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Autore: Julie Darkeh    11/03/2015    2 recensioni
Hai mai conosciuto il tuo lato oscuro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce entrò in bagno di corsa e chiuse la porta a chiave. Finalmente era sola, lontana da tutto e tutti, sollevata all'idea di passare qualche ora tra quattro mura strette e rovinate dal vapore che presto avrebbe occupato ancora l'area della stanza; aprì l'acqua della vasca e tappò il buco di scarico per fare in modo che essa si riempisse.

Mamma e papà uscirono fuori a cena pochi istanti prima, lasciando echeggiare nella casa il tonfo della porta d'ingresso, massiccia e chiusa con violenza.

Luce cominciò a spogliarsi togliendosi le scarpe marroni e i jeans slavati, poi si sfilò il maglioncino rosa confetto e rimase in canottiera e mutande. Lo scroscio dell'acqua, che man mano andava salendo, la rilassava e gettò un sospiro intersecando le dita ossute delle mani tra i lunghi capelli biondi.

I problemi di quel periodo le stavano stretti e compressi nella testa: le litigate con i genitori, i bulli del pullman, i brutti voti a scuola, le amicizie poco sincere, l'umiliazione e le frustrazioni dovute ad un amore non corrisposto...

La rabbia e il forte desiderio di distruggere qualcosa la tormentavano da diversi giorni, ma quella sera Luce sentiva che presto avrebbe perso la ragione. Nonostante questo, cercò di mantenere quel poco di calma che le era rimasto dentro, anche se sentiva le lacrime tremolare sull'orlo dei suoi occhi; respirò forte e si tolse la canottiera, poi la gettò dietro di sé e si avvicinò alla vasca per toccare l'acqua corrente: stava cominciando a scaldarsi.

Luce scosse le dita in aria per liberarsi da qualche goccia e, successivamente, compì un paio di passi per controllare se nel cellulare, adagiato sul mobiletto in legno, ci fosse qualche messaggio, ma poco prima di prendere in mano l'oggetto, lei si fermò. Un brivido le percorse la schiena, ma Luce non voleva ricorrere a soluzioni assurde senza che lei, prima, si accertasse di aver visto male.

Eppure, per quanto incredibile potesse sembrarle, Luce avrebbe giurato di aver visto qualcuno che non era lei riflesso sullo specchio, l'unico del bagno e appeso sopra il lavandino.

Inspiegabilmente, la ragazza non sentì più nel petto il peso di tutta quella rabbia che fino a pochi istanti prima la stava divorando, ma una grande paura prese il suo posto.

Luce indietreggiò lentamente e si voltò piano verso lo specchio. Ciò che doveva essere la sua stessa figura, in realtà, non presentava tutte le sue caratteristiche fisiche e nemmeno seguiva i suoi movimenti. Luce rimase con gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa ad osservare la ragazza che stava al di là della cornice dorata, la quale teneva le braccia conserte, uno sguardo ornato di nero e un mezzo sorriso malefico stampato sul volto pallido; il modello del suo completo intimo era uguale a quello di Luce, ma non era grigio: era nero.

-Stai meglio, adesso?- chiese la strana presenza a Luce, ma lei fece fatica a proferire parola.

-Chi sei tu?- la ragazza impaurita le pose quella domanda dopo qualche secondo di esitazione, ma l'altra ridacchiò divertita.

-Ma insomma, non lo vedi? Abbiamo la stessa faccia, dovresti conoscermi bene.

-Invece non ti ho mai vista- Luce scosse la testa e il suo inquietante riflesso fece lo stesso, ma inclinando il capo e continuando a sorridere in modo beffardo. -Perché hai i capelli neri? E perché sei così bianca? Dovresti essere uguale a me- continuò la ragazza, sempre più impietrita e confusa da ciò che stava succedendo.

-Io mi chiamo Ombra e, sai, devo dirti la verità, mi è così difficile vivere nel corpo di una ragazza di nome Luce, ma tu proprio non riesci a lasciarmi andare.

-Non capisco, cosa stai dicendo?

-Sono il lato oscuro della tua anima, ciò che si agita dentro di te quando senti che tutto il mondo è contro i tuoi sogni e tu, fattelo dire, stai male ogni santo giorno. Quando senti delle grida nella tua testa, pensi che siano tue?- Ombra parlò con uno strano scintillio negli occhi e le guance le si sporcarono di linee spesse e nerastre, anche se la sua espressione rimase dura e tagliente.

-Certo che sono mie!- disse Luce con convinzione.

-No, almeno non per intero- la corresse la ragazza oscura agitando un indice. -Tu opprimi le tue sofferenze fingendo sorrisi e alzando barriere davanti la tua faccia, in modo che gli altri non si accorgano di quello che hai dentro, ma non lo sai che così mi soffochi?

-Okay, sto delirando, dovrei prendere un calmante- Luce si portò la testa fra le mani e gettò un lungo respiro. -Adesso mi metto pure a parlare con gli specchi, sono proprio esaurita- si disse lei, ma quando rialzò lo sguardo davanti a sé, Ombra era ancora lì che la guardava.

-Non sparirò da qui finché non ti convincerai che sono vera- la ragazza in nero era decisa a far aprire gli occhi di colei che l'ospitava nelle sue viscere ogni giorno.

-Non ci posso credere!- sbottò Luce e poggiò i pugni sui fianchi. -Ma cosa vuoi da me? Lasciami in pace!

-Cara, per liberarti definitivamente di me devi smettere di essere infelice.

-Certo, perché posso deciderlo, giusto?- la ragazza dai capelli biondi rispose con amara ironia.

-Sì che puoi!- insistette l'altra.

-Oh, ma andiamo! I miei genitori pensano solo a se stessi, quei quattro stronzi del pullman non possono fare a meno di importunare una ragazza palesemente più debole di loro, non riesco a studiare, non mi fido di chi mi sta intorno e Alessio non ricambia i miei sentimenti, mi spieghi come posso essere felice?- Luce elencò tutto ciò che complicava la sua vita, ma stranamente non riusciva a piangere. Conoscendosi sapeva che l'avrebbe fatto, invece i suoi occhi non si inumidirono.

-Ecco perché non riesci a liberarti di me- Ombra la indicò con una mano. -Non credi che le cose possano migliorare.

-Semplicemente osservo la realtà- si difese l'altra.

-Allora mi spiace, ma non posso sparire- la ragazza oscura scosse lentamente la testa e i suoi lunghi capelli neri ondeggiarono sinuosi sul suo corpo magro. -Continueremo ad essere un tutt'uno finché tu non troverai dei motivi per cui essere felice.

-Se dici di essere in me ogni giorno, perché ti fai vedere soltanto adesso per la prima volta?- le chiese Luce, sempre più stranita dalla situazione.

-Aspettavo che tu ti accorgessi della mia presenza senza che io apparissi in questo modo, ma ora ho capito che in effetti sarebbe stato impossibile.

-Certo! Nessuno penserebbe ad un secondo io che si scatena nel proprio corpo nei momenti difficili- disse Luce con ovvietà sapendo di avere ragione.

Ombra ridacchiò ancora amaramente mentre le sue guance furono solcate nuovamente da altre lacrime nere.

-Tutti hanno un secondo io di questo genere- disse il riflesso dello specchio. -Credo che staremo sempre insieme, io e te- Ombra guardò con apparente dolcezza la fragile Luce, ma il suo sguardo era più inquietante che comprensivo.

-Ti vedrò altre volte?

-Se lo vorrò- rispose la ragazza pallida. -Lo scoprirai attraverso questo specchio- continuò lei seguendo con lo sguardo il contorno della cornice.

-Forse, se non riusciremo a staccarci, è proprio perché siamo la stessa persona ed io non posso scappare da me stessa- ragionò Luce ed Ombra sorrise ancora.

-Avvicinati- colei che dominava lo spazio immaginario dietro il vetro fece segno a Luce di avanzare di qualche passo.

Lei obbedì, camminò a passi incerti e si ritrovò a pochi centimetri dallo specchio, mani salde sul bordo del lavandino e battito del cuore a duemila. Ombra, vista da vicino, non pareva poi così spaventosa, poiché i suoi occhi verdi, gli stessi di Luce, raccontavano tante storie che l'altra conosceva alla perfezione.

Il vetro cominciò ad appannarsi per via del vapore che l'acqua calda della vasca, ormai piena fino a metà, sprigionava nell'aria.

Ombra si sporse fuori dallo specchio e poggiò una mano gelida e venosa sulla guancia di Luce, calda e liscia. Il verde ghiaccio dei loro occhi le legò rendendo le ragazze due anelli della stessa catena.

L'oscura portò a sé il viso dell'altra e le loro labbra s'incontrarono in un piccolo e delicato bacio. Luce strinse le palpebre, ma non appena si staccò da quella bocca guardò il suo secondo io con espressione spaesata, anche se di fronte si ritrovò un sorriso, stavolta meno provocatorio.

-Perché mi hai baciata?

-Per coesistere nello stesso corpo bisogna andare molto d'accordo, specialmente se ancora per molto tempo- rispose Ombra. -E sai, a dir la verità, anch'io mi chiamo Luce, ma il significato del nostro nome non mi si addice proprio- sussurrò infine, poi si ritirò lentamente nello specchio, il quale si ricoprì gradualmente di vapore acqueo e la figura della ragazza scomparve svanendo poco a poco.

Luce ricominciò a sentirsi fremere ogni angolo del corpo e sentì il sangue riprendere a scorrere nelle vene ad una velocità pazzesca. Le lacrime uscirono con forza dai suoi occhi e il bisogno opprimente di gridare s'impossessò di lei, ma Luce non voleva aprir bocca; si spogliò dall'intimo, chiuse l'acqua della vasca e vi si immerse dentro.

Non mi soffocare! Non mi soffocare! Non mi soffocare!

E in balia di quei sussurri tremanti che le ronzavano in testa, infine, lei urlò. La sua voce sbatté tra le quattro mura della piccola stanza e gridò una seconda volta, più a lungo della prima.

Luce poggiò la schiena sulla superficie bianca e dura della vasca e gettò un lungo sospiro mentre le lacrime le scorsero veloci sul viso e poi sul collo.

Riprese fiato e poi, pian piano, la ragazza scivolò la testa sotto l'acqua e i suoi lunghi capelli danzarono fluidi e lenti nel liquido trasparente. Una sensazione di sollievo le pervase il petto, ancora un po' tremante, così si circondò le costole con le braccia come per avvolgere sé stessa e la sua metà.

E lei solo allora capì il significato di tutte le parole di Ombra.

 

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Note dell'autrice.

Buonasera a voi che siete arrivati fin qui!

Questo breve racconto l'ho scritto per il giornalino della scuola e la traccia diceva che avrei dovuto realizzare qualcosa che trattasse il tema “luce ed ombra”... e questo è il risultato, qualcosa di un po' contorto, ma molto significativo.

Personalmente sono soddisfatta di questo lavoro e spero che ai ragazzi della mia scuola possa piacere, ma mi auguro che pure qui su EFP venga apprezzato e capito.

Vi siete ritrovati in qualche atteggiamento o pensiero delle due protagoniste?

Avete capito perché Luce non sta male quando vede Ombra nello specchio e torna a soffrire quando lei sparisce?

Dite tutto quello che volete con un commentino :)

Potete trovare questa storia e altri scritti sul mio profilo Wattpad, sempre con lo stesso nickname.

Ciao, al prossimo lavoro!

 

Julie Darkeh.

   
 
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