Il bello di essere fratelli era proprio quello.
Se uno gioiva, gioiva anche l’altro.
Ed i fratelli Jackson erano stati felici insieme tante volte, nella loro vita.
Il legame che li univa era più forte di qualsiasi altro potesse esserci tra due persone, e tutti non potevano fare a meno di notarlo e sorridere inteneriti alla vista della complicità dei loro sguardi.
Si adoravano, ed avevano giurato solennemente che nessuno si sarebbe potuto mettere tra di loro, fino a quando sarebbero vissuti.
 Ma ora quei giorni sereni erano trascorsi, finiti, passati, ed i due fratelli erano sempre più lontani.
Carl, il maggiore, non aveva rispettato il suo giuramento.
Aveva lasciato che qualcosa si infrapponesse fra loro.
Ed adesso quel qualcosa lo inchiodava al letto dell’ospedale, con gli occhi fissi al bianco soffitto spoglio ed il corpo immobile tra le lenzuola come fosse di marmo.
La situazione si stava facendo sempre più difficile e Mark, il più piccolo, non sapeva cosa fare per migliorarla anche solo di poco.
Gli sembrava infatti di essere anche lui gravemente malato, una sincope, un guscio vuoto, esattamente come il fratello.
Lo andava a trovare ogni giorno, ed ogni giorno riusciva distintamente a percepire il proprio cuore frammentarsi in mille piccoli pezzi affilati che lo dilaniavano dall’interno facendolo sanguinare di dolore.
Seduto su una sedia scomoda e traballante accanto al morbido letto, Mark fissava il corpo disteso ed inerte di Carl con lo sguardo offuscato dalle lacrime che contro ogni previsione sembravano non avere mai fine.
Rimaneva in silenzio, ma dentro di sé la sua anima lacerata urlava.
Di rabbia.
Perché il fratello aveva lasciato che quella malattia di opponesse ad i piani per il futuro che avevano progettato insieme in un passato che appariva ormai come un’oasi rigogliosa nel deserto arido che era adesso la loro vita.
Di disperazione.
Perché sapeva che ormai per Carl non c’era più niente da fare se non attendere l’inevitabile arrivo della Signora Oscura che lo avrebbe portato via per sempre dal mondo delle cui meraviglie non aveva mai avuto il privilegio di godere appieno.
Ma soprattutto lo avrebbe strappato a lui.
E Mark non riusciva ad accettarlo.
Era proprio questo il brutto di essere fratelli: se moriva uno, era come se morisse anche l’altro.