Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Mariannuzza    13/03/2015    0 recensioni
"In classe eravamo seduti di fronte. Ci bastava un cenno per capirci. Io lo guardai e successivamente, una volta accertatami che mi stesse seguendo con lo sguardo, puntai alla porta. Aveva intuito che qualcosa non andava."
Lui è sempre stato l'oggetto del mio desiderio e finalmente avevo avuto il coraggio di farmi avanti. cosa avrebbe pensato? E Gabriele... Cosa avrebbe fatto il mio ragazzo?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eravamo compagni di classe da 4 anni e mi era sempre piaciuto, dall'inizio.
Al 2 anno non ero di certo il suo tipo: ero piuttosto rotondetta e trasandata.

Col tempo, nonostante fossimo entrambi fidanzati, io cercai di avvicinarmi a lui. Pensavo, stupidamente, che avremmo potuto essere amici, che mi sarebbe bastato. Purtroppo verso la fine del 3 anno scolastico, essendomi avvicinata troppo a lui, dato che ingenuamente me ne aveva dato la possibilità, decisi di dire al mio ragazzo di questa infatuazione, ma lui capì subito.
Purtroppo mi conosceva troppo bene e conosceva bene anche lui, dato che erano amici da quando erano piccoli.
Gabriele (il mio ragazzo) mi chiese come ci saremmo dovuti comportare, io risposi che l'avrei superata da sola, che magari col tempo avrei perso interesse. 

Più passava il tempo e più mi sentivo attratta da Lui. 
Al 4 anno diventammo molto amici: Lui mi raccontava ogni cosa ed io lo consolavo, nel bene e nel male, spingendolo fra le braccia della sua ragazza nonostante facesse male. Dal punto di vista emozionale e di compatibilità caratteriale non eravamo in sintonia, anzi alle volte mi sembrava a dir poco stupido. Ma fisicamente...: Alto, snello ed atletico, occhi verdi ed intensi, labbra carnose e rosse, capelli ramati ed un tatuaggio sull'avambraccio destro che raffigurava una tigre. La sua ragazza, bella da mozzare il fiato, era bionda, con due occhioni azzurri dalle lunghe ciglia, alta e snella, sempre all'ultima moda, intelligente, ed ahimè, come se non fosse ancora abbastanza, era anche un'atleta. Purtroppo, anche dopo tutto quel tempo, la mia sbandata proseguiva: più lo vedevo e più cresceva il desiderio. Era un'attrazione fisica inspiegabile. 
Arrivai al punto di dover mettere a paragone lui ed il mio ragazzo. Misi in discussione la mia attuale storia per capire cosa provavo per lui. 
In classe eravamo seduti di fronte. Ci bastava un cenno per capirci.
Io lo guardai e successivamente, una volta accertatami che mi stesse seguendo con lo sguardo, puntai alla porta. Aveva intuito che qualcosa non andava. Avevo gli occhi lucidi e non parlavo. Lui alzo la mano e chiese alla professoressa di quell'ora se potevamo uscire io e lui per recarci in presidenza ad una riunione per alcuni alunni. Il permesso ci fu accordato.
Non appena mi alzai, notai gli occhi increduli di Emilia, mia amica e confidente, che sapeva tutto. Mi guardava di sfuggita accennando un sorrisetto.
Una volta richiusa la porta, Lui mi guardava studiandomi per capire cosa avrebbe potuto dire e cosa sarebbe stato meglio evitare. Io lottavo nella mia testa: avrei dovuto dirgli tutto? Meglio lasciar perdere? 

Mentre ancora lui mi osservava io dissi:"non qui."
Lui, spostando gli occhi sul muro oltre le mie spalle, cominciò a camminare lungo il corridoio a passo lento fino ad arrivare alle scale laterali del corridoio, dove nessuno avrebbe potuto disturbarci né sentirci.
Avevo la vista offuscata dalle lacrime ed ero angosciata. All'ultima rampa di 5 gradini mi fermai e mi sedetti per terra tenendomi la testa fra le mani. Feci un respiro profondo mentre lui, piuttosto agitato si mise di fronte a me, a distanza. Mi squadrava senza dire nulla. Aveva le mani in tasca ed era appoggiato al muro su una spalla. Dopo pochi istanti, finalmente alzò lo sguardo e mi disse:" se ti va di piangere, fai pure. Io sono qui anche per questo."
A quelle parole scossi la testa ed accennai un sorriso amaro: "Non ti ho portato qui per piangere. Io ho un problema. E non so come risolverlo." Dissi senza pensare. "Qual è il problema?" Chiese lui accennando un sorriso timido. "Il mio problema sei tu." Dissi alzandomi in piedi e poggiandomi di schiena contro il muro per evitare il suo sguardo. 

"In che senso? Non capisco." Disse lui leggermente spiazzato. 
"Io sono innamorata di te dal 2 anno." Lo dissi così, senza accorgermene.
Lui sorrise scuotendo la testa e cominciando a camminare si portò una mano ai capelli. "Sul serio? Tu sei innamorata di me? Dio mio, non me lo aspettavo."
Io rimasi perplessa. Non era la scena romantica che mi ero immaginata... Ma almeno non era scappato via. Poi tornò in sé e disse:" io sono amico di Gabriele e... Non posso. Lo capisci questo? Poi c'è Vanessa e lo sai come stanno le cose con lei... Cazzo che batosta." 

Mentre continuava a camminare in tondo disse:" che coraggio che hai peró, io non ci sarei mai riuscito... Avrei balbettato tutto il tempo e forse avrei cambiato discorso alla fine."
Sentivo qualcosa di strano dentro... Non era né delusione né rabbia... Era sollievo. Feci un respiro profondo, mi aveva respinta in maniera gentile dopotutto. Quando stavo per dire qualcos'altro riprese:" non voglio perderti come amica. Vorrei che questo non influisse sul nostro rapporto. Amici come prima e facciamo finta di nulla. Ok?" 

Mi si avvicinò e mi tese la mano. Io la presi e tornammo in classe.
Emilia mi guardó con aria interrogativa, voleva sapere. Mentre tornavo al mio posto scossi leggermente la testa e lei capì. Avrei continuato a guardarlo da lontano ed a fantasticare su di lui ed avrei aggiustato le cose con Gabriele, o almeno ci avrei provato.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mariannuzza