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Autore: lisitella    11/03/2015    8 recensioni
Max 30 anni uomo attraente. Nonostante ricco e proprietario di una grossa azienda, era una persona infelice.
Miriam 25 anni, donna bella, attraente e istruita, segretaria dell'azienda. Innamorata do Max. Sogna di sposarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3

La settimana passò velocemente e per il weekend Miriam venne invitata da Max alla sua casa al mare.

Quando Miriam vide Max in costume, rimase imbarazzata. Era bellissimo. Inoltre la stava fissando.


“Sei perfetta,  lo sai che il costume intero che hai messo è molto più provocante di un bikini?”. Miriam arrossì.

Era una bellissima giornata, in cielo non c’era una nuvola e il clima era perfetto per la circostanza. Decisero di fare il bagno, ma a un certo punto un’onda  riportò la coppia  in riva e l’uomo, approfittando del momento, baciò Miriam appassionatamente. Essa ricambiò senza un attimo di esitazione e quando lui le abbassò le spalline del costume, lei non oppose la minima resistenza.


“Miriam sei bellissima, lascia che ti tocchi”.

“Oh, si”.


Le dita di Max cominciarono ad accarezzarle i capezzoli fino a farli inturgidire e strapparle un gemito di piacere.


“Oh Miriam, ti voglio così tanto”.


Anche Miriam lo voleva e lo desiderava con tutta se stessa, con ogni parte del suo corpo; lo voleva appassionatamente come non aveva mai voluto nessun altro uomo in vita sua. Gli guardò gli occhi. Occhi che sprigionavano amore, desiderio, passione. Ma gli occhi possono essere ingannevoli, solo il cuore è sincero e lei il cuore di quell’uomo non lo poteva leggere. Meglio aspettare, non si sarebbe mai concessa a un uomo che non l’amasse. E con un gesto deciso lo respinse.


“Scusa Max, non così, non adesso”.


L’uomo, visibilmente stizzito, non proferì parola.

Da quel momento Miriam non riuscì più a guardare Max negli occhi. La tensione tra di loro era palpabile. Il sole le accarezzava e asciugava la pelle, ma non riusciva a scaldarle il cuore.


“Senti Miriam, dobbiamo pensare ai preparativi per il nostro matrimonio” disse Max, cambiando clamorosamente argomento. “Quattro mesi passano in fretta e ci sono cose a cui pensare”.


Dalla sua espressione e dal tono della sua voce, Miriam aveva capito che il cuore di Max non era fatto di pietra, come voleva far credere. Anche lui aveva dei sentimenti, ma non voleva mostrarli. Ma quanto sarebbe stato bello per lei se avesse esternato le sue emozioni!


“Miriam, che cosa vuoi fare? Preferisci che ci rivolgiamo ad un esperto per l’organizzazione del nostro matrimonio, o ci arrangiamo da soli tu ed io?”.

Non ricevendo risposta Max insistette “allora Miriam, ti ho fatto una domanda, rispondi!”.

“Scusami mi ero un attimo distratta, voglio fare tutta da sola e farti una bella sorpresa”.

“Se ci tieni tanto” borbottò in modo deluso, “ti occorre del denaro, darò disposizioni alla mia banca di versare sul tuo conto una somma di denaro e consideralo un anticipo”.

“Non devi anticipare nulla!”, tuonò lei, “anche se ho una vita piuttosto semplice, ho dei risparmi in banca. E poi non desidero un matrimonio pomposo, ma una cerimonia intima, perciò non ho bisogno di soldi”.

“Come vuoi, se a te fa piacere così, rispetto la tua decisione”.


Dopo cena Max la invitò a ballare. Miriam gli avrebbe voluto dire di no, ma non ci riuscì perché moriva dalla voglia di stare tra le sue braccia. Voleva sentirne il calore.

Ballarono molto. Max la ricopriva di complimenti e Miriam non poteva nascondere la sua emozione, seppur cercasse di contenerla e di non renderla evidente. Ma la passione era talmente forte che quella sera la ragazza perse il controllo e quando  Max ordinò dello champagne, lei ne bevve diversi bicchieri finendo per ubriacarsi. Non era abituata a bere alcolici. Cominciò a fare discorsi strani, senza senso e Max decise di portarla a casa prendendola in braccio, dato che non si reggeva in piedi. Arrivati a destinazione, la posò sul letto e le disse che era ora di andare a dormire.


“Non ho sonno” rispose Miriam “quello che voglio sei tu”.

“Penso che sarebbe una buona idea”

“E’ un’idea eccezionale che tu facessi l’amore con me… Ti prego… resta con me… lo voglio fare…”

“Sarà meglio che tu ci dorma sopra”

“Sono sveglissima … stai con me un altro po’… so che lo vuoi”

“Anch’io lo voglio da morire, ma adesso no, non si può, non così”. Le sfiorò le labbra con bacio e le augurò la buonanotte.

“Ti ho detto che non voglio dorm…..” non finì la frase che si addormentò.


Max uscì dalla stanza in punta di piedi, chiuse la porta alle sue spalle. Non aveva nessuna voglia di dormire. Decise di fare una passeggiata per raffreddare i suoi bollori. Certo, aveva perso un’occasione, era da tanto che aspettava quel momento. La desiderava da morire, era incantevole e adorabile distesa in quel letto. Lei tra l’altro si era offerta. Allora perché Max si era comportato così? Lui l’amava e non voleva approfittare dello stato di ebbrezza della donna.

Passò una notte insonne a pensare agli ultimi eventi e capì di amare realmente Miriam. Ne era ormai sicuro, ma lei lo amava?

Il giorno dopo, a lavoro, i due fecero finta che nulla fosse accaduto la sera precedente. Miriam si era resa conto di aver fatto una figura da perfetta idiota. Inoltre si era spinta troppo oltre, contrariamente a quanto si era ripromessa di fare. Doveva dunque fare un passo indietro per tenere le distanze da Max e riprendere il controllo della situazione. Max, dal canto suo, aveva capito che lei non era ancora pronta per il grande passo.

Nelle due settimane che seguirono, i due pensarono solo a divertirsi tra teatro, inviti, feste, ristoranti, evitando situazioni potenzialmente adatte per fare l’amore. Avevano trovato un certo equilibrio, che però era destinato a rompersi.

E così fu. Un giorno la madre di Miriam capitò in azienda per incontrare la figlia. Non accadeva spesso che i genitori di Miriam facessero un viaggio per venire nella città in cui la figlia da qualche anno stava lavorando, per cui era un evento del tutto eccezionale. Ella, cercando Miriam, si imbattè casualmente in Max che, una volta capito chi avesse difronte, ne approfittò per presentarsi e per comunicare alla signora l’intenzione delle nozze.

Poco dopo, Max andò da Miriam.


“Ho una bella notizia da darti”.

“Di che si tratta, di lavoro?”.

“No, il lavoro non c’entra, ma ha a che fare con il nostro matrimonio… indovina chi è appena stata qui?”

“Non ne ho la più pallida idea… hai detto “stata”?”

“Già, hai capito vero?”

“No… non dirmi che si tratta di…”:

“Tua madre, si. E’ andata via cinque minuti fa. I tuoi hanno deciso di rientrare prima del previsto”.

“Molto prima direi, ma perché?  Non avranno mica litigato o bisticciato, spero”.

“Io non le ho chiesto spiegazioni”.

“Glielo hai detto di noi, del matrimonio?”

“Si, gliel’ho detto, non potevo aspettare che tu tornassi. Non ho voluto perdere l’opportunità di dare ai tuoi genitori la bella notizia”, si giustificò Max.

“Non avresti dovuto farlo!”, protestò Miriam, “ti avevo detto che volevo essere io a dare la notizia ai miei genitori, ti ricordi? Tu non li conosci e non sai come avrebbero reagito alla notizia!”.

“Dimmi una cosa Miriam, che rapporti ci sono esattamente fra te e i tuoi genitori?”.

“C’è un certo distacco tra noi, ecco perché volevo essere io dare loro la notizia del nostro matrimonio”.

“Mi devi scusare Miriam, non so cosa mi sia preso. Hai ragione spettava a te dare la notizia, come eravamo d’accordo. Mi sono fatto prendere dall’entusiasmo”.

“Max sei scusato, ci sono un po’ di questioni da decidere con loro.

“Ok, di questo non ti devi preoccupare, avrai tutto il tempo per poter parlare con loro”.


Subito dopo aver pronunciato quelle parole chinò la testa e le sfiorò il collo con le labbra. Miriam trasalì. Max non si era mai comportato così in ufficio e lei ne fu assai sorpresa.

Max nell’allontanarsi, le bisbigliò all’orecchio “ Perché aspettare quando tu mi vuoi ed io ti voglio? Siamo entrambi pronti, mia cara”.


“Non so di che cosa tu stia parlando” ansimò la donna, cercando di ignorare i brividi di eccitazione che l’avevano assalita a tradimento.

“Credo proprio che dovremmo approfittare della presenza dei tuoi genitori in città per sposarci. Perché non ci sposiamo questo fine settimana?”.

“Non se ne parla nemmeno”.

“Se ci rifletti è la soluzione migliore: prima ci sposiamo è meglio è, non credi?”.

“Ma come facciamo in una settimana ad organizzare il nostro matrimonio? Non ce la facciamo”.

“Non ti preoccupare, conosco un prete che in mezz’ora sbrigherà tutte le formalità che riguardano il nostro matrimonio”.


Questa notizia non dispiacque  a Miriam, la quale sorridente accettò la proposta.


 


Ringrazio tutti coloro che hanno letto i miei capitoli e che generosamente mi hanno donato le loro preziose recensioni.
   
 
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