II
INCONTRI
Zeus
zittì tutti in sala, alzandosi.
Nel tavolo centrale stava seduto Hades, vestito elegante, con accanto
la moglie
Persefone e un’altra donna in abito da sposa. Il volto di lei
era coperto dal
velo bianco. Tutte le divinità olimpiche si erano radunate
per quell’evento
inaspettato, assieme ai loro cavalieri, giudici e generali. Zeus aveva
riportato il silenzio fra la baldoria, scusandosi.
“Innanzi
tutto..” iniziò a parlare,
con voce grave “..volevo fare i complimenti al mio caro
fratello maggiore
Hades. Sono davvero stupito di questa sua decisione e sono felice che
Persefone
sia entusiasta quanto noi all’idea di questo secondo
matrimonio. Evidentemente
ha visto negli occhi di mio fratello quella luce che..”.
“So
che non è di questo che vuoi
parlare!” sorrise Hades.
“In
effetti, è vero. Approfitto di
questo evento per spiegare a tutti quanti quel che sta succedendo. Vedo
tante facce
spaventate qui, fra i mortali. Segno che, evidentemente, non tutte le
divinità
sono state sincere con voi. Siamo in guerra, anche se non
sembra”.
“In
guerra?” ripeté più di qualcuno.
“Però
state tranquilli. Non siamo in
guerra fra noi. E questo è davvero incredibile”.
Molti dei
mortali si guardarono
attorno, cercando di capire quale divinità mancasse. Zeus, nel frattempo,
continuò a parlare senza
badarci. Ma al tavolo di Atena i mortali furono distratti.
“Dov’è
il tuo gran sacerdote?”
domandò Artemide, sfiorando la sorella Atena con le mani.
Atena
placò subito i cavalieri che la
accompagnavano, che si erano allarmati.
“Non
è una nemica!” spiegò la Dea
della saggezza “E non so dove sia il mio sacerdote.
Perché me lo chiedi,
sorella?”.
“Perché
devo parlargli. Temo che
qualcosa non vada in me”.
“E
come può aiutarti il mio
sacerdote?”.
“Voi
sapete chi è Eleonore,
immagino..” continuò Artemide.
“Vagamente”
ammise Atena.
“Eleonore
era la mia sacerdotessa.
Non la ricordi? Siamo venute al tempio insieme..”.
“Giusto!
È vero! Ti chiedo scusa. È
lei l’Eleonore che..?”.
“Che
ha sposato Saga. Sì. Ma fra di
voi vi parlate?! Non è questo, comunque, il problema. Il
problema è che io più
guardo la seconda sposa di Hades e più mi ricorda Eleonore.
E non credo che
questo abbia senso, però la mia mente non si toglie questo
pensiero dalla
testa”.
“Sorella,
è normale rivedere il volto
di persone che abbiamo perso ed a cui eravamo affezionati”.
“Lo
so. Per questo volevo parlare con
Saga. Così ci rassicuriamo a vicenda..”.
“Non
so dove sia” ammise Atena “Però,
se può farti sentire meglio, potresti parlare con me. Sono
tua sorella,
lasciamo da parte le ostilità”.
“Non
credo tu possa farci qualcosa,
scusa”.
“Però
vorrei sapere di più su questa
Eleonore. Saga non parla”.
Artemide
fissò la sorella, stupita.
Era perplessa, perché i suoi angeli e le sue sacerdotesse
non avevano segreti
per lei. Inoltre, non capiva come nessuno dei presenti si fosse posto
delle
domande, visto che Saga aveva trascorso molto tempo al tempio della
luna.
“Non
credo ci sia molto da dire”
borbottò la Dea Artemide “SI sono incontrati, si
sono piaciuti, si sono
completati e sposati. Poi lei è morta”.
“Ma
come è morta?” incalzò Aphrodite,
che amava le storie strappalacrime.
“È
stata uccisa”.
“E da
chi?”.
“Da
Diana. O meglio..dai suoi
cavalieri”.
“Diana?
Intendi il nome che i romani
hanno dato a te, Artemide?” si chiese Camus.
“No.
Diana ed io non siamo la stessa
persona. Siamo due entità distinte ma, con
l’avvento della religione romana,
ha preso il mio posto e le mie mansioni. Siamo
in guerra contro i romani e per questo siamo alleati”.
“Quindi
Diana ha ucciso Eleonore. E
perché?” riprese Atena.
“Non
c’è un perché. Quella notte era
luna piena e ci stavamo preparando a fare festa. Come ad ogni luna
piena,
Eleonore era bionda e bellissima e..”.
“È
bionda solo nella luna piena?” si
stupì Camus.
“Mutava
colore ed aspetto seguendo i
cicli della luna. Uno dei motivi per cui Saga era tanto attratto da
lei. Ma non
conta parlarne adesso. Stavamo per fare festa, e per più
ragioni. Lei, la mia
somma sacerdotessa Eleonore, aveva appena scoperto di essere incinta.
Per
festeggiare, Saga era in paese, assieme a molte mie guerriere, per fare
spese.
Volevano fare una sorpresa ad Eleonore, comprandole qualcosa di
speciale per il
lieto evento. Però, mentre erano via, Diana ha attaccato il
tempio con i suoi
sottoposti. Abbiamo combattuto, ovviamente, ma eravamo in poche e siamo
state
tutte ferite gravemente. Alcune delle mie guerriere hanno perso la
vita, ed
anch’io ho rischiato di non risvegliarmi. Eleonore ha perso
il bambino ed è
morta qualche giorno dopo. Volete altri dettagli o la vostra
curiosità morbosa
per stasera è soddisfatta?”.
Artemide non
amava parlare di quel
che era successo, probabilmente perché si sentiva in colpa
per quanto accaduto.
“Non
posso credere che nessuno di voi
abbia notato niente” riprese la Dea “Ma non me ne
stupisco più di tanto.
Nemmeno notavate quando cambiava personalità..”.
“Parli
di Saga?” furono le parole di
Kanon.
“Certo.
Lui al mio tempio sorrideva.
Ah, pareva un angelo quando lo faceva! Ma ora non lo fa mai”.
“Mio
fratello non è tipo molto
sorridente” scosse la testa Kanon “Non lo
è mai stato, se non in punto di
morte. I ghigni malvagi di Arles sono discorsi a parte”.
“Non
sono qui per parlare delle due
facce di tuo fratello..”.
“Esatto.
Anche perché Arles non
esiste più”.
Thanatos ed
Hypnos, assieme ad i tre
giudici di Hades, si erano un po’ allontananti dalla festa.
Vestiti in modo
piuttosto pomposo, ridevano raccontandosi accadimenti passati e si
stupirono
nel vedere, accanto al fiume Lete, una figura che non era alle
dipendenze di
Hades.
“Cosa
fai qui, tu? Il fiume Lete non
è raccomandato a chi non è ancora
morto” spiegò Thanatos.
“Come
se non lo sapessi!” sbottò
Saga, lanciando un sasso nell’acqua e facendolo rimbalzare.
“Ah,
sei tu!” lo riconobbe Radamante
“Che complotti? Tu e la tua Dea piagnucolosa..”.
“Siamo
alleati adesso, no? Quindi non
sto complottando niente. Semplicemente mi rompo le palle ai
matrimoni”.
“A chi
lo dici” annuì Aiaco.
“Bene!
allora, se la pensate come me,
non rompetemi i coglioni!”.
“Il
mio era solo un avvertimento”
storse il naso Thanatos “Fai quello che ti pare”.
“Siete
proprio carini vestiti da
sera” sfotté Saga.
“Ti ci
affogo nel Lete, coso!”
minacciò Hypnos.
“Ma io
ricordo che voialtri eravate
tutti morti..” riprese il sacerdote di Atena.
“Ricordo
la stessa cosa di voi gold”
rispose Minos “Ma siamo tornati. Questi sono i nostri veri
corpi mitologici,
visto che ad Hades servivamo e ancora non c’era fra i mortali
chi ci accoglieva”.
“E
Hades non aveva perso il corpo
mitologico? Ricordavo questo..”.
“No.
Non si può distruggere il corpo
di un Dio”.
“Quindi
noialtri cavalieri d’oro
siamo morti al muro per pianto per dar la possibilità ad
Atena ed i bronzetti
di uccidere Hades..per niente?!”.
“Esatto”.
“Bello..”.
Saga
lanciò un altro sasso.
“Bevici
su” sorrise Radamante,
porgendo una bottiglia al cavaliere.
“Non
bevo in servizio” si giustificò
Saga, rifiutando l’alcol, che fu passato agli altri generali.
“Sei
noioso, sacerdote”.
Saga non
rispose. Ignorò il
gruppetto, continuando a lanciare sassi nel Lete.
“Vado
io a cercarlo” si propose
Aphrodite, alzandosi dal grande tavolo di Atena.
Non fidandosi
molto delle creature
che vivevano in quel luogo, il cavaliere dei pesci
materializzò una delle sue
rose fra le dita.
“Che
bella rosa” si sentì dire.
Girandosi, vide
una donna, che si
avvicinò ed allungò una mano verso il fiore.
Subito il cavaliere indietreggiò,
impedendo alla sconosciuta di entrare in contatto con il veleno.
“Non
è saggio toccare le mie rose”
spiegò “Sono intrise di veleno mortale”.
“Io
vivo circondata dalla morte. Non
mi interessa”.
La donna,
ignorando l’avvertimento di
Aphrodite, sfiorò la rosa e sorrise. Ne gradì il
profumo e non riportò alcuna
conseguenza. Il cavaliere la fissò, piuttosto stupito.
“Ma
voi..siete Persefone, la prima
moglie di Hades!” la riconobbe, finalmente.
“Sì,
esatto. E voi siete il cavaliere
chiamato Aphrodite”.
“Non
è il mio vero nome, ma adoro
questo soprannome”.
“Capisco..dove
state andando? La
festa vi annoia?”.
“Sto
cercando un amico. E voi che
fate qui? Con quest’aria triste..dicono che siate
d’accordo con il secondo matrimonio
di Hades, ma il vostro viso dice tutt’altro”.
“Spero
comprendiate. Anche se Hades
mi ha rapita, aveva sempre delle attenzioni per me. Ora, invece, le
cose
cambiano. Finché si trattava di Pandora, non avevo nulla di
cui preoccuparmi.
Ma con questa donna è diverso”.
“Si
è innamorato per davvero?”.
“Non
lo so. Cambiando argomento..che
amico state cercando?”.
“Saga”.
“Mi
è sembrato di scorgerlo assieme
ai giudici”.
Aphrodite,
allarmato, accelerò il
passo. Persefone, annoiata, lo seguì.
“Saga!
Eccoti!” lo chiamò il
cavaliere dei pesci, raggiungendolo “C’è
Artemide che ti cerca”.
“Artemide?
E per quale motivo?”
rispose il sacerdote, senza capire.
“Ha le
visioni e vuole che la aiuti a
darsi una calmata”.
“Le
visioni? Ma che ci posso fare
io?”.
“Dice
che vede nella sposa di Hades
la sua vecchia somma sacerdotessa”.
“Eleonore?”.
“Esatto”.
“Ma
è Eleonore” dissero, in coro, Persefone
e Minos.
“Che..?”.
Aphrodite rimase
un pochino in
silenzio, sconcertato. Lo stavano prendendo in giro?
“Dal
giorno in cui l’ho giudicata..”
spiegò Minos “..subito Hades ha mostrato interesse
per lei. E poi è risultata
un’ottima cosa, visto che ora siamo tutti alleati”.
“Quindi
lei è..” riprese Aphrodite.
“..la
ex moglie del tuo sacerdote,
sì” ammise Minos, con naturalezza.
“Del
resto..” si intromise Thanatos
“..è finché morte non vi separi. E lei
è morta. Quindi non c’è alcun problema.
Inoltre le anime, quando giungono qui, dimenticano quel che
è successo loro in
vita, perciò non sa nulla del precedente matrimonio. Ricorda
di essere stata a
servizio di Artemide, perché Hades lo ha voluto, ma
nient’altro”.
“Questo
è ingiusto!” protestò il
cavaliere dei pesci, ma Saga non sembrava darci troppo peso.
“E
poi..” insistette Aphrodite “..tu
eri a conoscenza del casino contro
gli
olimpici con nome romano? Sapevi che c’è una
guerra imminente!”.
“C’è
sempre una guerra imminente!”
rispose Saga “Ogni sacerdote sapeva la verità
prima che Zeus la spiegasse a
tutti. Ma dovevamo attendere il momento opportuno, senza allarmare
tutti prima
del tempo”.
“Ma..perché?
Credevo fossimo amici, e
invece mi hai nascosto un sacco di cose”.
“Non
sono mai stato molto eloquente”.
Saga cercava di
cambiare argomento,
ma far demordere Aphrodite era molto difficile. Innervosendosi, il
sacerdote si
morse un labbro per non perdere il controllo. Nonostante questo, i suoi
occhi
iniziarono a mutare di colore. Fortunatamente, si udì un
latrato ed un grosso
lupo interruppe la conversazione, fiondandosi in mezzo al gruppo. Saga,
d’istinto, bloccò l’animale prima che
questi si gettasse nel fiume. La bestia,
ben più grossa del normale, ringhiò e
provò a ribellarsi. Il sacerdote non
mollò la presa ed attese che il padrone lo raggiungesse. Un
uomo dallo sguardo
celato da un pesante elmo, correva trafelato per raggiungere il lupo e
tirò un
sospiro di sollievo quando vide che non era successo nulla di
irreparabile.
“Vi
ringrazio” parlò, calmando l’animale
con la mano “Mi è sfuggito”.
Alzò
lo sguardo, incrociando quello
di Saga, ancora velato di rosso, e non disse nulla.
“A
quanto pare..” sorrise Hypnos
“..il matrimonio annoia pure i cani!”.
“Lui
è un lupo. Ed è di mio padre. Se
dovesse succedergli qualcosa, sarei nei guai”
spiegò l’uomo accanto alla
bestia, che ringhiò rivolto ad Hypnos e gli altri.
“Forse
è meglio se rientriamo tutti”
propose Persefone.
“Avete
ragione, signora” annuì Aiaco.
Lentamente,
tutti tornarono alla
festa, anche se controvoglia. Kanon, a braccia incrociate, attendeva il
fratello con aria di rimprovero.
“Che
cosa c’è?” sbottò Saga,
infastidito da quello sguardo.
“Mi
preoccupo per te” rispose il
gemello.
“Non
dovresti. Ho tutto sotto
controllo”.
“Sei
sicuro?”.
“Certo..”.
“Hai
gli occhi rossi”.
“Sta
tranquillo. Lo sai perché Shun è
ancora al tempio? Non certo perché combatte, cosa che non
vuole più fare da
anni, ma bensì perché ha studiato medicina. E mi
aiuta a mantenere la
situazione gestibile”.
“In
che senso?”.
“Non
serve che tu sappia tutto..”.
“Non
so niente, infatti. Sono il tuo
gemello, e non ti conosco affatto”.
“Le
cose sono cambiate rispetto a
quando eravamo piccoli. La medicina è progredita ed ora
esiste il modo di
tenere a bada i miei problemi”.
“Intendi
dire che Shun ti fa da
psichiatra?”.
“Fratello,
senza determinate
medicine, mi sarei già sparato in testa da tempo. Ora, se
non ti dispiace,
vorrei andare a mangiarmi una fetta di torta nuziale”.
“È
per questo che sei così?”.
“Smettila,
Kanon!”.
“È
per colpa delle medicine che sei
così? Pare che non ti importi nulla, anche se la tua defunta
moglie sta
mettendo la lingua in bocca al re degli inferi. Dovresti almeno dire
che..”.
“Smettila,
Kanon..”.
Sistemandosi la
cravatta, il
sacerdote rientrò in sala. Ad attenderlo, c’era
una grossa fetta di torta con
la panna ed un bicchiere di champagne.