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Autore: josephwrite    10/03/2015    1 recensioni
Louis Tomlinson, famoso broker azionario, detiene la quota di mercato più ampia di Wall Street. Ma quando Harry Styles suo avversario più temuto cercare di screditarlo, nascerà in lui il desiderio di porre fine all'arroganza del ragazzo cercando di mandarlo in banca rotta.
In un clima di tensione economica, l'incontro tra i due porterà a galla il passato di entrambi, rivelando circostanze ritenute fin adesso di poco conto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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*Quella che andrete a leggere è una storia che mi frulla per la testa da non so quanto tempo. Per diversi motivi ho deciso di strutturarla in tre parte, che rappresenteranno l'introduzione, lo svolgimento vero e proprio della storia, infine la conclusione. Spero solo che vi piaccia, poi a voi la parola*

A M e alle sue chat, che senza volerlo mi ha ispirato;

 
I soldi, il potere e l’avidità: erano questi gli aggettivi che ruotavano attorno alla figura di Louis Tomlinson.  La sensazione di controllo che derivava dall’insieme di tutte quelle cose messe assieme lo rasserenava. Era una pace interiore che lo travolgeva dentro, la stessa sensazione di serenità dopo l’assunzione di una droga pesante, non che si fosse mai drogato. Ventidue anni, neo-laureato è deteneva il sessanta percento delle quote azionarie delle più prestigiose multinazionali statunitense. Era denominato il piccolo “genio” di Wall Street, con la sua astuzia e le sue capacità aveva costruito in poco tempo un impero multimilionario. Era a questo che rifletteva, seduto nella sua poltrona rigorosamente di pelle nera, nei pochi secondi in cui il lavoro non gli portava via l’ultima cosa che non era diventata di dominio pubblico: i suoi pensieri.  Pensieri che ultimamente gli annebbiavano la vista, pensieri che lo distraevano dalla quotidianità delle cose. Solo che a lui non era concesso distrarsi. Non poteva permettersi un minimo margine di errore, perché se aveva imparato qualcosa nel corso della sua carriera era che i soldi viaggiavano alla stessa velocità della luce. In 8,33 minuti avrebbe potuto guadagnare abbastanza da permettersi di vivere dignitosamente fino alla fine dei suoi giorni e al tempo stesso, nei successivi minuti, avrebbe potuto perdere tutto. Perdere tutto, la cosa che maggiormente lo spaventava. Da famoso broker azionario sarebbe ritornato a essere una persona qualunque, dal posto da cui in vita sua, aveva sperato di non ritornare più. Il Bronx.
Il picchiettio di qualcuno che bussava alla porta del suo ufficio lo riportò nuovamente alla realtà, forse in tempo da impedire alla mente di ricordare la parte della sua vita che preferiva in assoluto dimenticare. Eppure falliva miseramente ogni qualvolta cercasse di eliminare le orme del suo passato, perché se adesso era quello che quello che oggi rappresentava, lo doveva anche alla storia che aveva alle spalle.

<< Avanti.>> disse con un fil di voce ma abbastanza da farsi udire.
 << Signor Tomlinson.>>

Era la voce suadente della segretaria a cui non si era mai abituato. Bionda e alta, con un delicato accento francese. Indossava una leggera camicetta bianca aderente sui fianchi, il primo bottone non abbottonato che lasciava intravedere un seno prosperoso e una minigonna. Il tutto abbinato a un paio di tacchi a spillo. Catherine, la sua assistente per eccellenza. Laureata col massimo dei voti vantava niente meno che un dottorato in Marketing e Relazioni estere. Si era presentata nel suo studio all’inizio della sua carriera, quando contava poco e niente. La determinazione che dimostrava nella fermezza delle sue parole, la passione che trapelava da ogni singola affermazione erano stati la sua carta vincente e così senza pensarci due volte l’aveva assunta. Col tempo era diventata qualcosa di più, qualcuno di cui potersi fidare ciecamente sul lavoro.

<< Legga qui.>>
Gli porse quella che sembrava a primo impatto una rivista. Diede un’occhiata rapida alle prime pagine non capendo dove la ragazza volesse arrivare.

<< “Come rallentare l’invecchiamento: 10 modi per raggiungere uno stile di vita sano” Ti sembro davvero così vecchio? >> lesse, con un pizzico di sarcasmo pronunciando quelle parole, puntando il suo sguardo in direzione della ragazza di fronte a lui.

<< Non la facevo così scherzoso, sa? In ogni caso, dia un’occhiata a pagina 7.>>

Svoltò i singoli fogli, abbandonando la lettura sulla tesi di come ridurre il consumo di carne aumentasse la prospettiva di vita e riducesse l’accumulo di tossine nel corpo, arrivando a tutt’altro argomento interamente dedicato agli uomini più ricchi e influenti del sistema bancario odierno.
 “Che i suoi occhi azzurri siano la chiave del suo successo? Il ragazzo dal viso fanciullesco conquista la seconda posizione.” Era così che l’articolo lo citava. Sorvolò al commento del colore delle sue iridi e continuò nella lettura, profondamente infastidito dal posto che occupava nella lista, che non gli sarebbe importato più di tanto se a primeggiare la rivista non avesse posto al primo posto lui: Harry Styles, con il suo sorriso sfacciato, contornato da un paio di fossette ai lati della bocca e folti capelli ricci che gli ricadevano sulle spalle. La cosa che più lo irritava era la sfacciatezza con cui il ragazzo scherzava, rispondendo alla domanda della giornalista
“ Le aziende che detiene Tomlinson sono di poco conto. Mi chiedo solo come sia arrivato così in alto”.
<< Qui bisogna intervenire. >> pronunciò a Catherine o forse solo a se stesso. Solo forse per reprimere la sensazione di rabbia che aveva preso in pochi secondi il sopravvento. Nessuno aveva mai osato dubitare sulla potenzialità delle sue risorse, delle sue capacità, tanto da mettere in discussione la solidità del suo impero economico. Doveva fare qualcosa per difendere il suo orgoglio.
La segretaria accennò un leggero sorriso di sfida, poi uscì dalla stanza, lasciandolo a meditare sul piano che aveva in mente portare a compimento.
Intanto fuori il cielo di New York aveva cominciato a lacrimare.

***

La luce del giorno ti regala una prospettiva diversa sul vedere le cose. Harry era un tipo che dei raggi solari avrebbe potuto farne a meno. A lui piaceva la notte e tutto quello che la sensazione di buio regalava. Per questo amava passeggiare nelle ore notturne al chiarore dei lampioni del parco, il viale di ciottoli a rendere la camminata un po’ sbilanciata e quella leggera brezza che accompagnava le estati afose di New York. L’unico momento della giornata in cui non indossava nessuno smoking, in cui non si occupava di bilanci o acquisto di titoli, lontano dai riflettori. Era solo Harry. L’essere costantemente messo a nudo era l’aspetto negativo più rilevante che riguardasse il suo lavoro. E gli veniva un po’ da ridere perché “suo” e “lavoro”, nella sua vita, non erano mai andati d’accordo. Avrebbe voluto fare il musicista, lui che la musica la sentiva dentro. La strada era però già stata scelta da qualcuno che aveva voluto cimentarsi nel lavoro del destino.
 Controllò l’orologio al polso. Erano passati quaranta minuti dalla sua passeggiata e solamente fra mezz’ora avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia che ogni anno, puntualmente, i vecchi pezzi forti di Wall Street organizzavano per festeggiare la fine della loro carriera. Il suo autista lo riportò all’hotel, la sua casa da quando si era trasferito nella capitale e per le successive ore si preparò al grande evento, di malavoglia come ogni anno.
Arrivò comunque puntuale al locale, dove si sarebbe svolto il tutto. Uno di quei locali lussuosi che solo per dare un’occhiata all’interno avrebbero potuto chiederti una somma di denaro. L’edificio era già completamente affollato. Due gazebo erano montati sull’intera terrazza dell’edificio, a coprire l’evento nel caso in il tempo avesse deciso di cambiare idea e rovinare la festa. Lungo i bordi erano disposti decine di tavoli che ospitavano un buffet assortito dei cibi più costosi che spaziavano dal caviale ai tortini di granchio e aragosta. A condire il tutto non potevano mancare i vari camerieri che facendosi spazio qua e là tra la folla offrivano gli alcolici più disparati, dai Long Island ai Cosmopolitan, al classico Martini. Non si era mai abituato al clima di quelle cerimonie, ma questa volta era stato costretto ad andarci. L’organizzatore avrebbe aperto una sorta di asta alla fine della serata, mettendo in mostra il cd di uno dei suoi cantanti preferiti, cosa che l’avrebbe portato a sbaragliare gli avversari proponendo se fosse stato necessario, cifre esorbitanti. In fondo, poteva permetterselo. Ordinò qualche drink durante serata, intrattenendosi tra un sorso e l’altro con un paio di colleghi di lavoro, parlando e scherzando del più e del meno. Fortunatamente il tempo trascorse velocemente, forse anche merito della quantità di alcol che aveva assunto. Tutto ciò comunque non gli dispiacque per niente. Così senza nemmeno accorgersene il momento che più di tutti attendeva, arrivò. Gli invitati erano stati fatti accomodare su alcune sedie che erano state disposte sull’intera estensione della terrazza lasciando al mezzo uno spazio modesto che divideva così i partecipanti e dove prima era situato il buffet era stata trasportata una pedana di legno. L’organizzatore prese il microfono tra le sue mani e dopo aver portato alla conclusine il solito discorso di ringraziamento ordinò di far portare l’oggetto che Harry bramava ardentemente toccare con le sue mani: Double Fantasy, il cd di John Lennon e Yoko Ono. L’offerta del bene partiva dalla cifra di ben duecentomila dollari. Non aveva tardato a controbattere offrendo trecentomila dollari. Aveva voglia di giocare sporco quella sera e nulla gli avrebbe impedito di aggiudicarsi l’oggetto, ma si rese conto solamente dopo che aldilà di chi aveva solo il piacere di alzare il prezzo a scopo benefico, c’erano parecchie persone interessate tanto quanto, lo era lui. Ma una più di tutte lo colpì fra la gente seduta, ma non seppe di preciso cosa. Forse quella breve frazione di secondi in cui i loro sguardi si erano incontrati, scontrati. Successivamente lo stupore che aveva provato nello scoprire che la persona con cui stava dibattendo ferocemente era Louis Tomlinson. Andarono avanti così per una mezz’ora successiva facendo arrivare il prezzo a una cifra di quasi settecentomila dollari. Alla fine però Harry aveva avuto la meglio prendendo in contropiede l’avversario offrendo la somma di un  milione. La sorpresa che si era fatta spazio sul viso del ragazzo dagli occhi azzurro lo aveva estasiato di una strana sensazione di potere. Nonostante però avesse perso, sul viso del suo avversario era apparso un leggero ghigno sul viso che Harry non si lasciò sfuggire.
Poi con ostentata indifferenza Louis Tomlinson si era alzato in piedi, andando semplicemente via.
 
  
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