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Autore: colinred_    14/03/2015    2 recensioni
[ElijahxElena] [Accenni Klaroline]
Elena si trasferisce in Italia intenta a staccare un po' dalla vita frenetica di Mystic Falls, ma una visita inaspettata le cambierà tutti i piani.
Dovrà ancora fare i conti con il suo passato, tra nuovi cacciatori pronti ad ucciderla, proposte di viaggi oltreoceano e un vampiro con l'interruttore spento capace di uccidere un'intera Mystic Falls.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Klaus
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUATTRO

Quando ad Elena, verso le sei di mattina, sembrò che non ci fosse più speranza per lei di addormentarsi beatamente, Elijah si sistemò meglio nel letto, tolse la sua felpa,  forse a causa del caldo improvviso che era divampato nella stanza, allargò le sue gambe e con un gesto imprevedibile racchiuse nelle sue braccia la povera ragazza che si dimenava per il piccolo spazio che le era rimasto.
Non si accorse del minuscolo sorriso consapevole che adornava le labbra di Elijah.
Per concludere Bo era saltato sul letto accanto alla sua faccia.

Alle dieci di mattina il letto si presentava come un groviglio indefinito di braccia, gambe, piccole zampette e lenzuola.
Elijah aprì gli occhi sorridente e si trovò davanti il viso di Elena che, elegantemente, dormiva a bocca aperta con le sue esili braccia strette alla vita di lui.
Pensó che non ci potesse essere risveglio migliore, mentre delicatamente sfiorava la guancia della ragazza.
Sentiva una strana alchimia mentre stava insieme a lei, eppure i momenti condivisi erano stati pochi ma toccanti. 
Cosa gli stava accadendo? Perché ricevere l'attenzione di Elena era diventato così importante?
Quasi come da copione, un campanello suonò svegliando l'armonia dell'intera casa, perfino Bo aveva noiosamente allertato le sue orecchie.
Elijah vide Elena muoversi pacatamente e aprire i suoi occhi, non aveva voglia di alzarsi mentre il campanello suonava in modo insistente.
"D'accordo, d'accordo... Vado io" si arrese Elijah, stiracchiandosi meglio.
"Grazie" sospirò lei.
Scese di corsa le scale, dimenticandosi la felpa di Jeremy e aprì il portone.
Un ragazzo dagli occhi azzurri e capelli biondi sorrideva sornione, ma la sua espressione cambiò dopo aver notato Elijah.
"Emh...tu non sei Élena" si grattó imbarazzato la testa mentre parlava con accento italiano.
"È Eléna" Elijah corresse il suo accento  "e tu sei?" chiese, cercando di scoprire di più sul misterioso ragazzo che sostava davanti la loro porta.
"sono un vicino di casa, non ho ancora avuto modo di presentarmi, mi chiamo Marco!" gli porse la mano che il vampiro originale non rifiutò e che strinse con troppa forza.

"Elijah, chi è?" la ragazza scese le scale indossando dei pantaloncini e una canottiera.
"Ho interrotto qualcosa?" azzardò Marco.
Elena affiancò l'originale, dopo essersi scambiati uno sguardo veloce.
"No" disse lei.
"Prego entra" i due si scostarono dalla porta "Elijah, meglio che tu vada a cambiarti" sussurró.
"Meglio che lo faccia anche tu." 
Elijah salì le scale mentre la ragazza fece accomodare il vicino in cucina.
"Il tuo ragazzo è geloso..." 
"Oh, non è il mio ragazzo" rispose lei "siamo amici, caffè?"
"Sì, grazie. Da dove vieni Élena?" chiese mentre Elijah scendeva gli ultimi due scalini insieme a Bo sistemandosi la giacca del suo completo "Eléna"
"Elijah" lo rimproverò "Mystic Falls, Virginia" poi rispose al ragazzo.
"E tu?" si rivolse all'originale che aveva preso posto anche lui.
"New Orleans"  Elijah afferrò una delle tazze che la ragazza aveva accuratamente preparato per loro tre.
"Non posso crederci, parlamene...Il folklore sui vampiri che circonda quella città è immenso!" 
Elena sputò il caffè, appena ingoiato, dentro la tazza e il vampiro cominciò a battere delicatamente la sua mano sulle spalle della ragazza.
"Anche io ne so qualcosa." continuò Elijah "Si dice che esista un'intera famiglia originale, immortale e che uno dei figli sia un ibrido: metà vampiro e metà licantropo." parlò con la sua solita voce calma e monotona.
La ragazza ascoltava silenziosa le parole dell'uomo accanto a sé.
"Se stavi cercando di spaventarmi ci sei riuscito, amico!" diede scherzosamente un pugno al braccio di Elijah che rimase composto davanti l'esagerata reazione del ragazzo. "Studi queste cose a New Orleans? Sei un professore?" 
"Allora" tagliò la discussione Elena "Marco, vivi da solo?" sorseggiò il suo caffè.
"Sì, frequento la facoltà di architettura in una città non molto distante da qui." 
"Architettura? Deve essere interessante studiarla quando abiti in un posto come l'Italia" 
Elijah sbuffó e Elena se ne accorse.
"Lo è, ma preferisco più la perfezione greca a quella dei Romani o italiani come la si voglia vedere: templi, strutture imponenti come l'Atena Phartenos..." 
Il silenzio calò nella stanza e a romperlo fu Elijah che si alzò dalla sedia "Mi dispiace veramente tanto dover lasciare questa deliziosa conversazione, ma io devo andare in albergo Elena. Prenderò le mie cose e tornerò." 
"Ti chiamo un taxi" la ragazza assecondó le richieste dell'uomo, tentando di alzarsi e prendere l'elenco telefonico ancora sigillato.
"Qua i taxi non arriveranno mai!" parlò Marco "Se vuoi posso accompagnarti dove desideri, a patto che domani sera veniate a cena da me, non una cosa impegnativa: pizza e birra."

"Marcò, l'albergo non é molto distante, posso andare anche a piedi"
"È Marco."
"Come scusa?" Elijah chiese indifferente "Comunque ti ringrazierei se tu mi ci portassi." 
"Tu parli sempre in modo così sofisticato? Sembri più vecchio dell'età che dimostri!"

La risata che Elena cercava di trattenere ormai da un paio di minuti fu più forte di lei. "Meglio che voi andiate" e i due si affrettarono ad uscire dalla cucina e dirigersi verso il portone d'ingresso dove Elijah le stampò un enorme bacio sulla guancia.

"Elena è davvero una bellissima ragazza" parlò Marco mentre guidava verso l'albergo.
Elijah non si prese neanche la briga di rispondere.
"Tu sei molto più grande di lei, insomma... si vede!"
"Solo di sei, sette secoli" sorrise l'orginale verso il ragazzo che in un primo momento non capì e poi "Ah una battuta, immaginavo avessi anche un lato ironico!" cominciò a ridere.

  
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