Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Alex_Beilschmidt    10/03/2015    1 recensioni
Ora Thneedville, ormai chiamata Greenville, è tornata com'era in origine: gli alberi veri invece di quelli di plastica, il cielo di nuovo blu e cristallino... La foresta è tornata. Ted ha davvero dato il meglio di sé, riportando alla città un bene di cui era stata da tempo privata; ha compiuto la sua missione, ed Audrey ora è sempre al suo fianco, e lui non può che esserne felice. C'è però qualcosa che lui non sa ancora. Toccherà a voi scoprire in quale avventura si lanceranno Ted, Audrey ed Once Ler. Con la compagnia di Gru, Lucy e le bambine da Cattivissimo Me (2), vi auguro una buona lettura e di divertirvi ;) Alex
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Audrey, Lorax, Once-ler, Ted, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Anche la mattina dopo si svegliarono presto, Once Ler e Ted. Il ragazzino gli porse una valigia dalle medie dimansioni ''Tieni, puoi usare questa...'' e lo aiutò a raccogliere tutte le sue cose: un paio di fotografie sbiadite, il pigiama che gli regalò il più giovane, dei fogli con alcuni appunti sopra. La valigia non era così grande, ma sembrava quasi enorme, dal momento che Once Ler non aveva praticamente niente; poco dopo, Elena li riaccompagnò fino a Gainesville, fermandosi di fronte alla casa nera che i due visitarono il giorno precedente. Anche Audrey era con loro in auto per accompagnarlo. ''Spero che tu trovi fortuna, qui'' lo salutò la ragazza, una volta arrivati e scesi dall'auto, come fece Ted ''Fai il bravo, eh... Non far arrabbiare Lucy...!'' scherzò. Le due rientrarono nella macchina; anche il ragazzino stava per salire sul veicolo, ma improvvisamente si fermò e prese il giovane per il braccio ''Aspetta!'' gli diede un pezzo di carta piegato su sé stesso ''E' il mio indirizzo... Così puoi inviarmi lettere quando vuoi. C'è anche il mio numero di telefono, per quando te ne comprerai uno''; poi, chiuse la portiera e, prima di alzare il finestrino, lo salutò nuovamente e partirono. Suonò il campanello e ad accoglierlo, stavolta, venne Lucy; ''Oh, buon giorno!'' lo salutò, prima di fargli spazio per farlo entrare ''Appoggia pure qui la valigia. La portiamo dopo, in camera tua.'' si diresse verso la cucina, assicurandosi che il ragazzo la stesse seguendo ''Vieni, ti ho preparato qualcosa con cui fare colazione. Pensavo che saresti arrivato prima, quindi è probabile che siano un po' fredde'' gli porse un piatto con due uova ed un paio di strisce di pancetta; ''No, grazie. Ho già fatto colazione'' mentì lui. Tornarono vicino all'entrata, per riprendere la valigia del ragazzo. ''Vuoi che ti aiuti?'' chiese lei, ma lui rifiutò ''Non si preoccupi... Grazie comunque''; ''Ti ricordi dove si trova la stanza?''   domandò la donna, prima che l'altro le diede un segno di conferma, per poi dirigersi verso il soggiorno e sedersi sul divano ''Allora io ti aspetto qui. Quando hai fatto, raggiungimi che parliamo un po'!''. In non più di dieci minuti, il ragazzo riuscì a sistemare tutte le sue poche cose nei cassetti e negli armadi, così raggiunse nuovamente la donna nel soggiorno; ''Hai fatto presto!'' notò lei, lui si giustificò ''Non ho così tante cose, in realtà...''. ''… Allora,'' disse Lucy, ad un certo punto ''mi hai detto che vuoi andare alla O'Hare Industry... Punti in alto, eh? Pensa che questa è la potenza economica della città, e solo pochi vengono ammessi. Hai già incontrato il sig. O'Hare: cosa ti ha detto?''; ''Nulla di che...'' rispose ''Prima si è presentato, lui e la sua fabbrica: mi ha detto che la loro organizzazione cerca 'menti brillanti e creative', così mi ha chiesto di portargli almeno tre progetti per la sua industria entro lunedì''. ''E tu ce l'hai già qualche idea?'' domandò la donna, prima che lui prese dalla tasca un foglio di carta tutto spiegazzato e stropicciato ed una piccola matita ''Sì, un paio sì... Devo solo metterle su carta. Voglio finire il prima possibile'' riferì il ragazzo '' perché, forse, se porto almeno tre idee prima della data di scadenza, darò al sig. O'Hare l'impressione che io sia una persona produttiva, o qualcosa del genere...''. Ella indicò una scrivania attaccata alla parete della stanza ''Noi non la usiamo mai... Se vuoi te la faccio spostare in camera tua, dove potrai lavorare senza che le bambine ti distraggano''; ''Bambine?'' si incuriosì Once Ler ''Quindi Agnes ha una sorella?''; ''Due, in realtà'' replicò Lucy ''Ora sono tutte e tre a scuola, ma non appena tornano a casa te le presento''. Finita la chiacchierata, i due portarono la scrivania nella camera del ragazzo, dopo di che questo si mise subito a lavoro. Un paio d'ore dopo, di basso si sentì suonare il campanello: ''Once Ler!'' lo chiamò Lucy, mentre si diresse ad aprire la porta ''Sono arrivate le bambine!''; non appena le tre entrarono, il ragazzo fece appena in tempo a finire di scendere le scale e raggiungerle. ''Ciao Once Ler!'' lo salutò con la mano la più piccola, mentre la donna le indicò una ad una ''Lei, come sai, è Agnes... Lei Edith... E lei Margo. Ragazze, lui è Once Ler, verrà a stare qui con noi. Siate gentili con lui'' scherzò; ''Ciao...'' dissero Edith e Margo, indifferenti, allontanandosi dalla stanza. Il giovane se ne tornò in camera sua, dove riprese a lavorare sodo, finché ad un certo punto non venne interrotto dal rumore del bussare alla porta della stanza; ''Agnes,'' la fece entrare ''cosa ci fai qui? Non ti stavi divertendo con le tue sorelle?''. ''No'' la bambina saltò sul letto in fondo alla stanza e si mise seduta ''Margo sta sempre con il telefono, ed Edith non vuole giocare con me!'' si lamentò ''Sono cattive!''; ''Oh, no, Agnes'' le spiegò lui, cercando di farla sorridere ''E' solo che non riescono a capire quant'è bello stare con te!'' e ci riuscì. ''Tu allora vuoi giocare con me?'' provò a convincerlo ''Ho le bambole, le tazzine... Possiamo fare il tè!'', lui si scusò ''Vorrei tanto, ma non posso. Spero che tu possa capirmi... Ho UN SACCO di lavoro da fare!'' e si rimise a lavorare sulle sue carte. ''Cosa fai?'' domandò la piccola ''Anche tu devi fare i compiti?'', il ragazzo si lasciò sfuggire una lieve risata ''No, no... In realtà, possiamo dire di sì. Devo finire questo compito prima di lunedì mattina, perché devo portarlo ad un signore che possiede una fabbrica molto potente... Sicuramente avrai già sentito parlare della O'Hare Industry, ed io voglio andare a lavorare lì''. ''Ma se hai così tanto tempo, perché continui a lavorare così tanto?'' - ''Perché voglio finire questo incarico il prima possibile. Sono abbastanza sicuro che se glielo consegno prima, mi daranno il lavoro più facilmente, ed io ci tengo tantissimo a lavorare lì'' - ''Ma perché ci tieni così tanto? E' perché ti danno i soldi?'' - ''In un certo senso... Sì. Forse non dovrei parlartene...'' - ''Perché? Dai, ti prometto che non lo dico a nessuno!''. Once Ler si sciolse a tale tenerezza: interruppe nuovamente il suo lavoro e si girò verso Agnes per guardarla come riprese a parlare ''Ti ricordi di Ted, quel ragazzino che mi aveva accompagnato qui ieri?'' e continuò non appena lei gli fece un cenno con la testa '' Vedi, Ted per me è quasi come un fratello; vorrebbe tanto andare ad una scuola molto costosa, ma non può, perché non ha abbastanza soldi, quindi vorrei aiutarlo ad averne abbastanza per andarci'' le spiegò, cercando di usare parole molto semplici ''E, per di più, devo anche dare un po' di soldi alla tua mamma e al tuo papà, dato che mi lasciano dormire qui. Senza contare che devo sbrigarmi a comprare dei vestiti buoni per andare a lavorare!''. Continuarono a parlare per tutto il tempo che rimaneva di quella mattina, finché non arrivò l'ora di pranzo. Continuò a lavorare incessantemente per altri tre giorni. Era un venerdì; senza farlo apposta, si svegliò all'alba, probabilmente per l'ansia e lo stress accumulati i giorni precedenti. Erano le quattro del mattino e nonostante ci provò diverse volte, non riuscì a riaddormentarsi, finché poi non ci rinunciò: passò il tempo a studiare le sue idee e l'esposizione che avrebbe dovuto fare. Preparò anche alcuni pancakes, per ringraziare i proprietari di casa per averlo ospitato in casa loro anche se non aveva la cifra di denaro richiesta, come scrisse nel biglietto che lasciò sul tavolo accanto ad essi: -Buon giorno, Lucy e Gru. Stamattina sono andato a fare il colloquio di lavoro, non aspettatemi per pranzo. Credo che tornerò verso le due... Intanto, vi ho lasciato qualcosa con cui fare colazione. Grazie ancora per la vostra comprensione, Once Ler.- Si avviò da casa alle sei e mezza per poi arrivare alla sua meta solo un'ora dopo: una volta nell'edificio, raggiunse l'ufficio del capo dell'organizzazione come fece la prima volta, portando però sotto braccio alcune carte arrotolate. Entrò dopo aver bussato ''Buon giorno, s-signore'' lo salutò il ragazzo, e lo stesso fece O'Hare ''Oh, buon giorno a te, ragazzo. Sei in anticipo! Bravo, è così che mi piacciono i giovanotti come te: svegli e produttivi. Allora, cosa mi hai portato?''. Once Ler poggiò sulla scrivania dell'uomo i tre fogli arrotolati e bloccati con degli elastici verdi di gomma, e presentò i tre progetti, uno ad uno, tremando sempre di più, come si accorse che questa sua esposizione non stava soddisfacendo le aspettative di O'Hare. Questo, una volta che l'altro terminò il suo discorso, iniziò a spiegargli cosa c'era che non andava ''Mi dispiace molto, ragazzo, ma queste tre idee che mi hai portato sono tutte... Già state inventate, ecco'' cercò di non ferirlo troppo. Non voleva perderlo: in qualche modo, conosceva i potenziali che Once Ler aveva, ma davvero non sapeva come. Ci fu qualche minuto di silenzio; ''Eppure sono sicuro di averlo già visto da qualche parte!'' continuava a ripetersi l'uomo, come non riusciva a distogliere i suoi occhi ormai ben fissi sul ragazzo, sul suo corpo, sul suo volto; ''Non può essere tutto qui!'' pensava; ''Non c'è... Nient'altro, che mi hai portato?'' chiese O'Hare, con un tono di speranza nella sua voce. ''Avevo paura che saremmo arrivati a questo punto...'' disse fra sé e sé il giovane ''Ma devo farlo...'', mentre il suo sguardo assunse una sfumatura di paura e rimpianto, e si fece più cupo, per poi rispondere con voce tremante ''I-In realtà.. C-Ci sarebbe qua-qualcos'altro che v-volevo fa-farle vedere...''. Detto ciò, prese dalla sua tasca un foglio piegato a quattro, e lo mostrò all'uomo ''Questo è un T-Thneed. P-Può essere qualsiasi cosa lei voglia: u-un cappello, un ombrello, una suit... Di t-tutto''. L'altro ne restò meravigliato ''Semplicemente perfetto... Sì, è questò quello di cui abbiamo bisogno! Sei assunto!''; l'uomo prese un fascio di documenti ed una penna, e li porse ad Once Ler ''Ora basta solo che firmi qui, per l'assunzione, qui per la fedeltà... Qui per i tuoi diritti sul prodotto... E qui per le assicurazioni, di cui ne parleremo più tardi''. Era dentro, aveva raggiunto il suo obbiettivo. ''Tieni,'' O'Hare gli diede un mazzetto di banconote ''un regalino di benvenuto... Fanne buon uso'' per poi salutarlo ''Ci vediamo domani, qui a quest'ora'' e vederlo abbandonare l'ufficio: ''Grazie mille, signore! Arrivederci''. Non appena tornò a casa, fece in tempo solo a salutare Lucy e Gru e a dar loro la notizia, prima di dirigersi subito in una boutique a comprare qualcosa di elegante per andare a lavoro la mattina dopo.
 
ANGOLINO: Ciao... Sono sempre io... Cavolo, ultimamente sto scrivendo un sacco... Uhm... Non ho nulla da dire... Passiamo alla domanda XD Cosa succederà nel prossimo capitolo?
A- O'Hare sfruttà l'invenzione di Once Ler, guadagnando un sacco di skey;
B- Once Ler diventa molto presto schifosamente ricco, così un po' alla volta il denaro torna a dargli alla testa (si dice così, vero? XD)
C- Once Ler lascia il lavoro, perché ha paura che il Thneed possa distruggere di nuovo la foresta (e il mondo =.=)
A voi la scelta... Baci, Alex <3
   
 
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