I suoi pensieri furono interrotti da una specie di riverbero, si avvicinò al luogo dove pensava arrivasse il rumore. Camminò piano e vide Sharpay accasciata su una delle poltroncine del teatro, non poté non trattenere un sorriso a quell’immagine. Cercando di fare meno rumore possibile aprì la porta e poi se la richiuse alle spalle, rimanendo nell’ombra così da poter ammirare la sua amata nel suo territorio. La vide alzarsi ed andare al centro del palco. La incuriosiva, non capiva cosa le passasse per la mente e avrebbe voluto tanto saperlo soprattutto se la vedeva con quell’aria triste e malinconica, non riusciva a vederla in questo modo. Gli si spezzava il cuore. Si avvicinò al palco sempre cercando di fare poco rumore e una volta arrivato abbastanza vicino da poterla ricuperarla nel caso avesse voluto andarsene, aprì la bocca e…
<< cosa fai li? >> la curiosità era troppa e mentre continuava ad avvicinarsi al palco aveva detto la prima che gli era venuta in mente, l’importante era che lei si accorgesse di lui. Funzionò. La vide chiudere con più forza gli occhi come se sperasse, o meglio volesse, che quella voce fosse solo un illusione, un butto gioco della mente. Troy continuò a sorridere ma non si fermò, era a pochi passi da lei e Sharpay dovette accorgersene perché si alzò in fretta e quasi inciampò ma si resse. Questa volta troy rise di gusto. Sharpay si voltò verso di lui con l’intento di arrabbiarsi con lui per averla presa in giro. Ma non appena si girò tutta la sua rabbia scivolò via, non riusciva ad arrabbiarsi con la SUA faccia, con il suo viso da angelo. Gli piaceva vederlo ridere perché il suo viso si illuminava era come se prendesse una diversa forma che faceva impazzire Sharpay e subito ricordò i sogno della sera prima ed un brivido di piacere la percorsa tutta. Quel brivido gli servì per farla ritornare in se e a ricordargli che lei assolutamente non doveva restare sola con Troy allora fece tutto alla svelta. Prese la borsa e cercò di uscire dal teatro prima che potesse pentirsi della su decisione di evitarlo ma Troy fu più veloce di lei e l’afferrò per un polso facendola girare verso di lui. < aspetta non scappare > < e perché mai dovrei darti retta? > < non lo sa ma … si può sapere perché in questi giorni hai cercato di evitarmi? > Troy era molto serio, voleva sapere la verità e Sharpay non aveva il coraggio di accontentarlo. Non sapeva che cosa dirgli avrebbe voluto dirgli che lo evitava per non soffrire, perché lei lo amava e sapeva che il suo amore non era ricambiato perché lui aveva Gabriella ed erano felicemente fidanzati. Sul suo viso passarono un miliardo di espressioni diverse, stava ancora cercando una risposta valida da dargli ma non ci riusciva, qualsiasi cosa pensasse non era giusto da dire; alla fine si arrese e disse quello che la Regina di Ghiaccio, il ruolo che più odiava fare, avrebbe detto: < perché mi andava > voleva sembrare sicura delle sue parole ma aveva avuto l’impressione che le avesse quasi sussurrate e Troy apparve accorgersi di tutto. Sapeva che non pensava veramente quelle parole, sapeva che aveva rimesso la sua maschera. Non ce la fece più a resistere. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che ammirare quelle labbra e sopprimere la voglia di baciarle ed ora che erano a pochissima distanza l’uno dall’altro, non ce la fece e la baciò. All’inizio Sharpay rimase sbigottita non si aspettava una reazione simile da lui. Sentì Troy stringerla di più a se con le sue braccia forti. Basta, si lasciò andare a quella passione, a quella scena che molte volte aveva sognato forse anche troppe. Si lasciò andare e il bacio divenne da casto a passionale, romantico perché tutti e due volevano quel bacio e …. qualcosa di più.