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Autore: Zomi    11/03/2015    3 recensioni
Caricò il pungo, piegando il braccio all’indietro, lanciandolo poi contro la guancia della donna, colpendola in pieno e facendole spalancare quella stupida bocca colorata di rosso.
Maledetta, maledetta ladra!!!
Infischiandosene della pioggia, che cadeva indefessa e divertita su di loro, si piegò sulle ginocchia, immergendo i piedi nel fango denso e scuro della strada, chinandosi per evitare il suo colpo, dato con fin troppa ira per renderlo aggraziato e preciso, ma abbastanza per renderlo efficace.
Sentì mancarle il fiato, quando una mano chiusa con ferocia le si impiantò nella schiena, stendendola a terra, costringendola a respirare l‘aria umida della pozza di fango, annaspando per il dolore.
Dannata bastarda!!!
*Panda Day*
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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DEVIL FOR MY BEAST
*fango*
 


 
Caricò il pungo, piegando il braccio all’indietro, lanciandolo poi contro la guancia della donna, colpendola in pieno e facendole spalancare quella stupida bocca colorata di rosso.
Maledetta, maledetta ladra!!!
Infischiandosene della pioggia, che cadeva indefessa e divertita su di loro, si piegò sulle ginocchia, immergendo i piedi nel fango denso e scuro della strada, chinandosi per evitare il suo colpo, dato con fin troppa ira per renderlo aggraziato e preciso, ma abbastanza per renderlo efficace.
Sentì mancarle il fiato, quando una mano chiusa con ferocia le si impiantò nella schiena, stendendola a terra, costringendola a respirare l‘aria umida della pozza di fango, annaspando per il dolore.
Dannata bastarda!!!
Bene, la metteva così? Allora non avrebbe avuto più alcun riguardo.
Immerse le mani nella fanghiglia, tendendo i muscoli per sollevarsi, ma il tacco dell’avversario la schiacciò a terra, premendosi con ferocia tra le sue scapole.
Annaspò nuovamente, senza però liberare un solo gemito di dolore.
Che credeva?
Di essere la prima con cui veniva alle mani?
La prima che l’atterrava?
Ghignò, rotolando su un fianco e afferrando la caviglia infossata nel fango dell’avversaria, tirandola a sé e facendola cadere nel fango in sua compagnia.
Stupida: mai fidarsi dell’equilibrio di una sola gamba, quando si sta per sferrare il secondo calcio.
Le affusolate dita da ladra esperta si strinsero attorno alla caviglia, calzata in una morbida ballerina, torcendola e facendo urlare di dolore la donna, balzandole poi addosso.
Senza pietà, portò la mano destra alla gola della biondina, premendole il capo nella fanghiglia e impiastricciandole i bei riccioli d’oro di fango e melma, mentre il diluvio le bagnava il viso sbiancato, lavando via qualche schizzo di fango e aggravando la lucentezza della sua pelle diafana e perfetta.
Un ampio ghigno di soddisfazione si aprì sul viso della gatta, che caricò nuovamente il braccio sinistro, abbassando la mano chiusa sul viso della biondina, abbattendosi con forza e rabbia sul suo labbro.
La pioggia continuava a cadere, rendendo un pantano la strada in cui le due donne si picchiavano.
Gli schizzi di fango, sollevati dai loro tacchi e movimenti, ballavano leggeri per un breve istante insieme alle gocce di pioggia, prima di ricadere tra i ricci biondi di una, e quelli di fuoco dell’altra, rendendoli di un grigiore malaticcio e sporco.
Sporchi come gli abiti, la pelle, il viso della cartografa che continuava a sferrare i suoi colpi sull’avversaria, rendendole gonfia la faccia.
Non si fermò nemmeno quando la biondina, trovata un po’ di adrenalinica forza, si sollevò col busto dalla pozza di fango, capovolgendo le parti, iniziando lei stessa a schiaffeggiare e colpire il viso della rossa.
Il ghigno che le si aprì in viso, per quel breve attimo di supremazia, inondò di ira le vene di Nami, che scalciò contro il bacino della bionda, colpendola tra le gambe e facendola stramazzare al suolo, imprecante di dolore.
-D-dannata!!!- ululò, raggomitolandosi tra il fango, colpita dalla pioggia.
Nami si alzò in piedi, sputando nella pozza un grumo di saliva e sangue.
Si passò un polso sporco e bagnato sul naso, storcendo le labbra rabbiosa alla vista di alcune piccole gocce di sangue.
Epistassi.
Ecco, ora assomigliava a Sanji kun: perfetto.
Guardò di striscio la ragazza che si contorceva a terra: il viso tumefatto, le braccia ricoperte da morsi e graffi, le gambe strette a fermare il dolore tra di esse, una ballerina priva di suola e il bel vestito azzurro e scollato, eccessivamente provocatorio per fino per i suoi gusti, ridotto a uno traccio ricoperto di fango e strappi.
Il ghigno da gatta riaffiorò sulle labbra carnose e graffiate di Nami.
Non aspettò neppure che la biondina si rialzasse e, datele un calcio per farle capire che era pronta a suonargliele di nuovo se si fosse mossa, le tolse dall’esile cintura di pelle la saccoccia tintinnante di soldi.
La svuotò nel suo palmo, maculato di fango, sbattendo la pezzuola nera che ne faceva da portafoglio con accurata attenzione, prima di gettare le monete a terra, contro la ragazza e nel fango.
Superba, sciocca, stupida, dannata ladra.
-Spero ti sia servito da lezione…- le diede le spalle, passandosi una mano tra i capelli fradici e sporchi.
Piegò il capo all’indietro, incenerendola un’ultima volta.
-Non si derubano i pirati di Cappello di Paglia- impose, incamminandosi poi verso la città.
-E-erano pochi Berry…- ringhiò la biondina, sollevandosi con la schiena.
-Non parlavo dei soldi- puntò le mani ai fianchi, ghignando –Ma della bandana…-
L’accarezzò, piegandola con cura tra i palmi, ben attenta a lisciare ogni piega e a non macchiarla con le dita infangate, riponendola poi tra le coppe dei seni, al sicuro, vicino al suo cuore.
-… è… è solo un-uno straccio…- sbottò la bionda, mettendosi carponi nella pozza.
Nami sorrise, con quel suo fare felino e lestofante, quasi le stesse rubando dell’altro oltre che a quella misera refurtiva.
-Questa…- s’indicò il petto, dove il tesoro finalmente era la sicuro -… è la bandana di Roronoa Zoro, l’ex Cacciatore di Pirati…- si leccò le labbra, divertita e stuzzicata dalle sue parole -… il Devil Beast …-
Fissò le iridi della biondina sgranarsi fino a rendersi bianche, mentre il tremore di dolore diventava di paura.
-… il mio Devil Beast…- non le lasciò nemmeno il tempo di parlare, incamminandosi verso la città.
Ora che aveva recuperato il mal tolto da quella sciacquetta, che si era permessa di strusciarsi addosso a Zoro quella stessa mattina, con fare da gatta morta, solo per sfilargli la bandana ripiegata a contenere la sua parte di denari, poteva tornarsene sulla Sunny, per un bel bagno caldo e per picchiare lo spadaccino.
Perché nessuno poteva permettersi di derubare il suo uomo, ma il suo uomo non doveva permettersi di farsi strusciare così da quella ladruncola dai capelli cotonati.
 
 


 
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Prossimo Prompt: Sogno
Bhè, che dire? OOC sicuro, perchè Zoro non si farebbe fregare la bandana così, e Nami… bhè, non saprei, la vedo molto protettiva con i suoi averi.
Scritta in velocità, volutamente non riveduta sebbene qualche parte necessita una buona dose di Labur Lima, e lanciata a voi con una grande preghiera: MAGGIOR ZONAMIIIIIII. Fatelo per me ç.ç pliz. Grazie
Zomi 
   
 
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