"Racchia, smettila!"
Un urlo ruppe il silenzio creatosi nel rifugio del Team Falco.
"No!" Rispose calma lei, continuando indisturbata la sua attività.
"No che non smetti! Smettila subito!"
Un altro urlo.
"E invece continuo!" Ridacchió Karin, continuando a passare velocemente e abilmente le dita in quel punto.
"Karin!" Questa volta la chiamò solo per nome, niente ridicoli nomignoli.
"Su su" Lei cominciò a ridere, continuando a passare la mano sotto il collo del ragazzo.
"Non è divertente! Perché ti diverti a farmi il solletico? È una cosa infantile!" Sbuffò Suigetsu, una volta liberatosi dalla presa dell'arpia.
"Mi piace la tua risata" Rispose semplicemente lei, sorridendo e alzandosi. Suigetsu rimase seduto a terra ancora interdetto. "La mia risata?" Disse con uno sbuffo, per poi seguire la rossa in quei bui corridoi. arin non aveva mai sentito Suigetsu ridere. Almeno non sul serio.
A volte si chiedeva quale potesse essere il suono della sua risata, se essa potesse essere sfacciata o cristallina, ma spesso la associava alla prima opzione.
Ma quando si ritrovava a cavalcioni su di lui, intenta a tenerlo fermo con una mano e con l'altra a solleticargli sotto il collo, non poteva non rimanere incantata da quella risata, dal tono così diverso con cui in genere la sua sardina si esprimeva.
E finiva per arrossire, quando ci pensava.
Perché, insomma...era sempre Suigetsu.
E quando quest'ultimo sentiva la delicata risata della rossa, mentre si alzava da sopra di lui dopo aver completato il suo lavoretto, non poteva non ammettere che lei fosse carina. Quando arricciava il naso, mostrava i denti bianchissimi in un tenero sorriso, si copriva le labbra rosee con una mano, socchiudendo gli occhi... Perché si sà, racchie e sardine sono due tasselli dello stesso puzzle, creati per stare insieme.