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Autore: Niley story    14/03/2015    18 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Mi mordo in labbro inferiore mentre nella mia testa cerco una rapida soluzione << Allora? Rispondi Martina! >> << Non urlare! Io…mi sono bagnata il pigiama mentre mi lavavo e l’ho messo nei panni sporchi, mi serviva qualcosa da mettere il tempo di lavarmi e uscire di qui, questa camicia è la prima cosa che ho visto nel cesto e l’ho presa >> sì…okay può funzionare, sono stata brava << Mm…sei assurda. Muoviti e chiudi la porta a chiave quando sei in bagno scema! >> esce chiudendo la porta, sempre così gentile il mio fratellino. In ogni caso faccio come ha detto e chiudo la porta a chiave per poi andare a lavarmi. Metto il leggins nero e la camicia a quadri rossi e neri lunga, indosso gli stivali neri bassi con alcune borchie e il cinturino e poi vado a fare colazione. << Buongiorno a tutti >> saluto come mio solito prima di sedermi a tavola tra Jorge e Fran. << Oggi hai uno stile rock? >> mi sorride Jorge, chino il capo per guardare i miei vestiti << Sì…un po’ >> sollevo il capo e incrocio gli occhi gelidi e raccapriccianti di Fernando anche se solo per qualche secondo. Afferro i biscotti e ignoro la sua presenza. A scuola alla prima ora ho lezione di letteratura inglese, ascolto il professore che parla di Oscar Wilde, uomo a mio parere degno di nota. “La lettera è il precursore della vita. Essa non imita la vita, ma la plasma ai suoi fini” è una delle citazione che più mi ha colpito di questo autore, trovo stupefacente il modo in cui poche e semplici parole scritte nero su bianco possano arrivare all’anima di una persona. Quando la campanella suona non mi rendo neanche conto che è già passata un’ora. << Interessante vero? >> chiede Lodo, mi volto verso di lei non capendo di cosa parla << La lezione, Oscar Wilde >> << Ah, sì, anche a me piace molto. >> << A me piace anche Dickens >> << Sì ma per me al primo posto c’è sempre William Shakespeare >> dico mentre ci dirigiamo verso l’aula di matematica. Sto per entrare quando vedo Fernando camminare a passo svelto verso non so dove e qualcosa nella mia testa mi dice che devo scoprirlo. << Lodo? >> << Sì? >> << Ascolta, io…mi sono ricordata che devo fare una cosa importante, ci vediamo direttamente alla terza ora okay? >> << Okay ma cosa devi… >> non le lascio il tempo di finire la frase e mi allontano seguendo il mio fratellastro a una certa distanza. Si dirige verso la biblioteca, quasi tutti gli alunni entrano nelle loro aule quindi sono costretta ad allontanarmi un po’ di più, lui si ferma davanti alla biblioteca e io mi nascondo dietro gli armadietti, conto fino a 10 e poi mi affaccio con prudenza, Fernando non c’è più. Entro nella biblioteca, Miss Sally è intenta a leggere un libro ma mi lancia un’occhiata scrutandomi mentre si cala gli occhiali. Mi avventuro tra gli scaffali della biblioteca e per la prima volta desidererei che non fosse così grande. Si sente un vociferio, sono un gruppo di ragazzi che parlano tra loro, continuo ad avanzare e vedo alcuni vicino ai computer e altri seduti alle scrivanie con degli enormi libri davanti ma di Fernando non c’è traccia. Continuo a vagare per gli scaffali, questo posto sembra un labirinto << Martina >> un voce familiare mi richiama così mi volto, è Jorge, è seduto ad un tavolo con Cande, Fran e Diego, tutti e quattro hanno dei libri davanti. << Che cosa ci fai qui? >> chiede sotto voce mio fratello << Che cosa ci fate voi! >> rispondo scrollando le spalle << Alla terza ora abbiamo un esame e stiamo ripassando >> risponde Jorge << E tu? >> insiste Fran << Io…sto cercando un libro che avrei dovuto leggere ieri ma mi sono dimenticata, quindi sono venuta a “ripassare” >> dico facendo le virgolette per aria << Sei sola? Lodo è in classe? >> alla domanda di mio cugino annuisco << Sì >> << Che libro ti serve? Posso aiutarti a cercarlo >> << No, grazie Cande, faccio da sola voi…voi continuate pure a ripassare >> sollevo la mano per salutare e mi allontano dal gruppo. Riprendo a cercare Fernando ancora una volta senza risultato, sarò passata come minimo in cinque reparti da quando sono qui, sospiro continuando a guardarmi intorno << Non stai davvero cercando un libro, vero Sweety? >> mi volto di scatto al suono della voce di Jorge << Che fai? Dovresti essere a ripetere con gli altri >> << Sono andati al bar a prendere un caffè, gli ho detto che li avrei raggiunti, mi dici che stai facendo? >> << Io sto…sto seguendo Fernando >> << Che?! >> << Shh! Abbassa la voce! Devo scoprire se si vede con qualcuna…sì insomma hai capito >> << E lo fai da sola? >> << Sì Jorge, siamo in un luogo pubblico, non avrebbe potuto farmi niente qui >> rispondo roteando gli occhi e poi riprendendo a camminare, forse potrei provare nel reparto di fantascienza, magari è quello meno affollato, sarebbe perfetto per un incontro. << Sweety! Dove vai?! >> << Shh!! Jorge senti perché non vai al bar dagli altri prima che tornino qui? >> << Mentre tu cerchi il depravato? Non ci penso proprio >> << Allora fa silenzio! >> passiamo tutti gli scaffali del reparto ma sembrano deserti, non c’è assolutamente nessuno, 0. << Dannazione! L’ho perso >> affermo ormai rassegnata coprendomi il viso con le mani. Come posso averlo perso in una frazione di secondo?! Che nervi! Vorrei tanto prendere a calci qualcosa ma so che non sarebbe una buona idea. << Sweety, rilassati. Non è colpa tua >> Jorge mi afferra i polsi per far sì che mostri il mio volto << Sì invece! Dovevo solo seguirlo, era una cosa semplice e invece me lo sono fatta scappare! Adesso per colpa una ragazza potrebbe… >> << Martina ascolta, non è stata colpa tua, non è colpa tua okay? >> Jorge poggia entrambe le mani sulle mie guance guardandomi dritto negli occhi, sospiro e chiudo gli occhi << Okay >> << Bene… >> sento le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie e per un attimo mi dimentico di tutto ciò che mi circonda, rispondo al suo bacio e affondo le mie mani nei suoi capelli, le sue invece si poggiano sui miei fianchi stringendoli, con un salto avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita e il suo braccio sinistro si stringe intorno a me mentre il destro mi afferra la gamba. Quando lentamente le nostre labbra si separano per riprendere fiato, lui poggia la sua fronte sulla mia con gli occhi ancora semichiusi come i miei << Indipendentemente da quello che è successo, da quello che sta facendo in questo momento, tu lo devi denunciare >> sussurra facendomi poggiare lentamente i piedi a terra << Sì, lo so hai ragione ma…non so come fare >> << Come fare cosa? >> << Mi servono prove Jorge! È passato molto tempo e…le uniche prove che avevo le ho distrutte insieme al portatile. Ora nel caso ci fosse un’ipotetica ragazza che sta sopportando quello che ho dovuto sopportare io potrei convincerla a venire con me >> << Okay ma…se non ci fosse? >> << In tal caso credo…di non avere via d’uscita… >> << Hai cancellato tutte le email che lo riguardavano? >> << Sì, volevo dimenticare Jorge, sul computer c’era la cartella dei file ricevuti attraverso le email >> << E lui? >> << Fernando? Non lo so…non credo sia così stupido da tenere ancora quel materiale >> << Se è fissato con te sì, quel materiale per lui rappresenta i suoi premi, le sue vittorie. Lui è un pazzo psicopatico, non mi sorprenderei se avesse ancora quella roba…forse ce l’ha anche sull’email >> << Ma non possiamo entrare nel suo contatto senza password Jorge >> << Noi no…ma conosco una persona che sarebbe in grado di farlo >> << Chi? >> << Doug O’Connel è al secondo anno come me, frequentiamo più o meno gli stessi corsi, è un nerd, un mago dei computer, un hacker professionista >> << Lui potrebbe entrare nel contatto di Fernando? >> << Potrebbe…sì >> << Allora andiamo a cercarlo >> << Sì, vieni >>. Jorge manda un messaggio a Fran dicendogli che ha deciso di restare a ripetere, ci fermiamo davanti all’aula di chimica e lui mi guarda << Bussa tu e chiedi di farlo uscire, sai teoricamente io sono assente… >> << Okay >> annuisco e poi busso alla porta chiedendo di far uscire questo Doug O’Connel. Il professore acconsente ed un ragazzo poco più alto di me si alza dal suo posto, ha i capelli castani, una corporatura regolare e gli occhi azzurri, sembra più piccolo dell’età che ha. Quando esce fuori sposta rapidamente il suo sguardo da me a Jorge << Jorge Blanco, quale onore >> << Devo chiederti un favore Doug. Ho bisogno che entri nel contatto email di una persona >> << Perché dovrei farlo? >> << I motivi non devono interessarti ma ovviamente verrai pagato >> il ragazzo sorride e incrocia le braccia << Ora parliamo la stessa lingua Blanco, quanto? >> << Quanto vuoi? >> << Mm…beh che ne dici di 50? >> << Andata! Ora andiamo >> << Okay, fammi inventare una scusa con il prof. e arrivo >>. Aspettammo che Doug uscisse di nuovo dalla classe e poi ci dirigemmo verso la biblioteca, Doug prese posto davanti ad uno dei computer, io e Jorge eravamo in piedi dietro di lui. << Qual è l’account? >> << DarkKnight91 >> rispondo io << Cos’è il nome di un marmocchio? >> << Tu pensa solo ad entrare Doug >> Jorge lo riprende alzando un po’ troppo la voce << Agli ordini >>. Miss Sally guarda male Jorge e gli fa segno con l’indice di fare silenzio e lui annuisce col capo chiedendo scusa. << Fatto! Un gioco da poppanti >> << Davvero? Grande! Qual è la password? >> chiede Jorge << La selva oscura, tutto attaccato >> << Okay, perfetto adesso esci dal contatto e spegni il computer >> << Che?! Tutto qui? >> << Sì, mi serviva solo la password >> << Okay, che noia >> una volta spento il computer Doug si alza di fronte a Jorge << Ecco i soldi, sono 60, mi raccomando tieni il silenzio riguardo questa storia o ti spacco la faccia >> << Sì sì tranquillo Blanco, non parlerò. Lo sai sono una persona discreta >> prende i soldi e va via. << Quando andremo a casa prenderemo tutti i file che ci servono, lontano da occhi discreti e con calma >> << Sperando che le conversazioni ci siano ancora >> << Tranquilla Sweety, sono sicuro di sì >>. Torniamo al tavolo dove minuti prima erano seduti Jorge, Diego, Fran e Cande, gli ultimi tre sono nuovamente lì << Jorge! Dov’eri? Stavo per mandarti un messaggio >> dice Diego con il cellulare tra le mani << Stavo cercando il libro che serve a Tini >> << E lo avete trovato? >> domanda mio fratello inarcando un sopracciglio << Sì Fran, è nella mia borsa. Ora se mi volete scusare alzo i tacchi. Ciao e buona fortuna per l’esame >> saluto svignandomela dalla biblioteca. Okay, ora avevo la possibilità di entrare nel contatto di Fernando e prendere ciò che mi serviva per la denuncia. Finalmente pagherà per tutto il male che mi ha fatto…sperando che il materiale sia ancora lì. La campanella della terza ora suonò e aspettai che Lodo uscisse per andare insieme verso l’aula di musica << Dove sei stata? >> << Mi serviva un libro…particolare in biblioteca >> Lodo arriccia il naso segno che non si fida molto << Che libro? >> << Un libro Lodo, possiamo andare oppure vuoi sottopormi ad un interrogatorio? >> << Okay, andiamo >>.
Erano le 15:00 dopo pranzo Francisco e Diego erano usciti, suppongo con le loro rispettive fidanzate. Dopo esserci alzati da tavola io e Jorge andammo nella stanza di quest’ultimo chiudendo la porta. Jorge si sedette alla scrivania e accese il suo portatile, io presi posto accanto a lui. Mentre la schermata di Windows 8 appare un dubbio mi assilla << Jorge, e se Doug entrasse nel contatto? >> << Non ha motivo, è davvero una persona discreta nei “lavori” che fa, e non è un ficcanaso. In ogni caso noi dobbiamo cercare email di anni fa, lui questo non lo sa. Ma tranquilla Sweety, come ti ho detto non credo che si intrometterà >> << Okay >> risposi ancora un po’ un certa. Era nervosa, stavamo davvero per fare conti con il mio passato e chiuderli definitivamente…una volta per tutte. Mi sembra assurdo e incredibile e ho sempre un cattivo presentimento che mi perseguita, questo è irritante. Jorge apre la pagina di Outlook e l’ansia sale ancora di più, digita il nome e poi la password, i miei occhi non si staccano dallo schermo. << Dobbiamo andare alle email che risalgono a… >> << A quando avevo quattordici anni, sette anni fa. >> << Okay quindi era il 2008? >> << Sì >> annuisco e lui va nella casella della posta inviata. Fa scorrere il cursore fino ad arrivare al mio contatto email << È questo? >> chiede voltandosi verso di me; io sospiro leggendo i titoli di tutte l’email che mi ha mandato << Sì >> << Okay >> Jorge digita sulla prima, ci sono delle foto di quando ero piccola, mezza nuda nella mia stanza, le osservo per qualche secondo per poi coprirmi gli occhi con la mano destra mentre mi viene da piangere << Hey, Sweety >> Jorge mi afferra attirandomi a sé e mi stringe tra le braccia << Tranquilla, tutta questa storia sta per finire, per sempre >> Jorge mi dà un bacio sul capo, le sue braccia forti stringono il mio corpo stritolandomi quasi, ma mi fa stare bene. << Ti giuro che se in questo momento lo avessi davanti lo prenderei di nuovo a pugni…ma questa volta mi assicurerei che non si rialzi >> i suoi muscoli sono tesi e so che non sta scherzando. È come se anche Jorge in un certo senso provasse odio e dolore in quel momento, lo si capiva dalla sua espressione, e dai gesti del suo corpo. Quando vedo il monitor è tornato alla schermata di prima << Ascolta, nel secondo cassetto c’è una pen drive, prendila >> faccio come mi ha detto mentre lui continua a guardare le email. << Qui c’è un video…ma cosa… >> resto fossilizzata a quella frase e automaticamente dalla mia bocca escono fuori le parole << Non vederlo >>. Stringo la pennetta nella mano destra e mi volto verso di lui << Ma…sembra tutto buio, non si vede niente >> << Sì. Ma io so perfettamente cos’è. E puoi capirlo anche tu >> sussurro con voce fioca. I miei occhi bruciano, vogliono lacrimare ma io sto facendo appello a tutte le mie forze per impedirglielo. Jorge mi guarda a bocca aperta capendo a cosa faccio riferimento. Di scatto si alza dalla sedia << Non ci posso credere! Io…QUELLO SCHIFOSO HA DAVVERO…DIO! >> vedo la sua rabbia, la sua frustrazione, anche se manifestata in modo diversa dalla mia posso dire con certezza che è la stessa. La riconosco e mi sconvolge, mi sconvolge come all’improvviso le mie emozioni siano diventate anche le sue, come se fossimo due corpi con la stessa anima, come se ormai fossimo un tutt’uno. È una cosa sorprendente, solo ora me ne sto rendendo conto, la verità è che non ci sono parole per spiegare l’amore, l’amore puoi solo viverlo. Lui sbatte i pugni sulla scrivania bestemmiando e so che non è uscito da questa stanza solo perché Fernando non è in casa. Lascio che due lacrime righino silenziose il mio volto e poi cammino vesto di lui. << Jorge >> lo richiamo, lui si volta verso di me e io avvolgo le mie braccia intorno al suo collo stringendolo con tutta la forza possibile. Lentamente le sue braccia circondano il mio busto sia la parte inferiore che quella superiore; il suo volto è affondato nell’incavo destro del mio collo, posso sentire il suo respiro caldo toccarmi la pelle. << Ti giuro che se me lo ritrovo davanti lo uccido Martina >> sussurra senza muoversi da quella posizione. << Non dire scemenze. Non voglio che tu finisca in prigione. Ho bisogno di te qui, devi riuscire a mantenere la mente fredda, ti prego Jorge fallo per me >> le mie labbra sfiorano involontariamente il suo collo ma restiamo ancora fermi << Quello che hai dovuto subire… >> << Lo so, credimi. Nessuno lo sa meglio di me. Te lo avevo detto… >> << Sì ma…dirlo è una cosa e trovarselo lì davanti… >> scioglie l’abbraccio per poter guardarmi negli occhi << Questo è davvero uno schifo. Non riesco a spiegare cosa provo >> << Lo so Jorge, lo so. Ma ora abbiamo la possibilità di fargliela pagare >> dico aprendo la mano destra davanti la sua faccia e mostrandogli la pen drive. Lui annuisce e l’afferra per poi tornare a sedersi davanti la scrivania. Mi siedo sul letto mentre Jorge carica tutti i file sulla pennetta.  Dopo qualche minuto si mette in piedi e mi guarda << Ho fatto. Andiamo? >> << Sì >>. Mentre usciamo dalla stanza incrociamo Anahi << Ragazzi, state uscendo? >> << Sì mamma, torniamo per cena >> Jorge è sbrigativo e freddo, troppo. Infatti Anahi ci guarda preoccupata << Cosa sta succedendo? >> << Niente mamma, sta tranquilla. Andiamo Tini >> Jorge si dirige verso la porta e io forzo un sorriso per cercare di tranquillizzare Anahi ma dubito fortemente di esserci riuscita perché sembra davvero sconvolta. Seguo Jorge e andiamo verso il garage << Prendiamo la moto >> dice prendendo il caschi << Jorge non dobbiamo fare una corsa contro il tempo, il commissariato non si muove >> lo avviso dopo aver afferrato il casco rosso << Mi hai chiesto di non ucciderlo giusto? E allora dobbiamo fare in modo che non me lo ritrovi davanti >>. Mi metto il casco e monto in sella alla moto dietro di lui; dopo 15-20 minuti siamo davanti al commissariato. Jorge mi toglie il casco rapidamente, e li appende entrambi al suo braccio sinistro, con la mano libera afferra la mia e saliamo le scale per entrare all’interno dell’edificio. Le parete sono tutte bianche, ci sono tantissime persone in divisa che si muovono freneticamente, noi sembriamo passare totalmente inosservato, quasi fossimo invisibili; altre persone sono dietro le scrivanie in legno intente a sfogliare dei fogli e altri ancora sono dietro i computer. << Ho bisogno di fare una denuncia! >> afferma Jorge, attirando immediatamente l’attenzione di non poche persone. Un uomo alto più o meno quanto lui seguito da una donna ci vengono in contro, io chino lo sguardo << Come posso aiutarla signore? >> << La mia ragazza è stata violentata… >> gli occhi di entrambi i poliziotti si posano su di me. Mi fa un po’ strano sentire quella frase, parola per parola, Jorge è così diretto, non ci gira in torno e non ha praticamente tatto. Distrattamente mi chiedo cosa stia provando perché davvero il modo frenetico in cui agisce è scioccante quasi. << Mi segua, la prego >> il poliziotto ci indica la porta di un ufficio, Jorge non molla la mia mano neanche per un secondo, entriamo nella stanza e il commissario ci fa segno di accomodarci, la donna chiude la porta e mentre il poliziotto si siede sulla poltrona lei resta in piedi al suo fianco. L’uomo prende una sorta di agenda e comincia a farci qualche domanda alla quale Jorge non tarda a rispondere << Sapete già chi è stato? >> << Il suo fratellastro, Fernando Lopez Garcia >> << Quando è successo? >> << Sette anni fa più o meno, nel 2008 >> noto come la mano del poliziotto si ferma. Guarda Jorge poi me, poi di nuovo lui << Sette anni fa? >> << Sì. Qui ci sono le prove >> Jorge poggia la pen drive sulla scrivania, l’uomo dietro questa la osserva << Signorina perché ha deciso di denunciarlo solo ora? >> la domanda è ovviamente diretta a me, Jorge stringe di più la mia mano mentre mentalmente cerco le parole giuste da dire << Perché ero un’adolescente senza genitori. Vivevo con lui e con la mia matrigna, potete immaginare lei da che parte stava >> << La sua matrigna sapeva della situazione? >> << Onestamente non lo so. Io…dopo qualche mese, tre o quattro venne mia zia e mi portò con sé in Messico. Ora che sono tornata da…metà anno più o meno…lui ha provato di nuovo ad avvicinarsi a me ma questa volta ha fallito. Anche perché Jorge non gli ha più permesso di avvicinarsi dopo aver scoperto cos’era successo >> cerco di spiegare mantenendo la calma, sono nervosa ma per qualche strana ragione sembra che io resca a gestire il nervoso, forse proprio grazie a quella mano che sta stritolando la mia. << Martinez, faccia ispezionare il contenuto di questa pennetta >> ordina il commissario prendendo l’oggetto dalla scrivania e porgendolo alla donna << Sì signore >>. Lei esce dalla stanza e il commissario si poggia allo schienale della sedia. << Signorina, so che è difficile ma la pregherei di raccontarmi tutta la storia dall’inizio. L’avviso che questa conversazione verrà registrata a fini della testimonianza >>. Prendo un po’ di aria nei polmoni e comincio a raccontare ancora una volta il periodo più buio della mia vita. Raccontando la storia mi rendo conto di quanto più facile sia diventato rispetto a prima. Il dolore è diventato un ricordo mentre la rabbia e la vendetta pulsano nelle mie vene. Il commissario mi dona qualche sguardo di comprensione di tanto in tanto, successivamente racconto anche dei miei incontri con Fernando da quando sono tornata qui. La porta si apre, torna la .donna di prima << Commissario, venga a vedere >> l’uomo ci fa un cenno col capo come per scusarsi e poi si allontana. << Sweety? Tutto okay? >> << Sì. Finalmente avrà…quello che si merita >> Jorge porta la mia mano vicino la sua bocca baciandomi il dorso. Gli sorrido quando la donna fa nuovamente irruzione nella stanza attirando la nostra attenzione << Posso offrirvi del caffè? >> << No, grazie >> rispondiamo all’unisono, lei ci sorride e poi esce nuovamente. Osservo lo schermo sul mio cellulare, sono le 18:47 e ho due chiamate perse, avevo la vibrazione e non l’ho sentito. << Fran ha provato a chiamarmi >> dico rivolta verso Jorge, lui tira fuori dalla tasca il suo cellulare << Dannazione, ha provato a chiamare anche me, tre volte >>. Jorge sta per chiamare Francisco ma il ritorno del commissario lo blocca << Faccia stampare un mondato d’arresto, voglio fare delle indagini, devo sapere se ci sono stati altri atti di violenza carnale >> << Sì signore! >> risponde un ragazzo per poi allontanarsi. L’uomo torna a sedersi dietro la scrivania e ci guarda << Non preoccupatevi. Abbiate fiducia nella giustizia. Lo arresteremo e se ha commesso altri reati lo scopriremo >> << Lo arresterete oggi stesso vero? >> chiede Jorge << Sì, certo >> << Bene >>.
Il commissario sembra molto sicuro di sé richiama la donna e il ragazzo che ho visto prima e ci invitano a seguirli fuori dal commissariato, entrano in una pattuglia di polizia chiedendoci di fargli strada ee noi lo facciamo. Le sirene della macchina sono spente, evidentemente per non richiamare troppo l’attenzione. Arrivati a casa Jorge fa strada apre la porta e immediatamente Francisco ci viene in contro seguito da Diego Lodo e Cande << Finalmente! Era ora! Ma dov’eravate… >> le parole di mio fratello si bloccano di colpo quando vede i poliziotti. << Che sta succedendo? >> interviene Alvaro appena uscito dalla cucina con sua moglie << Polizia, abbiamo un mandato di arresto per Fernando Lopez Garcia >> il commissario mostra il documento e il mandato. Posso vedere le facce di tutti i presenti scioccante e confuse, tutti i loro occhi alla fine si concentrano su di me e Jorge. Vedo Cassandra sulle scale che osserva la scena anch’essa senza parole << Con quale accusa? >> domanda poi quando riesce ad aprire bocca << Violenza carnale su questa ragazza >> dice l’uomo indicandomi e vorrei tanto che  non lo avesse fatto. Ancora una volta le espressione esterrefatte delle persone alla dine si posano su di me << Co-cosa?! Violenza…NO! >> Fernando sembra che stia ancora cercando di assimilare come tutti gli altri del resto. << Papà Fernando è tornato? >> Jorge lo guarda dritto negli occhi mentre lui fissava ancora gli uomini in divisa. << S-sì io l’ho…l’ho visto salire in camera sua >> << Seguitemi >> dice poi rivolto ai poliziotti; loro acconsentono e seguono Jorge verso la stanza di Fernando. << No! Fermi! >> anche Cassandra gli va dietro mentre Francisco e gli altri mi circondano << Dimmi che non è vero. Dimmi che…quando? Come? Cosa…Jorge! Lui sapeva tutto! Per questo quel giorno lo ha quasi ammazzato non è così? >> non ho mai sentito la voce di mio fratello tremare prima di oggi. << Martina rispondi, è vero? >> anche Alvaro sembra preoccupato e mi poggia una mano sulla spalla, annuisco silenziosamente guardandoli entrambi e ppoi chino lo sguardo << IO LO FACCIO FUORI CON LE MIE MANI! >> << No! Francisco! >> cerco inutilmente di afferrargli il braccio, gli vado dietro, lui sta per entrare nella stanza di Fernando ma da questa vedo uscire Jorge altrettanto arrabbiato, da un pugno sul muro e stringe i denti guardando il vuoto << DANNAZIONE! È scappato! >> a quelle parole sgrano gli occhi. Non è possibile, tanto casino, tante storie e tutto per niente?...Fernando è scappato. Questa storia sembra non avere fine.







        *Angolo autrice*
Buuu per meee yeaaa lo spaevo ^-^'' oggi è giusto un mese dall'ultima volta che ho postato, visto che precisione? 😅😅😅
Lo so che sono imperdonabile ma...almeno un pochino apprezzate lo sforzo shi? ...lol cioè il capitolo è così così però dai dai ce lo teniamo altrimenti non so quando avreste letto onestamente hahaha poii...mmm....ah sì le risposte...come avrete visto ho a malapena il tempo di scrivere figuriamoci rispondere ma VI GIURO che prima o poi risponderò a TUTTE sul serio altrimenti mi arrabbio con me stessa u.u però penso che a voi interessi di più il capitolo che altro lol, poi se avete proprio qualche domanda urgente e volte la risposta sì o sì vi basta scrivermi u.u
Ah vorrei dire che ho notato che in moltissime ff Jortini è stato copiato il sorpannome "Sweety" ...anche se alcune persone lo scrivono tipo Swetty...(povero io inglese tra me e voi lo stiamo stropiando di brutto perché originariamente si scrive"sweetie" per chi non lo sapesse LoL io misi la y per renderlo più particolare u.u ma non diciamo niente alle nostre prof di inglese u.u)
Poiiii voglio dedicare questo capitolo ad un persona che conosco da anni...ChibyRoby!!!!!!!!! Buon compleannoooooo chicaaaaaaaaaa ❤

 
   
 
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