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Autore: _browneyes    12/03/2015    6 recensioni
Kim è così insicura, così timida che non si rende quasi conto di ciò che la circonda, eccetto di Luke.
Liz non si riconosce quasi più, non sa cosa fare cosa fare, non sa più nemmeno chi è davvero.
Eileen scopre cosa si prova a prendersi una cotta seria per il ragazzo sbagliato.
Delilah ha sempre avuto cotte per persone impossibili, senza mai accorgersi che tutto ciò di cui ha bisogno è sempre stato accanto a lei.
Paige sembra essere sicura di ciò che vuole, finché un cambiamento imprevisto fa vacillare tutto.
Lexie è sempre stata viziata, ha sempre avuto ciò che vuole, ma forse quello che vuole stavolta non è così facile da ottenere.
Claire è innamorata del ragazzo sbagliato ed è così confusa da non sapere cosa fare.
Luke ha i suoi demoni da combattere, ma da quando ha conosciuto Kim qualcosa in lui è diverso.
Calum ha la fama di essere un cattivo ragazzo, ma nessuno l'ha mai conosciuto davvero, finora.
Michael è sempre stato razionale, misurato ma ora sta crollando e nessuno sembra farci caso.
Ashton crede di essere innamorato da sempre della sua migliore amica, ma non potrebbe essere più in errore di così.
E' tempo di cambiamenti, è tempo di qualcosa di nuovo.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love isn't easy but is the only way to find yourself'
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Chapter Fifteen.
 

Ashton sospira e bussa alla porta della camera di sua sorella. Sa già tutto, ha già sentito la discussione fra Delilah e i loro genitori, ma vuole sentirselo dire da lei comunque.
Apre la porta, trovando la rossa cha guarda fuori con gli auricolari nelle orecchie e una morsa di tristezza lo attanaglia; gli mancherà tantissimo, Delilah.
Si siede accanto a lei, aspettando che sia lei a fargli capire se ne vuole parlare o meno.
«Cosa succede Ash?» si volta a guardarlo, lasciando cadere le cuffiette a terra, troppo pigra per chinarsi a raccoglierle.
«New York eh?» la rossa abbassa lievemente lo sguardo, senza avere il coraggio di guardare suo fratello negli occhi ‘chè, alla fine, lo sta lasciando in un momento in cui avrebbe proprio bisogno di tutto l’appoggio possibile.
«Già», mormora debolmente, improvvisamente investita dalla tristezza e dalla nostalgia, le mancheranno tutti, tantissimo. Sa che Michael capirebbe se decidesse di non partire più, lo sa, ma non ha intenzione di tirarsi indietro, nonostante tutto.
Ashton annuisce senza sapere cosa dire, non vuole farle pesare la cosa, «Mi mancherai» le dice solamente e lei lo stringe in un abbraccio, un po’ anche per nascondere gli occhi lucidi, «Anche tu, Ashton».
«Parti fra un mese vero?» la ragazza annuisce, rimanendo comunque abbracciata al fratello e Ashton, anche se cerca di far finta di nulla, ha bisogno quanto lei di quell’abbraccio.
«Ashton» lo richiama, facendosi più seria e allontanandosi da lui per guardarlo negli occhi «non arrenderti, con Paige. Sta solamente attraversando una fase difficile e crede che tenendoti da parte risolverà tutto, ma non è così. Ha bisogno di te, Ash, per quanto cerchi di nasconderlo».
Ashton si sforza di fare un piccolo sorriso «Non lo farò, Dels e lo sai anche tu. Ho aspettato senza motivo Lexie per anni, sono più che disposto ad aspettare Paige tutto il tempo che vuole».
 
«Luke, lo stai praticamente fulminando con lo sguardo» cerca di trattenere una risata, Calum, guardando l’amico che da un po’ troppo ha lo sguardo fisso su Kim e quel certo Sean con cui si vede.
Il biondo alza le spalle, indifferente, staccando finalmente lo sguardo dai due, «E’ che non riesco a sopportare l’idea che lui possa guardarla in un certo modo, possa parlarle in un certo modo, possa toccarla in un certo modo» sbuffa, portandosi alle labbra l’ennesima sigaretta, in un tentativo fallito in partenza di rilassarsi.
«Devi solo aspettare fino a stasera Luke, solo fino a stasera» cerca di rassicurarlo il moro «e se la cosa può consolarti, lei non sembra così contenta di ricevere certe attenzioni da lui», continua guardando con un po’ di divertimento la scena davanti a lui; Kim, davvero, sembra preferirebbe essere in tutt’altro posto.
«Forse sono stanco di aspettare» sbotta frustrato, abbassando lo sguardo per impedire al moro di capire tutto quello che gli sta passando per la testa ‘chè sarebbe davvero troppo da fargli sapere.
«Lo so» annuisce Calum, senza fare domande ‘chè sa che è meglio non fare troppe domande, con Luke.
«E’ che credo proprio di amarla, intendo sul serio» mormora il biondo, con lo sguardo ancora per terra e la sensazione di aver davvero detto troppo; Calum accenna un sorriso ‘chè, a dire il vero, aspettava da un po’ che Luke lo ammettesse «Più di Charlotte?» si azzarda a chiedere, aspettando poi la sfuriata del biondo che, però, non arriva. Lui si limita ad annuire e il moro gli indica Kim con lo sguardo, forse per spronarlo, ‘chè vorrebbe davvero la felicità di Luke «Mi sa che lo stai dicendo alla persona sbagliata però, Luke».
 
«Ciao Paige» la voce di Lexie Rogers le fa alzare lo sguardo dal libro di letteratura. Lei alza lo sguardo al cielo, cercando di ricordare a sé stessa che è in una biblioteca e non può urlare contro la ragazza né darle uno schiaffo come vorrebbe, nonostante lei non sia mai stata una persona violenta. Vorrebbe anche piangere, un po’ per la rabbia e un po’ per la vera e propria tristezza che le attanaglia lo stomaco. Sta davvero male e la causa è proprio è la ragazza che si sta sedendo accanto a lei.
La fulmina con lo sguardo «Non ti ho detto che quella sedia è libera e che puoi sederti» sibila, stupendo addirittura sé stessa per la bile che le serpeggia in corpo. È incazzata, incazzata nera.
Lexie le sorride con una dolcezza così finta che non le appartiene nemmeno e si sistema meglio sulla sedia «A cosa devo tutta quest’acidità?»
Paige stringe le mani ai bordi della sedia ‘chè davvero si sta irritando un po’ troppo e alza nuovamente gli occhi al cielo «Davvero hai bisogno di chiederlo?»
La castana alza lievemente le spalle, come se non fosse importante «Dobbiamo parlare» le dice, ignorando totalmente gli sguardi degli altri studenti puntati addosso e le loro orecchie tese che cercano di captare ogni singola parola; quello che succede fra loro, ormai, lo sa tutta la scuola e tutti sono assetati di gossip.
«Non voglio ascoltare quello che hai da dirmi» sbotta l’altra chiudendo di scatto il libro e iniziando a raccogliere le sue cose per andarsene. Lexie la ferma prendendole il polso quando è già in piedi ed alza il tono, in modo che possa essere sentita anche dagli altri «Invece devi, riguarda Ashton».
Paige cerca di tenere i nervi saldi nel sentire quel nome e, mentalmente, benedice il fatto che la bibliotecaria sia una vecchia professoressa che a stento sente, sarebbe stato troppo umiliante altrimenti.
«Non voglio sentire niente da te, specialmente su Ashton» sbuffa, liberando con uno strattone il polso dalla stretta dell’altra, voltandosi poi per andarsene. Ha sentito fin troppo.
Lexie si sforza di trattenere una risata, è davvero troppo facile «Allora vorrà dire che non ti dispiacerà se ci provo con lui visto che adesso è, come dire, libero. Sbaglio?»
Paige si volta, invasa dalla rabbia «Non mi sembra che ti sia mai servito il mio permesso». L’altra ridacchia e Paige deve davvero fare appello a tutte le sue forze per non coprirla di insulti. Non riesce nemmeno a capire come faccia ad essere così meschina ed infantile, come faccia a non capire che il mondo non le gira attorno.
«Mi sembrava brutto provarci senza dirti nulla, appena dopo la vostra rottura, sarebbe stato da vera stronza» la castana fa un sorriso innocente, credendo forse di essere anche dalla parte della ragione.
Paige fa un passo verso di lei, ormai furente «Ma tu sei una stronza, Lexie. Sei infantile, egoista e francamente insopportabile, sei convinta che tutto ruoti intorno a te e che tutto debba andare come vuoi tu e pur di arrivare ad ottenere quello che vuoi sei disposta a ferire tutti. Pensi che il mondo sia ai tuoi piedi e che tutti devono adattarsi a quello che fai e che quello che vuoi sia un ordine, ma non è così» sospira, avvicinandosi ancora alla ragazza, con gli occhi lampeggianti puntati in quelli di Lexie «E a me questo non sta bene. Perciò te lo ripeterò una volta sola Lexie, non azzardarti mai più a toccare Ashton, perché lui è mio».
 
«Allora, cosa c’era di così importante da farci venire tutti qui di corsa, Irwin?» sbuffa Liz, sedendosi alla loro solita panchina al parco, dove Ashton li ha chiamati tutti in gran fretta. È una cosa che gli preme molto e, soprattutto in questo periodo, ha bisogno di sicurezze.
«C’è una cosa che devo chiedervi» risponde lui, sedendosi fra Delilah e Kim, che come al solito è costretta a stringersi contro Luke, al suo solito posto, quello centrale sullo schienale. Ci entrano appena, loro tre seduti lì e Michael, Paige e Calum seduti dove normalmente bisognerebbe sedersi, mentre Liz sta sulle gambe del moro. Stanno un po’ stretti ma, comunque, è quello il loro posto e a loro alla fine va bene così.
«Allora?» insiste Michael, infastidito dalla troppa curiosità.
«Sapete tutti che Mike e Delilah partiranno fra un mese» tutti annuiscono, cercando di nascondere la malinconia, e lo incitano con lo sguardo a continuare.
«Questo mi ha fatto pensare che tra poco finisce. C’è chi andrà al college, chi no, ma comunque ci separeremo, inevitabilmente».
Rimangono in silenzio per qualche secondo, senza capire veramente dove vuole andare a parare il batterista, «E quindi?» sbuffa Calum, irritato dalla lentezza del batterista.
«E quindi voglio che mi promettiate che, non importa cosa stiamo facendo o dove siamo, tra due anni esatti ci rivedremo qui. Tutti».
 
«Paige, ho bisogno di parlarti» sente la mano di Ashton sulla spalla, Paige, e si volta, cercando di fingere un’indifferenza che, però, nei confronti del ragazzo non riuscirà mai ad avere. Evita di guardarlo negli occhi cangianti a cui sa fin troppo di non riuscire a resistere, nemmeno facendo appello a tutta la sua forza di volontà, «Non dovreste cominciare a suonare fra dieci minuti?», con la testa accenna al palco dello Starlight, il nuovo locale in centro nel quale, ormai, suonano tutti i venerdì.
Ashton alza le spalle, indifferente, non può mica aspettare tutta la sera per dirle quello che deve «Dieci minuti bastano e avanzano».
Paige annuisce, aspettando che lui inizi a parlare, e poggia la schiena contro il muro freddo del locale «Dimmi, allora».
«Ho saputo della tua discussione con Lexie, oggi in biblioteca» comincia lui, titubante, timoroso di peggiorare ancora di più la situazione, ma deve sapere.
La ragazza sospira, pentendosi già della sua troppa impulsività e delle conseguenze che certamente le sue parole hanno avuto, «Certo che corrono in fretta, le notizie» commenta sarcastica, in un vano tentativo di mascherare il nervosismo.
«Mi hanno detto che sei stata fantastica» ridacchia Ashton, ripensando al racconto dettagliato che Charlie Stevens gli ha mandato per messaggio non meno di venti minuti prima.
Lei alza lievemente le spalle, forzando un sorriso ‘chè, per la prima volta, si sente davvero a disagio con Ashton, «Era ora che qualcuno le dicesse come stanno le cose».
«Mi hanno anche detto un’altra cosa», Paige lo guarda, stavolta stupita sul serio ‘chè oltre quello, a suo avviso, non c’era davvero nulla da dire; «Mi hanno anche riferito che non mi si deve toccare perché io sono tuo».
Paige sente le guance colorarsi irrimediabilmente di rosso per l’imbarazzo e abbassa il capo, facendo scivolare qualche ciocca rosa davanti al viso per coprire il rossore; stringe le labbra sottili, senza sapere cosa dire ‘chè, effettivamente, non ha giustificazioni, «E’ stata una cosa impulsiva, non avrei dovuto dirlo, scusami».
Alza il viso, girandosi per andarsene ‘chè non ha nulla da dire ad Ashton a questo punto e non vuole che la situazione peggiori ancora di più, per quanto possibile. Sta davvero per andare via e poi la sente, la mano di Ashton che si intreccia alla sua, bloccandola.
«Volevo solo dirti che a me sta bene» le sorride e sente la stretta della mano di lei farsi più forte attorno alla sua, un attimo prima di lasciarla.
Paige lo guarda negli occhi, seria «Ho bisogno di un po’ di tempo però, Ashton».
Lui annuisce e la guarda andare via, fermo ed impotente.
 
«Io esco un po’, vieni con me?» deve quasi urlare, Sean, per farsi sentire da Kim sopra le note di Never be e lei scuote la testa, urlando un “no” di risposta. ‘Chè, diciamocelo, anche se poco parla con Luke, sentirlo cantare è sempre un’emozione così grande che non vuole proprio rinunciarci.
«Pensavo saremmo stati insieme stasera, solo noi due», sottolinea lui, avvicinandosi di più a lei per farsi sentire.
«Luke mi ha chiesto di venire, ha detto che era davvero importante» risponde lei, voltandosi per tornare a rivolgere le sue attenzioni al biondo che sta cantando proprio davanti a lei.
Sean non è stupido e l’ha capito, già da un po’, che Kim, per lui, non prova nulla e che esce con lui solamente per cercare di dimenticare quel Luke con il quale, lo sa, non potrà mai competere ‘chè Kim non lo guarderà mai in quel modo. È solo che lei gli piace da un bel po’ di tempo e, finche dura, non ha intenzione di lasciarla andare.
«La prossima canzone è una canzone veramente importante per me» annuncia Luke al microfono, cercando di trattenere l’emozione e di mantenere i nervi saldi, «Se non fosse per Calum, probabilmente, ora sarebbe nella spazzatura ed è una canzone scritta fra alti e bassi, momenti in cui mi sono sentito davvero perso e ore di storia passate a guardare questa ragazza», sospira, torturando il piercing con i denti e, alla fine, sposta lo sguardo in quello di Kim «E’ una canzone che ho scritto per la ragazza che amo e credo che sia giunto il momento che lei lo sappia, quindi, Kimberly Jones, questa canzone è per te».
Kim quasi non sente le note iniziali della canzone, quasi come se i suoni fossero ovattati. Non riesce a sentire niente, o a generare un pensiero che abbia, anche lontanamente un senso compiuto.
Luke Hemmings la ama.
Luke Hemmings ama lei.
Non riesce nemmeno ad alzare lo sguardo, che non riesce ad andare oltre le Vans del biondo, non ce la fa a guardarlo, tanto è l’imbarazzo e tanta è la sorpresa.
Cerca di calmarsi, di respirare regolarmente, di controllare i suoi battiti cardiaci.
«Oh everyday you feel a little bit further away and I don’t know what to say, are we wasting time talking on a broken line?»
Kim quasi deve sforzarsi di non scoppiare in lacrime ‘chè, davvero, con Luke lei ha sbagliato tutto, comportandosi in quel modo, che ora capisce essere stato totalmente incoerente ed infantile, per evitare di soffrire, senza risultato comunque.
Ma come può una come lei, una come Kimberly Jones, anche lontanamente, ad uno come Luke? Non ha senso, ‘chè lei è un tale casino e lui è una tale meraviglia.
«Won’t give up even though it hurts so much»
Come può non arrendersi con lei? Dopo il modo in cui l’ha trattato? Come può?
Alza gli occhi e, alla fine, lo sguardo di Luke incontra il suo e non lo lascia andare più e le viene da sorridere, spontaneamente.
Sente il braccio di Sean circondarle i fianchi e vede il biondo fare un’espressione delusa; non può lasciare andare Luke, non così, non appena si sono ritrovati e, per una volta, Kim metterà i suoi sentimenti prima di quelli degli altri. Così spinge via Sean, facendogli cenno di no con la testa e, potrebbe giurarci, Luke sta sorridendo di nuovo. Poi, all’improvviso, nonostante la canzone non sia ancora finita, lascia la chitarra e scende dal palco, raggiungendo Kim. Cerca la sua mano e la intreccia con la propria, quasi fossero state fatte apposta per stare insieme. I loro sguardi si cercano, anche loro, e si incastrano, blu nel castano, quasi non servissero nemmeno più le parole.
«Ti amo, Kim», sussurra Luke e in quel momento sparisce tutto, per Kim; spariscono gli alti che stanno finendo di cantare, sparisce il locale e la folla, sparisce tutto tranne Luke ‘chè, al momento, non c’è null’altro che conti veramente.
«Ti amo anche io, Luke».
Ed è un attimo, il tempo di un sorriso appena accennato ed uno sguardo di occhi brillanti, e poi le labbra di Luke sono su quelle di Kim.
 
 

Writer’s wall.
Scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi.
Sono in un ritardo catastrofico, lo so, ma sono stata sommersa da compiti ed interrogazioni questa settimana, quindi la scrittura di questo capitolo è stata molto lenta e difficile.
Comunque credo che potete perdonarmi per il ritardo visto che, rullo di tamburi, Kim e Luke finalmente si sono dichiarati (sto per mettermi a piangere, capite? Cioè, loro sono i miei piccoli e sono così dolci).
E poi c’è Ashton che diventa sempre più dolce, un po’ per Delilah e un po’ per Paige che in questo capitolo si sfoga un bel po’ (quanto mi sono divertita a scriverlo!) e sembra anche che le cose fra lei e Ash si stiano sistemando, no?
Comunico che questo è l’ultimo capitolo prima dell’epilogo, io comincio a piangere da adesso ma vabbe.
Grazie tantissimo a tutti quelli che recensiscono, che hanno inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate e grazie anche a chi legge semplicemente.
Ai 1975 ‘chè mi ispirano mentre scrivo, a C. che mi rende felice.
Alla prossima,
un bacio
-Mars
  
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