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Autore: Ariki    10/03/2015    1 recensioni
Al momento ho un po' di difficoltà a continuare la storia quindi mi prenderò una pausa nella speranza di giorni migliori =)
Belle French, ragazza spensierata con grandi sogni nel cassetto, scende ad un compromesso per arrivare al suo obbiettivo: raccontando una piccola bugia.
La sua passione per la scrittura è così grande da farle cambiare identità e per giunta il sesso, ma un furbo editore, affascinato dalla sua penna, scoprirà mai l'inganno?
AU Rumbelle
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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1. Just a Bad Day


Febbraio,1898

 

Era iniziato tutto così per gioco, un passatempo per allontanare la noia.
Un giorno suo padre le aveva regalato un'oggetto molto prezioso: una macchina da scrivere.
Belle non era mai stata una ragazza così femminile: non che fosse un maschiaccio, era solo aperta a nuovi orizzonti e voleva sempre provare cose nuove quindi perchè non fare un tentativo con quello strano arnese?
Passato del tempo però il padre capì di aver commesso uno sbaglio: da quel gioco la cosa era diventata piuttosto seria.
Belle faceva nottata, non usciva: se ne stava in biblioteca a scrivere e a leggere libri, cosa che non si addiceva alla sua età
-Avanti Belle c'è il Soriè di Madame Rutt, dovresti andarci- le disse il padre.
Belle però non alzò il suo viso dai fogli, anzi aumentò la velocità a dattilografare riempiendo la stanza di un rumore assordante
-Belle Marianne Colette French, sto parlando con te!- tuonò Maurice French dopo aver perso la pazienza
-Solo un secondo papà, ancora una riga e sono subito da te- Belle gli parlò tranquillamente come se non vi fosse alcun rumore.
-Che cosa devo fare con te, se ci fosse ancora tua madre, lei si che ti metterebbe la testa a posto....Povero me dannato il giorno in cui ti ho regalato quella cosa- si lamentò indicando la macchina da scrivere.
-Finito!" urlò di gioia la ragazza, che finalmente estrasse l'ultimo foglio, con estrema delicatezza, dalla macchina.
-Stavi dicendo papà?- disse Belle, voltandosi per guardare il padre
-Devi andare al Soirie e pulisciti dall'inchiostro Belle- la sgridò tirando fuori dal taschino un fazzoletto.
Belle si pulì il viso e poi sorrise: come al solito si era sporcata con l'inchiostro.

-Ma papà, ai soriè c'è solo gente noiosa, devo proprio?- domandò porgendo il fazzoletto al padre che  da quel momento aveva una bella macchia nera nel mezzo, che risaltava sul bianco del tessuto.
-Non si discute, altrimenti farò sparire la macchina, Belle lo faccio per il tuo bene e per il tuo futuro, non potrai rimanere qui per sempre devi sposarti e crearti un famiglia...-
-Si, si ho capito papà, ti prometto che andrò al prossimo, ma ora devo proprio scappare- disse abbracciandolo e stampandogli un dolce bacio sulla guancia.
Poi prese un pacco di fogli, che era posto vicino alla porta, vi aggiunse quello appena scritto e scappò fuori dalla stanza correndo.
-Belle!- la chiamò il padre, ma ormai era già uscita per andare chissà dove.
Maurice sconsolato scosse la testa e andò al tavolo, dove poco prima sua figlia era intenta a scrivere con fervore.
-Sta per finire l'inchiostro eh? quella birbante...- l'uomo osservò fuori dalla finestra dove vide la figlia correre come una pazza.
-Non cambierà mai vero, Colette?- disse poi osservando il quadro di famiglia, dove ancora si potevano vedere  tutti riuniti.


Uscita di casa Belle si precipitò oltre il cancello della sua abitazione e per poco non finì sotto una carrozza.
La ragazza sbuffò ma infine si rimise a correre mentre il cocchiere le sbraitava dietro, parole poco gentili.
Girò l'angolo e si accasciò vicino alla porta di una casa: aveva rischiato un'altra volta di rimanerci ammazzata.
Ripreso fiato controllò che la busta, nella quale era contenuta il manoscritto non si fosse rovinata.
 Poi si rialzò, si rimise a posto il vestito, eliminando le pieghe scomposte, respirò a fondo ed infine entrò nella casa, mentre veniva osservata da una vecchietta che d'altra parte della strada sorseggiava una tazza di thè fumante.
In realtà non era un condominio, era una semplice casa editrice di periferia, in fondo Belle non abitava in centro, ma era piuttosto qualificata per poter stampare la sua storia, se mai fosse stata accettata.
Raggiunse la prima scrivania su cui lavorava un uomo di mezza età, basso e grassottello.
A prima vista non sembrava molto socievole, anzi tutt' altro: quando si arrabbiava faceva veramente paura, lo conosceva di vista e aveva perfino sentito come si chiamava ma non si sarebbe mai azzardata a dargli troppa confidenza.
Eppure Belle non si scompose andò dritto davanti a lui nascondendo il suo timore con un enorme sorriso.
-Buongiorno-
L'uomo sollevò il capo la scrutò a lungo e poi sbottò
-Credo che la casa del thè sia nell'altra parte della strada, signorina questa e una casa editrice-
Belle continuò a sorridere e gentilmente gli rispose
-No, non mi sono sbagliata signore, sono venuta qui perchè ho un manoscritto di una storia  che potrebbe interessarle-
Belle con estrema delicatezza posò il manoscritto sul tavolo dell'uomo, mentre quest'ultimo continuò a guardarla
-Mi sta forse dicendo che l'ha scritto lei?!- sbottò un un leggero segno di sorpresa misto ad un leggero senso di ironia
Ma certo che l'ho scritto io! Che c'è di strano? pensò Belle mentre lo guardava
-Ma certamente, l'ho finito giusto qualche minuto fa, se gli desse un' occhiata forse...-
Ma l'uomo non la fece finire di parlare
-No, non se ne parla proprio, riprendi quel manoscritto e vattene, non ho bisogno di altri perditempo in questo post-" brontolò lanciandole la busta addosso.
Belle la prese al volo controllando che non avesse ricevuto danni gravi, proprio come in precedenza: oggi non era giornata, povera busta.
-Ma se solo ci desse un' occhiatina...-
-La mia risposta è no, finiscila: questo posto non è per le donne, solo gli uomini possono pubblicare-
Belle non si diede per vinta e tornò all'attacco.
-Perchè lei si e io no? Cosa c'è di diverso?-  domandò, al limite della sopportazione
-Mi sembra ovvio ragazzina, io ho le palle e tu no! ora torna a casa e aiuta tua madre nelle faccende di casa, questo è un lavoro da uomini non da stupide donnicciole come te! e ora sparisci!-
Belle potè solo avvicinarsi alla porta mentre due uomini di grossa statura le intimavano di uscire.


Tutto questo deve cambiare, prima o poi posterò una storia e al diavolo gli farò vedere io chi ha le palle!
Belle si ripromise di passare all'attacco.

Persa nei suoi pensieri venne risvegliata dal suono della campana della chiesa
-Oh no! sono già le sei, devo sbrigarmi!- Belle si mise a correre, tenendo strette le gonne del vestito celeste mentre stringeva la busta con una mano e a per di fiato corse verso casa.
Un'ospite stava per far visita alla sua famiglia dopo tanto tempo e non poteva certo mancare.

















Angolo dell'autrice: Ed ecco che fa il suo ingresso il primo capitolo di questa storia!
Spero sia di vostro gradimento =)
 
  
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