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Autore: MirzamLupin    10/03/2015    2 recensioni
“Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito,
è il momento in cui tutto ha inizio.”
-James Morrison
| Remus Lupin, 10 Marzo 1960 - 2 Maggio 1998 |
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito,
è il momento in cui tutto ha inizio.”
-James Morrison
A Remus Lupin,
che mi ha insegnato a sconfiggere l’oscurità con la luce dell’amore.
Auguri Eroe.
 

La mia vita vale ancora qualcosa?

Sai che giorno è oggi Remus.
Lo sai perfettamente.
Hai cercato di ignorare quei due numeri scritti sul calendario, dal quale hai distolto gli occhi immediatamente.
Sei entrato in Sala Grande rispondendo ai saluti dei tuoi studenti con un sorriso sul volto, un sorriso che scompare appena ti siedi al tuo posto
Severus, come tutti i giorni, mangia in silenzio, chino sul suo piatto. Quando arrivi alza appena il viso, lasciandoti intravedere i suoi occhi solitamente privi di espressione. Giuri di averci scorto una lacrima fuggitiva, mentre un giglio bianco ti si para davanti agli occhi.
Ignori tutti gli sguardi dei professori puntati su di te, persino quello preoccupato di Minerva.
Spilucchi qualcosa per non far disperare gli Elfi, ma quando ti si presenta davanti un piatto di porridge, del suo porridge, un conato di vomito sale prepotente per la tua gola.
Affronti le lezioni concentrandoti intensamente prima sui Berretti Rossi, ora sugli Schiantesimi.
Gli impegni sono terminati, i ragazzi sono tutti a Hogsmeade; affacciandoti alla finestra del tuo studio ammiri il parco interamente coperto di neve. Cerchi di convincerti che non sono vere quelle impronte di cane vicino al Platano Picchiatore, è solo una stupida associazione.
Se c’è la neve qualche cane avrebbe dovuto prenderti per la cravatta e buttartici in mezzo, giusto?
Soffochi a viva forza il suono di un latrato (o era forse una risata?) che ti risuona nelle orecchie.
Improvvisamente ti manca l’aria e fai per correre fuori, ma ti immobilizzi quando vedi una piccola figura smilza camminare a pochi passi da te.
Prima che il tuo cervello possa rendersi conto dell’azione assolutamente sbagliata che sta compiendo la tua bocca si è già aperta e la tua voce rimbomba roca nel corridoio deserto.
Il ragazzino si gira, e come ogni volta senti una fitta allo stomaco.
‘Buongiorno Professore.’ Dice Harry, con un tono spento, un tono che non gli si addice.
‘Che cosa fai qui da solo? Dove sono Ron e Hermione?’
Non è normale che giri da solo per il castello senza gli altri due componenti del trio, e nemmeno che abbia il viso offuscato da un’ombra insolita.
‘A Hogsmeade.’ Risponde il Grifondoro atono, tenendo lo sguardo ancorato a terra.
‘Vieni dentro, stavo giusto per preparare il the.’
Hai un cuore grande, te lo ha sempre detto (ora non importa chi).
Sai per certo che Harry sa che giorno è oggi, e quel tuo cuore si rifiuta di vedere questo viso triste. È inaccettabile che sia triste.
Il ragazzino ti segue, senza mai guardarti in faccia.
Lo fai sedere, gli consegni una tazza di the bollente e ti accomodi di fronte a lui.
Merlino se è piccolo, su quella poltrona troppo grande, con le mani avvolte intorno alla porcellana e le gambe che dondolano ritmicamente senza toccare il pavimento.
Fissa la tazza con insistenza, permettendoti una visuale dei suoi arruffatissimi capelli color inchiostro che, non sai come, ti fanno sorridere.
‘Come stai Harry?’
‘Bene signore.’
Prendi un respiro profondo e dentro di te sai che questo ragazzino, questo bambino, deve sapere tutto.
Al diavolo Albus e le sue regole, al diavolo i suoi rimorsi, al diavolo tutto.
‘Harry, ti andrebbe di parlare dei tuoi genitori?’
Di scatto il giovane alza la testa e spalanca gli occhi fissandolo con estrema sorpresa.
Gli occhi smeraldini splendono grandi su quel visetto magro, proprio come facevano i suoi gemelli tanti anni prima in quello stesso castello.
‘Da- davvero signore?’ risponde balbettando, torcendosi le dita nervosamente.
‘Davvero Harry.’
Avevi solo accennato a James, dicendo che lo conoscevi di sfuggita.
Quanto ti aveva fatto male quella frase, quanto dolore nel definire così il tuo migliore amico.
Parli a Harry, sentendoti libero da qualsiasi ordine.
Parli di James, della sua capacità di trasmettere felicità, di trasformare tutto in una risata.
Parli di Lily, della sua innata bontà, del suo carattere esplosivo.
In mente ti balenano un paio di brillanti occhi grigi che respingi con forza, aggrappandoti alla realtà, al ragazzino sorridente che hai davanti.
Non hai mai visto Harry sorridere così.
In quel momento ti sembra che per quel sorriso valga la pena morire, che in confronto alla gioia di un bambino, di questo bambino, tutto sembra così futile.
Godric se gli somiglia in questo momento.
Ancora Harry non sa dei Malandrini, non sa che erano quattro, non sa delle corse sotto la luna e nulla a proposito del suo Professore di Pozioni.
Un giorno saprà tutto, sul perché in quell’anno i sussurri della gente parlano del primo prigioniero mai scappato da Azkaban.
Finisci di parlare di uno degli scherzi di James con la gola secca per il troppo parlare, accorgendoti che il sole sta scomparendo oltre il Lago Nero.
Harry seguiva le tue parole con attenzione, sorridendo divertito a qualche tranello messo in scena da suo padre; interrompeva ogni tanto per chiedere qualcosa in più, avido di conoscere le due persone più importanti della sua vita, che gli erano state tolte troppo presto.
‘Ormai è ora di cena Harry, i tuoi amici ti staranno aspettando al banchetto.’
Il ragazzino si alza pian piano dalla poltrona, imitando i tuoi movimenti di poco prima, ma sembra esitare a dirigersi in Sala Grande.
‘Ecco io- volevo ringraziarla per… Per avermi parlato dei miei genitori, nessuno l’aveva mai fatto prima. Cioè, sì, tutti li ricordano come i grandi James e Lily Potter, uccisi da Voldemort per salvare il mondo magico. Ma nessuno mi aveva mai raccontato dei loro anni passati qui, come ragazzini, come persone normali. Grazie Professore.’
Harry dice tutto questo senza mai prendere fiato e ora ti guarda in attesa di una risposta.
‘Harry… Grazie a te.’
Non riesci a dire altro, sei una donnicciola Moony.
Non sai dire chi si muove per primo, ma quando le tue braccia avvolgono le spalle di Harry e la sua testa ricciuta si appoggia contro il tuo petto ti senti completo come poche volte in vita tua.
E’ il primo 31 Ottobre da dodici anni, è il primo giorno da dodici anni nel quale pensi che la tua vita valga ancora qualcosa.
 

Mirzam’s Corner:
Lo so, non è per nulla inerente al compleanno di Remus, ma avevo questa idea in testa e non ho potuto far altro che scriverla.
Nella lunga serie dei miei personaggi preferiti di sempre Remus Lupin sta sul primo gradino del podio e penso che mai verrà sostituito.
Aspetto i vostri pareri, sia negativi che positivi :3
A presto,
MirzamLupin

 
 
   
 
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