Terry
avvertiva un insolito fischio nelle orecchie.
Un
fischio sottile eppure acuto, come quello che si prova dopo essere
stati resi
momentaneamente sordi da una potente deflagrazione, ed ogni suono che
gli
giungeva arrivava attutito in un modo alquanto buffo. Persino la vista
risultava sfocata a causa di un lampo abbagliante, qual era il sole
sopra
l’arena, riempiendo la sua vista di luce quasi eterea dopo un
freddo buio che
lo aveva avvolto dolorosamente.
Quando
riacquistò la vista vide Jeager cercare di correre verso di
lui, come se fosse
stato al rallentatore, ma ogni suo passo sembrava essere pesante come
un
macigno ed ogni sua parola sembrava intrisa di preoccupazione nel
mentre che
sembrava urlargli di stare attento.
Tuttavia,
quell’improbabile dimensione onirica in cui il lottatore
americano si era
risvegliato dopo che la sua testa era stata avvolta da qualcosa di
freddo e
duro, e che a mente lucida avrebbe poi riflettuto come un colpo subito
da un
irriconoscibile Wally che lo aveva schiacciato contro il ghiaccio,
decisamente
si infranse con un boato sordo quando Jeager sparì dalla sua
visuale dopo
essere stato colpito da quella che sembrava essere una colonna di
ghiaccio
orizzontale.
Solo
a quel punto Terry sgranò gli occhi trovando la forza di
togliersi dal volto il
molto sangue che gli ostruiva la visuale con una semplice passata di
mano, ed
osservare che quella colonna di ghiaccio si era creata al passaggio
supersonico
di Apegon.
–
Diamine… deve far proprio freddo se si creano delle
stalattiti simili! –
Lo
disse con tono ironico anche perché non credeva che
l’angelo alieno fosse
capace di generare ghiaccio dal nulla, magari vortici di vento si, e
immaginò
solo a livello marginale che l’avversario di Jeager avesse
ricevuto pure lui un
aiuto “dall’alto”.
Se
lui toccò solo lievemente quel pensiero, per alcuni
spettatori sugli spalti era
ben chiaro che la somma sacerdotessa stesse dando implicitamente
una mano ai propri servitori con il giusto freddo da
sfruttare sapientemente.
–
Che donna arrogante…– fece la Lancaster
stringendosi nella propria giacca a
vento– non si è nemmeno degnata ad accoglierci e
ora è fin troppo chiaro che
sta dando una spintarella ai suoi due diaconi! –
La
marchesa non aveva tutti i torti, ed anche se Erza aveva
capacità combattive
davvero sorprendenti delegava gli scontri ai suoi sottoposti. La
sacerdotessa
la si poteva definire una donna altezzosa, quasi snob per certi punti
di vista,
e che detestava perdere per quanto ogni sconfitta la prendesse
elegantemente e
con un sorriso solo in apparenza innocente. Quindi era logico che
cercasse di
mettere in vantaggio i propri uomini tenendo anche presente che ora
rischiava
di vedersi il gran segreto spifferato ai quattro venti.
No,
non aveva accolto nel proprio palazzo i due coniugi che volevano
ottenere da
lei il sigillo spezzato per ovvie ragioni, erano eretici e per tale
motivo lei
già li ( elegantemente ) disprezzava, senza contare che il
gruppo a cui
appartenevano avevano ficcato il naso in affari che non li
riguardavano. Era
sicura che le sue antenate avevano tolto ogni traccia di informazioni
sul
rituale del disgelo già da secoli, ma ora come ora, nel
mentre osservava uno
scontro piuttosto violento che stava iniziando a darle noia,
cominciò a pensare
che qualcosa potesse essere sfuggito magari in qualche vecchio
polveroso
scaffale della biblioteca. Magari nulla di comprensibile per dei poveri
mortali
come loro, ma abbastanza per instillare il dubbio.
Indubbiamente
si trattava di una situazione assai tesa, poiché il pubblico
stava continuando
a bisbigliare su una probabile truffa ben accollati alle loro effimere
vite, ma
lo spettacolo doveva pur continuare ed ecco che gli spettatori si
ritrovarono a
distrarsi abilmente di fronte alle acrobazie
di Apegon.
Il
diacono della sacerdotessa stava sfruttando bene il grande freddo che
Erza
stava generando a poco a poco, riuscendo a creare colonne di ghiaccio
con la
propria velocità con le quali stava colpendo ripetutamente
il proprio
avversario tedesco, e tuttavia anche per l’angelo alieno
stava salendo una
certa tensione già per la decisione della sacerdotessa di
anticipare la
primavera di un paio di settimane. Non era esattamente una vita facile
quella
all’interno del tempio della speranza, rintracciare possibili
seguaci come
aveva fatto qualche sera fa nella città di Venturas fino a
organizzare ogni più
singolo aspetto della vita quotidiana poteva risultare alle volte
snervante, e
per quanto fossero venti anni che l’angelo alieno serviva la
causa della
sacerdotessa doveva ammettere a se stesso che non c’era
niente di peggio per
lui che deludere la propria signora. La sconfitta di Erza avrebbe
significato
anche la sua di sconfitta, ed un intero paese dipendeva dalle loro
scelte per
quanto discutibili fossero.
Forse
era anche per questo che Apegon sceglieva, nella stragrande maggioranza
dei
casi, degli evil chojin con la consapevolezza che la Corte e i Soldati
Flessibili avrebbero chiuso un occhio dinnanzi ad un sacrificio
sacro… ma chi
stava combattendo al momento non era un delinquente disposto a tutto
per
ottenere forza e potere, e in cuor suo stava iniziando a temere che la
sacerdotessa stesse in qualche modo esagerando. Non lo preoccupava il
coinvolgimento della Casa delle Ombre Danzanti, quelle apparivano ogni
anno per
fermare chi cercava di fuggire al rito, quanto per il coinvolgimento di
civili
ficcanaso oltre che sostanzialmente “inermi”.
Per
Jeager invece era un momento difficile da tutt’altro tipo di
impostazione,
poiché del rito non sapeva ancora nulla, ed evitare i colpi
nel mentre che
veniva sbattuto da una parte all’altra dell’arena a
diversi piedi da terra, ed
un possibile schianto lo avrebbe portato alla frattura di diverse ossa
un po’
come era successo con il suo scontro contro Ricardo, risultava sempre
più difficile.
Non solo il ghiaccio gli intorpidiva le membra, rendendo
così i suoi movimenti
per sfuggire agli attacchi dell’avversario decisamente goffi
e poco efficaci,
ma riusciva a lacerargli la pelle ogni qual volta quei cristalli
lucenti lo
colpivano velocemente.
Il
bastardo si puntava molto sulla velocità e sul
“tocca e fuga” che ad una
agilità vera e propria, e per tale motivo al lottatore
tedesco risultava
complicato poter usare la “pioggia rossa di
Berlino” il cui fuoco gli si
spegneva tra le mani a causa del freddo tagliente.
Il
suo continuo essere sbattuto da una parte all’altra di quel
cielo blu sgombro
da nuvole vide finalmente un breve arresto quando Jeager cadde di
schiena su
quella che sembrava la base di una grande colonna di ghiaccio. Si
ritrovò
dunque a boccheggiare a vuoto a causa del forte impatto, e con una nota
di
preoccupazione si trovò a tossire quello che doveva essere
sangue dato che la
bocca gli si riempì di qualcosa dal gusto ferroso, e
ciononostante ebbe la
forza di rialzarsi lentamente in piedi sulle gambe tremanti.
–
Ah… ma che ragazzo inflessibile! Se aspetti ancora un
po’ ti trasformerai in
una gavetta di ghiaccio come quelle qui sotto! –
Apegon
lo prese in giro in un modo decisamente “amabile”
nel mentre che atterrava con
grazia su una delle colonne ghiacciate che si erano create in una parte
dell’arena tanto da farla sembrare una foresta ghiacciata.
Aveva svolto un bel
lavoro sul suo avversario nonostante all’inizio avesse
effettuato quella presa
alle sue ali mettendolo in seria difficoltà, ma non gli
aveva più permesso di
reagire sfruttando per bene il freddo di Erza e compiacendosi di
vederlo
faticosamente in piedi e con la pelle che stava iniziando a diventare
bluastra
sulle braccia scoperte. Aveva tempra e doveva riconoscerglielo,
nonostante il
sangue che aveva sporcato la colonna rendendola significativamente
riconoscibile in mezzo a quella foresta ghiacciata, e sinonimo che il
ragazzo
non stava messo molto bene, e bisognava anche riconoscere che era stato
addestrato bene per resistere così tanto al freddo.
–
Dimmi un po’… chi ti ha addestrato? È
fin troppo chiaro che non ti sei fatto le
ossa semplicemente a wurstel e crauti–
Ci
fu un momento di silenzio dopo quelle parole, un silenzio rotto solo
dal
respiro di Jeager e dal suo sguardo sorpreso per una domanda che
decisamente
non si aspettava, e tutto attorno a loro si poteva sentire solo
l’eco di un
pubblico che sembrava essere come lontano da tutto e da tutti.
Deglutì,
muovendo dolorosamente il pomo d’Adamo, irrigidendo la
schiena con fierezza nel
dare il nome dell’uomo che lo aveva allenato.
–
Brocken Jr… padre e mentore del sottoscritto che ti
farà…–
Il
ragazzo avrebbe volentieri aggiunto “allo spiedo come un
pollo” ma le sue
parole si congelarono al suono di una rauca risata che scosse il petto
possente
dell’angelo alieno. Una risata tutto sommato fragorosa e
sprezzante, che portarono
il giovanotto di origini tedesche a irrigidirsi e a dimenticare il
dolore che
ancora scuoteva le sue membra martoriate.
–
Ah ah ah!! Ma non mi dire! Sei il figlio di quell’ubriacone
fallito?! Diamine…
sarà più facile di quanto credessi! –
Era
una crudeltà dettata solo dalla facciata che il suo anziano
padre forniva alla
gente, con tutti i suoi difetti che l’avevano marchiato in
quegli ultimi anni
rendendo a lui stesso una vita simile all’inferno…
eppure era sempre stato il
primo a difendere il padre da accuse e dicerie infamanti per quanto il
loro
rapporto fosse stato, se possibile, ancor più distaccato di
quello che c’era
tra i Mask. Ma con la differenza che non c’era
l’odio a scorrere tra loro,
perché quello lo stava incanalando verso il proprio
avversario che ancora
continuava a ridere, decidendo di agire di conseguenza. Broken poteva
avere
tutti i difetti del mondo e si era rivelato più volte un
allenatore piuttosto
duro nei confronti del proprio figlio d’arte, eppure Jeager
non poteva rimanere
indifferente di fronte ai piccoli segni di affetto che il padre gli
aveva
sempre dato come quello di offrirgli un pasto abbondante e meritato a
fine
giornata o quello di avvicinarlo al meraviglioso
mondo delle parole crociate.
Non
si concesse di inveire contro un arrogante Apegon che, con tutta
probabilità,
lo aveva schernito così per fargli abbassare la guardia ma
anzi… dalla sua gola
nacque un potente ruggito rabbioso ed un rinnovato calore si
irradiò per tutto
il corpo portandogli sufficiente forza in corpo affinchè una
fiamma rossa non
gli si accendesse nella mano destra. Un evento che destò
completamente
l’attenzione del diacono, che si era immaginato
tutt’altro da lui, oltre che a
quello del pubblico e dei due speaker presenti
sull’elicottero che sorvolava la
zona.
–
È stupefacente amici che ci seguite da casa! Se vi
aspettavate un filetto
surgelato allora rimarrete delusi, perché qui abbiamo un
autentico stoccafisso
bollito! –
–
Parole sante, mia cara Anna…
volevo
dire, collega! – si corresse immediatamente Doc Nakano,
notando che Mac
Metaphor gli aveva lanciato una occhiata basita – il mio
bellissimo tupè stava
iniziando a congelarsi con tutto questo freddo, ma direi che
l’atmosfera si sta
finalmente accedendo! E anche per Wally Tusket direi che la fiamma
è attiva da
un bel po’ –
I
due speaker “ignorarono” l’attacco di
Jeager ai danni di Apegon, il cui salto
acrobatico superò sorprendentemente un abisso esponenziale
che c’era tra i due
venendo comunque seguito dalle telecamere, e si concentrarono per
vedere in che
stato era il duello tra Terry Kenyon e il tricheco umanoide.
La
battaglia tra i due ora si era spostata sotto quella
“foresta” ghiacciata, ed
entrambi i lottatori correvano tra una colonna e l’altra come
se fossero stati
dei ninja esperti. A dire la verità il lottatore di
nazionalità americana si
era dovuto riprendere in fretta e furia dal brutale attacco che aveva
subito
poiché l’ex compagno non ci aveva impiegato molto
a ritornare all’attacco in
quella nuova veste che proprio non gli riconosceva. Vedere Wally con
sguardo
omicida e pelo ispido, quando prima mostrava una umanità
incredibile anche nei
combattimenti più duri, era una cosa che in certo senso lo
spaventava data
l’imprevedibilità del suo nuovo avversario.
–
Ti hanno fatto il lavaggio del cervello… merda! –
annaspò il giovane, saltando
da un “albero” all’altro premendo con
forza i piedi sulle pareti ghiacciate di
ogni colonna – devi sbarazzarti di quella collana! Non sei
più tu!! –
–
Questa collana è mia!! Sei solo invidioso!! –
Il
suo atteggiamento ossessivo/compulsivo nei riguardi di quel dannato
amuleto era
assai preoccupante, ma lo furono ancor di più le sue mosse
successive ancor più
dolorose delle precedenti. Con uno scatto improvviso il lottatore
apparve
davanti a Terry rompendo letteralmente una colonna di ghiaccio che al
momento
dell’attacco gli ostruiva la visuale verso il proprio
avversario. L’americano
osservò quella scena praticamente sotto shock ignorando i
cristalli di ghiaccio
che andavano a graffiargli leggermente la pelle esposta, e provando
molto più
dolore quando Wally lo prese per la trachea utilizzandolo poi come
scudo umano
per sfondare in sequenza altre colonne di ghiaccio.
L’impatto
con quella superficie dura e fredda, che si ruppe come il vetro
all’incredibile
forza del lottatore di origini irlandesi, non fu affatto un toccasana
per la
schiena di Terry che lanciò un guaito contrito sentendo le
vertebre vibrare ad
ogni impatto violento. Ma non stette fermo a subire in silenzio,
avrebbe perso
quell’incontro oltre che perdere ogni tentativo di riportare
alla ragione il
compagno di squadra, e digrignando i denti riuscì a piantare
le mani sulle
spalle di Wally per avere una base sufficientemente forte per dargli
una testata
in piena fronte liberandosi così dalla forte presa alla gola.
–
Wally… tu sei… decisamente fuori di…
TESTA!! –
Lo
disse ringhiando e con la forza della rabbia esasperata, ma la sua
dolorosa
mossa sortì gli effetti desiderati tanto che ora il tricheco
umanoide dovette
portarsi ambo le mani alla testa in un gesto d’impeto che
permise al texano di
salire sulle sue spalle per poi assestargli una potente ginocchiata
sulla spina
dorsale. Il marchio del vitello sortì gli effetti sperati,
anche perché Terry
ci aveva messo parecchia rabbia nel riuscire a liberarsi
benchè questo lo
avesse affaticato ancor di più, e il ragazzo potè
avvertire con una nota di
soddisfazione qualcosa rompersi all’interno del corpo di
Wally.
Una
vittoria fievole, che portò il suo ex compagno a ruggire con
più ferocia
riuscendo a voltarsi quanto basta, nonostante il colpo tremendo
ricevuto alla
schiena, per artigliargli la faccia
e
lanciarlo come se fosse stato una palla contro un’altra
colonna di ghiaccio.
Le
unghie incredibilmente affilate del lottatore di origini irlandesi si
piantarono per bene sul volto dell’americano tanto da
provocargli delle ferite
serie, ed un boato entusiasta si levò dagli spalti quando
Terry venne
seppellito vivo dai detriti della struttura su cui era andato a
sbattere.
–
Non… non è possibile! –
balbettò Alexandria Meat divenuto all’improvviso
pallido come un cencio – Wally è completamente
andato… e di questo passo
ucciderà Terry se non viene fermato come si deve! A quanto
pare, il solo
nominare quell’affare che porta al collo lo manda
letteralmente in bestia! –
Era
ovvio che non tutti gli spettatori che assistevano a quel cruento
scontro
fossero entusiasti dello spettacolo offerto, e il drappello composto
dai nostri
eroi stava osservando con una certa apprensione un esito incerto e
propenso a
decretare la loro sconfitta.
–
Hm, e a quanto pare neppure Jeager se la sta passando molto
bene… Apegon
continua a schivare i suoi attacchi per “condurlo”
in una zona piuttosto
pericolosa–
Incredibile
come Check Mate riuscisse a mantenere la sua solita compostezza
nonostante la
tensione crescente all’interno del gruppo, e purtroppo non
aveva fatto notare
un particolare trascurabile. Il lottatore tedesco difatti era sempre
più vicino
al luogo in cui Terry era stato sepolto dalle macerie ( e dalle quali
stava
faticosamente cercando di uscire ), pronto per essere preso da un
“abbraccio”
dell’angelo alieno ben intenzionato a prendere il volo per
poi scendere in
picchiata con la propria vittima in modo da essere sicuro di
fracassargli il
cranio sul suolo ghiacciato. Una brutta situazione invero, ma proprio
in quel
frangente a Lord Flash venne una idea tanto disperata quanto di
probabile
successo almeno sulla carta.
Si
alzò in piedi sotto lo sguardo perplesso di Emerald, che ora
si era pure alzata
il cappuccio della giacca sportiva per via del freddo, e dalla propria
giacca estrasse
quello che sembrava essere il libro consultato fino al momento
dell’incontro.
Era stato prudente e forse aveva fatto più che bene a
trafugare quel
manoscritto prima che la calca di ex chojin li trascinasse verso
l’esterno per
assistere allo spettacolo, senza tener conto delle possibili
conseguenze
negative derivate da quel gesto, e dunque tanto valeva giocarsi
l’ultima carta
che avevano in mano prima di non poter uscire vivi da li data la
presenza di
arcieri ora tutti puntati contro di lui. Lo stesso istinto che lo aveva
portato
a “prendere in prestito” quel tomo ora lo stava
avvertendo di un pericolo ben
più maggiore, ma oramai non poteva far altro che continuare
con il proprio
piano.
Li
avvertiva, i suoi sensori ottici avevano registrato una quindicina di
quegli
individui appostati nelle ombre e pronti a trivellarlo di colpi,
davanti a lui
a diversi metri di distanza, senza contare quelli che lo avevano visto
tirare
fuori un libro leggendone attentamente le didascalie incise sulla
copertina…
dunque al di fuori del suo campo visivo i cecchini potevano anche
aumentare ad
una ventina o più. Ma doveva tentare, per quanto la stessa
Lancaster gli
sussurrò di non farlo ( evidentemente preoccupata pure lei
dall’esito di un
simile gesto ).
–
Terry Kenyon ha ragione! Quell’amuleto che tutti voi portate
al collo causerà
solo la vostra fine! Si tratta di un oggetto atto ad assorbire tutta la
vostra
energia e incanalarla nel campione della sacerdotessa… una
volta accumulata
tutta la vostra energia tutti voi morirete ed Erza
l’assorbirà dando inizio al
disgelo! Se non mi credete date una occhiata a questo! –
Parlò
con voce stentorea ed alzò in alto il libro aperto
sull’illustrazione
incriminata. Era ovvio che gli atleti vicino al gruppetto avessero
sentito
forte e chiaro le sue parole tanto da sbiancare vedendo i loro flebili
dubbi
divenire realtà, e come se non bastasse le telecamere poste
sull’elicottero dei
due cronisti ripresero per bene quell’illustrazione
proiettandola di
conseguenza nei quattro megaschermi posti in tutto lo stadio.
Come
di conseguenza il russo ottenne il risultato sperato, e il fitto
mormorio di
perplessità a breve si trasformò in un boato di
dissenso totale ed ogni uomo
che riuscì ad interpretare l’illustrazione da dopo
le parole di Warsman iniziò
a protestare e inveire contro una impassibile Deva. Almeno
all’apparenza.
–
Questo non ci era stato detto! Cosa significa tutto ciò?!
–
–
Ci devi delle spiegazioni, donna! –
–
Lo sapevo che non c’era da fidarsi…!–
E
questi erano solo i commenti più
“carini” che le venivano indirizzati sebbene
se ne rimanesse seduta sul trono artigliando con più forza i
braccioli di velluto
rosso per mantenere la calma e non cedere in tentazione di uccidere
tutti
quanti nell’immediatezza. Non poteva permettersi di sprecare
così tanta energia
pulsante di rabbia emanata dai suoi discepoli, e forse era il caso di
non
indugiare oltre nell’avviare un rito sacrificale atteso
troppo a lungo.
-
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Doveva
ammettere che quella rivelazione lo aveva colpito giusto un
po’… anzi, era più
giusto dire che le parole di quella bestia russa lo avevano colpito
assai. E sebbene
all’inizio credette ad una qualche forma di strategia
disperata per mettere scompiglio
nelle nutrite file di Erza, ecco che quest’ultima non faceva
nulla per smentire
quella profetica rivelazione con tanto di illustrazione.
Poi
la sorpresa del marchese Lancaster si trasformò in una
giusta preoccupazione, e
persino la ex miss Kalinina ce la stava mettendo tutta per non far
trasparire
troppo sentimenti d’angoscia per la probabile brutta sorte a
cui stava andando
incontro suo padre, poiché era chiaro che un simile gesto
poteva esporre la sua
principessa a concreti problemi.
La
Deva dal canto suo intuiva che il genitore stava rischiando grosso a
parlare in
quel modo di fronte alle telecamere, una preoccupazione piuttosto
comprensibile
dato che non sapeva nulla riguardo le usanze del tempio della speranza
e di un
probabile sacrificio umano, e non riuscì proprio a negare a
se stessa un puro
gesto di apprensione come quello di portarsi una mano al petto
avvertendo un
sobbalzo al cuore.
Doveva
stare calma, per il bene suo e quello per la bambina dato che le era
stato
specificato che la sua sarebbe stata una gravidanza un po’ difficile da dopo il suo traumatico
matrimonio e che era dunque
preferibile evitare altro stress aggiuntivo. Ma stava iniziando a
diventare una
cosa decisamente snervante, e lo stesso si poteva dire del marchese.
–
Beh… se volevamo sapere qualcosa di più direi che
siamo stati ben accontentati!
Anche se il gesto di vostro padre è del tutto discutibile!
– per dirla in
termini carini – con quel suo gesto direi che ha messo in
pericolo la vita di
mia figlia! –
–
Con tutto il rispetto, ma credo che fosse già in pericolo ad
inizio incontro…
guardi lei stesso–
Alya
non era affatto dell’umore d sostenere le sciocchezze dette
da Howard, sempre
disposto a dare la colpa a suo padre per qualunque cosa dicesse o
facesse e
questo era un particolare che iniziava a darle noia, pertanto lo
invitò ad
osservare più attentamente lo schermo a cristalli liquidi
dove due speaker con
il pallino del cosplay stavano commentando la scena.
“…
è decisamente incredibile da credere, ma a quanto pare
l’intervento dell’ex
allenatore di Kevin Mask sta sortendo i suoi effetti. Di certo si
tratta di una
gran bella illustrazione piena di morti ignari!”
“se
questo fosse vero sarebbe una truffa incredibile dai tempi
del… uh? Vedo che la
somma sacerdotessa sta alzando una mano. Vuole forse sedare una pentola
a pressio… Eek!! Il mio
tupè!!”
L’apparente
gesto di riportare all’ordine i propri adepti si
trasformò ben presto in un
mero atto di violenza nei confronti di chi sedeva numeroso in quello
stadio, e
al comando di Erza, con la mano chiusa a pugno come a lanciare un
ordine
silenzioso a chi non era in vista,
una
prima pioggia di frecce si riversò sul popolo furioso.
L’urlo
di Doc Nakano fu ben comprensibile, oltre al fatto che una freccia
aveva
sfondato il vetro dell’elicottero sfiorandogli la testa e
portandosi unicamente
via la sua parrucca bionda, e ben presto oltre al suo ci furono le
grida dei
chojin presi di mira dai cecchini appostati nell’ombra. Per
l’ultima volta le
telecamere indugiarono su Lord Flash prima che l’elicottero
prendesse quota,
colpito alla mano destra, quella che teneva il libro, da una freccia
dorata e
costretto a chinarsi a terra come fecero tutti gli altri suoi compagni
lasciando entrambi gli spettatori a villa Lancaster con il cuore in
gola.
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Erza
era furiosa. Dapprima quei pazzi eretici innescano la scintilla del
dubbio nei
suoi adepti già per natura diffidenti, per quanto stupidi
fossero data la loro
natura da evil chojin, e poi non appagati di aver rubato nella sua
biblioteca
ecco che mandano al diavolo il lavoro di un anno di preparativi
perché non
hanno intenzione di perdere un miserevole incontro.
Ma
non fu tanto questo a portarla a scatenare l’inferno
nell’arena ghiacciata, per
quanto fosse sfrontato il gesto di quell’uomo arrogante che
le aveva aizzato
contro tutte le sue prede, tanto le sarebbe bastato iniziare il rito
del
disgelo e assorbire tutte le loro energie assorbendole tramite
l’attivazione
degli amuleti che portavano al collo, quanto quello del suo campione in
carica
che aveva ben sentito le parole del russo rimanendone come colpito al
rallentatore.
Fino
a quel momento aveva svolto bene la volontà della
sacerdotessa, tanto che aveva
estratto dalle macerie un agonizzante Terry dagli occhi pesti di botte
e il
volto tumefatto per dargli il colpo di grazia. Ma proprio mentre stava
per
infliggere il colpo di grazia al proprio ex compagno di squadra,
volendo
recidergli la trachea con i propri artigli, la voce della
verità lo aveva
portato a voltarsi verso gli spalti riuscendo a vedere perfettamente
quell’illustrazione
maledetta anche grazie ai megaschermi presenti.
In
un attimo fu come se per lui il tempo iniziasse a rallentare ed il
fischio alle
orecchie, che fino a quel momento percepiva come un canto ipnotico
mostrandogli
un’unica via possibile, ossia quella del potere,
iniziò a stemperarsi
lasciandogli percepire il suo stesso respiro e successivamente quello
rado di
Terry che cercava di guardarlo attraverso le palpebre gonfie e livide.
Pur di
non essere l’ultima ruota del carro si era fatto abbagliare
da una facile
promessa di potere certo, e ignorando completamente gli avvertimenti
dei suoi
amici aveva deciso di seguire il fischio che gli annebbiava la mente
rendendolo
sordo alle loro parole fino ad arrivare a trucidarli senza
pietà.
Questo
non era lui. Questo non era Wally. Questo non era ciò che
avevano sempre visto
sua madre e sua sorella. E a ricordarglielo furono anche le parole
tremanti del
lottatore americano.
–
C-cazzo… Wally! V-vuoi davvero che finisca
così… eh, amico?! –
No,
non voleva che finisse così. Non voleva essere il burattino
nelle mani di
qualcuno e non voleva far del male ai suoi amici. Pertanto, la furia
omicida
sparì dai suoi occhi così come il suo pelo ispido
tornò normale e morbido,
riuscendo a stento a trattenere lacrime disperazione per essere
arrivato ad un
punto critico come questo.
–
Uh… Terry! Mi dispiace tanto amico! – si
portò una mano al monile che portava
al collo, strattonandolo via con un solo gesto e sentendosi
già più libero da
quella sua strana influenza –… non avrei dovuto
accettare di indossare questo
affare! Avevate ragione voi…!–
Buttò
a terra quasi con rabbia la collana indossata fino a quel momento, e
prima di
aiutare Terry Kenyon a rialzarsi da terra schiacciò con il
piede destro quel
maledetto affare che fino a pochi minuti fa lo aveva stretto a se con
inutili
promesse. Certo, appena la gemma si ruppe lo stesso Wally
avvertì la propria
potenza diminuire di colpo, ma questo era un prezzo che era ben
disposto a
pagare per non perdere se stesso e i suoi amici.
E
se lui era sollevato di essersi tolto un peso dalla coscienza, di
tutt’altra
risposta era giustamente la sacerdotessa Erza che male gradì
quel suo
voltagabbana proprio due minuti prima che la donna decidesse di dare il
via all’inizio
di una prematura primavera.
Si
morse il labbro inferiore ed osservò con puro odio il
lottatore di origini
irlandesi aiutare un vecchio amico a riprendersi dalla brutta batosta
appena
subita, ed alzandosi finalmente in piedi decise di dare ordine ai suoi
assassini di punire tutti quei vecchiacci traditori.
–
Razza di fetenti ingrati! Come osate voltarmi le spalle dopo tutto
quello che
vi ho dato?! A nessuno importa nulla delle vostre effimere vite di
criminali
incalliti… e con il vostro tradimento avete condannato
questo paese ad un
eterno inverno!!... e io che volevo solo un po’ di amore da
voi!–
Lo
disse con una punta di disperazione, poiché era
inconcepibile per lei non avere
più il controllo della situazione tanto da dover decidere di
conseguenza e
decidere decisamente male per molti degli atleti presenti. Una
determinazione
tuonata a forti parole tanto da destare persino l’attenzione
di Apegon che,
udite quelle parole furenti, fermò il proprio attacco nei
confronti del
lottatore tedesco che ben aveva deriso in quel momento. Rimase dunque
fermo a
mezzaria con ancora Jeager stretto tra le braccia
e all’apparenza impossibilitato a muoversi, e
rimuginò con preoccupazione riguardo a quello che la
sacerdotessa aveva appena
detto riguardo la ribellione dei suoi sudditi. Era furiosa, i suoi
occhi
ardevano di rabbia benchè ella fosse una creatura di
ghiaccio puro e ora
assumeva i connotati di un ghiaccio incredibilmente
bollente, ma quello che più lo preoccupava
era che perdesse completamente il senno decidendo di uccidere tutti in
diretta
mondiale.
–
Urgh… ti distrai troppo in fretta, colombella! Lascia che ti
spieghi l’uso
delle gambe! –
La
sua distrazione gli costò decisamente caro,
perché tosto Jeager riuscì a
liberarsi dalla ferrea presa di Apegon dandogli un doloroso calcio al
polpaccio
sinistro abbastanza forte da convincere il proprio avversario a
lasciare la
presa su di lui. Forse non era esattamente ciò che si
aspettava Jeager, un volo
da diversi metri da terra non era esattamente ciò che
desiderava, ma tanto
valeva approfittare di quella situazione di stallo per raggiungere
Terry oltre
che un Wally all’apparenza rinsavito e comunque al diacono
della sacerdotessa
importava di più quello che stava attraversando la donna al
momento.
E
difatti, dopo una attesa carica di tensione, dove persino Warsman
riuscì a
percepire l’adrenalina infestare l’intero stadio
come una nebbia perpetua, la
donna alzò una mano verso il cielo… chiudendola
in un ferreo pugno con cui
decretò la fine dei giochi e la fine di molte vite.
Alcune
dello Ombre appostate negli spalti più in alto, di nero
vestite e con solo
degli occhiali tattici che facevano la differenza con il loro
abbigliamento da
ninja feudali, annuirono tra loro prendendo accuratamente la mira per
scoccare
in contemporanea un centinaio di frecce. Gli occhi verdi di Emerald si
alzarono
con una certa curiosità verso il cielo al suono di uno
strano sibilo simile a
qualcosa che si stava avvicinando, e logicamente rimase inorridita nel
vedere
una pioggia nera di frecce assassine tutte puntate verso un ignaro
pubblico.
La
prima freccia colpì Lord Flash alla mano incriminata di
sollevare un tomo
prezioso trapassandola da parte a parte, che a breve si
macchiò di sangue,
portandolo di conseguenza ad urlare più per rabbia che per
dolore e
accovacciandosi per istinto a terra spingendo la moglie con lui pur di
farle
evitare frecce letali ed ignorando le sue grida di logico terrore.
Vennero seguiti
in tal gesto anche da Check Mate che prontamente protesse il proprio
allenatore
beccandosi svariate frecce sulla schiena esposta, mentre tutti attorno
a loro
cercavano di scappare via da quel luogo di morte schiacciandosi
l’un l’altro
come topi in una fogna e venendo trapassati alla giugulare da frecce
che non
guardavano in faccia a nessuno. Un chogin infilzato come uno spiedo
atterrò a
pochi centimetri da Emerald, e alla donna gli si gelò il
sangue nelle vene alla
vista di quello sguardo sempre più lontano dalla vita, era
una ragazza energica
ma a certe cose non era affatto abituata… men che meno
vedere morirle qualcuno
davanti! E difatti si ritrovò a soffocare un grido quasi
dettato dal panico
nell’osservare un uomo che, infilzato da una decina di frecce
allo stomaco,
cercava di liberarsene in preda al panico e riuscendo solo ad
eviscerarsi
dolorosamente.
Emerald
si trovò a rannicchiarsi contro la figura di Warsman, che
sibilò di dolore
quando un’altra freccia riuscì a colpirlo al
polpaccio, e a piangere silenziosamente
pregando chiunque, o qualunque cosa, ci fosse lassù di
fermare quell’assurda
mattanza che aveva trasformato i gradini degli spalti in una distesa di
sangue
scuro arterioso.
–
Oh per l’amor del cielo…–
sussurrò un Meat sempre più atterrito dalla
continua
grandinata di frecce e preoccupato per i propri allievi – di
questo passo
nessuno riuscirà ad uscire vivo da qui! –
Poteva
anche essere vero in effetti, poiché la situazione si stava
facendo sempre più
drammatica e molti chojin stavano cadendo sotto i colpi nemici anche
per la
loro stessa stupidità di volersi togliere da soli delle
frecce affilate i
seghettate, e fu più o meno lo stesso pensiero di Kid Muscle
quando gli si
presentò davanti quello spettacolo osceno fatto di morte e
sangue.
Il
principe dei kinnikku sbiancò sotto la propria orrenda
maschera, ed una volta
osservata tutta la scena, con la sacerdotessa che aveva dato le sue
motivazioni
all’avvio del massacro, ma per istinto e lealtà
nei confronti dei propri amici
aveva comunque deciso di scendere nell’arena per cercare
di… fare qualunque
cosa a patto di fermare quell’assurda follia.
Aveva
dunque lasciato Kyle a sciogliersi nella solitudine, e nella relativa
sicurezza, di un bagno all’interno del tempio ben attaccato
ad un termosifone
che gli stava garantendo una pronta guarigione dal congelamento, ed
aveva
deciso di correre all’interno dell’arena per poter
in qualche modo comunicare
con Erza.
La
vista dei suoi compagni che cercavano di evitare quella pioggia sporca
e
maledetta gli strinse il cuore, notando tra l’altro il
gruppetto sugli spalti
ben rannicchiati a terra e intenti ad approfittare di alcuni cadaveri
per
utilizzarli come scudo dalle frecce insistenti, e fu la vista di Wally
colpito
alla nuca da un colpo che lo portò ad accasciarsi inerme sul
freddo suolo dell’arena
che portò Kid all’esasperazione più
totale.
Se
quella credeva di potersela cavare con uno sterminio di massa, di
manipolare i
suoi amici come se fossero marionette e commettere qualsiasi nefandezza
pur di
non spezzare un inutile sigillo presente su una fede, il tutto nel nome
dell’amore
che lei non aveva mai conosciuto allora madame si sbagliava di grosso.
Il
giovanotto si ritrovò a digrignare i denti, sentendo come il
proprio respiro si
fosse incredibilmente rilassato dopo aver corso a perdifiato sino
all’arena
ghiacciata, deciso a scavalcare ogni corpo caduto a terra e scansare
ogni
atleta agonizzante pur di raggiungere la tribuna d’onore non
ancora intaccata
dalle Ombre Danzanti. Alcune frecce gli sfiorarono la pelle andando a
lacerargli i vestiti, ma non ci badò molto e si
gustò con rabbia la sorpresa
della sacerdotessa di trovarsi davanti un mero estraneo che aveva
scavalcato
con agilità il muro che la separava dagli altri spalti.
–
Tu… come osi presentarti qui da me?! –
sibilò ella a denti stretti nel mentre
che il principe dei kinnikku avanzava verso di lei – se pensi
di potermi
fermare in qualche modo hai davvero fato un buco
nell’acqua… morirai come il
resto di questi traditori–
Fu
lesta ad alzare una mano verso il cielo blu con tutto
l’intento di indirizzare
un nuovo attacco degli arcieri nella sua direzione, ben consapevole che
le
sarebbe bastato innalzare una barriera di ghiaccio per proteggersi dai
colpi
letali che avrebbero ben presto trivellato quel povero cretino dallo
sguardo truce.
Ma fu decisamente sorpresa che, un momento prima di dare
l’ordine fatidico, il
ragazzo fu lesto a prenderle il polso e a stringere abbastanza forte da
costringerla ad avvicinarsi a lui… lasciandola ulteriormente
di stucco quando
notò che il giovanotto stava ignorando il principio di
congelamento alla mano
con cui l’aveva appena catturata.
Un
gesto, quello di Kid, che non piacque affatto neppure ad Apegon che
cercò di affrettarsi
a raggiungere la propria signora per quanto la pioggia continua di
frecce gli
ostacolasse di non poco il volo. E tuttavia si ritrovò a
fermarsi
momentaneamente a mezz’aria quando sentì le parole
del ragazzo e vide le sue
mosse successive.
–
Hai ingannato i miei amici e hai iniziato un massacro brutale in nome
di… che
cosa? Dell’amore? Ma sei forse seria?! – lo disse
con una punta di
esasperazione, ma non furono quelle parole a sconvolgere Erza
– sei solo una
donna capricciosa ed egoista! Se vuoi salvare davvero il tuo paese
dovresti
cercare di sforzarti per davvero a
cercare l’amore! –
Poi
il resto accadde tutto molto in fretta, come al rallentatore, e la Deva
rimase
ancor più sconvolta quando quelle labbra al silicone la violarono con un calore mai provato
prima. Sgranò gli occhi nel
percepire le sensazioni datole da quello che era, a tutti gli effetti,
il suo
primo vero bacio sebbene il partner in questione fosse tutto meno che
attraente. Forse Kid aveva avuto una intuizione geniale oppure
semplicemente
stava sperimentando qualche scena vista in un vecchio film
d’azione in bianco e
nero, magari sentendosi pure gasato nel farlo
perché… diciamocelo, la signora
era tutto fourchè una ragazza sgradevole, eppure tale piano
stava avendo i suoi
frutti nel mentre intrecciava la propria lingua con quella della
sacerdotessa. Si
era aspettato di sedarla in questo modo, non certo di accenderla!
Un
momento che riuscì ad assaporare per bene sentendo pure lui
un fuoco
primordiale scaturire dal corpo di Erza, che ora teneva stretto a se,
ma che
durò così poco nonostante le sue speranze di
imitare un qualsiasi film visto a
casa passando alla parte più bella e intima di tutta quella
faccenda.
Dovette
staccare le labbra da quella donna oramai solo all’apparenza
gelida perché,
contro ogni aspettativa, tutto il corpo di Erza era come se bruciasse
tanto da
cambiare la sua tonalità di pelle da azzurrognola a rosso
fuoco. Poi il ragazzo
strillò di un urlo femmineo e giustamente terrorizzato
quando la somma
sacerdotessa parve “esplodere” ad un urlo simile al
grido di battaglia di una
valchiria, venendo inondata da una luce talmente accecante che parve
poi
esplodere in una palla di fuoco celestiale che avvolse tutta
l’arena e il
tempio accecando persino gli altri atleti sopravvissuti e i ragazzi
della
Muscle League.
Mai
simili sensazioni avevano attraversato il corpo
dell’arrogante sacerdotessa con
l’intensità di un semplice bacio… e
forse fu proprio quel gesto mai provato a
portarla a scatenare una primavera nel bel meglio della battaglia.
Anzi,
un disgelo vero e proprio come se sotto al tempio un intero vulcano
millenario
si fosse appena risvegliato, tanto da portare
Terry, Wally e Jeager a non riuscire a stare in piedi
sulla superficie
ghiacciata dell’arena a causa di un improvviso terremoto che
portò il ghiaccio
a rompersi con il conseguirsi di colonne d’acqua che si
innalzarono verso il
cielo spinte da una pressione sconosciuta ai più.
E
in breve il cemento armato degli spalti si ruppe alla furia
dell’acqua e del
terremoto che sconquassava la montagna, risparmiando miracolosamente la
struttura del tempio, ed inghiottendo chiunque non riuscisse ad evitare
quelle
furie elementari scatenate da una Deva che aveva appena ricevuto il suo
primo
bacio in un gorgo mostruoso che si sostituì in breve tempo
all’arena.
Persino
l’elicottero dei due cronisti in cosplayer venne travolto da
una colonna di
cemento armato che fino a poco tempo fa sorreggeva uno dei maxischermi
su cui
era proiettato lo scontro, e l’ultima ripresa che i due pover
uomini riuscirono
a dare agli spettatori che seguivano l’evento da casa fu una
breve immagine di
Warsman che cercava disperatamente, in mezzo ai fiotti
d’acqua e alle macerie
colossali, di agguantare la mano di una Emerald che a breve
sparì tra i flutti
rabbiosi di una improvvista tempesta.
Lasciando
due noti spettatori a casa Lancaster con il cuore in gola.
Forse
il finale di questo capitolo non è eccezionale, ma ci ho
davvero impiegato
tanto per crearlo cercando l’ispirazione giusta per ogni
scena che ho
descritto. Ho cercato di rendere lo scontro il meno noioso possibile,
per cui
perdonatemi se questo lavoro non è esattamente eccellente.
Alla prossima!