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Autore: Vanel    14/03/2015    1 recensioni
John, il classico ragazzo che vedrai una notte per poi non rivederlo più.
John, che il giorno dopo ti avrà già dimenticata.
John è il classico ragazzo che tu odierai per averti intenzionalmente dimenticata.
Ma John non era il ragazzo di una notte e via invece, John non faceva finta di non ricordarti.
John era malato di una rarissima malattia:Dopo aver anche solo sfiorato le tue labbra, John non ricorderà più niente di te, neanche il nome.
"Dopo l'ennesima serata passata con gli amici, John cercherà qualcuna con cui passare la notte.
Jen (Abbr. di Jenessa) entrerà nella sua camera.
E senza volerlo, Jen entrerà anche nella sua vita."
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Fortasse requiris


Prima di iniziare: I prossimi capitoli saranno intitolati prendendo spunto da "Odi et Amo", il mio carme preferito di Catullo.
Ho già intitolato due capitoli molto tempo prima in questa maniera, diciamo che li reputo i più incisivi per la storia, senza togliere nulla agli altri.

Buona lettura


Bene John Bell, se devi fregarmi sappi che poi ti sbranerò.
Fu così che Jen si preparò alla sua uscita con John, "appuntamento" le diceva Danila, ma lei no, lei la chiamava semplice uscita.
Inizialmente voleva indossare un abito, ma ci ripensò immediatamente:"Poi sembro troppo prevedibile"
Perciò optò per un look lo stesso sexy e sensuale (che a dirla tutta stupì se stessa), ma anche adatto all'occasione.
Una maglia con le maniche di pizzo nera che aveva comprato ai saldi, Jen l'adorava. I suoi jeans preferiti e gli stivaletti neri col tacco.
Prima di uscire di casa si guardò per un'ultima volta allo specchio con aria critica.
Appena entrò in macchina si pentì di non essersi vestita in maniera più sobria.
"Speriamo che John non si metta strane idee in testa"
Si disse, ma in realtà si contraddì immediatamente, no lei voleva fare colpo su John, era questa la realtà.
Lei voleva che lui la notasse.
Ma lei aveva anche paura.
Da sempre era stata attenta a scegliere le amicizie e gli amori in particolare. 
Il suo unico e primo fidanzato, Mike, l'aveva ferita senza comprendere quanto per Jen la loro relazione fosse importante: rappresentava un passo per Jen verso una sorta di tranquillità interiore.
Prima di Mike era sommersa da un milione di paranoie. Non piaceva ai ragazzi? I ragazzi la prendevano solo in giro? Quando passava e loro parlottavano tra loro la stavano deridendo?
Jen si sentì stupida a ricordare cosa pensasse prima di Mike.
Dopo, quando assunse una sorta di sicurezza per un tabù da sempre troppo grande per lei, si era resa conto che lei piaceva ai ragazzi, non la prendevano in giro quando passava, le facevano complimenti.
E adesso eccola lì.
Verso il suo vero e grande mistero.
Si chiese più volte se fosse stato il destino a decidere che il loro incontro, e proprio il giorno in cui scoprì il tradimento di Mike.
John Bell, avrebbe voluto capirlo di più. Capire perché c'erano quei momenti dove i suoi occhi azzurri e felici prendevano una piega completamente diversa, pensieroso, turbato, questo lei non lo capiva.
E ciò le doleva.
Provava per lui sentimenti contrastanti, Odi et Amo avrebbe detto Catullo, ed era proprio così.
Mise un freno ai suoi pensieri, era già arrivata.
Il locale era una semplice pizzeria, ma il sabato sera sapeva essere molto affollata.
Jen si toccò istintivamente la collana a forma di ancora, da quando John le aveva fatto quel regalo la indossava sempre, era diventata una sorta di porta fortuna.
-Buonasera.-le disse cortesemente il cameriere dai capelli corvini, Jen si rese conto che il suo sguardo si soffermò un po' più del necessario, la cosa le diede fastidio, facile, non ci era abituata.
Si guardò intorno spaesata, dov'era John Bell?
Si rigirò più volte l'anello tra il dito nervosamente.
-Ehi Jen!-gridò John entrando col fiatone.
Jen lo guardò inarcando un sopracciglio.
-Scusa se ti ho fatto aspettare, miss orgoglio-le apostrofò capendo immediatamente il suo sguardo.
-Ci sediamo, mister?
-Prego, non voglio farti aspettare oltre.-le rispose inchinandosi con fare ironico, Jen gli diede una botta dietro la schiena ridacchiando.
John non le disse nulla, però la guardò con tale intensità che fece arrossire Jen.
-Anche tu hai indossato l'ancora.-fece notare John.
Jen guardò la sua. Era di acciaio e più mascolina, mentre la sua era pià chiara e dolce, ma le differenze si annullavano davanti una sola verità: era il loro simbolo.
-John l'ultima volta che siamo andati in una pizzeria mi hai recitato Shakespeare, adesso cosa farai?
-Accetto tuoi inviti, lady.
Jen inarcò nuovamente il sopracciglio:-Vediamo se mi stupisci, Odi et Amo.
Stavolta fu John ad inarcare un sopracciglio, Jen non seppe decifrare il suo sguardo.
-Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris...
Si grattò la testa con fare imbarazzato:-il resto non lo ricordo.-confessò.
Jen terminò al posto suo:-Nescio, sed fieri sentio et excrucior. 
-Non ti facevo tanto latina.
-Di solito non lo sono, ma adoro questo carme.
-Lo immaginavo.
I loro occhi iniziarono una conversazione tutta loro, e proprio quando sembravano essere arrivati a conclusioni celate per tutti, il cameriere interruppe il loro contatto.
-Avete gli ordini?
-Pizza alle salsicce per me.-disse John senza degnare il cameriere di un solo sguardo.
-E lei, signorina?
Il cameriere rivolse uno sguardo malizioso a Jen che non le piacque per nulla, odiava chi faceva il cascamorto con lei.
"Anche John ha fatto così" le disse una vocina nella sua testa.
-Quattro stagioni.
-Lo sapevo.-rise John.
-Da bere?
-Non la mangerai mica, John?
-Forse.
-Avete preferenze per le bevande?-chiese spazientito il cameriere.
-Oh due birre... queste qui vanno benissimo.-rispose Jen.
-Bene.
Il cameriere si liquidò, John lo guardò torvo finchè non raggiunse le cucine diventato fuori dalla sua portata visiva.
-Sei bellissima questa sera, Jen.
Ecco, Jen non si augurava che John le facesse un complimento così esplicitamente.
Divenne rossa ed evitò il suo sguardo rispondendo:-Grazie, anche tu non sei male.
-Io?, John rise, -Ho solo una semplice maglietta nera e dei jeans strappati di tremila anni fa, gioca al mio favore The millionaire.
Jen avrebbe voluto concordare davvero, quel profumo era una droga, mettilo poi addosso a John Bell e crei una bomba nucleare senza pari.
-Adoro la tua modestia, John.
-E io adoro te e il tuo stupido orgoglio.
-Stai flirtando con me, John Bell?
-Ti stai mettendo sulle difensive chiamandomi anche per cognome?
-Non hai risposto alla mia domanda. E comunque no, volevo solo sembrare audace, ma a quanto pare non è nelle mie competenze.-lo provocò Jen meravigliandosi di se stessa.
-Mmh credo che rientri nelle tue competenze più di quanto tu creda.
-Temi la verità, John?
-Non sai quanto.-rispose il ragazzo.
Eccolo, ecco quello sguardo che Jen avrebbe evitato per tutto l'oro del mondo.
Quello sguardo malinconico che rendeva John uno scrigno chiuso senza aperture. E lei non aveva la chiave per capirlo.
-John, cosa ti tormenta?
Il ragazzo si sorprese della domanda di Jen, si maledì per essere stato troppo espressivo, non doveva rovinare la serata.
-Niente, ecco le birre.
-Non cambiare argomento.
Jen gli prese le mani.
Gesto che a occhi estranei può sembrare intimo e romantico, ma entrambi sapevano che non erano quelle le finalità, o per meglio dire, ce ne erano delle altre più importanti.
Attraverso quel contatto Jen voleva creare qualcosa tra lei e John, qualcosa che le permettesse di prendere quella maledetta chiave e di eliminare quell'espressione per sempre dalla faccia di John.
-Se volevi toccarmi potevi asp...
Jen gli diede uno schiaffetto alla mano.
-Cosa succede John? Perché ti vedo così? Tu sei triste, John Bell, sei triste ma nessuno se ne rende conto. Se pensi che io sia come le altre, allora alzati e lasciami da sola, se invece credi che ti abbia compreso, almeno un po', allora per favore, parla... parlami John.
-Piccola Jen... non devi preoccuparti.-le rispose dolcemente il ragazzo.
-Cazzate, John! Una volta, alla gita se non erro, volevi dirmi qualcosa! Poi ti sei fermato, John cosa ti turba? 
-Ecco...
John si mosse nervoso, era arrivato il momento.
Ma lui si sentiva pronto?









NOTE AUTRICE:

Il momento decisivo che avete atteso da non so quanto tempo è arrivato! Ho adorato questo capitolo perché finalmente sono riuscita a far uscire la vera Jen, quella sveglia che legge le persone come libri aperti...
Nel prossimo invece sarà John quello esaminato maggiormente...
Lasciatemi recensioni, commenti... voglio assolutamente sapere cosa ne pensate voi!
Inoltre:
La canzone portante di questa storia (a parer mio) è Parfume di Britney Spears! E' perfetta...
Sono anche su wattpad! Mi trovate come "seagreeneyes"


  
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