Naisiin ei voi pieni poikanen luottaa
Ne suuren ikävän pieneen sydämeen tuottaa
Mut kun ikkunaa tuijottaa kai pienikin poika illoin saa
Sieltä katsoo prinsessa unelmain
Il ragazzino non può
fidarsi delle donne
perchè causano nel piccolo cuore un grande dolore
ma anche un ragazzino può osservare la finestra nella sera
Da cui una principessa
dei sogni si affaccia
Severus non si fidava di nessuno. Mai. Aveva imparato sulla sua pelle che la fiducia non era una merce vendibile al prossimo, per nessun prezzo. Per non parlare poi di donarla. Stimava che sarebbe ritornata indietro, e sicuramente lo avrebbe fatto nella maniera peggiore, sbattuta in faccia e fatta a pezzi.
Si ricordava quando Katie Ellison all’asilo gli si era presentata dicendo di voler essere la sua fidanzatina. Lui aveva accettato, più perché non sapeva il vero significato di quelle parole che per reale convinzione. Ma questo non gli aveva impedito di sentire un qualcosa di molto simile alla delusione quando il giorno dopo lei era arrivata con il faccino leggermente corrucciato e, guardandolo con quegli occhioni castani, gli aveva annunciato che quel nuovo bambino arrivato da chissà dove le piaceva di più.
Se ripensava a quell’evento si dava dello stupido ma, nella sua infanzia costellata di delusioni, questo ricordo spiccava come una sorta di insegnamento per il futuro.
Anche sua madre non poteva certo essere degna della sua fiducia. Mettiamo in chiaro, Severus Snape era sempre stato un figlio amorevole e aveva sempre provato un grande affetto nei confronti di sua madre, Eileen Prince. Ma aveva ben presto imparato che dalla bocca della strega uscivano troppe promesse, e troppo poche venivano rispettate. Sapeva di non potersi fidare di lei quando gli sussurrava che sarebbe andato tutto bene, o quando cacciava il padre dalla casa giurando che non sarebbe tornato mai più. Lui tornava sempre e le cose non andavano mai bene.
Ogni volta prima di uscire di casa Severus rifletteva.
Ogni volta si ripeteva come una nenia le perle di fallimento di cui la sua vita era costellata. E ogni volta si diceva che era l’ultima. Nonostante ciò ogni volta camminava fino alla casetta in fondo alla via e tornava sotto quella finestra a osservare l’unica persona che fosse mai riuscita a mettere in dubbio i suoi precetti sulla fiducia.
Ruudun takaa, Ruudun takaa Ruudun takaa tyttצni
katsoo vain
Attraverso il vetro,
attraverso il vetro, attraverso il vetro guarda la mia ragazza
Lily Evans era sempre stata un’incognita nella sua vita. Severus si era abituato a classificare con precisione ogni cosa e ogni persona. Intelligente, stupido. Degno di attenzione, non degno. Mago o babbano.
La maggior parte della gente era chiaramente etichettata sotto “imbecille da cui stare alla larga”. Qualcuno poteva passare sotto “essere non degno di nota”. Poi c’erano sua madre e suo padre. La debole e il bastardo. Tutto chiaramente etichettato, con note a piè di pagina sui loro comportamenti e sulle loro caratteristiche.
Ma lei no. Lei sgusciava tra tutte le sue categorie, era un po’ bianca e un po’ nera, ma soprattutto rossa.
Certo, la prima volta che l’aveva vista era stato tentato appiccicarle in fronte un post it colorato con scritto “degna di nota”. Perché si faceva notare eccome con quel sorriso caldo e quegli occhi verdi e luminosi.
Successivamente aveva pensato che fosse come tutte le altre: bambina di buona famiglia, ben vestita e ben pettinata, con le calzine bianche e le scarpette lucide. E per un po’ Lily Evans non aveva meritato la sua attenzione.
Era un martedì pomeriggio quando la bambina aveva superato tutte le inesistenti aspettative di Severus e aveva cominciato a rompere i suoi schemi mentali. Come al solito qualche “imbecille da cui stare alla larga” si stava divertendo a prenderlo in giro di fronte a tanti “esseri non degni di nota”. Lo stuzzicavano, lo schernivano, offendevano ogni cosa di lui che veniva loro in mente. Severus non si difese, semplicemente li ignorò. Ma una bambina dalle scarpette lucide e i capelli rossi si mise tra il bulletto di turno e il bambino mingherlino e cominciò ad urlare per difenderlo. Con un’espressione arrabbiata sul viso dolce prese Severus e lo trascinò in un altro angolo del cortile.
Da quel giorno avevano cominciato a giocare assieme. E lei lo sorprendeva sempre con quegli stralci di infanzia che gli donava con la sua risata cristallina.
Hän on naisista kaunein minkä tiedän
Myös pienet rinnat prinsessallani siedän
Hattu on moitteeton ja hyvä myös rytmi vartalon
Ruudun takaa tyttöni katsoo vain
Oo Glendora Oo Glendora Oo Glendora kuinka sua palvon vain
Lei è la più bella che
conosco
Apprezzo anche il
piccolo seno della mia principessa
Il cappello è perfetto
e anche la postura è buona
Attraverso il vetro
guarda la mia principessa
O Glendora
quanto ti adoro!
Gli anni erano passati. Ed erano cresciuti assieme. Nessuno aveva potuto immaginare la sua gioia quando aveva scoperto che anche Lily era una strega e sarebbero andati assieme a Hogwarts.
Gli anni erano passati e la bambina con le scarpine nere era diventata un giglio in fiore, il più bello. Non aveva bisogno di foto per ricordare i suoi capelli scintillare al sole o la catenina dorata che scendeva fra i suoi seni. Nei filmini della sua mente la sua principessa camminava fiera per i corridoi del vecchio castello, con la divisa in ordine, la treccia rossa che ballava muovendosi coi suoi fianchi e le scarpe lucide a ticchettare sul pavimento.
Si era molto dispiaciuto quando lei era finita a Grifondoro e lui a Serpeverde, ma trovava che i colori dei grifoni le stessero divinamente, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva.
Nonostante le differenze, la solarità di lei era sempre abbastanza per entrambi e ogni tanto lo andava a ripescare dai bui sotterranei per portarlo al lago o in qualche parte del cortile. E lui si incantava a guardarla ed ascoltarla, come aveva sempre fatto e come sempre sperava di poter fare.
Severus si era sempre chiesto quando avesse smesso di essere un’amica e avesse incominciato ad essere la sua principessa. Forse non c’era un momento preciso, ma in ogni caso si era trovato costretto ad ammettere a se stesso che lei era impossibile da etichettare semplicemente perché lei era ovunque, era qualsiasi cosa. Perché lei era la sua principessa e il suo amore. E forse meritava un po’ di quel bene prezioso chiamato fiducia.
Il giovane Snape viveva tranquillo a Hogwarts. La sua vita non era cambiata molto da quando viveva ancora a Spinner’s End: era sempre il ragazzino vestito di nero, il migliore della classe, quello più preso in giro, l’anima solitaria. Aveva sviluppato un grande talento per le pozioni, ma eccelleva praticamente in tutto. E lo faceva col suo solito stile, in silenzio.
Ovviamente qualcuno era più scontento degli altri di questa cosa e Severus Snape, nella sua lista degli “imbecille da cui stare alla larga”, come primi nomi aveva Sirius Black e James Potter. Quei boriosi grifondoro gli davano molto fastidio, e ancora più fastidio gli dava l’essere salvato da Lily. E la cosa iniziò a dargli molto più fastidio quando si accorse di essere usato come trofeo da Potter, invaghito della sua principessa che sperava di conquistare così. Illuso.