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Autore: EmmaStarr    09/03/2015    4 recensioni
Rimasero in silenzio per un po', poi Mihawk infilò una mano sotto il mantello e ne estrasse una bottiglia di sakè bianco. «Toh» borbottò, scorbutico, stappandola con un gesto secco e passandogliela in fretta.
Shanks sorrise e la portò alla bocca. «Dal Mare Orientale?»
«Come al solito» sbuffò l'altro.
«Il mio preferito!» ridacchiò Shanks, soddisfatto. Mandò giù un altro sorso e sorrise ancora di più. «A proposito, buon compleanno!»
Mihawk grugnì. «Anche a te» borbottò, senza distogliere lo sguardo dal mare.
* * *
{Shanks&Mihawk} {bromance/pre-slash} {Lo sapevate che compiono gli anni lo stesso giorno? *-*}
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Drakul Mihawk, Shanks il rosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Happy Birthday, One Piece!'
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Promessa {a metà tra terra e mare}









«Per il nostro Capitano!»

«Evviva!»

«Cento di questi giorni, Capitano!»

«Un brindisi!»

«Auguri, auguri!»

«Ehi, dov'è finito il sakè?»

«Un altro giro per tutti, forza!»

La festa continuava già da parecchie ore, e nessuno sembrava avere intenzione di smettere tanto presto. Dopotutto, era il compleanno del grande Shanks il Rosso, uno dei Quattro Imperatori: festeggiare era d'obbligo.

Shanks rise e prese un altro bicchiere, avvicinandosi all'uscita del locale. L'aria si stava facendo più fresca, e le prime ombre della sera si spandevano larghe sulla costa. Senza farsi vedere, l'Imperatore uscì dal locale e prese a passeggiare con calma lungo la spiaggia ormai in ombra. Prese fiato e sospirò, soddisfatto. Dopotutto, era stato un gran bel compleanno: avevano fatto festa tutto il giorno, erano approdati su quattro isole diverse e ovunque avevano trovato gente felice di incontrarli, di ascoltarli, di guardarli. Solo in quel momento, però, mentre sentiva il lieve rumore della risacca del mare, gli sembrò che mancasse qualcosa.

Intendiamoci, Shanks non era uno che si soffermava troppo sui problemi della vita. Per lui la felicità la si poteva trovare fissando il mare con un amico, o bevendo un sorso di sakè in compagnia, cose così. Eppure, sentiva distintamente la necessità di qualcosa, o di qualcuno, per completare quella giornata.

Arrivato al margine estremo della spiaggia, subito prima dell'inizio di una fitta foresta, si sedette a terra con un tonfo sordo e rimase con lo sguardo fisso nell'oceano. Era un anno più vecchio, ricordò a se stesso. Essere un po' più malinconici era nella norma, non c'era bisogno di un vero e proprio motivo. Stava per rialzarsi per tornare nella locanda con la sua ciurma, quando con l'Ambizione captò un movimento poco lontano. Non mosse un muscolo, ma non riuscì a impedire alle sue labbra di sollevarsi in un sorriso: era arrivato.

Qualche istante dopo, dalla foresta dietro di lui fece la sua comparsa un uomo.

«Alla buon'ora» scherzò Shanks, alzando la testa verso il nuovo arrivato. «Ce ne hai messo di tempo, quest'anno!»

L'altro sbuffò, sedendosi accanto a lui con un unico, secco movimento. «Chiudi il becco».

Mihawk non era cambiato, constatò Shanks con un sorriso: sempre così rigido, inflessibile, serio... eppure, in lui c'era qualcosa di incredibile, qualcosa di insolito e affascinante che aveva sempre interessato e incuriosito Shanks oltre ogni dire.

Sospirò, stiracchiandosi e facendosi un po' più vicino allo Spadaccino più forte del mondo. «Sai, temevo che non saresti venuto, questa volta» confessò, un po' imbarazzato.

«E non credi che per me sarebbe più facile se steste fermi, invece che vagare da un'isola all'altra ininterrottamente per tutto il giorno?» lo riprese Mihawk, scoccandogli un'occhiata truce che lo fece impallidire. «Non facevo in tempo ad approdare, che eravate già ripartiti!»

Shanks arrossì, distogliendo lo sguardo. «Ah, in effetti...»

Mihawk alzò gli occhi al cielo. «Oh, adesso smettila. Dovresti saperlo, io sono uno che mantiene le sue promesse. Se dico che faccio una cosa...»

«Sì, sì, lo so» lo interruppe precipitosamente l'altro. «Il grande e possente Occhio di Falco, noto anche come Drakul Mihawk della Flotta dei Sette, preferirebbe morire piuttosto che venir meno alla parola data!» proclamò drammaticamente, concludendo con una risatina mal trattenuta.

Schivò all'ultimo uno scappellotto diretto alla sua fronte e ghignò. «Tendi a dimenticare che la mia Ambizione è maggiore della tua» gli ricordò con un sorrisetto.

Mihawk lo fulminò con lo sguardo. «Era un avvertimento» borbottò.

Rimasero in silenzio per un po', poi Mihawk infilò una mano sotto il mantello e ne estrasse una bottiglia di sakè bianco. «Toh» borbottò, scorbutico, stappandola con un gesto secco e passandogliela in fretta.

Shanks sorrise e la portò alla bocca. «Dal Mare Orientale?»

«Come al solito» sbuffò l'altro.

«Il mio preferito!» ridacchiò Shanks, soddisfatto. Mandò giù un altro sorso e sorrise ancora di più. «A proposito, buon compleanno!»

Mihawk grugnì. «Anche a te» borbottò, senza distogliere lo sguardo dal mare.

 

* * *

 

Vent'anni prima, un'isola del Nuovo Mondo

 

Si erano incontrati di nuovo. Non era una cosa rara, dal momento che entrambi puntavano al titolo di Miglior Spadaccino del mondo: persino il Capitano Roger approvava ridendo quei loro combattimenti.

Anche quel giorno, dunque, avevano lottato fino allo stremo delle forze. Tutti gli spettatori se n'erano ormai andati quando caddero entrambi, stremati dal combattimento che gli era parso infinito.

«Quindi... neanche stavolta abbiamo... un vincitore... eh?» ansimò Shanks, spolverando il suo fidato cappello di paglia e risistemandoselo in testa con gesti lenti e affaticati.

Mihawk si voltò su un fianco, respirando forte con la bocca. «La prossima volta... sarò io... a vincere!» promise, gli occhi fiammeggianti nonostante la stanchezza.

Shanks riuscì ad accennare una risatina. «Se lo dici tu... Che dici, andiamo alla locanda? Dai, ti offro qualcosa!»

Gli ci vollero altri dieci minuti per racimolare le forze necessarie ad alzarsi, ma alla fine raggiunsero il locale più vicino.

Il loro era un rapporto assurdo, incomprensibile ai più: il mozzo della ciurma di Gol D Roger e il misterioso spadaccino dagli occhi di falco. Entrambi pirati con una consistente taglia sulla testa, entrambi che puntavano allo stesso titolo... eppure eccoli lì, a bere insieme, prendendosi in giro e insultandosi come una coppia di vecchi amici un po' rudi e grezzi, ma molto affiatati.

«... D'altra parte, ammetterai che quell'affondo è stato sleale» stava ripetendo per l'ennesima volta Shanks. «Lo sai benissimo che quei cosi mi terrorizzano, e...»

«Ma dove si è mai visto uno spadaccino con il terrore delle api! E poi, io nemmeno me n'ero accorto» ribatté subito Mihawk, offeso nel profondo.

«Certo, come no! Ma se hai sfruttato alla perfezione quel mio unico istante di distrazione...» lo accusò melodrammatico Shanks, afferrando il suo boccale e portandolo alla bocca con furia.

Mihawk scosse la testa. «Ma tu non hai davvero nessun altro da importunare? Voglio dire, la tua ciurma è anche piuttosto famosa. Perché non rompi le scatole a loro, invece di star qui a...»

Shanks rise forte, interrompendolo. «A proposito! Perché non entri nella nostra ciurma? Il Capitano dice sempre che saresti un ottimo acquisto!»

Mihawk fece un verso sprezzante. «La vita comunitaria non fa per me, grazie».

Shanks grugnì, offeso. Era evidentemente già ubriaco, notò Mihawk sollevando impercettibilmente il sopracciglio. «Me n'ero accorto, sei socievole come una foca ubriaca» mugugnò il Rosso, le guance arrossate. «Che problemi hai con la gente, tu? Se non vuoi venire con noi, trovati una ciurma! Voglio dire, non so, andrebbero bene anche tanti spadaccini truci come te, non deve essere per forza gente buona solo a far cagnara, basta che sia...»

Mihawk lo interruppe battendo un pugno sul tavolo. «Se dico di no, è no. Non ho intenzione di proseguire oltre questa conversazione» ringhiò, e senza dire un'altra parola uscì dalla locanda.

Shanks rimase imbambolato per un secondo, poi gli corse dietro. «Ehi, aspetta!» gridò, inciampando varie volte nel buio ciottolato che si trovava fuori dal locale. «Ehi, non volevo off...» iniziò, prima di inciampare di nuovo.

Mentre si rialzava a fatica, udì delle voci intorno a lui. «Ehi, ma questo non è della ciurma di Gol D Roger?» disse uno di loro.

«E sembra anche ubriaco! Possiamo farcela, possiamo farcela!» aggiunse un altro.

Shanks si tirò in piedi, malfermo, e aguzzò la vista. «E voi chi siete?» gridò, portando la mano all'elsa delle spade. Ma... impossibile, ne mancava una? Doveva essergli caduta mentre era inciampato! Ben intenzionato a non darsi per vinto, sfoderò quella che gli rimaneva e assottigliò gli occhi. «Se credete di farmela così facilmente, siete degli illusi!» li avvertì. Erano una decina. Cacciatori di Taglie, quasi sicuramente. Di norma non ci avrebbe messo niente a sistemarli (sarà stato anche un semplice mozzo, ma era pur sempre il mozzo della nave di Gol D Roger, insomma!). Ma era reduce da una battaglia con Mihawk, aveva perso una delle sue spade e aveva un mal di testa allucinante. Oh, se solo quell'idiota non se ne fosse andato in quel modo! Eppure lo sapeva, che non avrebbe dovuto fermarsi con lui a bere. Glielo diceva sempre, Baggy: “Con che coraggio ti trovi a festeggiare con il tuo nemico numero uno? Tu sei un pazzo, altroché, lasciatelo dire!”

Eppure c'era qualcosa, in Mihawk, qualcosa che Shanks non avrebbe saputo spiegare a parole, ma che percepiva sulla pelle, che gli faceva desiderare di scavare più a fondo in lui e di trovare qualcosa.
Mentre si perdeva in queste considerazioni, riuscì appena a schivare il colpo di uno dei suoi aggressori. Lo abbatté con un solo colpo di spada e si preparò ad affrontare gli altri.

Combatteva già da parecchi minuti, e sentiva le gambe farsi sempre più pesanti. Oltretutto, i nemici continuavano ad aumentare! Ma perché tutto questo accanimento su di lui, perché? Un'intera banda di Cacciatori di Taglie, e chissà dov'era la sua ciurma!

Era impegnato in un combattimento con un avversario particolarmente ostico quando udì un rumore alle sue spalle: si voltò appena in tempo per vedere crollare a terra un nemico, la spada ancora stretta tra le mani. Lo sguardo di Shanks volò verso l'alto, e lo individuò in un attimo: d'altronde, aveva riconosciuto subito lo stile con cui l'avversario dietro di lui era stato abbattuto.

«Non è un po' tardi per spuntare fuori così?» ansimò, senza riuscire ad evitare di sogghignare.

Mihawk sbuffò, ripulendo la lama della spada dal sangue dell'avversario. «Certo che fai proprio pena» sbuffò, e si mise in guardia.

Accadde in quel momento. Probabilmente fu perché era la prima volta in cui combattevano spalla a spalla e non l'uno contro l'altro. Oppure fu per quel sorriso che, nonostante la situazione, non abbandonò mai la bocca di nessuno dei due. Fatto sta che, ogni volta che Shanks ci ripensò negli anni a seguire, riuscì a scegliere solo quello come l'attimo in cui nacque la loro amicizia.

Tempo una decina di minuti, e l'intera banda di Cacciatori di Taglie fu sgominata. A quel punto Shanks raccolse la sua spada, caduta poco lontano da lì, e la rimise nel fodero.

«Beh...» borbottò poi, grattandosi la testa. «Uhm, immagino di doverti, sai, ringraziare... per, ecco...» balbettò, senza sapere dove guardare.

Mihawk alzò gli occhi al cielo, chiedendosi distrattamente perché mai gli capitasse di compiere quel gesto solo in compagnia di quel pazzo pirata dai capelli rossi. «Smettila! Non dirlo nemmeno. Oh, se è imbarazzante» lo interruppe subito, alzando la mano. «Ora fingi che non sia mai successo niente e tornatene sulla tua nave: sappi comunque che la prossima volta che ci incontreremo ti batterò per certo!»

Shanks corrugò le sopracciglia, confuso: davvero non... eppure, lui aveva distintamente sentito qualcosa, mentre lottavano insieme. «Aspetta, non andartene subito» si ritrovò a gridargli dietro.

Mihawk, che già stava per andarsene, voltò la testa. La voltava sempre, quando era Shanks a chiamarlo: non c'era una ragione, era così e basta. «Cosa vuoi?»

«Vieni a vedere una cosa» ordinò Shanks, trascinandolo con sé verso la spiaggia.

«È evidente che sei ancora ubriaco. La tua ciurma si chiederà dove sei finito» tentò di ricordargli Mihawk, ma Shanks lo ignorò e continuò a spingerlo finché non raggiunsero la sottile striscia di sabbia che separava terra e mare.

«Eccoci» mormorò, soddisfatto. Nonostante il buio della notte, lì la luce delle stelle e della luna illuminava gentilmente la superficie del mare, donando strani riflessi blu anche alla sabbia.

«Uhm, sì, temo di aver già visto il mare di notte. Sai com'è, sono un pirata» gli ricordò con un vago scetticismo.

Shanks scosse la testa. «Noi siamo praticamente due opposti» esordì, concitato.

«È ubriaco» constatò Mihawk scuotendo la testa.

«No, dico sul serio, ascolta! Siamo come... come mare e terra, capisci? Io, sempre allegro, simpatico, espansivo, imprevedibile...» sarebbe andato avanti a lungo, se l'elsa della spada di Mihawk non avesse trovato un così comodo punto di appoggio come la testa del Rosso. Questo si ricompose e andò avanti. «... Mentre tu sei come la terra: noioso, ma fedele. Su di te si può contare, io lo so» concluse con un sorriso smagliante.

Mihawk non sapeva se scoppiare a ridere, andarsene, picchiarlo o che: fatto sta che rimase lì, imbambolato, a fissare la nuca di quell'uomo così sorprendente. «Ma cos...»

«È un casino, lo so, ma anche terra e mare si incontrano, a volte» proseguì però Shanks, tutto preso dal suo discorso. «Tipo qui, nelle spiagge. Possiamo fare che mentre combattiamo, o in terra o in mare, siamo rivali. Mentre qui, sulla spiaggia, siamo...»

Si interruppe, come a voler cercare a tutti i costi la parola più adatta. Mihawk aveva il terrore che si addormentasse lì così, prima di terminare la frase.

«Siamo cosa?» lo imboccò, impaziente.

«Allora ti interessa, eh?» ghignò Shanks, ridacchiando. Un'occhiataccia di Mihawk lo fece desistere in fretta. «Potremmo essere amici, no?» concluse esitante, quasi sussurrando.

Mihawk non disse una parola.

«Andiamo, non è necessario fare quella faccia, adesso» borbottò Shanks, gonfiando le guance in un'espressione francamente assurda. «Potrebbe succedere, no? Ah, a proposito, non è ancora mezzanotte! Quindi è ancora il mio compleanno, e potresti esaudire almeno questo des... tutto bene?» chiese poi, inclinando il capo.

Mihawk aveva sbattuto le ciglia con fare fin troppo preoccupato per i suoi gusti. «Il Nove Marzo... è il tuo compleanno?» ripeté quello, esitante.

«Mh-mh» annuì Shanks, confuso. Poi ebbe l'illuminazione, e il suo viso si spalancò in un sorriso tanto ampio da fare invidia al firmamento che si espandeva sopra di loro. «Non sarà anche il tuo compleanno, vero?»

L'espressione di Mihawk non lasciava spazio a nessun tipo di dubbi. Shanks scoppiò a ridere. «Dobbiamo assolutamente festeggiare! Ah, ma ormai mancherà pochissimo alla fine, vero?» aggiunse, dispiaciuto. «Beh, ci rifaremo i prossimi anni» riprese, convinto. «Ogni anno, al nostro compleanno, ci troveremo per bere insieme. Su una spiaggia» aggiunse, come ripensandoci.

Mihawk sospirò. «Ma è necessario che-»

«Assolutamente!» si arrabbiò Shanks. «Voglio la tua parola».

Mihawk si guardò freneticamente in giro alla ricerca di vie d'uscita. Non ne trovò, e sospirò scuotendo la testa. «Come ti pare, hai la mia parola. Purché non ti dia fastidio vedere una volta all'anno lo Spadaccino più forte del Mondo, sapendo di non essere riuscito a superarlo» aggiunse, ghignando.

Shanks alzò le spalle. «Figuriamoci! Intanto, i nostri combattimenti diventeranno storici, vedrai. Saremo due leggende. A quel punto non importerà più chi è davvero il più bravo. È meglio il mare o la terra? Non c'è una risposta» biascicò Shanks, la voce impastata. Stava davvero per crollare, realizzò Mihawk con sconforto. E a chi sarebbe toccato riportarlo alla nave? Esatto.

Nonostante tutto, però, nonostante la rabbia e il fastidio, c'era qualcosa, in lui. Qualcosa di strano e grande, qualcosa di meraviglioso e incomprensibile. Mihawk sapeva di aver a che fare con un pazzo, ma non riusciva a farne a meno. Doveva essere pazzo anche lui, ma... niente da fare: quel discorso lo aveva conquistato.

«Cioè, tu saresti il mare e io la terra» mormorò, lo sguardo fisso sull'orizzonte. «Quindi ci unisce solo la spiaggia» proseguì, concentrato.

«Esatto» lo lodò Shanks, chiudendo gli occhi, soddisfatto.

«Beh, ti sbagli» scattò però l'altro con durezza.

«Eh?» fece subito il Rosso, sorpreso.

Mihawk sospirò, passandosi una mano sulla fronte. «No, lascia stare, è una cosa stupida».

«Ora me lo dici, avanti» ordinò Shanks, facendo leva sulle mani per alzarsi.

Mihawk gli dedicò l'occhiataccia più gelida del suo repertorio. «Non c'è solo la spiaggia» rispose enigmatico. «Voglio dire, pensaci. C'è tutto un cielo, sopra di noi, che non fa distinzioni. Insomma, le stelle sono del mare o della terra? Anche loro sono territorio neutro» continuò, cercando di spiegarsi. Più parlava, più si pentiva di aver aperto bocca. Ma l'espressione di Shanks era così genuinamente emozionata che in qualche modo rendeva tutto meno imbarazzante.

«Hai ragione!» esclamò, contento. «Allora possiamo anche vederci su una stella, se ti fa comodo» mugugnò, sdraiandosi meglio sulla sabbia. «O basterà guardarla» aggiunse, come ripensandoci.

Mihawk inarcò un sopracciglio. «In che senso, scusa?»

Ma era troppo tardi: il Rosso si era già addormentato.

 

* * *

 

«Sei stato gentile a riportarmi sulla nave, quella volta» disse Shanks, sorridendo furbescamente.

Mihawk assottigliò lo sguardo. «Me lo dici tutti gli anni» sibilò. «Smettila di tirare fuori questa storia!»

Shanks annuì, continuando a ridacchiare. «Comunque, sono felice di aver scoperto che festeggiamo il compleanno nello stesso giorno» rivelò, prendendo un altro sorso di sakè. «Non lo so, mi sembra semplicemente giusto così».»

Rimasero zitti per un po'. Il cielo andava facendosi sempre più scuro, e già comparivano le prime stelle.
«Toh, guarda. Il nostro punto di ritrovo preferito» scherzò Shanks, indicando quei primi puntini luminosi.
Mihawk sbuffò. «Bah» si limitò a borbottare. «Beh, senti, è meglio che io vada. Si sta facendo tardi, e volevo tornare a casa prima di domattina» disse, e fece per alzarsi.
Shanks però sollevò una mano e lo fermò. «Ehi, no, un attimo. Per quella cosa delle stelle...»

Mihawk si voltò, alzando gli occhi al cielo. «Sì, me l'hai già spiegato duecento volte: guardando le stelle, che non sappiamo se sono sopra il mare o la terra, possiamo sentirci vicini ovunque siamo. Io ti facevo un po' meno romantico di così, ma...»

Shanks rise. «La questione l'hai tirata in ballo tu, se ben ricordo. E poi, che ci vuoi fare: a noi persone anziane piace ricordare mille volte le stesse cose, facci l'abitudine...»

Soffiando un “sono più vecchio io di te”, Mihawk si voltò e scomparve dietro le fitte fronde della foresta.

Shanks sospirò, allegro. Non cambi mai, eh?, si ritrovò a pensare. Quando gli aveva fatto fare quella promessa, non si sarebbe mai aspettato che Mihawk l'avrebbe presa così sul serio. E invece eccolo lì, ogni anno a presentarsi con una bottiglia di sakè tra le mani e un grugnito infastidito tra i denti, a nascondere un sorriso.

E nonostante il tempo trascorso, nonostante le loro differenze, nonostante tutto, Shanks non riusciva a fare a meno di pensare a lui ogni volta che scendeva la sera: in fondo, con le stelle a vegliare su entrambi, tutto era possibile.

«Ehi, Capitano! Ma che ci fai qui? Andiamo, c'è un brindisi in tuo onore!»

Shanks sorrise e si issò sulle braccia. «Arrivo, aspettate!» gridò, andando incontro alla sua ciurma. Avrebbe avuto tempo per ricordare le iridi ambrate di Occhi di Falco addolcirsi per un istante mentre gli faceva gli auguri, e tanto sarebbe bastato.

Dopotutto, le stelle si vedevano ancora.























Angolo autrice:

All'ultimo come sempre, ma ce l'ho fatta. Quando ho scoperto che Shanks e Mihawk avevano lo stesso compleanno, ho dovuto scrivere qualcosa al riguardo. (okay, oggi li compie anche Franky, ma seriamente, tutto non riesco a fare >.<) Perché in realtà ho sempre apprezzato da morire il loro rapporto, da quando Mihawk si fa chissà quanta strada per mostrare a Shanks l'avviso della taglia di Rufy (e Shanks subito lo invita a fermarsi con lui, MMMH), oppure quanto Mihawk a Marineford rifiuta di lottare contro di lui, o pensa "scusa, Rosso, ma questo Rufy devo proprio ammazzarlo". Cioè, è più che evidente che c'è un rapporto tra questi due. Mi piace pensarlo così, non troppo esplicito: se volete vederci lo slash liberissimi di farlo, ma io posso anche vederla semplicemente così, come due amici. Perché sono stupendi, ammettetelo tutti.
Ah, per la faccenda dello spadaccino: nel manga, ad un certo punto, vediamo Barbabianca che ricorda di quando Baggy e Shanks erano mozzi di Gol D Roger, e si nota chiaramente che Shanks usava DUE spade. Da qui la teoria, piuttosto diffusa in rete, che i due si contendessero il titolo di Spadaccino migliore del mondo: questo spiegherebbe perché Barbabianca definiva i loro scontri "leggendari": immaginare che Shanks avesse poi perso contro Mihawk pare un po' strano, quindi l'ovvia conclusione è che, non potendo più usare due spade, la sua forza come spadaccino sia diminuita. Tutto qua, poi magari non sarà così, ma concedetemi l'headcanon, per favore!
Grazie a tutti quelli che continuano a leggere le mie storie, davvero, vi adoro tutti!
Un abbraccio, vostra
Emma ^^

 

  
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