avere una cotta per Percy, ma secondo gli altri, ce l'hai.
Le guance di Nico si fecero ancora più rosse. - Lo sanno tutti?
Leo ridacchiò. - Sì, lo sanno tutti, ma non preoccuparti. Avere una cotta per Percy è un evento normale per la maggior parte delle persone, quando arrivano. Di solito la superano, verso questa fase. Beh, resta sempre l'attrazione fisica, ma non... insomma, lo sai. Meglio smettere di vaneggiare - mormorò Leo.
Nico sorrise, nascondendo gli occhi dietro la frangia. - Anche Percy lo sa?
Leo sorrise, tornando a digitare. - Sì, anche Percy.
- E quindi, cosa ne pensa?
- Non posso risponderti, Nico - gemette Leo. - E' una cosa di cui dovete parlare tu e Percy. In realtà, non sono sicuro di cosa ne pensi, nessuno di noi lo è. Attualmente, sembra confuso.
- Cosa intendi?
Leo aprì la bocca per replicare, ma la porta di Percy si spalancò e Calipso uscì, aggiustandosi il top. Incontrò gli occhi di Nico e gli fece un breve occhiolino mentre se ne andava. Percy apparve sull'entrata, con il braccio appoggiato allo stipite. - E' arrivato qualche messaggio? - chiese a Leo.
Leo scosse la testa. - No, ma c'è Nico, qui, che vuole vederti - replicò.
Percy guardo Nico, sorridendo e annuendo in direzione dell'ufficio. Nico si alzò e si incamminò dentro; Percy gli chiuse la porta alle spalle. Nico guardò il divano, immaginando che fosse stato usato per la "discussione di affari" di Percy e Calipso, notando le impronte che sparivano lentamente dalla superficie.
Il rossore tornò quando incontrò gli occhi di Percy, accomodandosi velocemente e silenziosamente su una sedia di fronte alla sua scrivania. Percy inarcò un sopracciglio mentre si accomodava sulla propria sedia. - C'è qualche problema, Nico? - domandò.
Nico scosse la testa. - N-no - balbettò.
- Sicuro? Perché sembri un po' nervoso.
Questo perché era nervoso. Anche se Nico non sapeva se fosse per quello che era appena successo in ufficio o per il suo sogno della notte precedente. - Sto bene.
Percy lo guardò, scettico. Sospirò e si abbandonò sulla sedia, appoggiando i piedi sulla scrivania. - Beh, ho bisogno di chiarire alcune cose con te - cominciò. - Come già sai, non ci sono molte regole da queste parti, ma ci sono delle cose che devi sapere. Ti parlerò di fumo, alcol, sesso e droga.
- Ok? - disse Nico, esitante, senza sapere perché fosse necessario parlarne.
Percy si strofinò la faccia. - D'accordo. Personalmente, non mi interessa se uno dei Bambini Sperduti fuma, ma è piuttosto malvisto. Io non lo approvo, per ragioni di salute, quindi diciamo che è malvisto.
- Beh, io non fumo.
Percy sorrise. -Lo so, era giusto per dire. Poi, abbiamo il sesso. Come ben sai, il sesso fa parte degli affari, da queste parti, ma per i Bambini Sperduti è anche qualcosa di divertente da fare tra di loro. Inoltre, è così che negoziano le ore con me. Perciò, non mi interessa se fate sesso, ricordatevi solo di usare le precauzioni. Se ne avete bisogno per questo, ve le concedo, ma sono vietate per tutto il resto. Sappi solo che questo non è il posto adatto per trovare un parter monogamo.
- Lo so - mormorò Nico, guardandosi il grembo.
- Purtoppo, siamo così. Per quanto l'alcol sia concesso, probabilmente ti lascerò bere, solo non adesso. Gli altri lo usano come meccanismo di sfogo, e non penso che tu ne abbia ancora bisogno. Questo è l'unico motivo per cui viene usato, qualcosa che aiuti i nervi e allievi il dolore. Perciò, se ne avrai bisogno, te lo concederò, ma solo in quel momento - dichiarò Percy. - E in generale, non permetto a nessuno dei Bambini Sperduti di bere troppo o di cadere nell'alcolismo.
Nico annuì.
Le labbra di Percy si abbassarono in un cipiglio. - Infine, ecco la grande regola. E' l'unica regola completamente forzata da queste parti. Non tollero, in nessuna circostanza, l'uso di droghe tra i Bambini Sperduti. Sono stato chiaro?
- S-sì - replicò Nico.
L'espressione di Percy era quasi spaventosa. Non sembrava arrabbiato, ma era così serio che fece venire i brividi. I suoi occhi erano socchiusi e Nico non riuscì a fare a meno di notare che assomigliava ad un serpente. - Sono serio, Nico. Nessuna droga. Non è concessa.
- Non ne prenderò mai, giuro. Prometto di non disubbidire.
L'espressione di Percy si alleggerì, il corpo si rilassò e il sorriso tornò sul suo viso. -  Lo terrò a mente - disse, facendo l'occhiolino. - Allora, com'è stata l'esperienza di ieri sera?
- Diversa - confessò Nico.
- Ci vorrà un po' per abituarti, ma penso che te la caverai, lassù.
Nico sorrise, le guance che arrossivano di nuovo. Percy gli sorrise. - Grazie - mormorò Nico. Si morse le labbra per un istante prima di parlare ancora. - Posso chiederti una cosa su Dioniso?
Il sorriso di Percy svanì all'istante, il volto ricoperto da un'ombra. Nico deglutì e si accomodò di nuovo sulla sedia, cercando di mettere distanza tra lui e Percy. - Cerca solo di tenere al minimo le tue interazioni con lui.
Nico annuì velocemente. Ovviamente, non gli avrebbero detto nulla riguardo quell'uomo, ma Nico non era sicuro di voler andare in giro a ficcanasare come faceva di solito. Ogni volta che il nome dell'uomo veniva fuori, tutti si innervosivano.
Percy sospirò e si alzò. Allungò una mano verso Nico, ma il ragazzo esitò nell'afferrarla. Percy ridacchiò e prese la sua mano. - Non voglio farti del male, Nico. Sto solo cercando di prendermi cura di te - spiegò Percy. Aiutò Nico ad alzarsi, e il ragazzo dai capelli corvini finì molto vicino al suo petto solido. Lanciò un'occhiata al suo viso, notando che gli occhi verdi di Percy lo stavano fissando intensamente. Spostò la frangia di Nico dalla sua faccia. - A volte penso che sei troppo curioso per preoccuparti del tuo bene - sussurrò Percy.
Nico si morse il labbro. - E' tutto così confuso, qui. Voglio solo capire le cose.
Percy annuì. - Lo so, e sono sicuro che presto avrai tutte le risposte. - Si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio. - Cerca solo di essere pronto quando ti saranno date. - Si allontanò di nuovo e gli sorrise. - Ora, dobbiamo andare di sopra. C'è qualcosa che ti aspetta.
Nico inclinò la testa di lato, fissando Percy, confuso. Percy gli sorrise semplicemente e gli arruffò i capelli, aprendo la porta e dirigendosi fuori. Nico sbuffò e lo seguì; entrambi fecero un cenno a Leo quando gli passarono davanti.
Quando raggiunsero il piano di sopra, Nico trovò tutti i Bambini Sperduti, tranne Hazel, Ottaviano e Silena, già presenti. Al centro c'era Rachel, con un grande pasticcino in mano. - Ch-che succede? - chiese Nico.
- Volevamo darti il benvenuto nella nostra famiglia, Neeks! - esclamarono i gemelli. Nico sbatté le palpebre per un istante, alzando lo sguardo verso Percy.
- Beh, ieri sera c'è stata la tua iniziazione e l'hai superata a pieni voti, quindi adesso sei ufficialmente un Bambino Sperduto - spiegò Percy, spingendo Nico in avanti.
Rachel sorrise e passò il pasticcino a Nico; sulla cima c'erano le lettere "BS", scritte con la glassa. Nico sorrise. - Grazie - mormorò. I suoi occhi si spalancarono quando il gruppo si avvicinò a lui, stringendolo in un enorme abbraccio di gruppo. Nico gemette e si contorse in mezzo a loro, cercando di mantenere intatto il pasticcino. Saltò quando qualcuno gli pizzicò il sedere, cercando di riconoscere il colpevole, ma fu incapace di individuarlo.
Quando un paio di braccia si avvolsero intorno a lui, tirandolo fuori dalla calca, Nico urlò. Percy ridacchiò. Passò un dito sul pasticcino di Nico e lo leccò, facendogli l'occhiolino. - Beh, Nico può godersi il suo pasticcino, ma voi dovete tornare a lavorare - ordinò Percy.
Tutti i Bambini Sperduti brontolarono, facendo il muso, ma si diressero sul palco; Nico seguì Percy mentre si accomodava alla cabina della sera prima. Scivolò accanto al direttore dagli occhi verdi, guadagnandosi un paio di sguardi torvi dagli altri. Rachel si unì a loro, passando a Percy qualche documento e sussurrandogli di certi affari dell'albergo. Nico prese un morso del suo pasticcino, tenendo gli occhi fissi su Percy, notando i suoi capelli neri che gli cadevano davanti agli occhi mentre leggeva le carte.
Partì una musica e i Bambini Sperduti cominciarono lo stretching. Percy prese il pasticcino di Nico e diede un morso, guadagnandosi un broncio. - Trovatene uno tuo - mormorò Nico quando gli fu riconsegnato il pasticcino.
Percy ridacchiò. - Non vuoi condividere il tuo cibo con me, Nico? - chiese con un sorrisetto. Nico lo guardò in malo modo e tornò a concentrarsi sul palco.
Quando la canzone cominciò, i Bambini Sperduti presero a muovere il corpo in modo seducente. I suoi occhi indugiarono sul fondoschiena di Will, mentre il biondino si chinava per toccare il pavimento. Notò che Nico lo stava osservando e si schiaffeggiò il sedere, facendogli l'occhiolino. Nico distolse gli occhi, sentendo tornare nuovamente il rossore. Erano tutti d'accordo per farlo fuori, decise.
- Mi aspetto che tu sappia ballare come loro per venerdì - disse Percy, senza alzare lo sguardo dalle carte.
- Esattamente come loro? - sussurrò Nico.
Percy annuì, lanciandogli un'occhiata quando gemette. - Rilassati, Apollo è un ottimo insegnante di danza. Andrai bene. Potrei farti cominciare anche stasera, se preferisci.
Nico annuì. - Non sono un gran ballerino, quindi sarà meglio usufruire di tutto l'aiuto possibile - confessò.
Percy si chinò verso di lui per sussurrargli qualcosa all'orecchio. - Non preoccuparti. Sono sicuro che sarai molto appagante da guardare. - Percy si fece sfuggire un soffio di fiato sul collo di Nico e lambì il lobo del suo orecchio con la lingua. Si rimise diritto con una risatina, notando le guance rosse di Nico. - Sei troppo facile da stuzzicare, Nico - disse, tornando al suo lavoro.
- Sei una perfida presa in giro - mormorò Nico. 
Percy e Rachel condivisero una risata. - Beh, se Rachel non fosse qui a bombardarmi di lavoro, forse sarei più propenso ad ascoltare la tua richiesta - scherzò Percy.
Rachel alzò un sopracciglio. - Ha. Non ti ha. E' successo solo una volta, e non è stata nemmeno una mia idea.
- Non sono sicuro di voler sentire questa storia - li interruppe Nico.
Percy gli sorrise. - Come vuoi - disse.
Le ore passarono e Nico si ritrovò nella stanza di Apollo e Will con i proprietari, Reyna, Travis e Hazel. Avevano optato per il servizio in camera, dato che l'albergo era troppo affollato per il fine settimana. Semplificava le cose anche per loro, secondo Reyna, a causa del fitto programma che dovevano seguire.
- Allora, hai realizzato tutto, Nico? - chiese Hazel, prima di dare un morso all'insalata.
- Um. Più o meno, credo. E' ancora un po' surreale, per me - confessò Nico.
- Ti sentirai così per tanto tempo - disse Travis.
Nico si voltò verso Apollo, che sedeva accanto a lui. - Quindi, lo spettacolo di stasera sarà mozzafiato?
- Sì - ridacchiò Apollo. - Dovresti prestare attenzione specialmente all'apertura.
- Percy ti ha già parlato delle mie lezioni anticipate? - chiese Nico, mettendo in bocca la pasta. Apollo annuì, la bocca momentaneamente piena di cibo. - Vuoi cominciare non appena finiamo?
Apollo ghignò. - Oh, non finirai fino a che non mi sarò occupato di te - disse, seducente.
Nico cominciò a tossire, le guance tinte di rosa. - Aw. Lascia stare il piccolo - disse Hazel, sorridendo all'imbarazzo di Nico.
- Dovrò stare nei paraggi per queste lezioni? Perché sembrano qualcosa di cui vorrei far parte - lo prese in giro Will, facendo l'occhiolino. Nico rise nervosamente.
Apollo diede una gomitata alla spalla di Nico. - Stiamo solo scherzando, amico. Non vogliamo mica molestarti.
- A meno che non interessino quel tipo di cose - aggiunse Will.
Apollo roteò gli occhi. - E' solo divertente prenderti in giro.
- Lieto di essere fonte di divertimento - mormorò Nico.
Reyna sospirò. - Smettetela di torturare quel poverino, comincio a dispiacermi per lui - si lamentò. - Tra voi ragazzi, non capisco come possa restare così pallida, la sua faccia.
Travis avvolse un braccio intorno alla gamba di Nico, appoggiando la testa sulla coscia. - Aw, ma non riusciamo a resistere, non abbiamo mai avuto un tipo innocente tra di noi - piagnucolò.
- E sono tutti impazienti di rompere la sua innocenza, a quanto pare.
- Hai detto che volevi che fosse più simile a noi - mormorò Will, con il cibo vicino.
Reyna gli lanciò un'occhiata odiosa. Nico restò in silenzio tra i due. Will alzò le spalle, senza nemmeno spostare lo sguardo dal cibo a Reyna.
Hazel si schiarì la gola. - Penso sia meglio andare. Non dobbiamo fare tardi - ricordò loro.
Il viaggio verso il piano di sopra fu completamente silenzioso e imbarazzante, per Nico. Arrivarono al piano di sopra, trovandolo momentaneamente deserto. Nico seguì gli altri, imbarazzato, mentre andavano dietro le quinte per cambiarsi. Il resto dei Bambini Sperduti che avrebbe lavorato di sopra era già presente, e aveva quasi finito di vestirsi. Nico fu sorpreso di trovare Luke vestito con lo stesso costume della sera prima. Reyna e Hazel attraversarono una porta aperta, che Nico immaginò portasse al camerino delle ragazze.
- Pensavo che si fosse esibito ieri - disverso Luke. - Oh, sì, è così che funziona. Perché credi che diventiamo competitivi per gli orari? Siamo piuttosto spietati quando si avvicinano i fine settimana affollati, e quelli che si impegnano di più finiscono per ottenere una serata extra sul palco - spiegò Apollo. - Io mi esibirò anche domani sera, per esempio.
Nico annuì, guardando Travis mentre si svestiva; Luke gli passò il costume da giullare. Apollo si sfilò la maglietta oltre la testa, guadagnandosi l'attenzione completa di Nico sui suoi addominali.
Apollo ridacchiò. - Ti è permesso toccare - disse, con un sorriso abbagliante.
Nico lo fissò in viso, esitante. Apollo roteò gli occhi e afferrò la sua mano, appoggiandosela sul ventre. Nico si morse le labbra, facendo scivolare la mano sui muscoli del biondo. - Hai, uh, un bel fisico - mormorò Nico.
- Grazie - ridacchiò Apollo, sbottonandosi i pantaloni. Nico ritirò la mano mentre Apollo se ne restava lì, indossando solo uno Speedo. - Aw, Nico, ti rendo nervoso? - Apollo mise il broncio e batté le ciglia.
Nico sbuffò e incrociò le braccia sul petto. - No.
Apollo sorrise e afferrò il suo costume. - Dovresti toglierti quei vestiti - disse.
Nico annuì, liberandosi dai vestiti, ma tenendo gli occhi fissi su Apollo mentre si cambiava. Il costume di Apollo era piuttosto semplice, paragonato ad alcuni degli altri. Aveva delle calze bianche e trasparenti, che, lasciate così, non davano spazio all'immaginazione. Si infilò la maglietta, anch'essa mostrante il suo corpo. Era fatta di piume nere e pizzo, divise a metà petto a rivelare i suoi addominali. Ghignò verso Nico ancora una volta prima di infilarsi la maschera della sera prima.
- Cosa dovresti essere? - chiese Nico.
Apollo sorrise e passò a Nico la sua maschera. - Vedrai. Mi esibirò con Talia. Penso che ti piacerà.
Beckendorf si avvicinò, avvolgendo le braccia intorno alle spalle di Nico. - Ho paura di doverti rubare questo qui, biondino - ridacchiò.
Apollo annuì. - Prenditi cura di lui, stanotte, amico, e ricorda quello che ti ho detto - disse.
Beckendorf annuì. - Lo so. Me ne occupo io.
Nico si lasciò guidare da Beckendorf attraverso la porta, oltre la quale Ottaviano li stava aspettando. - E' quasi ora. Stavo cominciando a chiedermi se fosse stato necessario un tovagliolo per pulire la tua bava mentre fissavi Apollo - ronzò Apollo.
Nico sbuffò, mentre lui e Beckendorf superavano l'entrata e venivano notati da alcuni dei clienti arrivati. Nico alzò lo sguardo su Beckendorf. - Cosa intendevate tu e Apollo? - chiese.
Beckendorf lo fissò dall'altro con un caldo sorriso. - Niente, non preoccuparti - lo rassicurò. Nico si accigliò verso il muscoloso Bambino Sperduto, nel frattempo che entravano nel locale bar. Lì avevano incontrato le ragazze, quella sera, ma anche Dioniso era già sulla sua sedia, impegnato a bere del liquore.
- Ah, è tornato il nuovo arrivato - disse l'uomo paffuto, rivolgendosi a Nico, mentre si accomodava sul divano.
- Sarà qui tutto il fine settimana - mormorò Beckendorf, prendendo posto accanto a Nico, tra lui e Dioniso.
- Beh, allora sono fortunato. - L'uomo prese a scavare nel portafoglio. - Ah, a proposito... immagino che tu possa consegnare qualcosa per me, giusto?
Beckendorf ringhiò e Nico si accorse che gli occhi di Ottaviano si socchiudevano, diretti a Dioniso. - Cosa ti ha detto Percy? - grugnì Beckendorf.
- E' solo per un cliente - disse innocentemente Dioniso, tirando fuori un piccolo borsellino chiaro e sigillato, le dita chiuse intorno al suo contenuto.
- Conosci la regola - lo derise Ottaviano. - Te ne dovrai occupare da solo.
- Ma non sarebbe meglio per gli affari se venisse consegnato da una piccola dolce creatura, invece che da me?
- Fallo da solo. Se glielo chiedi di nuovo, avviserò Percy - lo avvertì Beckendorf.
- Bene, toglimi tutto il divertimento - sospirò Dioniso.
La porta si aprì e le Bambine Sperdute entrarono nella stanza. Presero subito le posizioni di Ottaviano e Beckendorf e smisero di parlare di qualunque cosa stessero discutendo prima. - Che succede, piccolo? - chiese Silena.
- Questa cosa ha chiesto a Nico di svolgere il suo lavoro per lui - abbaiò Beckendorf.
- Le tue parole sono così offensive, Charles - disse Dioniso con un cipiglio.
Silena si sedette sul grembo di Beckendorf, sorridendo a Nico. - Ignoralo, è quello che facciamo tutti - sussurrò. Nico annuì.
Zoe si accomodò accanto a Nico, spostandosi i capelli dietro le spalle. - Beh, non metterti troppo comoda, presto dobbiamo tornare indietro - le ricordò Reyna.
- Bene, qui l'aria si è fatta repellente - sbuffò Ottaviano.
- Muovetevi a tornare - esclamò Dioniso mentre se ne andavano.
Nico afferrò un bloc-notes e una penna, guardando curiosamente gli altri. Perché provavano tutti avversione per Dioniso? Persino Percy sembrava avere un certo odio per quell'uomo. Perché lo teneva nei paraggi? Nico cercò di valutare l'umore degli altri dopo che si erano allontanati dall'uomo, ma adesso che avevano messo le maschere, era difficile capirlo senza guardarli.
Stava prendendo un'ordinazione quando arrivò Percy. Gemette tra sé e sé, tornando a guardare l'uomo che stava ordinando. Gli altri Bambini Sperduti si incamminarono verso Percy, e Nico seppe che quella sera sarebbe stato inutile tentare. Significava che sarebbe stato pronto la sera dopo.
Sorrise al cliente mentre tornava nella sala bar, passando al barista paffuto il pezzo di carta. Dioniso sorrise e guardò l'ordinazione, gli occhi che saettarono sulla porta quando entrò Silena. - Grazie, Nico - disse Dioniso.
- Um. Grazie? - replicò Nico, un solco tra le sopracciglia. - Faccio solo il mio lavoro.
- Oh, ma ti stai impegnando così bene per adattarti, al contrario di Silena, qui. - Nico guardò la ragazza dai capelli neri che si innervosiva. - In effetti, molti degli altri hanno avuto qualche problema quando sono arrivati.
- E' abbastanza, Dioniso - sibilò Silena.
Dioniso batté le palpebre. - Cosa?
Silena sbuffò e ficcò la sua ordinazione in mano all'uomo. Dioniso sorrise e tornò ad occuparsi di quella di Nico. Nico non era sicuro di cosa fare, con quei due così tesi nei propri confronti, perciò restò semplicemente fermo, strofinandosi il braccio, imbarazzato.
Dioniso fece scivolare il vassoio con l'ordinazione di Nico verso il ragazzo dai capelli neri, con un sorriso. Nico ricambiò il sorriso nervosamente, sfiorando Silena mentre se ne andava. Mentre chiudeva la porta, sentì che Silena cominciava a sgridare l'uomo. Si accigliò alla porta chiusa e continuò verso il suo tavolo, cercando di liberare la mente da quanto era appena accaduto.
Consegnando l'ordinazione, le luci si spensero e Nico si fermò per guardare il palco. Le tende si aprirono; i due specchi che la sera prima ero stati appesi sul soffitto, adesso penzolavano su un grosso muro nero sistemato sul palco. I lumi sul palco si accesero, diventando l'unica fonte di luce del locale. Nico ridacchiò mentre partì la canzone "Young Blood" dei The Naked and Famous. Gli specchi si aprirono e Travis e Piper si precipitarono fuori. Apollo, Luke, Talia, Will, Annabeth e Hazel cominciarono ad uscire dagli specchi, ricordando a Nico le figurine dei carillon mentre volteggiavano per il palco.
Nico fissò Apollo, guardandolo mentre saliva sulle punta e faceva una piroetta. Il biondo si muoveva con una grazia tanto perfetta che Nico non riuscì ad impedirsi di invidiarlo. Sarebbe finito per inciampare e cadere faccia a terra quando sarebbe arrivato il suo momento di salire lassù. I ragazzi e le ragazze si divisero verso le ali disparate del palco; Apollo e Talia restarono al centro, roteando in modo aggraziato. I vestiti di Talia erano abbinati a quelli di Apollo, e Nico comprese immediatamente il tema. Talia indossava un tutù da ballerina nero, che non copriva molto delle sue parti inferiori. Era ricoperta di piume nere, proprio come Apollo. Indossava una corona nera e d'argento sulla testa.
Nico sorrise, chiedendosi su quale canzone si sarebbero esibiti entrambi più tardi. Luke afferrò Annabeth mentre la bionda faceva una capriola all'indietro, aiutandola ad eseguire il movimento con grazia precisa. Travis allungò le mani davanti al viso, spingendo in avanti la parte superiore del corpo e oscillando la testa da un lato all'altro. Piper e Hazel avevano degli ombrelli, che facevano roteare e poi oscillare verso il pubblico.
I vestiti cominciarono a cadere, rivelando porzione dopo porzione la carne ai clienti affamati. Will si inarcò al momento perfetto durante la canzone, portandosi il braccio prima alle spalle e poi in aria. Altri vestiti presero a sparire, mentre la musica continuava. Nico si concentrò di nuovo su Apollo, mentre lui e Talia si muovevano come le figurine di un carillon a cui li aveva paragonati dopo averli guardati. Dovevano aver provato quel numero molte volte, perché si stavano muovendo in perfetta sincronia.
La canzone terminò e i Bambini Sperduti si diressero fuori dal palco, un applauso che scoppiava nel locale. Era davvero una bella apertura, pensò Nico; Apollo aveva ragione. E concordava anche sul fatto che l'esibizione dei ragazzi sembrava divertente.
Nico tornò alla sala bar per posare dei bicchieri e consegnare un'altra ordinazione. Per sua sorpresa, era riuscito ad entrare nella stanza senza essere seguito. Stavolta Dioniso non disse molto; prese l'ordinazione di Nico con un sorriso e un luccichio negli occhi. 
- Allora... cosa intendevi, prima? - disse Nico, lanciando un'occhiata alla porta.
- Oh, nulla - replicò Dioniso, occupandosi dell'ordinazione senza guardarlo. - Solo che Silena, Butch, Reyna e Luke non erano così bravi appena arrivati.
- Perché no?
Dioniso guardò Nico con la coda dell'occhio, sorridendo tra sé e sé. - C'è una ragione diversa per ognuno di loro. Butch è cresciuto per la strada, quindi non era una persona tanto socievole appena arrivato. Luke, d'altra parte, era arrabbiato quando lui e Ottaviano vennero qui. Scattava contro chiunque tentasse di toccare suo fratello. Reyna era un caso simile a Butch; non andava molto d'accordo con i clienti.
- E Silena? - chiese Nico.
- Caro, dolce Nico... sei davvero curioso quanto mi hanno detto - ridacchiò Dioniso. - Una storia per un'altra volta, magari?
Nico sospirò e annuì, prendendo le bevande pronte dall'uomo con la faccia rossa. Almeno aveva scoperto qualcosa, e non sarebbe stato costretto a chiedere ad uno dei Bambini Sperduti. Aveva un senso, credeva. Con quello che sapeva, riusciva ad immaginare Reyna e Luke che facevano quelle cose. Non conosceva il passato di Luke, ma da ciò che sapeva su Reyna, era tutto realistico. Fu sorpreso di scoprire che Butch era cresciuto in mezzo alla strada, comunque. Si chiedeva se Percy e Butch fossero legati a causa di questo.
Avrebbe voluto chiedere a Luke qualcosa del suo passato, ma date le sue interazioni passate con il biondo, dubitava che Luke sarebbe stato disponibile a raccontarglielo. Silena era il vero mistero, da quanto aveva capito. Perché era stato difficile adattarsi, per lei? C'era ancora così tanto che Nico non sapeva dei Bambini Sperduti; anche se immaginava che ci sarebbe voluto tempo prima che fossero tutti disposti ad aprirsi.
Dirigendosi verso il prossimo tavolo, mise su un sorriso luminoso. - Buonasera, gentiluomini - salutò i tre signori seduti al tavolo, agganciando il dito al giro vita dello Speedo e allargandolo di un centimetro. L'uomo mosse le sopracciglia e tirò fuori il portafoglio, passandogli una banconota da cinque. - Assicurati di tornare facendo la stessa cosa - ordinò il biondo.
Nico sorrise e fece l'occhiolino. L'uomo accanto al biondo, con i capelli rossi e una piccola barba sul mento, si schiarì la gola. - Io prendo un Gin Tonic - disse, e Nico annuì, scribacchiando l'ordinazione.
Nico si rivolse al terzo uomo, bruno e con qualche traccia di grigio che iniziava ad apparire tra i capelli ricci. - Io voglio tre bicchierini di vodka, per favore - disse, fissando le gambe lisce di Nico.
- E lei, signore? - chiese Nico, voltandosi nuovamente verso il biondo.
- Io prendo un Malt Scotch, e dì a Dioniso di uscire e portare la mia ordinazione speciale. Digli che sono il signor Barkman - disse il biondo con un sorriso.
Nico annuì e si diresse nella sala bar, trovando Ottaviano nella stanza. Ottaviano batté le palpebre mentre aspettava che Dioniso si occupasse dell'ordinazione. Nico si avvicinò e fece scivolare il pezzo di carta verso Dioniso.
- Grazie, Nico - dichiarò Dioniso.
- Oh, il signor Barkman è qui e ha richiesto la sua ordinazione - lo informò Nico, inclinando la testa di lato. Dioniso gli lanciò un'occhiata con il solito sorrisetto prima di fissare Ottaviano, che ricambiò lo sguardo dell'uomo paffuto.
Dioniso annuì. - Digli che sarà fuori in un minuto.
- Niente pressione sul ragazzo? - lo derise Ottaviano.
- Ottaviano, mi sorprendi. Perché mi trattate tutti così male? Cerco solo di aiutare - si accigliò Dioniso.
- Cazzate - brontolò Ottaviano, le mani che agguantavano le bevande che Dioniso aveva appena terminato di preparare. Non se ne andò, però. Restò fermo mentre Dioniso cominciava a preparare l'ordinazione di Nico, guardando di traverso la parte laterale del suo viso.
- Non devo portargli io l'ordinazione? - chiese Nico.
Dioniso ghignò e passò a Nico il vassoio di bevande. - Oh, saresti di grande aiuto, Nico... - disse Dioniso, ma Ottaviano si schiarì la gola. - ...ma me ne occuperò io.
- Guardati le spalle, signor D - lo minacciò Ottaviano prima di incamminarsi verso la porta per aspettare Nico. Nico aggrottò le ciglia verso il barista, sentendosi un po' dispiaciuto per l'uomo. Perché lo trattavano tutti in quel modo? Sembrava così gentile.
Si voltò e si avvicinò ad Ottaviano, seguendolo nel locale. Tornò al suo tavolo e passò le bevande ai tre uomini. Loro tirarono fuori il portafoglio e sventolarono delle banconote per Nico. Nico ridacchiò, cercando di nascondere il disagio mentre uno di loro infilava i soldi nel girovita dello Speedo.
Nico lanciò un'occhiata al tavolo di Percy, dove Ottaviano si stava occupando di lui. Il biondo stava dicendo qualcosa e nessuno dei due ne sembrava contento. Gli occhi di Percy saettarono su Nico per un breve istante prima di tornare al biondino di fronte a lui. Si sventolò una mano davanti agli occhi, facendo capire ad Ottaviano di non voler più discutere della questione. Nico si accigliò e guardò Ottaviano che andava via, catturando il suo sguardo per una frazione di secondo.
Nico riportò l'attenzione sul palco mentre la musica ricominciava. Questa volta, Apollo, Luke e Will erano sul palco, indossando solo maschere e Speedo. Cominciarono a pavoneggiarsi per il palco e a flettere i muscoli, voltandosi e mostrando il sedere alla folla.
- Il trio biondo - ridacchiò Beckendorf. Nico si voltò per guardare il ragazzo alto. - Dato che abbiamo pochi biondi, il gruppo cambia di tanto in tanto per inserire anche Ottaviano, ma di solito sono quei tre a stare insieme.
Nico guardò i loro corpi che si muovevano, mordendosi inconsciamente il labbro inferiore. - Quindi, ci sono dei gruppi che si esibiscono insieme? - chiese, incapace di spostare lo sguardo dal palco mentre Will si trascinava a tentoni.
- Sì. Io e Butch, i fratelli, i biondi, Piper e Silena, Zoe e Talia. Di solito stanno insieme anche Annabeth e Talia. - Nico si leccò le labbra mentre Apollo si schiaffeggiava il fondoschiena, un'espressione di pura seduzione sul viso. - Nei grandi weekend, Apollo e Talia, Luke e Annabeth e io e Silena facciamo un'esibizione, di solito.
La canzone finì; i biondi si crogiolarono nell'attenzione del pubblico. Will incontrò gli occhi di Nico e gli fece l'occhiolino. Nico arrossì e si voltò verso Beckendorf, rivolgendo un sorriso al ragazzo dalla pelle scura prima di andare via.
L'esibizione successiva doveva essere quella che Apollo aveva detto di guardare, perché lui e Talia si incamminarono sul palco. Nico gli sorrise mentre sentiva cominciare la musica. Gli sembrava familiare. I due cominciarono a muoversi lentamente; Apollo fece scorrere una mano sul petto di Talia, mentre lei si lasciava cadere sul suo braccio. La gamba di Talia scattò in aria e Apollo la fece roteare con grazia. Nico riconobbe la canzone, "Perfection" dal film Black Swan. Finalmente la sua mente collegò il loro abbigliamento. Quello di Talia era la replica esatta di quello che Natalie Portman indossava nel film, mentre quello di Apollo era la versione maschile del costume.
Apollo lasciò che Talia si allontanasse, ondeggiando e portando il corpo avanti e indietro. Si avvicinò a lei e poggiò le mani sui suoi fianchi, sollevandola in aria. Talia avvolse una gamba intorno alla vita di Apollo e lui inarcò il corpo verso il pavimento prima di sollevarla di nuovo. La lasciò andare, e lei cominciò a fare piroette con gran forza.
Apollo fece una bolla con la gomma mentre Talia volteggiava. La ragazza cominciò a muoversi come un cigno, sbattendo le braccia in aria. Era davvero un'esibizione ipnotizzante, e adesso Nico sapeva perché Apollo gli aveva detto che lo spettacolo gli sarebbe piaciuto. Aveva ragione. Era come se avesse incorporato le sue lezioni di danza sul palco.
Apollo sfilò il vestito di Talia; pizzi e seta caddero a terra mentre prendeva in braccio la ragazza, portandosi il suo braccio destro sul collo. Quando la lasciò andare, lei gli sfilò la maglietta, rivelando al pubblico il suo petto delizioso. Nico gemette tra sé e sé, osservando le unghie di Talia che raschiavano sugli addominali del biondo.
I due cominciarono a girare, inizialmente con le braccia sulla testa; poi presero ad abbassarle lentamente, sfilandosi un altro indumento. Il top di Talia cadde a terra, così come fecero le calze di Apollo. Mentre il volume della musica si abbassava, i due rallentavano; Talia corse verso Apollo, che la sollevò oltre la propria testa, sfilando le sue calze con la mano.
Il pubblico sembrò davvero apprezzare l'elegante esibizione; i due ricevettero una standing ovation per la performance. Apollo e Talia mandarono dei baci ai clienti adorati, prima di intrecciare le dita con quelle dell'altro e tornare dietro le quinte.






Nico si ritrovò in un ascensore affollato, con il resto dei Bambini Sperduti, tutti premuti conto Luke e Piper. Quando l'ascensore si aprì sul piano, riuscì finalmente a liberarsi dallo spazio stretto. Le ragazze si diressero in fondo al corridoio, facendo un cenno ai ragazzi e sbadigliando, mentre entravano nelle rispettive stanze. Luke, Ottaviano e Beckendorf furono i primi a chiudersi in camera; i primi due si diressero verso la camera sulla sinistra, mentre Beckendorf raggiunse la sua, sulla destra. Will e Travis continuarono a camminare verso il fondo del corridoio, mentre Apollo si fermò con Nico alla sua porta. 
- Pronto per cominciare? - chiese Apollo con un sorrisetto.
- Immagino di sì - sospirò Nico. Il suo corpo era esausto, ma sapeva che sarebbe stato meglio fare una lezione in anticipo. Infilò la chiave nella fessura e i due entrarono nella suite. Apollo appoggiò il portafoglio e il telefono sull'isola della cucina prima di voltarsi verso Nico.
- Non spaventarti, Nico, il mio è un modo divertente di imparare a ballare.
- E' di questo che ho paura - mormorò Nico.
Apollo ridacchiò e avvolse il braccio intorno alla vita di Nico, guidandolo in salotto. Spinse il tavolino da caffé di Nico fuori portata, in modo da fare un po' di spazio. - D'accordo, per stasera la farò breve. Sono sicuro che tu sia stanco, così come lo sono io, e vogliamo entrambi andare a dormire, anche se sarei personalmente disposto a crollare qui, se tu me lo permettessi. - Fece l'occhiolino a Nico.
Nico lo guardò in malo modo; il biondino gli sorrise innocentemente. - Vedi di cominciare.
- Bene - disse Apollo, mettendo il muso - faremo a modo tuo. - Si strofinò dietro il collo. - Allora, immagino che tu abbia visto le esibizioni, giusto?
Nico annuì. - Sì, e adesso capisco cosa intendevi per divertente.
Apollo sorrise. - Ottimo. Ora, hai fatto un bel lavoro ad interagire con i clienti, ma questa cosa è un pochino diversa. Devi usare il corpo per allettare le persone in mezzo al pubblico. Non puoi parlare, quindi è tutto basato sulle tue azioni. - Nico annuì mentre Apollo faceva schioccare le labbra. - Preferisci guardarmi, o ballare con me mentre ti spiego le tecniche?
- Posso cominciare con te? - chiese Nico.
Apollo sorrise. - Vuoi vedermi di nuovo nudo, eh?
Le guance di Nico si riscaldarono. - Sta' zitto - mormorò.
Apollo prese il telefono e scrollò tra le canzoni fino a quando non ne trovò una adatta. Posò nuovamente il cellulare e cominciò a far roteare il corpo. - Guarda come mi muovo io - lo incaricò Apollo. - Devi muoverti perfettamente.
Nico annuì. Guardò il biondo mentre faceva scivolare la mano lungo il petto coperto. Apollo afferrò l'orlo della sua maglietta e lo sollevò lentamente, muovendo i fianchi per tutto il tempo. Centimetro dopo centimetro, la sua pelle venne rivelata agli occhi di Nico, che si ritrovò a leccarsi le labbra. Una volta sfilata, Apollo lanciò la maglietta verso Nico, ghignando verso il ragazzino dai capelli neri, arrossito.
I fianchi di Apollo si stavano ancora muovendo quando si sfilò i sandali. Si avvicinò a Nico e spinse il ragazzo più piccolo sul divano. Nico deglutì, guardando dal basso lo spogliarellista biondo e cercando di reprimere un gemito.
Le dita di Apollo afferrarono il bottone dei suoi pantaloni; mentre li sbottonava, aprì la bocca e si fece sfuggire un gemito. Il respiro di Nico cresceva, mentre il suo cuore batteva contro il petto. Apollo si sfilò i pantaloni, spingendo i fianchi verso Nico. Ghignò al ragazzino nervoso, passandogli una mano tra i capelli.
Una volta che i pantaloni furono andati, Apollo tornò a far roteare i fianchi. Si voltò e si chinò, allungando una mano per schiaffeggiarsi il sedere perfettamente coperto. Nico si fece sfuggire un gemito e Apollo ridacchiò. Si alzò in piedi e infilò le dita sotto il tessuto del suo Speedo, abbassandolo per rivelare a Nico la parte superiore del suo fondoschiena.
- D'accordo, penso che sia abbastanza - disse Apollo, sorridendo e accomodandosi accanto a Nico.
Nico restò seduto per un momento, ancora scioccato per lo spettacolo a cui aveva appena assistito. - E' s-stato... s-sexy- ehm, voglio dire, bellissimo - balbettò, la faccia che diventava rossa.
Apollo si chinò, premendosi contro Nico e portando il viso a qualche centimetro dal suo. - Grazie, Nico - mugolò, tirando fuori un gemito dalle labbra di Nico. Quelle lezioni sarebbero state la sua morte.
Apollo ridacchiò e si allontanò. - Fammi indovinare, sei una presa in giro come Percy - mormorò Nico.
Gli occhi di Apollo si dilatarono mentre si inclinava di nuovo verso Nico, le labbra distanti solo un centimetro dalle sue. - Dì una sola parola e finirò volentieri quello che ho cominciato.
Nico si spostò, ansimando piuttosto pesantemente. - N-non lo so - mormorò.
Apollo aggrottò le ciglia. - Se hai paura posso dirlo io a Percy. Ti assicurò che resterà tra di noi. Non è qualcosa che raccontiamo a Percy, la nostra vita sessuale. Anche se, di solito, viene a saperla lo stesso. - Apollo sospirò e si allontanò. - Pensaci. Nel frattempo, è ora di cominciare.
Nico annuì e si mise in piedi. Apollo si alzò e prese il telefono, cercando una canzone per Nico. - Allora, come funziona? - chiese Nico.
- Ti guiderò mentre ti muovi. E' più o meno come guidare una bicicletta; quando i bambini imparano, di solito c'è un genitore che impedisce loro di cadere. Questo è ciò che farò. - Fece un sorrisetto. - Cercherò di tenere le mani lontane il meno possibile.
Nico roteò gli occhi. - Che gentile.
La canzone scelta da Apollo cominciò e il biondo si avvicinò a Nico, appoggiando le mani sui suoi fianchi. - Bene, una tecnica facile consiste nel tenere i fianchi sempre in movimento. Falli roteare, spingili, falli oscillare, fai qualunque cosa che possa attirare la loro attenzione. Sarai sorpreso di scoprire quanto sono divertenti - spiegò Apollo, guidando la vita di Nico in un ritmo costante.
Nico sentì le guance riscaldarsi, percependo il respiro di Apollo sul collo. - E' che mi sento strano al pensiero di dovermi sfilare i vestiti.
- Beh, forse hai scelto il lavoro sbagliato - ridacchiò Apollo.
- Intendo in modo seducente.
Apollo annuì, prendendo le mani di Nico. Fece in modo che si afferrasse la maglietta e la sollevasse, stringendo una mano e facendola scivolare lungo il suo petto pallido. La maglietta venne sfilata via e Nico la fece cadere a terra, lasciandosi guidare dalle mani ferme di Apollo.
- Ora, sappi che dovrai farci l'abitudine, perché sul palco non ci sarà nessuno ad aiutarti - gli ricordò Apollo.
- Lo so - sussurrò Nico, mentre Apollo guidava le sue mani sul suo petto. Apollo ghignò e pizzicò il capezzolo di Nico, susscitando un guaito nel ragazzo più piccolo.
- Ops - disse Apollo, innocente.
Nico gli diede una gomitata nello stomaco, ma la cosa non sembrò avere effetto sul biondo, che ridacchiò nell'orecchio di Nico. Apollo afferrò nuovamente le sue mani e le condusse verso le scarpe, cercando di sfilarle con la maggior grazia possibile.
- E' per questo che non indossiamo scarpe sul palco - gli disse Apollo. - Rende il processo più complicato e goffo. Quindi, non mettere le scarpe durante gli allenamenti.
- Grazie.
- E' per questo che sono qui.
Nico lasciò che le sue mani venissero condotte fino al bottone dei suoi pantaloni, che sfilò e fece cadere sul pavimento. Le mani di Apollo tirarono quelle di Nico fino al sedere, dove gli fece percepire la pelle coperta dai vestiti. Le sue dita si infilarono tra quelle di Nico. La testa del più piccolo cadde di lato mentre sentiva Apollo scendere sul suo collo, lasciando dei piccoli baci sulla sua carnagione pallida.
Nico sentì le gambe tremare, e se non fosse stato per la presa di Apollo sui suoi fianchi, era sicuro che sarebbe collassato sotto il suo tocco. Apollo lo fece voltare e si avvolse le piccole braccia di Nico intorno al collo, conducendolo verso il divano.
Nico gemette mentre Apollo continuava ad estasiare il suo collo, le mani del biondo che si infilavano sotto il suo Speedo. Una di esse gli afferrò il sedere; in contemporanea, Apollo si avvicinò con il viso. Scese sulle labbra di Nico, succhiandone immediatamente la parte inferiore. Nico gemette, le gambe avvolte intorno alla vita di Apollo.
Apollo spinse i fianchi contro Nico e la testa del più piccolo cadde all'indietro, spezzando il bacio. Apollo sfilò lo Speedo di Nico, dandosi rapidamente da fare anche con il suo. Nico si leccò le labbra, facendo vagare gli occhi sul corpo nudo di Apollo, osservando ogni centimetro di pelle perfetta.
Lo fissò negli occhi pieni di lussuria, cercando di reprimere un guaito. Il suo cervello stava cercando di realizzare cosa stesse succedendo, ma Apollo riprese a baciarlo, trasformandolo nuovamente in poltiglia. Nico appoggiò le mani sui fianchi di Apollo, sentendo i suoi muscoli. Le mani di Apollo si fecero strada sulla vita di Nico, per avvicinarlo ad ogni spinta.
- F-fermo - sbottò Nico, la faccia che bruciava e il respiro irregolare.
Apollo smise di muoversi e si allontanò, sbattendo le palpebre. - F-fai sul serio? - chiese.
Nico annuì, cercando di distogliere lo sguardo dai suoi occhi blu.
Apollo poggiò il peso sulle proprie gambe, passandosi una mano tra i capelli ricci con un sospiro. - Nico, sai davvero come confondere.
- Mi dispiace - mormorò Nico.
Apollo sfilò le gambe dalle sue e si sedette sul divano. - Va tutto bene - sospirò. - Pensavo solo che volessi farlo. Intendo, sembri davvero pronto a perdere la tua verginità con Percy, ma dato che lui non è d'accordo, pensavo di... poterti aiutare.
Nico si accomodò accanto al biondino; nessuno dei due provò a rimettersi i vestiti. Si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. - Non è colpa tua. Sei attraente, non fraintendermi, è solo che... non lo so.
- Cosa c'è di tanto speciale in Percy, per te? - Apollo si voltò verso Nico, aspettando una risposta.
- Mi ha salvato, per prima cosa. Forse il fatto che non vuole fare sesso con me lo rende più desiderabile. Si è preso cura di me da quando sono arrivato.
Apollo annuì con un altro sospiro. - Beh, ci siamo sentiti tutti così, appena arrivati. Tranne per il fatto che non vuole fare sesso con te.
- E' stupido, dimenticati di quello che ho detto - mormorò Nico.
Apollo sorrise e roteò gli occhi. Arruffò i capelli di Nico. - Sta' tranquillo, ragazzino. Non dirò al capo quello che hai detto.
- Grazie.
- Ora, dovremmo allenarci ancora un po' prima di andare a letto - disse Apollo, raccogliendo il suo Speedo e infilandolo di nuovo. Si alzò e passò a Nico i suoi vestiti, mentre lui raccoglieva gli altri. Nico si rivestì, cercando di tenere gli occhi lontani da Apollo.
- I-intendo... non dico che non farò mai sesso con te, solo non... 
- Ho capito, Nico - ridacchiò Apollo. - Vieni a trovarmi, quando sarai pronto.
Nico annuì, infilandosi di nuovo la maglietta. - Quindi, che altro devo sapere?
Apollo si sedette sul divano. - Devo solo spiegarti alcuni dettagli, cose che devi ricordare. - Si passò una mano nei ricci. - Muovi il corpo in modo seducente tutto il tempo. Mi occuperò delle tue esibizioni io stesso, forse con un gruppo. Assicurati di fare qualche occhiolino al pubblico, adorano quel tipo di cose.
Nico si strofinò gli occhi, cercando di reprimere uno sbadiglio. - Che altro? - chiese.
- Beh, sentiti libero di parlare con gli altri per l'esibizione di gruppo. Alcuni dei ragazzi, e anche le ragazze, nei grandi weekend, potrebbero chiederti di fare coppia, a seconda di quanto imparerai. Faremo un altro viaggetto al negozio di Afrodite tra qualche settimana per trovarti dei costumi in più, incluso quello di Natale. Occasionalmente, potrai esibirti con un membro del pubblico, forse al compleanno di qualcuno. Perciò, dovrai sapere come fare una lap dance.
- Davvero? - gemette Nico.
- Non preoccuparti, ti insegnerò io. - Apollo si fece sfuggire un lungo respiro. - Tieni a mente i passi che ti mostrerò, e andrà tutto bene.
Nico sorrise al biondino. - Grazie, Apollo.
Apollo aggrottò le ciglia e distolse lo sguardo. - Non preoccuparti, Nico - mormorò. Si alzò in piedi e gli rivolse un piccolo sorriso. - Beh, penso che sia ora per entrambi di andare a dormire. - Si allontanò e raccolse la sua roba. Fece un passo verso la porta, voltandosi per guardare Nico. - Ci vediamo domani, amico.
Nico annuì e la porta venne chiusa. Si spostò i capelli dalla faccia, fissando il vuoto. Sbadigliò e si mise in piedi, mentre il suo corpo trovava da solo la strada della camera da letto.













































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Questi personaggi non mi appartengono né appartengono a XTheSonofHadesX, ma sono proprietà di Rick Riordan e di chi ne detiene i diritti, quindi questa fanfiction è stata scritta e tradotta senza alcun scopo di lucro.
  
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