Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Scheherazade_Reim    10/03/2015    1 recensioni
"Vi do il benvenuto, dal profondo del mio cuore, in questo mio vascello, a tutti voi. Io sono Zero ... Il capitano di questa nave. Sono inoltre la persona che vi ha invitato qui per partecipare a un gioco. Alcuni di voi, lo so, hanno già familiarità con questo gioco. Il Nonary Game. E' un gioco... Nel quale la tua vita è la posta più alta. Lo scopo del gioco è semplice: lasciare la nave vivi. E' nascosta, ma un uscita esiste. Cercatela ... Cercate la porta che reca il numero 9".
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« Perché … Perché è successo questo … »
La sua voce era infranta dal dolore, dalla tristezza e dall’agonia, unita a qualche singhiozzo continuo mentre le mani corsero al viso per nasconderlo alla vista di Inuyasha e degli altri. Non voleva farsi vedere in quello stato.
Inuyasha la guardò e sentì nuovamente la rabbia farsi strada in lui.
« Qualcuno di voi sa che cazzo sta succedendo qui?! » domandò seccato, arrabbiato e furibondo come mai prima di quel momento.
« Chi diamine è questo Zero?! Cos’è il “Nonary Game”?! Avanti, nessuno a qualche idea? Niente?! Che diavolo sta succedendo?! »
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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-Capitolo 6-  

 

Il tempo stava passando troppo velocemente.

Inuyasha sentiva ancora nelle proprie orecchie l’eco delle campane che annunciavano il passare delle ore, i minuti che stavano scivolando dalle loro dita.

« Dannazione! » sbottò Santa, rompendo il silenzio che si era venuto a creare in quel momento.

« Ci restano solamente sette ore e mezza, adesso! Siete proprio così sicuri di voler restare qui a perdere tempo? »

Le parole di Santa corrispondevano al vero, purtroppo e nessuno, alla fine, sembrava intenzionato a discutere. Nemmeno Lotus, la persona che meno desiderava attraversare le porte numerate.

« Molto bene, allora. » rispose Ace, prendendo in mano le redini della situazione.

« In questo caso c’è una sola cosa da fare. »

« Certo, non è molto divertente andare in giro per questa nave sapendo che quando Zero dice “salta” noi dobbiamo saltare … » le parole di Seven avevano il gusto amaro della verità, ma questa volta sapevano tutti che non c’era nient’altro da fare.

« Beh, è anche più stupido restare qui fermi a fare niente. » replicò Clover, le mani poggiate sui fianchi e il busto appena piegato rivolto verso l’uomo dai lineamenti affilati come quelli di una bestia.

« Se non altro, grazie a Snake, adesso sappiamo qualcosa in più sul funzionamento di questo “gioco”. » aggiunse Lotus, sospirando appena.

Avrebbe preferito non partecipare, Inuyasha riusciva a leggere questo sul suo volto, ma era un membro essenziale del gruppo e non poteva in nessun modo esimersi.

« Esattamente … » rispose Snake, annuendo un paio di volte con il capo per accentuare le sue parole. « E fintanto che seguiamo le regole, dovremo poter … Ah … volevo dire che riusciremo a cavarcela senza problemi. » stava per dire che “sarebbero sopravvissuti”, ma anche Inuyasha, ormai, aveva ben capito che non tutti sarebbero davvero arrivati vivi alla fine.

« Però … » continuò Kagome, pensierosa.

« Cosa? » fu Inuyasha a interessarsi, osservandola assorta con una mano poggiata sulla guancia e gli occhi rivolti altrove.

« Come scegliamo chi entrerà in quale porta? »

Gli occhi nocciola di Kagome si spostarono verso le due porte numerate, la quattro e la cinque.

« Già … Hai ragione … » rispose, intuendo i pensieri della ragazza a riguardo.

« Attraverso una porta numerata non possono passare più di cinque persone. Noi otto non possiamo passare tutti attraverso una sola porta. »

« Allora mi sembra ovvio cosa fare: dobbiamo separarci. » propose Ace, riprendendo in mano la conversazione.

Era il più adulto del gruppo, pensò Inuyasha ignorando l’età di Lotus e Snake, entrambi molto più vicini alla sua almeno da quello che vedeva. Seven, al contrario, sembrava spesso perso nei suoi pensieri ed interveniva solo quando lo riteneva necessario.

« A-Aspetta! » esordì improvvisamente Lotus.

Il suo viso si era fatto più pallido di colpo, sembrava sudasse freddo e la sua espressione era chiaramente terrorizzata.

« Lo dico adesso, non intendo attraversare la porta numero cinque nemmeno se l’inferno scendesse in terra. »

« Avanti, su, non fare l’egoi - »

« Chiamami come diavolo ti pare, non intendo andare lì! » sbottò di nuovo, alzando il tono della voce e interrompendo Ace.

« Se devo camminare in mezzo a tutto quel sangue, allora tanto vale che io resti qui! »

Un sospiro da parte di Ace mentre questi scuoteva il capo, rassegnato.

« Allora, principessa, dovremo restare anche noi. »

« Mi dispiace, per una volta sono d’accordo con Lotus. Non ho nessuna intenzione di attraversare quella porta. » continuò Santa, sorridendo rilassato e sistemando le mani nelle tasche dei pantaloni.

« Oh no, Santa, pure tu ti ci metti … »

« Dopotutto ho solo questo paio di scarpe, amico. Se stai pensando che le vada a sporcare con il sangue di un tizio psicopatico, sei messo male. Dovrai pensare a qualcun altro da portarti dietro. »

Inuyasha scosse il capo, seccato da quel genere di discorsi e a quel punto non poté fare altro che parlare.

« Ma ti ascolti quando parli?! Non pensi di essere un pochino incoerente, soprattutto quando eri tu quello che diceva di muoverci! »

Santa lo guardò, i suoi occhi scuri erano calmi come il mare di notte.

« Si? E quindi? Non voleva certo dire che intendessi passare proprio per la porta numero cinque. »

Ace si portò una mano alla nuca, scuotendo il capo, mentre Inuyasha sembrava paralizzato e rimase qualche istante con la bocca spalancata.

La situazione sembrava essersi bloccata. Dal canto suo, Inuyasha non aveva nessun interesse a far passare in quella porta Kagome. No, piuttosto, pensò, sarebbe andato lui stesso se necessario.

Un sospiro, e stavolta fu proprio Seven a parlare.

Anche lui, come Ace, aveva una mano ferma sulla nuca ma sembrava solo pensieroso come sempre.

« Ho capito. Andrò io nella porta numero cinque, ma vi ricordo che non ci posso andare da solo. Qualche altro volontario? »

Alla domanda/richiesta di Seven il silenzio tornò a farsi pesante nella Hall.

Tutti si scrutavano incerti, come se fossero ancora a scuola quando l’insegnante, in vena di interrogazioni, chiamava qualche studente volontario prima di procedere alla selezione vera e propria.

Alla fine, fu proprio Snake a interrompere quella tensione.

« Andrò io. »

« C-Cosa?! » fu Clover la prima a sorprendersi, precedendo tutti e catturando l’attenzione del gruppo.
Snake sembrava a suo agio, per nulla turbato da quello che avrebbero trovato al di là della porta e forse, pensò Inuyasha, una parte del vantaggio era dovuta alla sua cecità.

“E Clover? Che ne sarà di lei?”
« Non ti preoccupare. Te la caverai benissimo, anche se ci separiamo adesso è probabile che ci ritroveremo più tardi. »

Il suo tono di voce era calmo e fiducioso, o forse, si disse, era così per cercare di rassicurare la sorella minore.

« Come fai a saperlo?! »

« Perché lo so. »

« Non è una risposta! » replicò Clover, irritata dall’atteggiamento calmo del fratello. « Se tu vai, vengo anche io attraverso la porta numero cinque! Questo è quanto! »

Il sospiro questa volta toccò a Snake, la sua espressione calma cambiò letteralmente divenendo affranta e preoccupata.

« Cosa devo fare con te … » mormorò con voce bassa, credendo che nessuno l’avrebbe sentito pronunciare quelle parole, ma invece non andò proprio così.

« Non c’è niente che devi fare. » aggiunse Ace, interrompendo il flusso di pensieri di Snake. Lui l’aveva sentito, dopotutto. « Se mi unisco a voi non ci sono problemi, giusto? Seven è il numero sette, Snake è il numero due, se poi ci aggiungete Clover, il quattro, mentre Ace è il numero uno la radice digitale sarà proprio cinque. »

« Oh sì, è perfetto! » la risposta di Clover era esultante, quasi, aveva persino accennato un sorriso più allegro al pensiero di non essere costretta a separarsi dal fratello.

« Allora, noi quattro potremo passare attraverso la porta e … »

« Un momento … » la interruppe Seven. « E gli altri quattro cosa faranno? La loro radice digitale quale sarebbe? »

Inuyasha si fermò un momento a riflettere, valutando attentamente la situazione e ripensando a quali erano i loro numeri.

Lotus, Santa, Kagome e lui erano gli unici ad essere rimasti in disparte dalla scelta. I loro braccialetti erano rispettivamente otto, tre, sei e cinque. Se non aveva fatto i calcoli sbagliati, la loro radice digitale era proprio quattro.

Rifece ancora i calcoli mentalmente prima di rispondere, assicurandosi di non aver sbagliato nulla.

« E’ quattro. Se sommi tutti i rimanenti braccialetti, la radice digitale è quella del numero quattro. »

« Allora, possiamo attraversare la porta numero quattro. »

Kagome sembrò quasi sollevata al pensiero di non dover passare per la porta numero cinque.

« Sì, ci è andata proprio bene. »

Inuyasha rifletté ancora una volta sui due gruppi che si erano formati. Un primo, guidato da Ace, avrebbe attraversato la porta numero cinque e il restante, guidato da lui, sarebbe entrato nella porta numero quattro.

Il suo sguardo si posò un istante sulla porta numero cinque.

Al di là di essa c’erano i resti del nono uomo, non avrebbe voluto rivederli, poco ma sicuro, ma c’era qualcosa dentro di lui che lo spingeva a voler dare un’altra occhiata a quel corpo. Doveva esaminarlo, controllare qualcosa che non riusciva ancora ad inquadrare.

“Probabilmente è una di quelle cose che devi vedere per capire, anche se farei volentieri a meno di vedere ancora quello scempio. Certo, se entro nella porta numero cinque non potrei più stare con Kagome e Santa. E non intendo far vedere a Kagome quello spettacolino di carne che c’è al di là”.

Era ancora indeciso, perso nei suoi pensieri, non si accorse che Ace e gli altri del suo gruppo avevano cominciato ad andare verso la porta numero cinque.

“No, meglio che vada attraverso la porta numero quattro con Kagome”.

Sarebbe rimasto al suo fianco, in cuor suo sapeva che quella era la scelta migliore da fare. Era sempre stato così, fin da quando erano piccoli e ora, dopo tanti anni, sentiva nuovamente le stesse emozioni di molti anni prima.

Un ultima occhiata rivolta al gruppo che andava verso la porta numero cinque e se ne andò, raggiungendo il proprio che lo aspettava davanti alla porta sul lato destro.

Li guardò parlare tra di loro per qualche secondo, borbottando parole che loro non potevano udire, passando poi le mani sopra lo scanner del R.E.D.

Fu Ace, l’ultimo a registrare il suo numero, ad afferrare saldamente la leva del dispositivo.

Il suo sguardo era teso, carico di determinazione, girò appena il capo per guardare oltre la sua spalla e si fissò ad osservare Inuyasha e i suoi compagni.

« A presto. » disse con un sorriso.

« … siate prudenti. » rispose Lotus, osservando preoccupata il gruppo alla porta numero cinque mentre la leva veniva abbassata.

La porta si aprì come la bocca di una grande, affamata bestia. Oltre di essa, Inuyasha e gli altri lo sapevano troppo bene, giacevano i resti del nono uomo. Non si sorprese vedendo esitare Ace, Clover e Seven; quel corpo non era certo un bello spettacolo da vedere.

L’unico a non avere problemi era proprio Snake, come Inuyasha aveva già intuito, dopotutto, la sua cecità lo rendeva immune a quell’orrore. Oltrepassò la porta senza esitare, i suoi piedi emisero un debole suono quando attraversarono la pozza di sangue.

« Avete forse intenzione di uccidermi? » domandò all’improvviso, rivolgendosi ai compagni rimasti sulla soglia.

« Mi auguro che non abbiate dimenticato che la porta rimarrà aperta solamente per 9 secondi, vero? »

Non aveva nemmeno bisogno di voltarsi per guardare gli altri tre membri del gruppo, i quali deglutirono appena prima di oltrepassare la porta. Immediatamente si richiuse alle loro spalle, un suono pesante e sordo del metallo che strideva e che ormai aveva imparato bene a conoscere.

Inuyasha e i suoi compagni raggiunsero la porta numero cinque, ansiosi poggiarono le orecchie contro la superficie di metallo nel tentativo di captare qualcosa, qualsiasi cosa, proveniente dall’interno.

« Sento ancora il beep di prima … » borbottò Inuyasha, preoccupato.

« E’ proprio come poco fa … » mormorò Lotus, spaventata per la sorte degli altri quattro membri del gruppo. L’espressione turbata stonava con quel suo aspetto elegante, ma poteva capire molto meglio quei suoi sentimenti.

« Probabilmente è il suono del detonatore nei braccialetti … » commentò Santa, stringendo la mano in un pugno.

« Pensate che stiano bene? » domandò Kagome, la sua espressione mostrava più chiaramente la sua preoccupazione di quanto le parole potessero fare.

Quasi in risposta alla sua domanda, una voce giunse ovattata dall’altra parte del pesante portone.

Era Seven.

« Ehi! L’ho trovato! Penso di aver trovato il D.E.A.D coso … venite, presto! »

La sua voce era così profonda e alta allo stesso tempo, probabilmente, pensò Inuyasha, l’avrebbero sentito anche se fosse stato dietro una parete di cemento puro.

A quelle parole seguirono altri piccoli “beep” ravvicinati, segno che avevano trovato il dispositivo e velocemente stavano autenticando i loro numeri per fermare il conto alla rovescia.

I sospiri di sollievo furono chiari anche attraverso la porta di metallo.

« Meno male, pare che si sia fermato. »

Inuyasha e i suoi compagni di “viaggio” si allontanarono dalla porta, sospirando di sollievo al pari dei membri del gruppo oltre la porta. Una cosa era certa, almeno adesso ne aveva la certezza: Snake non aveva mentito, ma questo non lo escludeva da altri sospetti.

« Ehi, voi ragazzi siete a posto di là? » domandò Inuyasha, accertandosi direttamente della situazione.

« Certo! Siamo più che a posto! » la voce di Clover sovrastò quella di Clover, entusiasta e felice. « Piuttosto, adesso vi dico qualcosa su questo D.E.A.D per cui prestate attenzione, va bene?! »

Si avvicinarono alla porta, poggiando l’orecchio come prima e concentrandosi attentamente sulle parole di Clover.

« Il D.E.A.D è uguale al R.E.D, la sola cosa diversa è il colore. Questo qui tende un pochino al blu, ma per il resto è uguale identico all’altro dispositivo; anche il sistema di scanner è uguale. »

« Fantastico! Grazie Clover! »

Quelle informazioni erano preziose, al di là della porta poté quasi sentire la leggera risata soddisfatta della ragazzina, ma fu presto interrotta dalla voce seria e profonda di Ace.

« Bene, direi che è il momento di muoverci ora. Fate attenzione voi là fuori.»

« Tranquillo! »

Era solo una frase di circostanza.

Inuyasha lo sapeva, perché non c’era niente che conoscessero davvero di quella nave e quindi non avevano altra scelta: camminare in punta dei piedi sino all’uscita.

Il gruppo di Inuyasha e Kagome si diresse nuovamente verso la porta numero quattro come dei condannati a morte, un pochino lo erano date le circostanze avverse.

Replicando il gesto dei compagni che li avevano preceduti anche loro, inesorabili, poggiarono le mani sopra lo scanner del R.E.D. di modo che i loro braccialetti fossero letti e la pesante porta di metallo si aprisse davanti a loro. Inuyasha afferrò la levetta, guardando alle sue spalle i compagni del suo gruppo in attesa di un cenno di conferma qualsiasi. Nessuno di loro era entusiasta dell’idea, si leggeva chiaramente sui loro visi, ma ormai il gioco era cominciato. Inuyasha intuì il loro assenso in quel silenzio, annuì con un cenno e si voltò nuovamente verso il dispositivo. Un respiro profondo come prima di un balzo e abbasso la leva, determinato e sicuro.

« Correte! » gridò Santa, mentre tutti entravano di volata dentro la porta numero quattro.

Una volta varcata la porta, si cominciò a sentire un freddo, inesorabile suono elettronico che proveniva dai loro braccialetti.

“Il timer!”

Quando Inuyasha spostò lo sguardo sul proprio braccialetto vi trovò un teschio rosso, non più il suo numero, lampeggiante al suono del ticchettio che scandiva i secondi della loro vita. Passarono i nove secondi, il tempo lunghissimo in cui guardarono tutti con ansia il proprio braccialetto, nel frattempo la porta si richiuse pesante alle loro spalle. Il suono del metallo si propagò nel corridoio dove si trovavano.

Ormai non c’era più modo di tornare indietro.

Erano condannati.

Inuyasha e gli altri si guardarono attorno, ispezionando lo stretto corridoio guarnito di moquette, in cerca del meccanismo che avrebbe dovuto disattivare i loro braccialetti.

« Dove diamine è il D.E.A.D?! » esordì Santa, un rivolo freddo di sudore scivolò giù dalla sua fronte mentre si guardava attorno con crescente preoccupazione.

« Come faccio a saperlo?! » sbottò Lotus, perdendo la sua aura di donna elegante e posata.

« Non prendermi per i fondelli! Guardati attorno e dacci una mano! »

« Lo sto già facendo, idiota! »

Inuyasha non disse nulla.

Infondo li poteva capire: entrambi stavano cercando freneticamente l’oggetto che avrebbe dovuto salvarli.

Si prese qualche istante per guardare meglio il corridoio in cui si trovavano.

Era davvero molto lungo, almeno trecento piedi di lunghezza, pensò Inuyasha, studiando velocemente le porte di legno tutte pressoché identiche sul lato sinistro del corridoio.

Se avessero avuto il tempo di pensare con più calma, sarebbe stato più facile per tutti loro intuire che quelle porte, in realtà, conducevano a una serie di cabine passeggeri.

« Non sarà che il dispositivo è in uno di quelle porte … » disse Inuyasha, esponendo i propri pensieri e aumentando le preoccupazioni di tutti.

« Oh no, quante porte ci saranno?! » domandò spaventata Lotus.

Inuyasha cominciava a perdere il proprio sangue freddo e non riusciva a essere logico quanto bastava.

« Non saprei … sembrano sette, oppure otto … »

Non c’era il tempo di pensare.

Scosse il capo, stanco di perdere tempo, e corse verso la porta più vicina. Afferrò la maniglia e provò a tirare, ma niente. La porta non si aprì.

Non sembrava chiusa come le altre che avevano incontrato, al contrario sembrava, piuttosto, che qualcuno avesse messo dei blocchi di metallo dall’altra parte per impedire che questa venisse aperta.

Inuyasha si voltò, pronto a scattare verso un’altra porta ma i suoi compagni, intuendo il suo pensiero, lo avevano preceduto ma non sembravano avere avuto maggiore fortuna a riguardo.

Ognuno di loro ripeté le stesse parole che anche lui aveva pensato: “merda, la porta non si apre”.

L’ultima a parlare fu Kagome.

Quando Inuyasha si voltò nella sua direzione, cercando un contatto visivo con i suoi occhi, notò qualcosa che prima gli era sfuggito.

Una piccola luce rossa, brillava dal fondo del corridoio nella sua direzione.

« Eccolo! E’ laggiù! » gridò, cominciando a correre verso l’oggetto della loro salvezza. Afferrò tutti, formando una catena, trascinandoli verso la lucina rossa.

« Ehi! Qualcuno sa quanti secondi ci restano? » domandò improvvisamente Santa, preoccupato di non riuscire a registrarsi in tempo per fermare il conto alla rovescia.

« Come faccio a saperlo?! »

« Abbiamo circa ottant’uno secondi di tempo … » rispose Kagome, mantenendo un tono sicuro ma calmo.
Agitarsi, ora, avrebbe peggiorato solamente la situazione.

« Questo lo sapevo anche io! Ti sto chiedendo quanti secondi ci sono rimasti ancora! » replicò Santa, decisamente più nervoso del solito.

Erano passati diversi istanti da quando la porta si era richiusa alle loro spalle, ma Inuyasha non sapeva dire con precisione quanto tempo fosse passato e questo poteva essere un problema.

Fortunatamente, arrivarono alla fine del corridoio.

Il D.E.A.D era posto sul lato sinistro del corridoio, la luce rossa brillava in modo sinistro verso di loro. Inuyasha, la mano tremante e sudata, fu la prima a poggiarsi sopra lo scanner del dispositivo seguita da quelle dei suoi compagni.

Santa, senza perdere tempo, quando tutti gli asterischi furono comparsi sul dispositivo, afferrò la manopola e la tirò verso il basso.

Un altro suono elettronico di conferma e il teschio rosso scomparve dai loro braccialetti, lasciando posto ai numeri.

Erano tutti distrutti.

La tensione, la corsa improvvisa e la paura avevano giocato un ruolo fondamentale. Inuyasha si guardò le mani, ancora tremanti, passandole velocemente sulla fronte e tra i ciuffi della frangia per liberarsi della sensazione di sudore che aveva.

Quando ebbero ripreso fiato cominciarono a guardarsi attorno con più attenzione.

Salve a tutti!

Lo so, lo so … avevo promesso di aggiornare più spesso anche qui ma sono stata presa da altre faccende.

Tra cui molte, moltissime distrazioni e non ultimo aver fatto finalmente partire la Playstation sul mio computer. Addio a tutti! Ahahaha! Scherzi a parte, dunque … Cori angelici, alla fine siamo riusciti a varcare la prima porta numerata.

Davanti al nostro gruppo, composto da Inuyasha, Kagome, Kikyo e Miroku si cela davanti un enigma da risolvere per poter uscire e proseguire.

Cosa accadrà? Qualcuno farà una brutta fine?

Arriveranno davvero tutti sani alla fine?

Un grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono. E’ merito vostro se sono arrivata fin qui.

Non dimenticate, se non avete impegni, anche altre storie che sto curando come “Il marchio del drago” e “Totally Captivated”.

Al prossimo aggiornamento

Un abbraccio forte <3

Scheherazade ~

  
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