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Autore: Lisaralin    10/03/2015    5 recensioni
"The core of all life is a limitless chest of tales."
(Storytime, Nightwish)
Raccolta di flashfic e one shot di genere vario su personaggi dell'universo di Kingdom Hearts scelti con la modalità random della wikia di KH. Nata da una sfida tra amici e dal divertimento di scrivere qualcosa insieme.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Personaggio: Vexen
Genere: Introspettivo, Drammatico, Missing Moments
Rating: verde
Avvertimenti: mi sono divertita a utilizzare un film Disney non presente in KH, com'è facilmente intuibile dal titolo. L'idea la avevo da tanto tempo, ma non mi decidevo a scriverla perché mi sembrava banale. O almeno banale se scritta da me, che se parlo di Vexen finisco per andare a toccare sempre il solito argomento. Potevo fare di più, potevo fare altro; ma l'ispirazione chiamava, e alla fine ha vinto lei XD



Do you want to build a snowman?

La giovane principessa non crede ai suoi occhi. Il cristallo di ghiaccio cattura la luce delle lampade e accende un gioco di riflessi azzurri sul suo viso infantile, accentua il pallore di quelle guance quasi mai sfiorate dai raggi del sole.
Vexen lascia fluttuare il cristallo sul palmo aperto della mano, in silenzio. Attende che l’incredulità negli occhi sgranati della ragazzina faccia posto a una nuova comprensione. Solo allora permette al ghiaccio di scioglierglisi tra le dita.
La principessa sussulta, come risvegliata da un sogno. Vexen si concede un sorriso segreto, un angolo della bocca che si increspa appena verso l’alto. La preda è sua.
Xemnas – Lord Xemnas, come pretende di essere chiamato – sarà compiaciuto. Avrà la strega dei ghiacci che desidera, l’Organizzazione salirà a dieci membri e lui potrà tornarsene in santa pace all’amato laboratorio. Ha già sottratto troppo tempo alle sue ricerche per fare da balia a una ragazzina.
La principessa ora si mordicchia il labbro, lo sguardo basso. Le dita intrecciate giocherellano con la stoffa dei guanti. Pollice e indice scivolano esitanti sulla seta imbottita, come se volessero sfilarla via…
“Signor Vexen” dice infine, guardando negli occhi l’uomo che crede il suo nuovo precettore da due settimane: “Allora anche voi… siete come me?”
Il seguito è un copione già scritto. Qualche chiacchiera sull’importanza di osare, sulla responsabilità di chi possiede grandi poteri di usarli al servizio degli altri, soprattutto se si è alla guida di un popolo. Su quanto sarebbe sbagliato invece reprimere quei poteri. E poi tutta l’inevitabile sequela di “io sono come te, so come ti senti, posso capirti. Posso insegnarti.”
Vexen è sempre stato bravo a simulare le emozioni.
Prende fiato: “Principessa Elsa… “
Una serie di colpi alla porta interrompe il discorso sul nascere. Da fuori la stanza della principessa arriva una voce infantile, dal tono vagamente piagnucoloso:
“Elsa! Elsa, sei lì? Sempre a studiare? Dai, vieni a giocare con me! Dai! Solo per un’ora!”
La sorellina guastafeste. Vexen è grato di non dover fare da precettore anche a lei: avrebbe finito per fuggire da Arendelle lasciandosi indietro una statua di ghiaccio con le trecce a decorare il castello.
Per tutta risposta Elsa ritira la testa nelle spalle e congiunge le mani sulle ginocchia con aria sofferente. Il suo silenzio non scoraggia la principessa più giovane: “Ti prego Elsa! Costruiamo un pupazzo di neve?”
Il ricordo colpisce di sorpresa, vivido come un lampo. Vexen ha già sentito quella frase.
In un’altra vita.

“Ti prego Even! Costruiamo un pupazzo di neve?”
“Pensi che le pagine della relazione sull’esperimento 324 si scrivano da sole? Prima il dovere e poi il piacere, Ienzo.”
“Ma la neve dura poco a Radiant Garden… “
“Domani, Ienzo. Domani.”


“Signor Vexen?” la voce di Elsa è un sussurro. “Qualcosa non va?”
Perché quegli occhi colore del ghiaccio, improvvisamente…
Aggrappata sul fondo di quello sguardo c’è la solitudine. La carnagione pallida porta i segni di una vita confinata tra le solite quattro mura. Anche questo appartiene ad un’altra vita.

Non c’è mai stato un domani.
Un grido strozzato nella gola, gli occhi appannati da un velo di lacrime. Even protende una mano, ma è troppo tardi. Ienzo giace immobile a terra, e il Keyblade di Xehanort ora si solleva per ghermire lui. Quasi non se ne accorge.
Percepisce solo il pavimento che gli corre intorno ondeggiando, i brandelli di luce e di oscurità che volano via dal suo corpo.
E un pensiero, distinto sopra tutti gli altri, illogico e insensato. L’ultimo.
“Non abbiamo più costruito il pupazzo di neve.”


I colpi alla porta sono cessati.
“Dovresti andare da tua sorella.” È stata davvero la sua voce a parlare?
“Prima che… “
Si alza. Lord Xemnas può cercarsi le sue nuove reclute altrove. Una cosa è certa, uno scienziato del suo calibro non si trova tutti i giorni.
“Prima che… ?” la principessa trattiene il fiato, spaventata da una minaccia che nemmeno conosce. Ma forse, in qualche angolo nel cuore che ancora possiede, l’ha già intuita.
“Prima che sia troppo tardi.”
Le spire del varco oscuro nascondono le lacrime sul viso della futura regina di Arendelle.
  
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