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Autore: Stefs    11/03/2015    3 recensioni
Questa storia è dedicata a una coppia non molto popolare ma che io ho conosciuto e amato grazie a due persone molto importanti per me.
Dal testo:
[...] . Volevo notizie, volevo leggere che mia sorella aveva smesso di odiarmi. Dovevo smettere di pensare alla mia camera completamente trascurata, dovevo smetterla di pensare al piccolo carrillon che usavo per dormire e alla scritta "mostro" che mia sorella aveva inciso nel legno.[...]
[...] Sudavo. La stanza puzzava di alcool e fumo, cosi come i miei abiti e il legno del mio letto. Da giorni infatti non facevo che bere e fumare una sigaretta dopo l'altra, come se quelli fossero i rimedi più sicuri del pianeta. James, mio fratello, l'unico che sarebbe riuscito a tirarmi su il morale, non era li con me. Lui aveva una famiglia [...]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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It's Christmas, Evans. Even this is a problem for us.

 

"Sei un mostro, nessuno ti amerà mai, sei diversa, sei cattiva e non meriti di avere una famiglia. "

Ero in sala comune, avevo appena finito di cenare con gli altri Grifondoro rimasti a Hogwarts per le vacanze natalizie.

"Buon Natale miei giovani allievi!"
Aveva detto il professor Silente prima che delle delizie spuntassero magicamente sui piatti di ogni ragazzo presente nella sala. Non toccai nulla. Guardavo il pollo, la frutta e tutte le altre pietanze, ma il mio unico pensiero era la piccola casetta al numero 16 di Spinner's End che aveva le rose bianche nel giardino.
"Portano speranza"
Mi sembra ancora di sentire la voce di mia madre Susan ripeterlo a una ancora innocente e normale Lily, che l'aiutava a sistemarle. Mi ripresi qualche istante dopo, ma sarei voluta rimanere lì, avrei voluto non ricevere la mia lettera, non perdere la mia famiglia, non perdere Petunia, mia sorella.
La forchetta era puntata sulla carne ormai fredda nel mio piatto. La mano sinistra sorreggeva la testa e gli occhi umidi minacciavano di cedere alle lacrime che tanto fremevano per non restare imprigionate li ancora a lungo. Fissavo un punto indefinito davanti a me, vedevo ragazzi andare e venire di tutte le case ma nessuno era in grado di farmi riprendere da quei brutti pensieri. Tutti tranne uno,probabilmente. Tra tutto quel movimento un ragazzo spiccava nella monotonia. Indossava una felpa rosso-oro e dei pantaloni neri tanto quanto il suo cognome. Sirius Black stava entrando in sala grande. Mi ripresi lievemente dai miei pensieri e pulii gli occhi così che non sembrassi sull'orlo delle lacrime anche oggi. Camminò indifferente, lanciando qualche sorrisetto e facendo qualche occhiolino qua e là. Era l'unico dei malandrini ancora ad Hogwarts perchè non sempre si è ben voluti nella propria famiglia. Si sedette davanti a me e mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi che però non riuscii a ricambiare .
"Ciao Sirius"
Dissi indifferente iniziando a giocare con i resti del pollo che avevo nel piatto. Era palese che ci fosse qualcosa di strano in me, si poteva vedere da un miglio di distanza e chi, meglio di quel ragazzo poteva capire i miei sguardi visto che lui guardava il mondo allo stesso modo?


 

"Sei solo un lurido traditore. Sei un disonore, non sei degno dell'amore. Non meriti una famiglia."

Quella notte non avevo dormito granché e penso di dover ringraziare la soave e melodica voce della mia adorabile madre. Ero a miglia di distanza da lei ma nonostante ciò era come se fosse stesa nel letto vicino a me. Le sue parole, quelle che aveva detto prima che io andassi via di casa, sotto gli occhi distrutti di mio padre, l'unico in quella famiglia ad aver anche solo accennato un briciolo di amore nei miei confronti, mi rimbombavano violente nella testa come un martello che colpisce ripetutamente il ferro per dargli una forma. Sudavo. La stanza puzzava di alcool e fumo, cosi come i miei abiti e il legno del mio letto. Da giorni infatti non facevo che bere e fumare una sigaretta dopo l'altra, come se quelli fossero i rimedi più sicuri del pianeta. James, mio fratello, l'unico che sarebbe riuscito a tirarmi su il morale, non era li con me. Lui aveva una famiglia che lo amava, che l'aveva sempre amato e che mai l'avrebbe abbandonato. Avevo passato la vigilia di Natale tra l'alcool e le gambe di una certa Claire, una Serpeverde che sapeva cosa fare per far passare i brutti pensieri. Mi sarebbe piaciuto stare ancora con Claire, così da non dover ricadere nel baratro da cui non avrei più fatto ritorno.  

Era la sera del 25 Dicembre. Già sentivo Silente inaugurare la cena con l'ennesimo "Buon Natale". Cercai di alzarmi ma niente. Il letto mi teneva incatenato a se. Sentivo il profumo dei capelli di Claire che ancora dormiva con la mano sul mio petto nudo, era un profumo dolce e intenso nel quale mi sarei volentieri perso per il resto della mia carriera scolastica.  Eppure il dovere mi chiamava. Dovevo mostrarmi al pubblico, dovevo sorridere alle giovani studentesse, dovevo salutare i giovani che speravano di diventare come me e James, dovevo essere Sirius Black anche quel giorno. Con enorme fatica, mi alzai. Lo sguardo scivolò sul corpo di Claire ancora nudo, nascosto da una semplice coperta e ancora una volta i miei pensieri si rivolsero al passato, più precisamente alla notte prima, quella che avevo passato con lei. Aprii l'armadio che condividevo con James, indossai la felpa con i colori della casa di Grifondoro e un jeans nero, probabilmente di James e del suo periodo dark. Sistemai i capelli, mi lavai il viso e sfoderai uno dei miei classici sorrisi accattivanti. 
"Sii te stesso Sirius. Non mostrarti debole agli altri. Fa vedere solo ciò che vuoi. Nessuno capirà che questa è tutta una bugia."
Mi ripetei con calma mentre infilavo un pacchetto di sigarette in tasca, ripensando a tutte le volte in cui scappavamo con James per poter fumare in santa pace. Mi diressi in sala Grande e, una volta arrivato, individuai subito Lily Evans. Anche lei, come me, non aveva una famiglia che l'amasse. Sapevo cosa stava provando lei in quel momento, e anch'io sarei stato così se non fossi cresciuto una casa piena di odio e menzogna, dove non ci si poteva fidare della propria ombra perchè prima o poi anche quella avrebbe tradito.
Una mano si mosse rapida verso i miei capelli, sistemandoli con indifferenza mentre i miei occhi finivano dritti verso le giovani Corvonero che morivano dalla voglia di salutarmi. Mi mostrai disponibile a loro, ma in realtà volevo solo tornare nel mio dormitorio e incollare le mie labbra a quelle di Claire, per tornare alla notte precedente, quando ancora la mia mente era annebbiata dall'alcool.
Posai nuovamente lo sguardo su Lily e mi diressi nel posto libero davanti a lei. I suoi meravigliosi occhi verde smeraldo che solitamente trasmettevano felicità e calma erano cupi e tristi, proprio come i miei, più o meno tutti i giorni. Sapevo il perchè di quello sguardo, ma volevo evitare di accettarlo. Come poteva una ragazza bella, intelligente e gentile come Lily, non avere una famiglia che l'amasse? Era un pensiero triste questo ma sapevo che in ogni famiglia c'era una pecora nera e, a quanto pare, in casa Evans, lo era Lily.
" Ehi Evans, come mai quello sguardo assente? Qualche problema?"
Chiesi sapendo già la risposta. Sembrava pure stupido da parte mia chiedere a lei se ci fosse qualche problema proprio in quel periodo dell'anno.
"No, nessun problema, sono solo un po' stanca."
Tipico. Quando si vuole nascondere un problema si punta sulla stanchezza e sarebbe anche credibile se quella frase non uscisse dalle labbra rosate di colei che non partecipa mai ad alcuna festa per poter evitare la stanchezza il giorno dopo. Un sorriso amaro si dipinse sul mio viso e voltai appena la testa tenendo lo sguardo basso.
" E' Natale Evans, anche solo questo per quelli come noi è un problema."
Mormorai cupo bagnandomi le labbra con del succo, addentando poi una mela mentre il mio corpo cercava in tutti i modi di farmi tornare in dormitorio, nel baratro da cui ero riusciuto ad evadere anche solo per qualche minuto.
 

"E' Natale Evans, anche solo questo per quelli come noi è un problema"


Come ci riusciva? Come riusciva a sorridere quando parlava in quel modo. Non avere una famiglia era divertente? Forse per lui. Lui aveva James, lui aveva i signori Potter che avrebbero fatto qualunque cosa per lui. Io ero sola non avevo nessuno se non qualche sporadica lettera di mio padre dove mi chiedeva come stavo.
"Va tutto bene, non preoccuparti papà. Voi come state?"
Lo chiedevo sempre. Volevo notizie, volevo leggere che mia sorella aveva smesso di odiarmi. Dovevo smettere di pensare alla mia camera completamente trascurata, dovevo smetterla di pensare al piccolo carrillon che usavo per dormire e alla scritta "mostro" che mia sorella aveva inciso nel legno. Il mio sguardo era fisso sull'apparente vuoto.
Le parole di Sirius avevano centrato perfettamente quello che da ieri sera era il mio pensiero fisso. Non avevo una famiglia. Da ormai sette anni ero senza una casa dove stare, una casa che mi guardava in modo diverso l'estate quando ero  obbligata a metterci piede.
Sei orfana Lily, mettitelo in testa.  
Queste parole mi uccidevano dentro. Sentivo il mio cuore che lentamente si sgretolava in mille pezzi fino a rimanere solo una piccola parte di una polvere ormai volata via.
Cercai di riprendermi almeno apparentemente da quei pensieri e, con innata eleganza, mi diressi verso l'uscita della sala grande. Non avevo mangiato niente ma mi sentivo scoppiare. Non impiegai molto tempo ad arrivare in sala comune, e non solo perchè ero ormai le lacrime stavano iniziando a liberarsi dalla prigione nella quale avevo cercato stupidamente di tenerle. Mi fiondai sul piccolo mobile accanto al fuoco dove sapevo di poter trovare dell'alcool.
"Buon Natale Lily."
Mi dissi aprendo la bottiglia, bevendone un lungo sorso, cercando di non sputare tutto poco dopo. "Bleah" pensai. Come facevano a dire che era buonissimo? Scossi la testa tenendo lo sguardo fisso sul fuoco. La gonna tutta stropicciata mi scopriva parte delle gambe ma non m'importava. Non m'importava più niente di nessuno. Le uniche persone che per me contavano mi consideravano un mostro per via di questi  poteri che, per quanto mi rendessero felice, mi facevano sentire importante e speciale mi stavano allontanando dalla mia famiglia.
Bevvi ancora un'altro sorso e mi sentii andare a fuoco anche le labbra. Perchè lo stavo facendo? A cosa mi serviva?
Dovevo dimenticare, ma non ne avevo affatto intenzione.


Lily andò via e io la seguii con lo sguardo, perdendomi nei movimenti del suo corpo, seguendo i capelli che si spostavano lenti sulla schiena. Più volte negli anni mi ero ripetuto che Lily era di James e che il pensiero di quelle labbra morbide e profumate non mi avrebbe nemmeno dovuto sfiorare ma più cercavo di evitarlo il viso di Lily si presentava nei miei pensieri. Stavo impazzendo, per la prima volta, una ragazza mi stava mettendo con le spalle al muro semplicemente ignorandomi. Ero furioso, non avrei dovuto lasciare Claire, non avrei dovuto lasciare il dormitorio. Mi alzai all'improvviso facendo cadere la mela che stavo mangiando. Mi incamminai fuori dalla sala grande per schiarirmi un po' le idee. Camminai nel parco, al freddo della notte. C'era la luna piena e per la prima volta non mi stavo trasformando in Felpato. Un vuoto si impossessò di me, il pensiero di non avere la necessità di trasformarmi mi ricordava che i miei amici non erano qui con me, mi ricordava che ero solo, che ero senza una famiglia che mi ami. Strinsi i pugni con forza e mi voltai per tornare al castello. Avrei svegliato Claire, avrebbe passato la notte con me, ancora una volta. Sarebbe rimasta accanto a me fino al ritorno di James, fino a quando il mio amico non mi avrebbe lanciato una corda per aiutarmi a risalire il burrone dov'ero caduto.
Quando arrivai in sala comune, una figura dai capelli rossi attirò la mia attenzione. Era seduta sul divano, davanti camino. Accando a se c'era la bacchetta e il tappo della bottiglia che aveva in mano. Riconobbi subito l'alcool che stava bevendo. Era uno di quelli che preferivo, uno di quelli per le occasioni speciali, come direbbe James. La mia bocca si aprì appena dallo stupore: Davanti a me, Lily Evans stava bevendo " la Fée Verte" un distillato con un'alta gradazione alcolica che i più esperti, per assaporarlo bevono con ghiaccio e zucchero. Scossi più volte la testa e pensai anche di pizzicarmi il braccio per sapere se quella divina scena era davvero reale. Mi avvicinai lento a lei, come se nulla fosse anche se ancora non riuscivo a capacitarmene. Mi accomodai accanto a lei e vidi che aveva gli occhi arrossati e umidi come se avesse appena smesso di piangere.
" Non seguire le mie orme Evans, l'alcool allevia solo i pensieri, non li fa dimenticare."
Dissi allungando la mano verso la bottiglia, allontanandola da lei rivolgendole un accenno di sorriso sperando che potesse farla sentire meglio.

 

Quanto ne avevo bevuto? Un sorso? Due? O forse erano tre? Non ricordo con precisione quanto assenzio avevo bevuto ma era certo che non ero nel pieno delle mie facoltà in quel momento.
Ero nel mio mondo, nel mio bellissimo mondo. C'ero solo io, libera dai pensieri e dalle preoccupazioni. Libera dalle sorelle che ti consideravano un mostro, libera dai genitori che ti amano e che sono preoccupati per te, ero libera da ogni emozione. Ero ubriaca ormai ma non m'importava, nonostante capissi quanto non fosse da me comportarmi come Marlene o Mary, che non dicevano mai di no a un bicchiere con Sirius Black, in quel momento, l'alcool mi levava tutte le preoccupazioni, e mi faceva sentire speciale come persona e non come strega. Le mie labbra si stavano per ricongiungere alla bottiglia quando mi venne sfilata lentamente dalle mani. Mi voltai per vedere l'artefice di quell'atto e riconobbi Sirius. Non so se fosse l'alcool ma gli sorrisi e mi voltai completamente verso di lui. Il mio braccio andò a posarsi sullo schienale del divano mentre la mano giocherellava con una ciocca rossa dei miei capelli. Per Morgana quant'era bello Sirius. Non credo di averlo mai guardato in quel modo anzi, in realtà non credo di averlo mai guardato in qualunque modo. I suoi occhi grigi erano puntati sui miei e mai avevo desiderato tanto di potermi perdere al loro interno. Ascoltai le sue parole come rapita da quelle labbra morbide che si muovevano appena e che andavano a formare un sorriso mentre calava il silenzio.
„Oh andiamo Sirius, stai davvero rifiutando di bere qualcosa con me? Che succede al giovane Sirius Black che non si fa fermare da niente e nessuno?“ 
Evidentemente quelle parole lo colpirono proprio dove volevo: nell’orgoglio. Sin dal quarto anno, Sirius e James hanno sempre ceduto alle provocazioni e chi meglio di me riusciva a farci cascare almeno uno dei due una volta? 
 

Mi leccai le labbra pregustando già il sapore di quella sfida. Era nella mia natura, era istintivo rispondere alle provocazioni con altre provocazioni sperando sempre di non finirla in infermeria. 
Guardai Lily, i suoi capelli morbidi ricadevano sulle spalle, alcune ciocche si fermavano proprio sul seno perfetto per il suo fisico. I miei occhi scivolarono sulle sue labbra, mi avvicinai a lei, buttando giù ancora un’altro sorso di assenzio. La mia testa iniziava a farsi leggera ma non m’importava, ero con Lily, mi avrebbe tirato su lei proprio come faceva James a ogni festività. La mano ancora libera andò a sistemare una ciocca di capelli dal viso di Evans. I suoi capelli erano fatti di seta, e la sua pelle era così morbida da farmi impazzire. Il pollice scivolò sulle sue labbra mentre l’indice era ben fermo sul suo mento. Avvicinai il viso a quello di lei, sentii il suo dolce profumo invadere le mie narici e le sorrisi ancora una volta. Come si può non essere felici vicino a una creatura come lei? 
„ Oh Evans… Perchè bere, se si può fare ben altro…?“ 
Ma che stavo facendo? Avevo davvero proposto una notte di sesso alla ragazza del mio migliore amico? Perchè nessuno mi aiutava a risollevarmi da quel baratro in cui stavo scivolando? Perchè nessuno salvava lei, che stava affondando con me? Sentivo come se esistessero due Sirius Black. Uno era quello istintivo che voleva la Evans tanto quando la desiderava James e l’altro, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il suo amico, anche rinunciare alla donna da entrambi amata. Ero uno stupido. Le mie labbra toccavano il suo collo,le sue labbra e le mani vagavano in quel corpo esile cercando di levarle gli abiti. Mi stavo davvero trasformando in quell’animale? Volevo davvero essere allontanato dall’unico vero fratello che io abbia mai avuto? 
Una piccola luce si fece largo in me, divenne sempre più grande ed evidente, tanto da farmi riprendere. 
Mi allontanai all’improvviso, feci cadere la bottiglia e guardai Lily. Mi portai le dita sulla labbra. Erano calde. Lei aveva il respiro affannato e sul collo erano evidenti i segni che io le avevo appena procurato. 
Avevo tradito James, come ero riuscito anche solo a pensare che mi sarei risollevato prima di combinare qualche guaio? Scossi rapido la testa e indietreggiai verso la fine del divano, lo oltrepassai e mi diressi a passo svelto verso il mio dormitorio. Lì mi aspettava Claire sarei sprofondato ancora una volta con lei e avrei dimenticato per sempre le labbra della Evans così da non farne parola con James. 
 

„ Oh Evans… Perchè bere, se si può fare ben altro…?“ 

Chiusi gli occhi beandomi di quei tocchi. Era un mix meraviglioso, Sirius Black e l’alcool, un mix necessario al divertimento. Sentii le sue mani sul mio corpo, gli accarezzai i capelli dimenticandomi della mia evidente inesperienza. Era come se in quel momento non avessi il controllo sui miei desideri, come se tutto fosse deciso da una terza persona che mi manovrava. Nonostante fosse un pensiero terrificante non mi spaventava affatto, anzi! Riuscii a farmi guidare dal mio burattinaio in una strada piena di emozioni meravigliose. Dei brividi percorrevano la mia schiena mentre le labbra di Sirius lasciavano segni indelebili sul mio collo. Era tutto così gratificante. Mi sarei volentieri lasciata trascinare in quel vicolo senza via d’uscita da lui ma non lo feci. Una vocina mi ricordò chi fossi realmente. Non credo che lui avesse sentito la mia coscenza parlare fatto sta che si allontanò, lasciandomi sul divano a osservare ogni sua mossa.
Tirai le ginocchia al petto mordendomi le labbra. Le sentivo gonfie, pulsavano dal desiderio di ricongiungersi con quelle di Black, pulsavano di un desiderio irrealizzabile. Lui si alzò e corse via, lasciandomi sola in quella grande stanza che si faceva lentamente sempre più buia. 

"Sei un mostro, nessuno ti amerà mai, sei diversa, sei cattiva e non meriti di avere una famiglia. "


N.d.A

Allora, prima di tutto vorrei mettere le mani avanti. Questa è una coppia che a me personalmente affascina molto. Ho lavorato tanto su questa storia e spero di non avervi deluso. Il racconto è scritto secondo due diversi punti di vista, come potete ben capire dal cambio di carattere. Vorrei salutare un'autrice a cui voglio taanto bene ( Jey ) e anche suo fratello, perchè in parte è grazie a loro se ho iniziato ad amare la SiriusxLily. Detto ciò, spero che questa fanfiction vi faccia provare una qualsiasi emozione.
Che dire, se vi fa piacere farmi sapere cosa ne pensate, lasciate una recensione, sarò ben felice di leggerla. <3

- Stefs.

  
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