Anime & Manga > Creepypasta
Ricorda la storia  |      
Autore: Kia_yo15    13/03/2015    2 recensioni
Eccomi qui! non sono morta! beh.. in questa nuova sezione.. beh, a bando le ciance! cominciamo subito!
Nate e Allen, due fratelli come tutti gli altri, una famiglia felice dopotutto! un particolare inconveniente però fa sparire questa atmosfera, che gli costringerà ad rinunciare a tutto quello che amano, tutta colpa di quel' uomo....
"Gli occhi sono lo specchio del'anima.. noi ora prenderemo la tua..."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa è la storia di due fratelli.

Nate di diciassette anni, capelli castano chiaro e occhi verdi.

Allen di quindici anni, simile al più grande, di diverso c'era solo il colore più oscuro dei capelli.

Il maggiore era un ragazzo dolce, allegro e anche coraggioso, il minore socievole e gentile.

 

Nel mese di settembre, mese in cui i due compievano gli anni, si erano appena trasferiti dalla città e andarono a vivere i campagna vicino ad un bosco, per gli attacchi di Raptus del padre, i vicini lo ritenevano pericoloso e così furono costretti ad andarsene.

 

Vivevano in una piccola casetta a due piani, sopra le loro camere, sotto la camera dei loro genitori, il salotto e la cucina, avevano anche un piccolo scantinato.

 

All'inizio la piccola avventura dei due fratelli era piacevole, ai due piaceva stare lì, lontano dallo stress e i ritmi caotici della città, si erano abituati a quella meravigliosa campagna, di solito davano una mano alla madre e al padre, nei lavori di casa, nella coltivazione.

 

Col passare dei giorni però gli attacchi del padre peggiorarono e diventava sempre più violento, non passava un giorno in cui non picchiasse i figli, i fratelli comprendevano la situazione del genitore, e facevano finta di niente, la madre era preoccupata, ma non feci mai niente per paura delle aggressioni che poteva subire da parte del marito.

 

Un giorno Nate e Allen andarono nella foresta a esplorare come sempre, questa volta però si allontanarono fino ad un laghetto.

 

-Nate! Guarda delle lucciole! Non le avevo mai viste in città... la nuova vita non è poi così male vero?- Disse Allen sorridendo.

 

-A quanto pare non del tutto...-

 

Il minore seguì una lucciola, come se fosse un bimbo di tre anni, era felice, era come una piccola luce, nella sua vita oscura piena di maltrattamenti.

 

-Fratellone!-

 

-Che c'è?-

 

-Guarda una volpe!- disse indicando la volpe dietro un albero.

 

-Vediamo fin dove va!-

 

-Non credo dovremmo....- Disse il minore con voce tremolante

 

-Dai su... di cosa avresti paura?!- rispose il maggiore guardando

 

-Beh ecco...-

 

-Che c'è? Hai paura di perderti? Su conosco questa foresta come le mie tasche!-

 

-Ok... Ma solo un attimo...-

 

-Ok... FIFONE- disse Nate ridendo

 

-Non sono un fifone!-

 

-Certo.. come no...-

 

I due fratelli videro la volpe muoversi e così la seguirono, non si accorsero di allontanarsi troppo dal tratto di foresta che conoscevano.

 

-Nate.. anf.. io non.. vedo più la volpe..- Disse col fiatone il fratello.

 

-Neanch'io...anf- rispose guardando in giro.

 

-Allora.. dovremmo tornare indietro...-

 

-Sì... andiamo...-

 

Passarono i minuti e i due camminavano ormai da tanto, si sentivano affaticati. C'era ancora il sole, ma gli alberi erano stati piantati così vicini, che i rami bloccavano la luce. Immergendo la foresta in una perenne oscurità.

 

-Nate... è da tanto che camminiamo... dovremmo essere già a casa-

 

-Stiamo per arrivare... tranquillo...-

 

Allen era impaurito si sentiva osservato, non capiva cosa ci fosse in quella foresta che tanto gli piaceva a farla diventare così cupa ora.

 

Intanto Nate era pensieroso, non sapeva dove stesero andando, aveva detto una bugia per rassicurare il fratello, anche se lui era un po' contento a stare fuori dalla casa infernale, non sopportava vedere il suo fratellino picchiato fino a che non sveniva, provava un sentimento di odio verso il padre e anche verso la madre che restava a guardare senza fare niente per i suoi figli.

 

Per caso non ci tieni a noi mamma?”

 

Era quella la domanda che rivolgeva alla madre.

 

Mentre stringeva i pugni, Allen gli urlò.

 

-N-Nate!-

 

Il maggiore alzò lo sguardo e l'unica cosa che vide fu una figura alta e magra, sproporzionato rispetto alla lunghezza delle braccia, senza faccia e vestito con uno smoking nero e una cravatta rossa.

Allen aveva paura ed era per terra già che secondi fa quando aveva visto quella creatura era caduto cercando di scappare, Nate invece era rimasto immobile e fermo agli occhi del fratello sembrava calmo come se non gli importasse di cosa succederebbe, non capiva cosa gli prendeva.

 

-Ci farai del male?- Chiese Nate.

 

Ma cosa stai facendo Nate?!” Pensò il minore

 

la creatura sparì, come niente.

 

-Cos'era?!- gridò Allen

 

-Andiamo prima che ritorni...- Disse tranquillamente Nate

 

Allen si limitò ad annuire e corsero velocemente.

 

Dopo altri minuti di corsa, inciamparono e cadettero giù su una discesa, si alzarono velocemente, guardarono in giro.

 

-Eh? Fratellone guarda!-

 

Nate alzò la testa e vide la loro casa.

 

-Andiamo fratellone!-

 

Il maggiore si alzò con fatica ma fece in modo da non farlo vedere al suo fratellino.

 

-Si.. andiamo..-

 

I due corserò fino ad arrivare a quella vecchia casetta.

 

-Mamma siamo qui!- Disse Allen allegramente aprendo la porta.

Nate era rimasto indietro a causa della ferita sul piede, raggiunse lentamente il fratellino ma vide che questo rimasi paralizzato davanti alla porta.

 

-Allen.... Allen!-

 

Corse più velocemente, fino a che non lo raggiunse.

 

-Hey Allen!- Disse al fratellino appoggiandole una mano sulla spalla.

 

-Ma che ha- uhm?-

 

Nate deviò lo sguardo da Allen, ed esso andò all'interno della loro casa.

 

Ritrovò sua madre su una pozza di sangue che proveniva dalla testa e piena di lividi in faccia, alcune ciocche dei suoi capelli erano finiti per terra, il suo viso pieno di lacrime.

 

Il più piccolo per lo shock scoppiò in pianto disperato.

 

-N-Nate.. sigh...- disse mentre guardava suo fratello con le lacrime agli occhi.

 

Il più grande rimase fermo a vedere sua madre.

 

Se lo merita...” pensò lui, i suoi pensieri vennero interrotti dal rumore degli stivali di gomma di suo padre che scendeva le scale.

 

-Ragazzi.. ragazzi..-

 

-Oh dio... no.. non voglio, no!- Cominciò ad urlare Allen.

 

-Shh... zitto - disse sottovoce Nate, trattava di calmare il fratellino.

 

-Oh ciao ragazzi... eccovi qua.. dove eravate eh?-

 

I due rimasero fermi senza dire niente.

 

-Oh.. forse ho capito perché non rispondete... è per vostra madre eh? Non è niente di qui preoccuparvi... starà bene...-

 

Gli occhi di Allen si riempivano di disprezzo e rabbia mentre guardavano il genitore mentre calciava la madre.

 

-Perché mi guardi così eh?! è per quella puttana di tua madre?!- il genitore cominciò ad urlare e a calciare più forte il corpo della madre senza vita.

 

Il più piccolo non riusci a trattenersi e iniziò a piangere.

 

-Basta! Perché piangi?!- disse il padre avvicinandosi al figlio che era in lacrime inginocchiato di fronte alla porta.

 

Allen si asciugo le lacrime, il genitore prese dal angolo alcuni dei suoi attrezzi, tra quelli c'era anche il piede di porco, lo prese e lo avvicinò al viso del più piccolo che aveva preso per il collo.

 

Il minore, dopo pochi secondi resto quasi senza fiato, si dimenava e colpiva il padre con i deboli pugni.

 

-Lascialo stare! Smettila!- disse Nate mentre guardava la scena.

 

Il genitore non diede ascolto anzi sembrava quasi motivato per l'urlo del primogenito.

 

-Non mi è mai piaciuto il tuo sguardo figliolo... te e tuo fratello avete gli stessi occhi di vostra madre..Gli occhi sono lo specchio dell'anima... l'ho sempre detto ragazzi miei!- disse quasi con un tono dispiaciuto mentre guardava Nate e sua moglie.

 

Riprese a guardare il piccolo, gli piantò lo strumento in un occhio e glielo tolse con violenza, senza danneggiare il viso però, piccole gocce di sangue schizzarono nella camicia del padre, mentre una scia ricopriva la felpa del minore.

 

Il tutto era accompagnato dalle urla di Allen, urla di dolore, mentre il sangue e le lacrime si mischiavano.

 

Il genitore dopo aver finito, si avvicinò lentamente verso il maggiore.

 

Nate ebbe paura, quello davanti a lui era un mostro, non era più suo padre, nonostante tutto non pianse, non disse neanche una parola, resto fermo, quasi arrendendosi a tutto, fino a che non vide il viso del fratellino, aveva ancora gli occhi aperti, il fratello sembrava chiedere vendetta dallo sguardo, ormai non poteva più fare niente era in preda al mostro del genitore.

 

Iniziò lo stesso trattamento anche per il maggiore, lo prese per i capelli e lo trascinò per un po' dopodiché, lo scaraventò contro il muro.

 

Si mise sopra il petto del maggiore e lo guardo dritto nel occhio sinistro.

 

-Si... questo qui mi piace...- disse mentre gli tolse il bulbo oculare, anche Nate anche se il più forte, cominciò a urlare e a dimenarsi per il dolore.

 

In quell'istante su di Allen scattò qualcosa, una specie di forza dentro, si alzò e andò verso il caminetto senza farsi vedere dal genitore che era distratto.

 

Vicino al vecchio camino, noto una sbarra appuntita,ancora calda e rossa, perché di solito si utilizzava per spostare il carbone.

 

il piccolo lo prese senza esitazioni e si avviò correndo verso il padre, trapassandogli il petto, il corpo cadde quasi sopra la testa di Nate, riusciva a vedere lo sguardo di suo padre morente, per lui era uno spettacolo più che bello, per l'occhio...

 

Dopo un po' realizzò il tutto, restò sorpreso per quello che suo fratello aveva fatto, lui non era mai stato violento, anzi aveva persino paura di dire “ciao” a persone che non conosceva.

 

Allen si inginocchiò, non voleva credere a quello che aveva appena fatto... Aveva appena ucciso suo padre, colui che gli diede in parte la vita, colui che si era preso cura di lui senza niente in cambiò.. perché lo aveva fatto? Neanche lui seppe la risposta, lo fece e basta.

 

-Allen..-

 

Deviò lo sguardo verso suo fratello maggiore.

 

-Nate!- urlò mentre corse incontro al fratello che lo abbracciò.

 

-Non volevo! Non volevo!- disse ancora Allen.

 

-Non ti devi scusare... hai fatto bene.- Disse tranquillizzando il fratellino e guardando il corpo del disgraziato che era morto.

 

Poco dopo si diressero verso la foresta, vagarono per vari giorni.

 

Finché.... 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Creepypasta / Vai alla pagina dell'autore: Kia_yo15