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Autore: LadyBones    10/03/2015    1 recensioni
"[...] La verità era che lui era stanco, di scappare e nascondersi. Di esistere. Steve gli ricordava che, nonostante tutto, anche lui meritava qualcosa di meglio. Qualcosa che non aveva neanche minimamente desiderato ma, quando per la prima volta, aveva sentito qualcuno chiamarlo con un nome - il suo nome - era scoppiata una scintilla. [...]"
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Partecipa al Shakespearian quotations contest - II Edizione di _juliet.



 
WHY DO YOU THINK I COME 'ROUND HERE ON MY FREE WILL?
 
 

 
…Don’t you be afraid,
‘Cause we got nothing we got us.

-One Republic
 
 
 
 
Un guscio vuoto.

Era quello che avrebbe voluto rispondere all’uomo seduto davanti a lui – mani intrecciate sotto il mento – quando gli aveva fatto la fatidica domanda.

Aveva perso il conto di tutte le volte che era stato costretto a sentirselo chiedere, eppure, non era ancora riuscito a capire per quale assurdo motivo gli interessasse così tanto sapere come lui si sentisse. Quella domanda lo disturbava ma, molto di più, lo disturbava quel paio di occhi azzurri che lo scrutavano impaziente.
 
Nessuno si era mai preso la briga di fermarsi – anche solo per un secondo – a porgli quella domanda. Perché? Semplicemente perché a nessuno importava. E, dannazione, a lui andava bene così. Il suo unico cruccio era quello di riuscire a portare a termine una missione il più velocemente possibile.

Adesso, invece, si ritrovava a stare seduto su una poltrona incredibilmente scomoda a cercare di ricordare un passato che non credeva di avere e, contemporaneamente, non ferire la persona che gli sedeva davanti. Si, perché doveva essere onesto con se stesso. Quello che aveva scoperto qualche mese prima era stato destabilizzante ed era passato dal voler scappare lontano da tutta quella follia al voler spazzare via tutto nell’unico modo che conosceva: uccidendo.

Avrebbe voluto, si. Una piccola parte di lui, però, sapeva che – anche volendo – non sarebbe mai riuscito a fare del male a Steve. Avrebbe potuto lasciarlo morire quando ne aveva avuto l’occasione ma il modo in cui lo aveva guardato…

Già, esattamente come lo stava guardando in quel momento. E Bucky, per l’ennesima volta, decise di salvarlo, da sé stesso.

Sto bene, non devi preoccuparti. aveva sussurrato semplicemente.

Lo vide inclinare il capo di lato nel sentire la sua risposta e, prima ancora che potesse aggiungere altro, si era sollevato raggiungendo la finestra più vicina. Con un movimento lento della mano aveva scostato la tendina beige lanciando, subito dopo, uno sguardo al di là del vetro.

Una fitta pioggerellina aveva preso a riversarsi sulla città costringendo tutti a rintanarsi nelle proprie case, al caldo. Bucky sollevò lo sguardo in direzione del cielo avvertendo il lieve rumore di passi dietro di sé.

Saranno anche passati settant’anni ma riesco ancora a capire quando mi stai mentendo… gli aveva risposto di rimando.

Bucky si era ritrovato a sospirare suo malgrado. Doveva concederglielo, quell’uomo era un osso duro. Lo aveva realizzato nel momento in cui aveva capito che il capitano si era messo sulle sue tracce. Fino a quando non se lo era ritrovato nella cucina dismessa dell’appartamento abbandonato in cui si era rifugiato. Per lo meno era quello che lui gli aveva fatto credere.

La verità era che lui era stanco, di scappare e nascondersi. Di non esistere. Steve gli ricordava che, nonostante tutto, anche lui meritava qualcosa di meglio. Qualcosa che non aveva neanche minimamente desiderato ma, quando per la prima volta, aveva sentito qualcuno chiamarlo con un nome – il suo nome – era scoppiata una scintilla. E lui, meglio di chiunque altro, sapeva quanti danni poteva fare una piccola e innocua scintilla.

Non sono la stessa persona di settant’anni fa. gli ricordò senza troppi giri di parole.

No, non lo era e dall’espressione che assunse Steve fu palese che entrambi ne erano perfettamente consapevoli. D’altronde non sarebbe servito a nulla cercare di nascondere quell’ovvietà.

Sei fin troppo paziente per uno che ha appena scoperto di aver vissuto una vita che non è la sua, il che è il colmo detto da me… ammise poggiandosi con le spalle al muro.

Paziente? gli fece eco Bucky voltandosi nella sua direzione.

Lo osservò per una frazione di secondo prima di lasciarsi andare a un sorriso – quello che credeva essere un sorriso.

Non chiamarla pazienza, Steve. sussurrò facendo un passo nella sua direzione.

Si ritrovò ad assaporare la famigliarità di quel nome tra le labbra e – sorprendendo persino se stesso – quella sensazione gli piacque più di quanto avrebbe voluto.

Questa è disperazione. Non posso più essere il Soldato d’Inverno perché una macchina senza un mano che la guidi non può muoversi da sola e non posso essere Bucky perché, per quanto ci possiamo sforzare, quel ragazzo che conoscevi non esiste più… ammise guardandolo dritto negli occhi per la prima volta da quando quella conversazione era iniziata.

Vorrei poter tornare indietro e recuperarlo nell’abisso della mia memoria, per te,  ma so capire quando una missione è già persa in partenza…scomparire, per me, sarebbe la cosa più semplice ma se lo facessi cosa potrei mai essere?

Allargò le braccia in un gesto stizzito dandosi dello stupido per essersi esposto in quel modo. Quello era l’ultimo residuo di barriera che aveva voluto a tutti i costi erigere e che Steve, pezzo per pezzo, aveva buttato giù.

Chiunque tu decida di essere sarò qui ad aiutarti…farò tutto ciò che posso!

Qualsiasi cosa?

Qualsiasi…

Allora fa che l’inverno passi…puoi?
 





 

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NdA: Sembra proprio che la mia musa sia ritornata e la cosa non può farmi che piacere, spero solo che sia uscito fuori qualcosa di decente. La Marvel mi è proprio entrata dentro in questo ultimo periodo, questa è ovviamente una mia visione di come siano potute andare le cose. Come mi ha fatto notare una mia amica, questa è la mia visione delle cose che, giusta o sbagliata che sia, ho voluto condividere con voi. Spero che abbiate apprezzato! 
Il titolo del testo è preso da una canzone di Sam Smith che mi ha in qualche modo ispirata, per chiunque volesse ascoltarla il titolo è "I've told you now". 
A presto, -LadyBones.

 

 
 
 
   
 
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