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Autore: Raven626    15/03/2015    1 recensioni
A Jump City c'è una nuova squadra di criminali, ma non sono normali cattivi, sono Supercattivi e toccherà a Robin, Cyborg, BB e Stella fermarli. Non avete letto male se non avete visto Raven tra i nomi, qui lei avrà un altro ruolo...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Slade, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, probabilmente mi volete uccidere per questo ritardo, sono sicura che mi state già aspettando davanti alla porta di casa con fiaccole e forconi, ma siate clementi, ero in piena crisi. Ispirazione: zero spaccato. Ora però senza indugiare altre ecco il nuovo capitolo, eravamo rimasti a quando Raven usa la macchina del tempo di Cyborg pur sapevndo che non sapeva dove e quando l'avrebbe portata. Buona lettura! (Almeno per quei pochi che ancora seguono questa storia).




Sembrava una specie di portale quello che pian piano si stava chiudendo davanti allo sguardo attonito del muta-forma. Si guardò intorno, fissò la grande T, quella che era sempre stata la sua casa e dentro la quale i suoi amici stavano lottando tra vita e morte. Erano la sua famiglia, doveva aiutarli, ma allo stesso tempo non poteva lasciare che con Raven finisse così. Non poteva permetterlo e poi non era mai stato uno che ragiona molto prima di agire, così, senza pensarci due volte prese una rincorsa, diventò un topolino e si imbucò nel portale che si richiuse appena fu passato.

La prima sensazione che sentì? Freddo, gelo e ghiaccio. Queste furono le prime cose che sentì quando aprì gli occhi, vide i fiocchi di neve volare davanti a lui e cadere delicati sul terreno bianco. Si alzò e si stiracchiò sbadigliando, subito ebbe un fremito e un brivido gli percorse la schiena. Eccome se si gelava là fuori. Era in corso una vera e propria bufera di neve e lui era lì in mezzo, da quanto tempo stava dormendo? E soprattutto quando e dove si trovava? Iniziò a camminare, ma sentiva le forze che pian piano lo abbandonavano, non era abituato a tutto quel freddo, allora gli venne un idea: si sarebbe trasformato in un orso polare! Almeno non avrebbe sentito tanto freddo, si mise a quattro zampe e si concentrò... niente, era ancora umano, ci riprovò altre dieci o venti volte, aveva perso il conto, ma non ci riusciva, non aveva più i suoi poteri!                                      “Dovrò arrangiarmi da solo” pensò .Ma sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Se non trovava subito un riparo sarebbe morto congelato. Vide in lontananza una figura indistinta, sembrava una baracca di legno, no, era più grande, doveva raggiungerla e subito, iniziò a correre e quello fu il suo più grande errore, le forze mancarono e BB cadde a terra scavando un solco nella neve.

Alzò lentamente le palpebre che dovette aprire e chiudere varie volte prima di abituare gli occhi a tutta quella luce, dov'era finito? Era sdraiato su un letto bianco, anzi, non era un vero e proprio letto, era uno di quei lettini medici su cui fanno mettere i malati. Anche le pareti della stanza erano bianche, come i mobili e la tappezzeria, tutta la stanza diffondeva un senso di equilibrio, ma soprattutto di freddo.

Sentì un rumore, la porta si stava aprendo, pochi istanti dopo comparve davanti a lui il viso di una donna, aveva i capelli a caschetto così chiari da sembrare bianchi e gli occhi non erano da meno, erano di un azzurro così chiaro da sembrare addirittura grigi.
 

- Hallo wie geht es? bist du ok? - chiese la donna.
 

BB la guardò stranito, non aveva capito una sola parola, la donna allora lo fissò penetrante, nel suo sguardo c'era un terrore misto a curiosità.


- Теперь вы понимаете? -


BB continuava a fissarla spaesato, allora la donna tirò un sospiro di sollievo nel capire che non riusciva a cpirla neanche nella nuova lingua. Allora la donna iniziò a parlare in un linguaggio comprensibile.

- Ciao, volevo capire se eri dei nostri, ma visto che non mi capivi o temuto che fossi russo. Che ci fai qui? Non sei di queste parti -

- Mi sono perso – si limitò a dire lui


La donna non sembrava convinta, ma accettò quella scusa.
 

- Dove mi trovo? -

- Sei in un ospedale improvvisato, qui curiamo i soldati che ci mandano, o almeno quelli che ancora possono sperare di salvarsi -

- E dove mi trovo? -

- Vicino Mosca -

- Da quanto tempo sto dormendo? -

- Da due giorni, iniziavamo a temere che non ti saresti più ripreso -

- Che giorno è oggi? -

- Il 2 Luglio -


Ovviamente BB non chiese anche l'anno o gli sarebbe sembrato un pazzo, si guardò in torno e alla fine trovò ciò che cercava: un calendario, era il 1941!

Allora BB si pose un altra domanda: perché la donna non era corsa via a gambe levate quando lo aveva visto? Dopotutto non capitava tutti i giorni di trovare un “alieno” in mezzo alla bufera.

 

- Dov'è il bagno? -

- Dietro quella porta – disse indicandone una alle sue spalle

 

Una volta entrato BB corse davanti allo specchio... incredibile! Come poteva essere? La sua pelle era rosa carne! Anche abbastanza pallida, gli occhi erano azzurri e i capelli biondi. Era tornato com'era un tempo... BB tirò su con il naso, in parte perché gli faceva male vedersi di nuovo in quelle condizioni e in parte perché aveva perso i suoi poteri! Adesso niente lo avrebbe più distinto da un normale ragazzo, poi c'erano i suoi amici! Lo avrebbero riconosciuto? Allora pensò che probabilmente i suoi amici non li avrebbe rivisti mai più, era solo in un epoca che non conosceva in un luogo freddo e sperduto dal mondo. Mosca era in Russia ovviamente e se non sbagliava quella donna era tedesca, probabilmente era finito nel bel mezzo della II Guerra Mondiale! “Va di male in peggio” pensò.

Nessuno lo avrebbe aiutato, a parte... ma certo! Raven aveva un sacco di poteri, forse lo avrebbe aiutato a tornare a casa! Ma prima la doveva trovare e lei lo doveva riconoscere, una cosa più improbabile dell'altra.

Tornò dall'infermiera che gli porgeva un piatto con una zuppa.


- Tieni, ti riscalderà – disse porgendogliela

- Grazie – disse lui iniziando a sorseggiarla

- Io sono Ziena Müller, tu? -

- Garfield Logan – disse lui stringendole la mano

 

Pronunciare quel nome gli provocò una dolorosa fitta al cuore, gli ricordava terribilmente il passato, quando ancora era umano...

 

- Allora – disse Ziena – Potrai rimanere qui finché non vinceremo la guerra, poi potrai venire con noi in Germania – lo aveva detto con una tale sicurezza che per un istante BB credette sul serio che avrebbero vinto, poi però si ricordò quel poco che sapeva in fatto di storia e si ricordò che in realtà i tedeschi avrebbero perso quella battaglia.

 

“Dalla padella alla brace” pensò “Non solo sono nel bel mezzo di una guerra, ma anche dalla parte dei perdenti”

 

- Io devo andare a controllare gli altri pazienti, ora arriverà la dottoressa, deve fare un breve controllo per accertarsi che tu stia bene e stai tranquillo: è arrivata da poco ed è inglese come te, è anche molto giovane, ma stai tranquillo, ci sa fare e se non badiamo al fatto che la sua pelle è pallida come quella di un cadavere è anche carina – concluse uscendo

 

Qualche istante dopo la porta si aprì, entrò una donna, indossava una giacca e dei pantaloni pesanti, il suo abbigliamento scuro metteva in risalto la pelle perlacea, era pallida quasi come la neve, i capelli erano a caschetto e le arrivavano fino alle spalle, erano lilla mentre gli occhi erano viola, come due ametiste.

BB strabuzzò gli occhi vedendola, non poteva essere vero! Di sicuro era un illusione e presto al posto di Raven avrebbe visto un altra dottoressa, ma per quanto rimaneva a fissarla era sempre lei e quando iniziò a parlare capì che non si trattava di un miraggio.

   
 
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