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Autore: vermissen_stern    11/03/2015    2 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Terry avvertiva un insolito fischio nelle orecchie.

Un fischio sottile eppure acuto, come quello che si prova dopo essere stati resi momentaneamente sordi da una potente deflagrazione, ed ogni suono che gli giungeva arrivava attutito in un modo alquanto buffo. Persino la vista risultava sfocata a causa di un lampo abbagliante, qual era il sole sopra l’arena, riempiendo la sua vista di luce quasi eterea dopo un freddo buio che lo aveva avvolto dolorosamente.

Quando riacquistò la vista vide Jeager cercare di correre verso di lui, come se fosse stato al rallentatore, ma ogni suo passo sembrava essere pesante come un macigno ed ogni sua parola sembrava intrisa di preoccupazione nel mentre che sembrava urlargli di stare attento.

Tuttavia, quell’improbabile dimensione onirica in cui il lottatore americano si era risvegliato dopo che la sua testa era stata avvolta da qualcosa di freddo e duro, e che a mente lucida avrebbe poi riflettuto come un colpo subito da un irriconoscibile Wally che lo aveva schiacciato contro il ghiaccio, decisamente si infranse con un boato sordo quando Jeager sparì dalla sua visuale dopo essere stato colpito da quella che sembrava essere una colonna di ghiaccio orizzontale.

Solo a quel punto Terry sgranò gli occhi trovando la forza di togliersi dal volto il molto sangue che gli ostruiva la visuale con una semplice passata di mano, ed osservare che quella colonna di ghiaccio si era creata al passaggio supersonico di Apegon.

– Diamine… deve far proprio freddo se si creano delle stalattiti simili! –

Lo disse con tono ironico anche perché non credeva che l’angelo alieno fosse capace di generare ghiaccio dal nulla, magari vortici di vento si, e immaginò solo a livello marginale che l’avversario di Jeager avesse ricevuto pure lui un aiuto “dall’alto”.

Se lui toccò solo lievemente quel pensiero, per alcuni spettatori sugli spalti era ben chiaro che la somma sacerdotessa stesse dando implicitamente una mano ai propri servitori con il giusto freddo da sfruttare sapientemente.

– Che donna arrogante…– fece la Lancaster stringendosi nella propria giacca a vento– non si è nemmeno degnata ad accoglierci e ora è fin troppo chiaro che sta dando una spintarella ai suoi due diaconi! –

La marchesa non aveva tutti i torti, ed anche se Erza aveva capacità combattive davvero sorprendenti delegava gli scontri ai suoi sottoposti. La sacerdotessa la si poteva definire una donna altezzosa, quasi snob per certi punti di vista, e che detestava perdere per quanto ogni sconfitta la prendesse elegantemente e con un sorriso solo in apparenza innocente. Quindi era logico che cercasse di mettere in vantaggio i propri uomini tenendo anche presente che ora rischiava di vedersi il gran segreto spifferato ai quattro venti.

No, non aveva accolto nel proprio palazzo i due coniugi che volevano ottenere da lei il sigillo spezzato per ovvie ragioni, erano eretici e per tale motivo lei già li ( elegantemente ) disprezzava, senza contare che il gruppo a cui appartenevano avevano ficcato il naso in affari che non li riguardavano. Era sicura che le sue antenate avevano tolto ogni traccia di informazioni sul rituale del disgelo già da secoli, ma ora come ora, nel mentre osservava uno scontro piuttosto violento che stava iniziando a darle noia, cominciò a pensare che qualcosa potesse essere sfuggito magari in qualche vecchio polveroso scaffale della biblioteca. Magari nulla di comprensibile per dei poveri mortali come loro, ma abbastanza per instillare il dubbio.

Indubbiamente si trattava di una situazione assai tesa, poiché il pubblico stava continuando a bisbigliare su una probabile truffa ben accollati alle loro effimere vite, ma lo spettacolo doveva pur continuare ed ecco che gli spettatori si ritrovarono  a distrarsi abilmente di fronte alle acrobazie di Apegon.

Il diacono della sacerdotessa stava sfruttando bene il grande freddo che Erza stava generando a poco a poco, riuscendo a creare colonne di ghiaccio con la propria velocità con le quali stava colpendo ripetutamente il proprio avversario tedesco, e tuttavia anche per l’angelo alieno stava salendo una certa tensione già per la decisione della sacerdotessa di anticipare la primavera di un paio di settimane. Non era esattamente una vita facile quella all’interno del tempio della speranza, rintracciare possibili seguaci come aveva fatto qualche sera fa nella città di Venturas fino a organizzare ogni più singolo aspetto della vita quotidiana poteva risultare alle volte snervante, e per quanto fossero venti anni che l’angelo alieno serviva la causa della sacerdotessa doveva ammettere a se stesso che non c’era niente di peggio per lui che deludere la propria signora. La sconfitta di Erza avrebbe significato anche la sua di sconfitta, ed un intero paese dipendeva dalle loro scelte per quanto discutibili fossero.

Forse era anche per questo che Apegon sceglieva, nella stragrande maggioranza dei casi, degli evil chojin con la consapevolezza che la Corte e i Soldati Flessibili avrebbero chiuso un occhio dinnanzi ad un sacrificio sacro… ma chi stava combattendo al momento non era un delinquente disposto a tutto per ottenere forza e potere, e in cuor suo stava iniziando a temere che la sacerdotessa stesse in qualche modo esagerando. Non lo preoccupava il coinvolgimento della Casa delle Ombre Danzanti, quelle apparivano ogni anno per fermare chi cercava di fuggire al rito, quanto per il coinvolgimento di civili ficcanaso oltre che sostanzialmente “inermi”.

Per Jeager invece era un momento difficile da tutt’altro tipo di impostazione, poiché del rito non sapeva ancora nulla, ed evitare i colpi nel mentre che veniva sbattuto da una parte all’altra dell’arena a diversi piedi da terra, ed un possibile schianto lo avrebbe portato alla frattura di diverse ossa un po’ come era successo con il suo scontro contro Ricardo, risultava sempre più difficile. Non solo il ghiaccio gli intorpidiva le membra, rendendo così i suoi movimenti per sfuggire agli attacchi dell’avversario decisamente goffi e poco efficaci, ma riusciva a lacerargli la pelle ogni qual volta quei cristalli lucenti lo colpivano velocemente.

Il bastardo si puntava molto sulla velocità e sul “tocca e fuga” che ad una agilità vera e propria, e per tale motivo al lottatore tedesco risultava complicato poter usare la “pioggia rossa di Berlino” il cui fuoco gli si spegneva tra le mani a causa del freddo tagliente.

Il suo continuo essere sbattuto da una parte all’altra di quel cielo blu sgombro da nuvole vide finalmente un breve arresto quando Jeager cadde di schiena su quella che sembrava la base di una grande colonna di ghiaccio. Si ritrovò dunque a boccheggiare a vuoto a causa del forte impatto, e con una nota di preoccupazione si trovò a tossire quello che doveva essere sangue dato che la bocca gli si riempì di qualcosa dal gusto ferroso, e ciononostante ebbe la forza di rialzarsi lentamente in piedi sulle gambe tremanti.

– Ah… ma che ragazzo inflessibile! Se aspetti ancora un po’ ti trasformerai in una gavetta di ghiaccio come quelle qui sotto! –

Apegon lo prese in giro in un modo decisamente “amabile” nel mentre che atterrava con grazia su una delle colonne ghiacciate che si erano create in una parte dell’arena tanto da farla sembrare una foresta ghiacciata. Aveva svolto un bel lavoro sul suo avversario nonostante all’inizio avesse effettuato quella presa alle sue ali mettendolo in seria difficoltà, ma non gli aveva più permesso di reagire sfruttando per bene il freddo di Erza e compiacendosi di vederlo faticosamente in piedi e con la pelle che stava iniziando a diventare bluastra sulle braccia scoperte. Aveva tempra e doveva riconoscerglielo, nonostante il sangue che aveva sporcato la colonna rendendola significativamente riconoscibile in mezzo a quella foresta ghiacciata, e sinonimo che il ragazzo non stava messo molto bene, e bisognava anche riconoscere che era stato addestrato bene per resistere così tanto al freddo.

– Dimmi un po’… chi ti ha addestrato? È fin troppo chiaro che non ti sei fatto le ossa semplicemente a wurstel e crauti–

Ci fu un momento di silenzio dopo quelle parole, un silenzio rotto solo dal respiro di Jeager e dal suo sguardo sorpreso per una domanda che decisamente non si aspettava, e tutto attorno a loro si poteva sentire solo l’eco di un pubblico che sembrava essere come lontano da tutto e da tutti. Deglutì, muovendo dolorosamente il pomo d’Adamo, irrigidendo la schiena con fierezza nel dare il nome dell’uomo che lo aveva allenato.

– Brocken Jr… padre e mentore del sottoscritto che ti farà…–

Il ragazzo avrebbe volentieri aggiunto “allo spiedo come un pollo” ma le sue parole si congelarono al suono di una rauca risata che scosse il petto possente dell’angelo alieno. Una risata tutto sommato fragorosa e sprezzante, che portarono il giovanotto di origini tedesche a irrigidirsi e a dimenticare il dolore che ancora scuoteva le sue membra martoriate.

– Ah ah ah!! Ma non mi dire! Sei il figlio di quell’ubriacone fallito?! Diamine… sarà più facile di quanto credessi! –

Era una crudeltà dettata solo dalla facciata che il suo anziano padre forniva alla gente, con tutti i suoi difetti che l’avevano marchiato in quegli ultimi anni rendendo a lui stesso una vita simile all’inferno… eppure era sempre stato il primo a difendere il padre da accuse e dicerie infamanti per quanto il loro rapporto fosse stato, se possibile, ancor più distaccato di quello che c’era tra i Mask. Ma con la differenza che non c’era l’odio a scorrere tra loro, perché quello lo stava incanalando verso il proprio avversario che ancora continuava a ridere, decidendo di agire di conseguenza. Broken poteva avere tutti i difetti del mondo e si era rivelato più volte un allenatore piuttosto duro nei confronti del proprio figlio d’arte, eppure Jeager non poteva rimanere indifferente di fronte ai piccoli segni di affetto che il padre gli aveva sempre dato come quello di offrirgli un pasto abbondante e meritato a fine giornata o quello di avvicinarlo al meraviglioso mondo delle parole crociate.

Non si concesse di inveire contro un arrogante Apegon che, con tutta probabilità, lo aveva schernito così per fargli abbassare la guardia ma anzi… dalla sua gola nacque un potente ruggito rabbioso ed un rinnovato calore si irradiò per tutto il corpo portandogli sufficiente forza in corpo affinchè una fiamma rossa non gli si accendesse nella mano destra. Un evento che destò completamente l’attenzione del diacono, che si era immaginato tutt’altro da lui, oltre che a quello del pubblico e dei due speaker presenti sull’elicottero che sorvolava la zona.

– È stupefacente amici che ci seguite da casa! Se vi aspettavate un filetto surgelato allora rimarrete delusi, perché qui abbiamo un autentico stoccafisso bollito! –

– Parole sante, mia cara Anna… volevo dire, collega! – si corresse immediatamente Doc Nakano, notando che Mac Metaphor gli aveva lanciato una occhiata basita – il mio bellissimo tupè stava iniziando a congelarsi con tutto questo freddo, ma direi che l’atmosfera si sta finalmente accedendo! E anche per Wally Tusket direi che la fiamma è attiva da un bel po’ –

I due speaker “ignorarono” l’attacco di Jeager ai danni di Apegon, il cui salto acrobatico superò sorprendentemente un abisso esponenziale che c’era tra i due venendo comunque seguito dalle telecamere, e si concentrarono per vedere in che stato era il duello tra Terry Kenyon e il tricheco umanoide.

La battaglia tra i due ora si era spostata sotto quella “foresta” ghiacciata, ed entrambi i lottatori correvano tra una colonna e l’altra come se fossero stati dei ninja esperti. A dire la verità il lottatore di nazionalità americana si era dovuto riprendere in fretta e furia dal brutale attacco che aveva subito poiché l’ex compagno non ci aveva impiegato molto a ritornare all’attacco in quella nuova veste che proprio non gli riconosceva. Vedere Wally con sguardo omicida e pelo ispido, quando prima mostrava una umanità incredibile anche nei combattimenti più duri, era una cosa che in certo senso lo spaventava data l’imprevedibilità del suo nuovo avversario.

– Ti hanno fatto il lavaggio del cervello… merda! – annaspò il giovane, saltando da un “albero” all’altro premendo con forza i piedi sulle pareti ghiacciate di ogni colonna – devi sbarazzarti di quella collana! Non sei più tu!! –

– Questa collana è mia!! Sei solo invidioso!! –

Il suo atteggiamento ossessivo/compulsivo nei riguardi di quel dannato amuleto era assai preoccupante, ma lo furono ancor di più le sue mosse successive ancor più dolorose delle precedenti. Con uno scatto improvviso il lottatore apparve davanti a Terry rompendo letteralmente una colonna di ghiaccio che al momento dell’attacco gli ostruiva la visuale verso il proprio avversario. L’americano osservò quella scena praticamente sotto shock ignorando i cristalli di ghiaccio che andavano a graffiargli leggermente la pelle esposta, e provando molto più dolore quando Wally lo prese per la trachea utilizzandolo poi come scudo umano per sfondare in sequenza altre colonne di ghiaccio.

L’impatto con quella superficie dura e fredda, che si ruppe come il vetro all’incredibile forza del lottatore di origini irlandesi, non fu affatto un toccasana per la schiena di Terry che lanciò un guaito contrito sentendo le vertebre vibrare ad ogni impatto violento. Ma non stette fermo a subire in silenzio, avrebbe perso quell’incontro oltre che perdere ogni tentativo di riportare alla ragione il compagno di squadra, e digrignando i denti riuscì a piantare le mani sulle spalle di Wally per avere una base sufficientemente forte per dargli una testata in piena fronte liberandosi così dalla forte presa alla gola.

– Wally… tu sei… decisamente fuori di… TESTA!! –

Lo disse ringhiando e con la forza della rabbia esasperata, ma la sua dolorosa mossa sortì gli effetti desiderati tanto che ora il tricheco umanoide dovette portarsi ambo le mani alla testa in un gesto d’impeto che permise al texano di salire sulle sue spalle per poi assestargli una potente ginocchiata sulla spina dorsale. Il marchio del vitello sortì gli effetti sperati, anche perché Terry ci aveva messo parecchia rabbia nel riuscire a liberarsi benchè questo lo avesse affaticato ancor di più, e il ragazzo potè avvertire con una nota di soddisfazione qualcosa rompersi all’interno del corpo di Wally.

Una vittoria fievole, che portò il suo ex compagno a ruggire con più ferocia riuscendo a voltarsi quanto basta, nonostante il colpo tremendo ricevuto alla schiena, per artigliargli la faccia e lanciarlo come se fosse stato una palla contro un’altra colonna di ghiaccio.

Le unghie incredibilmente affilate del lottatore di origini irlandesi si piantarono per bene sul volto dell’americano tanto da provocargli delle ferite serie, ed un boato entusiasta si levò dagli spalti quando Terry venne seppellito vivo dai detriti della struttura su cui era andato a sbattere.

 

– Non… non è possibile! – balbettò Alexandria Meat divenuto all’improvviso pallido come un cencio – Wally è completamente andato… e di questo passo ucciderà Terry se non viene fermato come si deve! A quanto pare, il solo nominare quell’affare che porta al collo lo manda letteralmente in bestia! –  

Era ovvio che non tutti gli spettatori che assistevano a quel cruento scontro fossero entusiasti dello spettacolo offerto, e il drappello composto dai nostri eroi stava osservando con una certa apprensione un esito incerto e propenso a decretare la loro sconfitta.

– Hm, e a quanto pare neppure Jeager se la sta passando molto bene… Apegon continua a schivare i suoi attacchi per “condurlo” in una zona piuttosto pericolosa–

Incredibile come Check Mate riuscisse a mantenere la sua solita compostezza nonostante la tensione crescente all’interno del gruppo, e purtroppo non aveva fatto notare un particolare trascurabile. Il lottatore tedesco difatti era sempre più vicino al luogo in cui Terry era stato sepolto dalle macerie ( e dalle quali stava faticosamente cercando di uscire ), pronto per essere preso da un “abbraccio” dell’angelo alieno ben intenzionato a prendere il volo per poi scendere in picchiata con la propria vittima in modo da essere sicuro di fracassargli il cranio sul suolo ghiacciato. Una brutta situazione invero, ma proprio in quel frangente a Lord Flash venne una idea tanto disperata quanto di probabile successo almeno sulla carta.

Si alzò in piedi sotto lo sguardo perplesso di Emerald, che ora si era pure alzata il cappuccio della giacca sportiva per via del freddo, e dalla propria giacca estrasse quello che sembrava essere il libro consultato fino al momento dell’incontro. Era stato prudente e forse aveva fatto più che bene a trafugare quel manoscritto prima che la calca di ex chojin li trascinasse verso l’esterno per assistere allo spettacolo, senza tener conto delle possibili conseguenze negative derivate da quel gesto, e dunque tanto valeva giocarsi l’ultima carta che avevano in mano prima di non poter uscire vivi da li data la presenza di arcieri ora tutti puntati contro di lui. Lo stesso istinto che lo aveva portato a “prendere in prestito” quel tomo ora lo stava avvertendo di un pericolo ben più maggiore, ma oramai non poteva far altro che continuare con il proprio piano.

Li avvertiva, i suoi sensori ottici avevano registrato una quindicina di quegli individui appostati nelle ombre e pronti a trivellarlo di colpi, davanti a lui a diversi metri di distanza, senza contare quelli che lo avevano visto tirare fuori un libro leggendone attentamente le didascalie incise sulla copertina… dunque al di fuori del suo campo visivo i cecchini potevano anche aumentare ad una ventina o più. Ma doveva tentare, per quanto la stessa Lancaster gli sussurrò di non farlo ( evidentemente preoccupata pure lei dall’esito di un simile gesto ).

– Terry Kenyon ha ragione! Quell’amuleto che tutti voi portate al collo causerà solo la vostra fine! Si tratta di un oggetto atto ad assorbire tutta la vostra energia e incanalarla nel campione della sacerdotessa… una volta accumulata tutta la vostra energia tutti voi morirete ed Erza l’assorbirà dando inizio al disgelo! Se non mi credete date una occhiata a questo! –

Parlò con voce stentorea ed alzò in alto il libro aperto sull’illustrazione incriminata. Era ovvio che gli atleti vicino al gruppetto avessero sentito forte e chiaro le sue parole tanto da sbiancare vedendo i loro flebili dubbi divenire realtà, e come se non bastasse le telecamere poste sull’elicottero dei due cronisti ripresero per bene quell’illustrazione proiettandola di conseguenza nei quattro megaschermi posti in tutto lo stadio.

Come di conseguenza il russo ottenne il risultato sperato, e il fitto mormorio di perplessità a breve si trasformò in un boato di dissenso totale ed ogni uomo che riuscì ad interpretare l’illustrazione da dopo le parole di Warsman iniziò a protestare e inveire contro una impassibile Deva. Almeno all’apparenza.

– Questo non ci era stato detto! Cosa significa tutto ciò?! –

– Ci devi delle spiegazioni, donna! –

– Lo sapevo che non c’era da fidarsi…!–

E questi erano solo i commenti più “carini” che le venivano indirizzati sebbene se ne rimanesse seduta sul trono artigliando con più forza i braccioli di velluto rosso per mantenere la calma e non cedere in tentazione di uccidere tutti quanti nell’immediatezza. Non poteva permettersi di sprecare così tanta energia pulsante di rabbia emanata dai suoi discepoli, e forse era il caso di non indugiare oltre nell’avviare un rito sacrificale atteso troppo a lungo.

 

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Doveva ammettere che quella rivelazione lo aveva colpito giusto un po’… anzi, era più giusto dire che le parole di quella bestia russa lo avevano colpito assai. E sebbene all’inizio credette ad una qualche forma di strategia disperata per mettere scompiglio nelle nutrite file di Erza, ecco che quest’ultima non faceva nulla per smentire quella profetica rivelazione con tanto di illustrazione.

Poi la sorpresa del marchese Lancaster si trasformò in una giusta preoccupazione, e persino la ex miss Kalinina ce la stava mettendo tutta per non far trasparire troppo sentimenti d’angoscia per la probabile brutta sorte a cui stava andando incontro suo padre, poiché era chiaro che un simile gesto poteva esporre la sua principessa a concreti problemi.

La Deva dal canto suo intuiva che il genitore stava rischiando grosso a parlare in quel modo di fronte alle telecamere, una preoccupazione piuttosto comprensibile dato che non sapeva nulla riguardo le usanze del tempio della speranza e di un probabile sacrificio umano, e non riuscì proprio a negare a se stessa un puro gesto di apprensione come quello di portarsi una mano al petto avvertendo un sobbalzo al cuore.

Doveva stare calma, per il bene suo e quello per la bambina dato che le era stato specificato che la sua sarebbe stata una gravidanza un po’ difficile da dopo il suo traumatico matrimonio e che era dunque preferibile evitare altro stress aggiuntivo. Ma stava iniziando a diventare una cosa decisamente snervante, e lo stesso si poteva dire del marchese.

– Beh… se volevamo sapere qualcosa di più direi che siamo stati ben accontentati! Anche se il gesto di vostro padre è del tutto discutibile! – per dirla in termini carini – con quel suo gesto direi che ha messo in pericolo la vita di mia figlia! –

– Con tutto il rispetto, ma credo che fosse già in pericolo ad inizio incontro… guardi lei stesso–

Alya non era affatto dell’umore d sostenere le sciocchezze dette da Howard, sempre disposto a dare la colpa a suo padre per qualunque cosa dicesse o facesse e questo era un particolare che iniziava a darle noia, pertanto lo invitò ad osservare più attentamente lo schermo a cristalli liquidi dove due speaker con il pallino del cosplay stavano commentando la scena.

“… è decisamente incredibile da credere, ma a quanto pare l’intervento dell’ex allenatore di Kevin Mask sta sortendo i suoi effetti. Di certo si tratta di una gran bella illustrazione piena di morti ignari!”

“se questo fosse vero sarebbe una truffa incredibile dai tempi del… uh? Vedo che la somma sacerdotessa sta alzando una mano. Vuole forse sedare una pentola a pressio… Eek!! Il mio tupè!!”

L’apparente gesto di riportare all’ordine i propri adepti si trasformò ben presto in un mero atto di violenza nei confronti di chi sedeva numeroso in quello stadio, e al comando di Erza, con la mano chiusa a pugno come a lanciare un ordine silenzioso a chi non era in vista,  una prima pioggia di frecce si riversò sul popolo furioso.

L’urlo di Doc Nakano fu ben comprensibile, oltre al fatto che una freccia aveva sfondato il vetro dell’elicottero sfiorandogli la testa e portandosi unicamente via la sua parrucca bionda, e ben presto oltre al suo ci furono le grida dei chojin presi di mira dai cecchini appostati nell’ombra. Per l’ultima volta le telecamere indugiarono su Lord Flash prima che l’elicottero prendesse quota, colpito alla mano destra, quella che teneva il libro, da una freccia dorata e costretto a chinarsi a terra come fecero tutti gli altri suoi compagni lasciando entrambi gli spettatori a villa Lancaster con il cuore in gola.

 

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Erza era furiosa. Dapprima quei pazzi eretici innescano la scintilla del dubbio nei suoi adepti già per natura diffidenti, per quanto stupidi fossero data la loro natura da evil chojin, e poi non appagati di aver rubato nella sua biblioteca ecco che mandano al diavolo il lavoro di un anno di preparativi perché non hanno intenzione di perdere un miserevole incontro.

Ma non fu tanto questo a portarla a scatenare l’inferno nell’arena ghiacciata, per quanto fosse sfrontato il gesto di quell’uomo arrogante che le aveva aizzato contro tutte le sue prede, tanto le sarebbe bastato iniziare il rito del disgelo e assorbire tutte le loro energie assorbendole tramite l’attivazione degli amuleti che portavano al collo, quanto quello del suo campione in carica che aveva ben sentito le parole del russo rimanendone come colpito al rallentatore.

Fino a quel momento aveva svolto bene la volontà della sacerdotessa, tanto che aveva estratto dalle macerie un agonizzante Terry dagli occhi pesti di botte e il volto tumefatto per dargli il colpo di grazia. Ma proprio mentre stava per infliggere il colpo di grazia al proprio ex compagno di squadra, volendo recidergli la trachea con i propri artigli, la voce della verità lo aveva portato a voltarsi verso gli spalti riuscendo a vedere perfettamente quell’illustrazione maledetta anche grazie ai megaschermi presenti.

In un attimo fu come se per lui il tempo iniziasse a rallentare ed il fischio alle orecchie, che fino a quel momento percepiva come un canto ipnotico mostrandogli un’unica via possibile, ossia quella del potere, iniziò a stemperarsi lasciandogli percepire il suo stesso respiro e successivamente quello rado di Terry che cercava di guardarlo attraverso le palpebre gonfie e livide. Pur di non essere l’ultima ruota del carro si era fatto abbagliare da una facile promessa di potere certo, e ignorando completamente gli avvertimenti dei suoi amici aveva deciso di seguire il fischio che gli annebbiava la mente rendendolo sordo alle loro parole fino ad arrivare a trucidarli senza pietà.

Questo non era lui. Questo non era Wally. Questo non era ciò che avevano sempre visto sua madre e sua sorella. E a ricordarglielo furono anche le parole tremanti del lottatore americano.

– C-cazzo… Wally! V-vuoi davvero che finisca così… eh, amico?! –

No, non voleva che finisse così. Non voleva essere il burattino nelle mani di qualcuno e non voleva far del male ai suoi amici. Pertanto, la furia omicida sparì dai suoi occhi così come il suo pelo ispido tornò normale e morbido, riuscendo a stento a trattenere lacrime disperazione per essere arrivato ad un punto critico come questo.

– Uh… Terry! Mi dispiace tanto amico! – si portò una mano al monile che portava al collo, strattonandolo via con un solo gesto e sentendosi già più libero da quella sua strana influenza –… non avrei dovuto accettare di indossare questo affare! Avevate ragione voi…!–

Buttò a terra quasi con rabbia la collana indossata fino a quel momento, e prima di aiutare Terry Kenyon a rialzarsi da terra schiacciò con il piede destro quel maledetto affare che fino a pochi minuti fa lo aveva stretto a se con inutili promesse. Certo, appena la gemma si ruppe lo stesso Wally avvertì la propria potenza diminuire di colpo, ma questo era un prezzo che era ben disposto a pagare per non perdere se stesso e i suoi amici.

E se lui era sollevato di essersi tolto un peso dalla coscienza, di tutt’altra risposta era giustamente la sacerdotessa Erza che male gradì quel suo voltagabbana proprio due minuti prima che la donna decidesse di dare il via all’inizio di una prematura primavera.

Si morse il labbro inferiore ed osservò con puro odio il lottatore di origini irlandesi aiutare un vecchio amico a riprendersi dalla brutta batosta appena subita, ed alzandosi finalmente in piedi decise di dare ordine ai suoi assassini di punire tutti quei vecchiacci traditori.

– Razza di fetenti ingrati! Come osate voltarmi le spalle dopo tutto quello che vi ho dato?! A nessuno importa nulla delle vostre effimere vite di criminali incalliti… e con il vostro tradimento avete condannato questo paese ad un eterno inverno!!... e io che volevo solo un po’ di amore da voi!–

Lo disse con una punta di disperazione, poiché era inconcepibile per lei non avere più il controllo della situazione tanto da dover decidere di conseguenza e decidere decisamente male per molti degli atleti presenti. Una determinazione tuonata a forti parole tanto da destare persino l’attenzione di Apegon che, udite quelle parole furenti, fermò il proprio attacco nei confronti del lottatore tedesco che ben aveva deriso in quel momento. Rimase dunque fermo a mezzaria con ancora Jeager stretto tra le braccia  e all’apparenza impossibilitato a muoversi, e rimuginò con preoccupazione riguardo a quello che la sacerdotessa aveva appena detto riguardo la ribellione dei suoi sudditi. Era furiosa, i suoi occhi ardevano di rabbia benchè ella fosse una creatura di ghiaccio puro e ora assumeva i connotati di un ghiaccio incredibilmente  bollente, ma quello che più lo preoccupava era che perdesse completamente il senno decidendo di uccidere tutti in diretta mondiale.

– Urgh… ti distrai troppo in fretta, colombella! Lascia che ti spieghi l’uso delle gambe! –

La sua distrazione gli costò decisamente caro, perché tosto Jeager riuscì a liberarsi dalla ferrea presa di Apegon dandogli un doloroso calcio al polpaccio sinistro abbastanza forte da convincere il proprio avversario a lasciare la presa su di lui. Forse non era esattamente ciò che si aspettava Jeager, un volo da diversi metri da terra non era esattamente ciò che desiderava, ma tanto valeva approfittare di quella situazione di stallo per raggiungere Terry oltre che un Wally all’apparenza rinsavito e comunque al diacono della sacerdotessa importava di più quello che stava attraversando la donna al momento.

E difatti, dopo una attesa carica di tensione, dove persino Warsman riuscì a percepire l’adrenalina infestare l’intero stadio come una nebbia perpetua, la donna alzò una mano verso il cielo… chiudendola in un ferreo pugno con cui decretò la fine dei giochi e la fine di molte vite.

Alcune dello Ombre appostate negli spalti più in alto, di nero vestite e con solo degli occhiali tattici che facevano la differenza con il loro abbigliamento da ninja feudali, annuirono tra loro prendendo accuratamente la mira per scoccare in contemporanea un centinaio di frecce. Gli occhi verdi di Emerald si alzarono con una certa curiosità verso il cielo al suono di uno strano sibilo simile a qualcosa che si stava avvicinando, e logicamente rimase inorridita nel vedere una pioggia nera di frecce assassine tutte puntate verso un ignaro pubblico.

La prima freccia colpì Lord Flash alla mano incriminata di sollevare un tomo prezioso trapassandola da parte a parte, che a breve si macchiò di sangue, portandolo di conseguenza ad urlare più per rabbia che per dolore e accovacciandosi per istinto a terra spingendo la moglie con lui pur di farle evitare frecce letali ed ignorando le sue grida di logico terrore. Vennero seguiti in tal gesto anche da Check Mate che prontamente protesse il proprio allenatore beccandosi svariate frecce sulla schiena esposta, mentre tutti attorno a loro cercavano di scappare via da quel luogo di morte schiacciandosi l’un l’altro come topi in una fogna e venendo trapassati alla giugulare da frecce che non guardavano in faccia a nessuno. Un chogin infilzato come uno spiedo atterrò a pochi centimetri da Emerald, e alla donna gli si gelò il sangue nelle vene alla vista di quello sguardo sempre più lontano dalla vita, era una ragazza energica ma a certe cose non era affatto abituata… men che meno vedere morirle qualcuno davanti! E difatti si ritrovò a soffocare un grido quasi dettato dal panico nell’osservare un uomo che, infilzato da una decina di frecce allo stomaco, cercava di liberarsene in preda al panico e riuscendo solo ad eviscerarsi dolorosamente.

Emerald si trovò a rannicchiarsi contro la figura di Warsman, che sibilò di dolore quando un’altra freccia riuscì a colpirlo al polpaccio, e a piangere silenziosamente pregando chiunque, o qualunque cosa, ci fosse lassù di fermare quell’assurda mattanza che aveva trasformato i gradini degli spalti in una distesa di sangue scuro arterioso.

– Oh per l’amor del cielo…– sussurrò un Meat sempre più atterrito dalla continua grandinata di frecce e preoccupato per i propri allievi – di questo passo nessuno riuscirà ad uscire vivo da qui! –

 

Poteva anche essere vero in effetti, poiché la situazione si stava facendo sempre più drammatica e molti chojin stavano cadendo sotto i colpi nemici anche per la loro stessa stupidità di volersi togliere da soli delle frecce affilate i seghettate, e fu più o meno lo stesso pensiero di Kid Muscle quando gli si presentò davanti quello spettacolo osceno fatto di morte e sangue.

Il principe dei kinnikku sbiancò sotto la propria orrenda maschera, ed una volta osservata tutta la scena, con la sacerdotessa che aveva dato le sue motivazioni all’avvio del massacro, ma per istinto e lealtà nei confronti dei propri amici aveva comunque deciso di scendere nell’arena per cercare di… fare qualunque cosa a patto di fermare quell’assurda follia.

Aveva dunque lasciato Kyle a sciogliersi nella solitudine, e nella relativa sicurezza, di un bagno all’interno del tempio ben attaccato ad un termosifone che gli stava garantendo una pronta guarigione dal congelamento, ed aveva deciso di correre all’interno dell’arena per poter in qualche modo comunicare con Erza.

La vista dei suoi compagni che cercavano di evitare quella pioggia sporca e maledetta gli strinse il cuore, notando tra l’altro il gruppetto sugli spalti ben rannicchiati a terra e intenti ad approfittare di alcuni cadaveri per utilizzarli come scudo dalle frecce insistenti, e fu la vista di Wally colpito alla nuca da un colpo che lo portò ad accasciarsi inerme sul freddo suolo dell’arena che portò Kid all’esasperazione più totale.

Se quella credeva di potersela cavare con uno sterminio di massa, di manipolare i suoi amici come se fossero marionette e commettere qualsiasi nefandezza pur di non spezzare un inutile sigillo presente su una fede, il tutto nel nome dell’amore che lei non aveva mai conosciuto allora madame si sbagliava di grosso.

Il giovanotto si ritrovò a digrignare i denti, sentendo come il proprio respiro si fosse incredibilmente rilassato dopo aver corso a perdifiato sino all’arena ghiacciata, deciso a scavalcare ogni corpo caduto a terra e scansare ogni atleta agonizzante pur di raggiungere la tribuna d’onore non ancora intaccata dalle Ombre Danzanti. Alcune frecce gli sfiorarono la pelle andando a lacerargli i vestiti, ma non ci badò molto e si gustò con rabbia la sorpresa della sacerdotessa di trovarsi davanti un mero estraneo che aveva scavalcato con agilità il muro che la separava dagli altri spalti.

– Tu… come osi presentarti qui da me?! – sibilò ella a denti stretti nel mentre che il principe dei kinnikku avanzava verso di lei – se pensi di potermi fermare in qualche modo hai davvero fato un buco nell’acqua… morirai come il resto di questi traditori–

Fu lesta ad alzare una mano verso il cielo blu con tutto l’intento di indirizzare un nuovo attacco degli arcieri nella sua direzione, ben consapevole che le sarebbe bastato innalzare una barriera di ghiaccio per proteggersi dai colpi letali che avrebbero ben presto trivellato quel povero cretino dallo sguardo truce. Ma fu decisamente sorpresa che, un momento prima di dare l’ordine fatidico, il ragazzo fu lesto a prenderle il polso e a stringere abbastanza forte da costringerla ad avvicinarsi a lui… lasciandola ulteriormente di stucco quando notò che il giovanotto stava ignorando il principio di congelamento alla mano con cui l’aveva appena catturata.

Un gesto, quello di Kid, che non piacque affatto neppure ad Apegon che cercò di affrettarsi a raggiungere la propria signora per quanto la pioggia continua di frecce gli ostacolasse di non poco il volo. E tuttavia si ritrovò a fermarsi momentaneamente a mezz’aria quando sentì le parole del ragazzo e vide le sue mosse successive.

– Hai ingannato i miei amici e hai iniziato un massacro brutale in nome di… che cosa? Dell’amore? Ma sei forse seria?! – lo disse con una punta di esasperazione, ma non furono quelle parole a sconvolgere Erza – sei solo una donna capricciosa ed egoista! Se vuoi salvare davvero il tuo paese dovresti cercare di sforzarti per davvero a cercare l’amore! –

Poi il resto accadde tutto molto in fretta, come al rallentatore, e la Deva rimase ancor più sconvolta quando quelle labbra al silicone la violarono con un calore mai provato prima. Sgranò gli occhi nel percepire le sensazioni datole da quello che era, a tutti gli effetti, il suo primo vero bacio sebbene il partner in questione fosse tutto meno che attraente. Forse Kid aveva avuto una intuizione geniale oppure semplicemente stava sperimentando qualche scena vista in un vecchio film d’azione in bianco e nero, magari sentendosi pure gasato nel farlo perché… diciamocelo, la signora era tutto fourchè una ragazza sgradevole, eppure tale piano stava avendo i suoi frutti nel mentre intrecciava la propria lingua con quella della sacerdotessa. Si era aspettato di sedarla in questo modo, non certo di accenderla!

Un momento che riuscì ad assaporare per bene sentendo pure lui un fuoco primordiale scaturire dal corpo di Erza, che ora teneva stretto a se, ma che durò così poco nonostante le sue speranze di imitare un qualsiasi film visto a casa passando alla parte più bella e intima di tutta quella faccenda.

Dovette staccare le labbra da quella donna oramai solo all’apparenza gelida perché, contro ogni aspettativa, tutto il corpo di Erza era come se bruciasse tanto da cambiare la sua tonalità di pelle da azzurrognola a rosso fuoco. Poi il ragazzo strillò di un urlo femmineo e giustamente terrorizzato quando la somma sacerdotessa parve “esplodere” ad un urlo simile al grido di battaglia di una valchiria, venendo inondata da una luce talmente accecante che parve poi esplodere in una palla di fuoco celestiale che avvolse tutta l’arena e il tempio accecando persino gli altri atleti sopravvissuti e i ragazzi della Muscle League.

Mai simili sensazioni avevano attraversato il corpo dell’arrogante sacerdotessa con l’intensità di un semplice bacio… e forse fu proprio quel gesto mai provato a portarla a scatenare una primavera nel bel meglio della battaglia.

Anzi, un disgelo vero e proprio come se sotto al tempio un intero vulcano millenario si fosse appena risvegliato, tanto da portare  Terry, Wally e Jeager a non riuscire a stare in piedi sulla superficie ghiacciata dell’arena a causa di un improvviso terremoto che portò il ghiaccio a rompersi con il conseguirsi di colonne d’acqua che si innalzarono verso il cielo spinte da una pressione sconosciuta ai più.

E in breve il cemento armato degli spalti si ruppe alla furia dell’acqua e del terremoto che sconquassava la montagna, risparmiando miracolosamente la struttura del tempio, ed inghiottendo chiunque non riuscisse ad evitare quelle furie elementari scatenate da una Deva che aveva appena ricevuto il suo primo bacio in un gorgo mostruoso che si sostituì in breve tempo all’arena.

Persino l’elicottero dei due cronisti in cosplayer venne travolto da una colonna di cemento armato che fino a poco tempo fa sorreggeva uno dei maxischermi su cui era proiettato lo scontro, e l’ultima ripresa che i due pover uomini riuscirono a dare agli spettatori che seguivano l’evento da casa fu una breve immagine di Warsman che cercava disperatamente, in mezzo ai fiotti d’acqua e alle macerie colossali, di agguantare la mano di una Emerald che a breve sparì tra i flutti rabbiosi di una improvvista tempesta.

Lasciando due noti spettatori a casa Lancaster con il cuore in gola.

 

 

Forse il finale di questo capitolo non è eccezionale, ma ci ho davvero impiegato tanto per crearlo cercando l’ispirazione giusta per ogni scena che ho descritto. Ho cercato di rendere lo scontro il meno noioso possibile, per cui perdonatemi se questo lavoro non è esattamente eccellente. Alla prossima!

  
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