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Autore: Debby_Gatta_The_Best    15/03/2015    7 recensioni
[Five Nights at Freddy's]E se gli animatronics non fossero quei mostri dall'anima nera che il gioco vuole mostrarci?
E se la vera minaccia fosse costituita da una mente contorta e diabolica e dalla divisa color porpora?
E soprattutto, cosa succederebbe se i robot incontrassero la regina dell'intelligenza artificiale, GLaDOS?
Una nuova avventura, narrata dagli occhi degli animatronics e di Mike, sta per svolgersi ed aspetta solo di essere letta!
Genere: Comico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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La cella era angusta, soffocante. Neanche una finestra dalla quale affacciarsi, dalla quale trapelasse uno straccio di luce. Tutto era immerso nell'ombra. Non una lampadina che perforasse l'angosciante buio. Fred si stringeva nelle spalle seduto sul materasso ammuffito, respirando lentamente. Non si muoveva, qualcuno avrebbe potuto dire che si era addormentato rannicchiato in quell'angolo della stanza, sopra quella materassa vecchia e quell'intelaiatura di legno marcio. Ma i suoi occhi erano aperti, e fissavano un punto, là nel vuoto, dove si sarebbe dovuta trovare la porta, e attendeva. Quanto tempo ancora avrebbe dovuto attendere? Sentiva la mandibola pulsare di un sordo dolore, dove il giorno prima era stato colpito con forza da quello grosso. Per poco non ci aveva rimesso un dente. Per il resto, gli altri lividi iniziavano a schiarire, e il gomito stava un po' meglio. Dopo solo un giorno di prigione si era trovato col braccio spezzato, un occhio nero e una caviglia slogata, ma anche quella iniziava a guarire. L'avevano dovuto trasferire di cella, o i bestioni l'avrebbero finito.

«Tu sei il tipo della pizzeria»

L'avevano accolto ringhiando come bestie fameliche il primo giorno di galera.

«Alla fine ti ci hanno sbattuto, in gattabuia!»

Aveva sputato un altro, in modo sprezzante.

Fred si era trovato inerme di fronte agli altri carcerati. Non aveva neppure opposto resistenza, un po' perché sapeva già che sarebbe stato inutile, un po' perché nel profondo della sua coscienza, annidato dietro quel briciolo di orgoglio che aveva ancora, sentiva di meritarsele, quelle percosse.

Poi aveva avuto la sfortuna di essere stato gettato nel covo capitanato da un uomo del quale aveva fatto una sgradevole conoscenza, diversi anni prima.

«Eccoti, finalmente, Hudson»

Aveva gracchiato costui. Fred l'aveva riconosciuto, nella penombra della cella multipla.

«Ti ricordi?»

Primo colpo.

«Verme schifoso»

Secondo colpo.

«Te lo meriti»

Terzo colpo.

«So che c'erano le tue bestiacce dietro a tutta quella storia»

Quarto colpo, quinto colpo. Era caduto a terra, altri gli erano arrivati addosso. Nonostante i suoi quarantuno anni e mezzo, si era sentito inerme come un bambino, e per un solo, misero istante, un'idea sciocca e macabra gli era sorvolata davanti agli occhi. Si era sentito paragonato a Ricky. Era così che erano andate le cose? Ricky era stato il figlio della montagna. Era stato uno dei cinque bambini dispersi di qualche anno prima. Si era sentito così, quando era stato catturato? Inerme di fronte a quattro, cinque ammassi di muscoli come lui in quel momento? O peggio, si era sentito così di fronte ai suoi... animatronics?

Un rumore. Alzò il capo, che aveva affondato nelle ginocchia per pensare. Una porta che si apriva, non la sua. Appoggiò la testa sul muro umido e continuò a pensare.

Non aveva mai voluto crede a quello che si vociferava. I cinque bambini rapiti dai robot della pizzeria. “Assurdità!” aveva esclamato la prima volta che lo avevano accusato. “Freddy non farebbe mai una cosa simile, è buono”. E lui ne era stato convinto. Lo aveva progettato lui stesso, come diamine avrebbe potuto essere cattivo? Ne era stato convinto, certo, fino a quando, poche settimane prima, Mike non era stato salvato per miracolo per mano della polizia da un assalto dei robot. Non aveva più certezze, adesso. Gli animatronics avrebbero potuto essere benissimo i rapitori, gli assassini dei ragazzini. Ma a quale scopo? Lui e Bernard per mesi e mesi avevano lavorato sull'IA degli animali meccanici, riuscendo a renderli semi-coscienti. Chiamarli “intelligenti” era troppo, ma avevano comunque una primitiva forma di coscienza, ed era questo che li fermava, o che li avrebbe dovuti fermare, da commettere gravi incidenti. Agivano per scopi precisi previsti dal programma impostato, e in situazioni di leggero dubbio, riuscivano a districarsi in maniera piuttosto agevole. Come quella volta che un bambino aveva lasciato cadere il suo spicchio di pizza ai funghi per terra. Freddy, che stava canticchiando una canzoncina per intrattenere gli altri bambini, si era fermato un momento, aveva squadrato il piccoletto per lunghi secondi ed alla fine aveva provveduto a regalargli un altro spicchio di pizza – preso dal tavolo di un altro cliente, che si era messo a ridere di gusto – .

Ma quindi perché mai avrebbero dovuto agire in quel modo? Fred scosse il capo, scacciando quei pensieri turpi, e respirò profondamente. L'angoscia di quei ragionamenti non voleva mollarlo, e non fu facile non pensare, per la centesima se non millesima volta nella sua vita, al Morso dell'87, e a Foxy. Anche lui, perché...? Domande alle quali non aveva mai trovato risposta. Dopo averlo disattivato, avevano cercato di entrare nel suo hard disk, ma improvvisamente la volpe robotica si era come risvegliata, aveva agitato la testa da un lato all'altro e aveva minacciato di attaccare Bernard con il suo uncino. Si era spenta pochi istanti dopo, dopo aver constatato che nessuno avrebbe avuto l'intenzione di curiosare tra i suoi dati.

Fred sentì un brivido percorrergli la spina dorsale, e in una frazione di secondo ogni pensiero svanì. Sentì uno strano gelo penetrargli la pelle, arrivare fino alle ossa, un'umidità innaturale calare su di lui come una nube di nebbia. Il suo cuore accelerò, sentì la veste sporca che indossava appiccicarglisi al petto. Avvertiva una presenza, lì vicino, insieme a lui, in quell'angusta cella scura. D'improvviso s'alzò in piedi, mosse meccanicamente il capo a destra e a sinistra, cercando di scorgere una qualsiasi cosa nel mezzo di tanta oscurità, ma per vari minuti rimase immobile senza riuscire a vedere nulla. Eppure era sicuro di non essere solo, sentiva la presenza di qualcosa di familiare, che da così tanti anni non...

Ciao, Fred

Un sussurro. Se l'era immaginato?

Non ignorarmi

«Ora sento anche le voci. Fantastico»

Si disse l'uomo, incerto.

Sono qui

Una luce bianca. Due luci bianche. Occhi? No, erano scomparsi.

«Ho le allucinazioni»

Cercò di convincersi Fred tornando seduto sulla matassa maleodorante, prendendosi la testa tra le mani.

Non sono un'allucinazione

«Finiscila, chiunque tu sia!»

Urlò Fred al buio, ma poi scosse la testa.

Sto impazzendo”

Pensò.

Ascoltami, una volta tanto.

Fred chiuse gli occhi, le mani premute sulle orecchie per non sentire.

Ti prego...

Sapeva di chi si trattava. Riconosceva la voce, anche se nessun altro avrebbe potuto decifrare quel sussurro simile ad un sibilo. Ma... era impossibile.

«I fantasmi non esistono»

Dichiarò Fred ancora ad occhi chiusi.

«Vattene»

No.

«Tu sei morto»

Sì. Per mano tua, assassino

«Non sono stato io ad ucciderti»

Si sentiva un sciocco. Stava parlando con delle voci nella sua testa. Eppure sembravano così reali... Non gli era mai capitato di parlare con il ricordo di suo fratello. Forse, una volta, dopo l'incidente... forse due... bisbigli che si perdevano nell'aria, ne aveva sentiti tanti. Ma qui non c'era aria, non c'era vento, non era uno spazio aperto, luminoso. Era chiuso in quella cella minuscola, e lottava tra la lucidità mentale e la pazzia. Qui i bisbigli echeggiavano trasformandosi in boati assordanti, che non poteva più ignorare.

«Non ti ho ucciso io»

Sentiva le mani, premute sul volto, bagnate di lacrime. La gola secca.

«È stato un incidente!»



Una coperta nera sovrastava il tutto. Si estendeva fino ai confini del suo sguardo, sembrava non finire mai. Era punteggiata da tantissime, piccole luci. Alcune bianche, alcune gialle, rosse, e poi un grande, imponente occhio, bianco come il latte, che pareva osservare tutto dal lassù. Avvertiva la brutta sensazione di essere osservato. Odiava sentirsi osservato. Ma allo stesso tempo, quell'occhio color neve lo affascinava. Non aveva mai visto la luna...

Spiravano rivoli di vento leggero. Era notte. Ma lui, come faceva a saperlo? Non sentiva freddo, non provava nulla se non un forte senso di malinconia.

Se avesse avuto il senso dell'olfatto, sarebbe rimasto disgustato dall'odore insopportabile della discarica. Ma come poteva rendersene conto? Spostò la testa verso destra, producendo un rumore di ingranaggi arrugginiti. Dalla posizione nella quale si trovava, poteva scorgere, in lontananza, le cime delle collinette di rifiuti. Rifiuti, rifiuti ovunque. Sotto la meraviglia del cielo stellato, quel triste spettacolo avrebbe rattristito tutti. Non lui, era troppo occupato a capire dove si trovasse per farsi toccare da quella vista così deprimente.

«Discarica statale di New Brinnin»

Riconobbe la voce, voltò la testa verso destra, con un altro frastuono cigolante.

Un cartello lontano indicava il nome del luogo. Il corpo inerme di Bonnie si trovava a qualche metro dal suo.

«Ci hanno buttati. Ci hanno gettati via, come della spazzatura»

Sentì gracidare. Foxy.

Freddy, però, non aveva tempo per essere rammaricato dalla notizia. Riportò il suo sguardo verso la coperta nera punteggiata di luci.

Come mai...?”

Ce l'aveva quasi fatta, ad incastrare quel mostro.

Quel mostro... mostro...”

Gli umani l'avevano punito per una cosa giusta?

Che strani, gli umani”

Eppure era strano che anche degli esseri così stravaganti come quelli punissero per giuste cause.

Io volevo solo... aiutare”

Sentì Chica brontolare, da qualche parte alla sua destra.

Quell'uomo deve morire. Devo vendicare... i bambini...”

Il problema era uno solo. Come?




Commento

Ed eccomi tornata! Più in fretta, questa volta! Per compensare il capitolo precedente, dove non dicevo praticamente NULLA, sono tornata oggi con questo cap un po' più lungo, dove alla fine, per il piacere dei miei lettori (spero xD) ho accennato ad una visuale da parte di Freddy. Ho lasciato abbastanza cose in sospeso? Vi è piaciuto? Lasciate un commento di come pensate stia venendo ^^

  
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