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Autore: P o k e    10/03/2015    2 recensioni
/Dal testo/
Un secondo prima la tua vita ti sembra perfetta; Un secondo dopo tutto ti sembra orribile.
Tremavo come una foglia, mentre le lacrime scorrevano sul mio viso. Le mani ancora alla bocca, ed erano gelide. Gli occhi che un tempo erano azzurri e limpidi, adesso si mostravano cupi e scuri. Non c’era più quella scintilla che si presentava ogni giorno della mia vita; Quella che era la prova della mia felicità.
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“ E lei? Cosa ci fa qua? “ La sua voce era forte e sicura, proprio come doveva essere la voce di un uomo.
“ Ecco, io sono nuovo.” Dissi. Lui dapprima spalancò gli occhi, poi le sue labbra si aprirono in un largo sorriso.
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un secondo prima la tua vita ti sembra perfetta; Un secondo dopo tutto ti sembra orribile.
Tremavo come una foglia, mentre le lacrime scorrevano sul mio viso.  Le mani ancora alla bocca, ed erano gelide. Gli occhi che un tempo erano azzurri e limpidi, adesso si mostravano cupi e scuri. Non c’era più quella scintilla che si presentava ogni giorno della mia vita; Quella che era la prova della mia felicità.
Guardavo lo scenario che mi si presentava davanti; Le fiamme piano piano divoravano la casa in cui vivevo, dove ancora c’erano tutti i miei averi. Quella in cui c’era la mia famiglia, quella che era diventata la loro tomba.
Mi ero salvato per pura casualità, per pura fortuna dicevano tutti. Ma per me non lo era stata; Perché io avrei preferito morire con loro. Piuttosto che stare qui, senza nessuno.
Al di fuori di loro io non avevo nessuno. Ero solo ormai.
Nessun parente, nessun amico.
Solo io.
Così mi ritrovai in un collegio, uno di quelli dove le persone sono di buona famiglia, tutte ben educate, tutte con un’ottima istruzione. E poi c’ero io. Quello cresciuto in campagna, quello che era andato in una scuola pubblica non eccellente, quello che nessuno avrebbe mai guardato.
Mi  chiesi il perché fossi là, ero fuori luogo e per niente adatto a quel posto. Non capivo.
Mi guardavano dall’alto in basso, perché ero diverso, perché ero di buona famiglia. Mi ero ritrovato in una stanza che avrei dovuto condividere con alcuni di loro; Persone che mi avrebbero preso in giro.
Non potevo stare là; Io, ragazzo di quindici anni, con dei capelli rosa legati in due codini, e gli occhi color cielo. Un ragazzo di campagna.
Iniziò così il mio primo giorno alla Moosol.
Le lezioni sarebbero iniziate alle otto in punto, come era scritto sul foglio che mi era stato dato. Io sarei stato nella 1A.
Per fortuna mi ero svegliato alle sette da solo, visto che qualcuno aveva avuto la bella idea di farmi uno scherzo, e togliere la sveglia.
I miei compagni di stanza non erano di certo i migliori, anzi. Erano tre ragazzi della mia età, ma piuttosto antipatici e dispettosi, a quanto pare. Uno si chiamava Erik, l’altro Jason, ed infine c’era Kay; A mio parere quello un po’ più “simpatico.”
Da quando li avevo conosciuti, la notte prima, mi avevano preso subito di mira. Mi guardavano con disgusto e, quando gli avevo raccontato la morte dei miei, loro mi dissero che non gliene importava nulla.
 
Mi preparai con molta calma, indossando la mia “fantastica” divisa. Una camicia bianca e semplice, con quella cravatta color verde pisello, la giacca di altrettanto colore, e i pantaloni di un verde più scuro.
E naturalmente dovevo legare i capelli in una coda alta, come era scritto nel regolamento.
Uscii dalla stanza alle sette e mezza per visitare l’istituto, per poi andare verso la scuola.
Il vento soffiava leggermente accarezzandomi ogni centimetro di pelle scoperta, dandomi una sensazione piacevole. L’estate era finita, ma il caldo di quei mesi si faceva ancora sentire da quelle parti.
Camminai per qualche minuto intorno all’edificio degli alloggi. Era un edificio piuttosto vecchio, del 900 credo, di un marroncino più sul rosso; Pieno di crepe all’interno, ma affascinante all’esterno. Con le finestre dell’epoca, la struttura dell’edificio stesso e la sua enormità, conferiva un aspetto a cui le persone non potevano fare altro che spalancare la bocca.
Mi piaceva, molto.
La mia passeggiata durò ancora qualche minuto, poi dovetti andare a scuola. E così mi incamminai verso la struttura accanto, molto simile a quella appena vista, con la differenza del colore. Uno marrone, l’altro bianco.
Arrivato davanti al portone notai alcuni ragazzi alquanto bizzarri; Loro non indossavano la divisa, ma dei semplici vestiti. La maggior parte aveva i capelli colorati, chi verdi, chi rosa. Li trovai carini, e forse un giorno sarebbe piaciuto anche a me essere così.
Con passo disinvolto e  la testa china, entrai nella struttura dove già mille studenti si apprestavano ad andare nelle loro classi.
La mia doveva essere al piano di sopra, almeno così indicava la mappa delle classi. Salii le scale dell’ala est e la prima classe che vidi fu la mia; Così andai verso la porta e sbirciai dentro.
La maggior parte dei miei compagni era già arrivata; Erano tutti seduti compostamente, e aspettavano l’arrivo del professore. C’era un silenzio assordante e, anche se non ero ancora entrata, mi sentivo a disagio.
All’improvviso sentii qualcuno picchiettarmi un dito sulla spalla, così mi girai.
Davanti mi ritrovai un uomo sulla trentina, con capelli lisci e biondi, e due occhi blu che sembravano leggere l’anima.
“ E lei?  Cosa ci fa qua? “ La sua voce era forte e sicura, proprio come doveva essere la voce di un uomo.
“ Ecco, io sono nuovo.” Dissi. Lui dapprima spalancò gli occhi, poi le sue labbra si aprirono in un largo sorriso.
“ Bene, entri in classe, signorino..?”
“ Oh. Kirino. Kirino Ranmaru. “
 
 
 
 
   
 
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