Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Calime    14/03/2015    2 recensioni
Raccolta di spaccati di vita quotidiana di Elsa e Anna:
#8. To night - A piccoli ed incerti passi si avvicinò al letto, osservando il volto sereno di Elsa nella penombra. Quando la sentì mugugnare nel sonno “cioccolata”, per poco riuscì a soffocare le risate con le mani, attenta a non far cadere ciò che aveva portato con sé sovrappensiero. [Post Frozen]
#9. Ricordi - Il primo ricordo che Elsa aveva di Anna riguardava una culla in legno intarsiato, dipinto del giallo del croco e del verde delle sue foglie, del rosa dei nastri dei fiocchi appesi e del bianco immacolato delle lenzuola che avvolgevano il fagottino all’interno. [Post Frozen]
#10. Il cielo si è svegliato - Elsa seguitò a rimestare il latte con aria meditabonda. Leggere volute di vapore si innalzavano dalla tazza ad intervalli sempre più lunghi, segno del repentino raffreddamento della bevanda, ma non parve preoccuparsene. Nessun suono uscì dalle sue labbra strette, soltanto il rumore del cucchiaino che raschiava la porcellana rivelava la sua presenza a tavola. [Missing Moment]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà della Disney.





Image and video hosting by TinyPic


Prompt: 10. Letto
Titolo: To night
Autore: Calime
Fandom: Frozen – Il Regno di Ghiaccio
Personaggi: Anna, Elsa, Olaf
Genere: Fluff, Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Lunghezza: 1421 parole – 3 pagine (contatore Word)
Note dell’autore: Sono tornata!! Spero che questo 2015 per tutti sia cominciato super benissimo! Scusatemi ancora per gli aggiornamenti così centellinati, ma proprio non ho altro materiale pronto e l’università mi toglie un sacco di tempo… Perciò saranno sempre così molto scostanti.
Be’, avevo detto niente angst? Infatti non ce n’è quasi per nulla in questo capitolo (solo un pelino pelino, davvero piccolissimo)! In più, non è un Missing Moment, ma un momento post film! Non ve l’aspettavate, vero? ;)
Spero tanto vi piaccia, nonostante l’idea non proprio originale e la brevità! Fatemi sapere :) Per il titolo ringrazio tantissimo (ma tantissimissimissimo) Hendy che ha avuto il colpo di genio! ♥♥♥
Un caldo abbraccio e buon Frozen Fever (che è finalmente uscitoooo :3) ♥





Snowflakes
Momenti della nostra vita




08. To night


La maestosa camera da letto della Regina di Arendelle era appena illuminata dalla fioca luce del cielo notturno, che riusciva a penetrare la sottile stoffa dei tendaggi chiari della finestra. Dallo spiraglio della porta, appena socchiusa, ne entrava altra, interrotta dall’ombra della figura che stava in piedi a pochi passi da essa.
L’inquietante silenzio era interrotto dal rassicurante suono del respiro regolare e leggero di Elsa, che dormiva tranquilla sull’enorme letto a baldacchino, così rannicchiata su se stessa da sembrare una dolce bambina e non quella splendida sorella e fiera regina che appariva di giorno.
Il cuore di Anna si intenerì a quella vista e un sorriso addolcì l’espressione tesa del volto. Si strinse nelle spalle in un brivido di freddo, dovuto al naturale corso delle stagioni e al suo abbigliamento leggero da notte, mentre chiudeva la porta dietro di sé. A piccoli ed incerti passi si avvicinò al letto, osservando il volto sereno di Elsa nella penombra. Quando la sentì mugugnare nel sonno “cioccolata”, per poco riuscì a soffocare le risate con le mani, attenta a non far cadere ciò che aveva portato con sé sovrappensiero.
Il divertimento scemò in un sospiro sollevato e si arrischiò a sfiorarle i ciuffi chiari che le ricadevano scomposti sulla fronte e sugli occhi.
«Buonanotte, Elsa» sussurrò con affetto.
E, come se avesse percepito la sua presenza, la Regina aprì gli occhi di scatto e subito assunse la posizione di difesa con le mani protese e il potere pronto a scatenarsi.
«Anna?!» esclamò, abbassando le braccia.
«Scusa, scusa, scusa!» rispose Anna in uno squittio. «Non volevo svegliarti». Fuggì i suoi occhi indagatori abbassando lo sguardo, sinceramente dispiaciuta.
Elsa sospirò e si spostò indietro per farle posto. «No, ho il sonno leggero» disse.
La sorellina accettò l’invito, sedendosi sul letto. «Davvero?»
«Sì» annuì con un piccolo sorriso. Poi strattonò le coperte per toglierle d’impiccio e sistemarle sulle sue gambe.
«Ah, grazie». Anna sentì le guance arrossire per l’imbarazzo di quelle piccole attenzioni a cui non era abituata, ma che già amava moltissimo.
Elsa si ridistese sul cuscino e la invitò a fare altrettanto. Così, ognuna voltata sul fianco utile per potersi guardare a vicenda, si sorrisero complici.
«Se Gerda lo venisse a sapere…» iniziò a dire la maggiore, prima di essere interrotta dalle proprie risate che coprì con entrambe le mani.
Anna la seguì in quel divertimento, già immaginandosi come avrebbe reagito la vecchia balia. Non erano più bambine, ma capitava che tornassero a quell’infanzia felice che era stata negata loro. A poco a poco stavano scoprendo cosa significasse avere qualcuno di speciale diverso da un innamorato o un amico: era qualcosa di più. Un di più che non poteva spiegare a parole, ma che sentiva ogni volta che stavano insieme.
«Cosa è successo?» le chiese poi Elsa con una leggera apprensione.
La principessa sistemò con un gesto imbarazzato una ciocca di capelli dietro l’orecchio, alla ricerca di un coraggio che in quelle situazioni veniva meno. Si sentiva così infantile…
«Hai avuto un incubo?»
A quelle parole strabuzzò gli occhi. «No!» esclamò con forza, ma Elsa le lanciò uno sguardo così eloquente che si affrettò a confessare. «Uno piccolo! Insignificante! Non mi sono preoccupata affatto di non trovarti nella tua stanza… Aspetta, che?!»
Con un gesto dolce, Elsa appoggiò due dita sulle sue labbra schiuse e le sorrise commossa. «Sono qui» sussurrò, pronta a riceverla a braccia aperte quando Anna vi si gettò di slancio. «Sono qui» continuò a mormorarle tra i capelli, accarezzandole la testa.
Anna strinse gli occhi per scacciare via le sgradevoli sensazioni che l’incubo aveva riportato a galla.
«Sono qui e la porta è aperta». Elsa continuava a parlarle in tono dolce con fare materno.
La sorellina annuì con il volto affondando nell’incavo del suo collo.
«Va tutto bene. Adesso siamo insieme». La maggiore si allontanò appena per poterla guardare negli occhi. Le accarezzò le guance con i palmi delle mani e poi le pizzicò per farle ritornare il sorriso.
Anna ridacchiò appena, sfuggendole, ma Elsa prese quel gesto come una sfida e si affrettò a risponderle con una mossa che l’avrebbe definitivamente stesa: il solletico. Fece per avventarsi su di lei, ma le mani non incontrarono la sua camicia da notte. Tastò quell’ostacolo, prima di tirarlo fuori dalle coperte per guardarlo nella semioscurità: era una semplice bambola di stoffa dalle trecce bionde con una coroncina sulla testa e il vestitino azzurro.
«E questa?» chiese sorpresa.
«Ah, Elsa!» Anna si affrettò a riprenderla e stringerla al petto.
«Eh?» La Regina la guardò confusa.
«Elsa!» spiegò la principessa con un sorriso colpevole. «E questa è Anna» continuò, tirando fuori da sotto il cuscino la gemella dai capelli rossi e il vestitino verde.
La bionda le lanciò uno sguardo ancora più interdetto. «Hai dato alle tue bambole i nostri nomi?» chiese, cautamente.
«Sì, certo!» Anna annuì entusiasta. «Non ti piacciono?» mormorò, adombrandosi appena.
«Cos-?» balbettò Elsa presa alla sprovvista. «Sì! Certo che mi piacciono» si affrettò a risponderle.
«Davvero?» Gli occhi della sorellina brillarono di gioia.
Non poteva spegnere quella luce, perciò le sorrise sincera, pensando a tutto quello che aveva passato a causa propria. Tuttavia, Anna si accorse subito del suo repentino cambio di umore e così corse a cercare i suoi occhi sfuggenti e rattristati.
«Va tutto bene, l’hai detto tu» disse, accarezzandole una guancia. «Non lascerò che tu vada via o fugga dai tuoi doveri di sorella maggiore e regina! Né che ti chiuda nuovamente in questa stanza» proclamò con un’ironica serietà, che Elsa ben colse: quella era una solenne promessa, un giuramento di sangue, una dolce condanna a vita, una punizione che sarebbe stata ben lieta di scontare per l’eternità; ma riuscì a percepire anche la sottile paura che si annidava nello scherzo.
Si sciolse in un sorriso e strinse le sue mani tra le proprie, annegando nel calore e nell’amore dei suoi occhi chiari. Cercò così di trasmetterle la confusione dei propri sentimenti e la silenziosa risposta, una seconda promessa: non l’avrebbe allontanata mai più.
Stettero in quella bolla di felicità per interminabili minuti, poiché nessuna delle due voleva interrompere la magia del momento, ma fu il suono della maniglia della porta a rompere l’incanto.
«Gerda!» si allarmò Anna, voltandosi subito verso il rumore.
«Gerda!» le fece eco Elsa con il cuore che galoppava. «Dovevamo parlare più piano!»
La figura che entrò nella stanza era tuttavia troppo bassa per appartenere alla balia e stranamente tozza, bianca e… nevicosa?
«Anna! Elsa!» esclamò con gioia il nuovo arrivato.
«Sshh!! Olaf!» risposero entrambe, lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo.
«Cosa ci fai qui?» chiese Elsa sottovoce, mentre Anna gli faceva segno di avvicinarsi.
Il simpatico pupazzo di neve sgambettò verso il letto con la fedele nuvoletta a seguirlo e mantenerlo in vita. «Non so perché, ma pensavo non ci foste» spiegò con un’aria abbattuta. «Ma per fortuna siete qui!» Gioì con un enorme sorriso, saltando in braccio ad Anna.
«Olaf» mormorò la Regina con dolcezza, accarezzandogli la testa.
«Era solo un brutto sogno» cercò di consolarlo la principessa. «Molto simile al mio, sai?»
Olaf rivolse ad entrambe uno sguardo sollevato e si affrettò a scavalcare Anna per sistemarsi sul letto proprio in mezzo ad entrambe.
Elsa trattenne un sorriso, mentre la sua sorellina si fingeva offesa: «Ehi! Volevo dormire io vicino ad Elsa!»
«Non litigate. C’è posto per entrambi in questo lettone» affermò poi, sistemandosi sui morbidi cuscini.
«Sì, ma Olaf è più vicino a te» sbuffò Anna, recuperando le bambole con cui giocava da piccola e dormiva nelle notti agitate.
La Regina ridacchiò divertita, prima di allungare un braccio per avvolgere sia il pupazzo di neve che la sorellina. «Così va meglio?» chiese, inarcando un sopracciglio con aria furba.
«Oh, molto meglio!» affermò, stringendosi di più ad Olaf e posando anche lei un braccio su quello di Elsa.
«È arrivata l’estate…» biascicò Olaf già nel mondo dei sogni.
Elsa e Anna lo guardarono, prima di scambiarsi uno sguardo complice e consapevole. La maggiore sistemò poi le coperte per evitare che nessuno di loro sentisse freddo durante la notte, le sillabò “buonanotte” e chiuse gli occhi, serena.
Anna le rispose con un sorriso, prima di seguire il suo esempio addormentandosi senza più alcun pensiero a turbarla, e finalmente si sentì completa, amata ed accettata come da tempo non lo era mai stata.
Cullata dalla sinfonia dei loro respiri, pensò che il letto della sorellona era davvero più morbido e caldo del proprio; ma forse aveva ragione Olaf e l’estate stava arrivando – nonostante l’inverno dovesse ancora terminare e affacciarsi la primavera.









   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Calime