Capitolo
sesto.
Gabriella
entrò in palestra trascinandosi dietro Kelsie con forza. Dal
centro del campo
provenivano grida e schiamazzi mentre la voce del coach Bolton tuonava
severa
facendo scattare i Wildcats. Kelsie vide in un angolo un gruppo di
Cheer-leader
ocheggiare con la mascotte. La sua mascotte. Strinse gli occhi a due
fessure ma
si lasciò andare con un sospiro malinconico: cosa avrebbe
cambiato prendersela?
Lui era indifferente e lei stupidamente timida.
Gabriella
si sedette sorridendo appena e fissò un ragazzo biondo che
con uno scatto
superò un suo compagno di squadra in corsa. Gabriella
tirò fuori il quaderno
dove appuntava tutte le frasi, le cose, gli avvenimenti, le idee,
insomma tutto
quello che le passava per la mente durante la giornata. Prese una
matita e si
perse a fissare Troy correre ridendo insieme al resto della squadra.
Kelsie
invece prese gli spariti e si mise a correggerle ed a rivedere delle
sue
composizioni con scarsa concentrazione perché il suo sguardo
ricadeva sempre su
un punto definito della palestra, ovvero la mascotte dei Wildcats:
Ryan. Erano
prese da quello che provavano, quello che vedevano, quello che
sentivano che
non si scambiarono nemmeno una parola ognuna immersa nelle proprie
riflessioni…nei propri sogni.
Gabriella
fissò una finta di Troy e quando il ragazzo nel voltarsi
catturò il suo guardo
sentì il cuore accelerare così rapido da temere
che potesse uscire dal petto o
che peggio ancora potessero sentire quel battito così forte
tutti quanti.
Abbassò lo sguardo distogliendolo dagli occhi celesti del
biondo e prese a
scarabocchiare sul quaderno rossa come un peperone mentre si poneva
mille
domande e mille dubbi. Quando iniziò a calmarsi per poco non
le venne un
infarto nel notare che aveva disegnato due occhi sul suo foglio.
Sorrise appena
e li riempì di particolari modificandoli, rendendoli
più…simili a quelli che
lei tanto amava.
Sentirono
dei passi e una voce familiare le colse.
-Oh!
Ragazze!-
Disse
Taylor sorridendo e accomodandosi seduta di fianco alle due per poi
guardarle con
un sorrisetto malizioso.
-Che ci
fanno due ragazze del club di chimica e di quello di teatro in
palestra?-
Gabriella e
Kelsie arrossirono e la moretta diede una gomitata alla bruna facendola
zittire
anche se Taylor non potè trattenersi dal ridacchiare.
-Anche tu
sei del club di chimica! Sei la presidentessa!-
Disse
Kelsie con voce convinta ma imbarazzata sottolineando
l’evidenza. Taylor
sogghignò e mosse la mano come per scacciare una mosca.
-Ma è
risaputo che non mi perdo nemmeno un allenamento…anche se
oggi…-
Lasciò la
frase in sospeso notando l’assenza dell’unica
persona per la quel veniva a
vedere gli allenamenti.
-Oggi?-
Chiese
divertita Gabriella rispondendo ad uno sguardo altrettanto curioso e
divertito
di Kelsie. Taylor ridacchiò e lanciò uno sguardo
eloquente alle due.
-Anche se
oggi avrei potuto farne a meno…-
-Se ti
diciamo che non abbiamo capito nulla ce lo spieghi?-
Chiese
ridacchiando Kelsie mentre Taylor assumeva un’espressione
leggermente irritata
e preoccupata: era impossibile che Chad saltasse
l’allenamento volontariamente,
eppure non lo vedeva da nessuna parte. Si alzò e disse a
Kelsie con un sorriso.
-No!-
Kelsie
sgranò gli occhi e ridendo sorpresa le tirò una
gomma che fu prontamente
evitata dalla brunetta che rise. Taylor scese i gradoni e
arrivò al più basso.
-Troy!-
Chiamò un
attimo alzando una mano senza farsi notare dal coach Bolton che stava
discutendo con Zeke di una finta. Il biondo si sentì volare
notando Taylor e le
si avvicinò sorridendo malizioso.
-Cosa ti
porta qui Kessie?-
La ragazza
ridacchiò e si sporse un po’ per avvicinarsi a lui
sorridendo furbetta.
-Io ci sono
sempre…-
Troy
sorrise e alzò le sopracciglia chiedendole con falsa
sorpresa.
-Davvero?
Non ci ho mai fatto caso!-
Taylor
ridacchiò e poi disse con un dolce sorriso.
-Troy
volevo chiederti se hai visto Chad…-
Il ragazzo
si raggelò un attimo ma poi riprese a respirare e la mente
fu percorsa da un
fulmineo lampo d’ira che attraversò quel mare di
ghiaccio trasformandolo in un
mare di fuoco azzurro che però si spense, o meglio si
attenuò solo per non
mostrarlo alla brunetta.
-No…è dalla
seconda ora che è sparito…perché?-
Chiese in
tono leggermente freddo. Cosa che non sfuggi a Taylor che si
avvicinò e lo
guardò preoccupata.
-Ho detto
qualche cosa che non va?-
Il cuore di
Troy si sciolse e lui le sorrise con dolcezza.
-No…figurati…è
solo che…-
Provò lui
sentendo intorno a se un’aura d’imbarazzo che lo
avvolgeva insistente.
-Che?-
Chiese lei
con dolcezza e un sorriso tranquillo. Troy la fissò e
sentì suo padre
richiamarlo. Sospirò e senza dire una parola si mise sulle
punte e le sfiorò le
labbra con dolcezza. Si separò subito e si voltò
dirigendosi al centro del
campo. Taylor si raggelò rimanendo pietrificata sul posto
piegata in avanti. Si
riscosse e scosse la testa per riprendersi dalla sorpresa. Lo
fissò di spalle e
arrossì vistosamente per poi salire le scale silenziosa e
confusa.
Gabriella
si sentì gemere quando Taylor si avvicinò. Gli
occhi già lucidi e madidi di
lacrime per quello che aveva visto si fecero ancora più
pesanti cercando di
trattenere le lacrime che avrebbero voluto rigare il suo viso delicato
dal
dolore. Lui l’aveva baciata. Lui amava Taylor. Sentiva
l’odio crescere per la
sua amica ma non poteva prendersela con lei, cosa centrava? Era stato
lui a baciarla
anche se il cuore la implorava di credere in altro perché
non poteva pensare a
quello che aveva visto, perché non voleva pensare a quello
che aveva visto.
Si chiuse
le labbra mordendosi il labbro inferiore e si alzò con gli
occhi rossi e
lucidi. Kelsie stava parlando con Taylor ma tutto quello che colse
dalla
conversazione furono due voci ovattate e il suo cuore pulsare il dolore
nel
sangue così da diffonderlo a tutto il corpo.
Taylor
invece confusa, scossa, sorpresa si congedò dalle due amiche
non notando lo
sguardo sofferente di una Gabriella in lacrime. Si allontanò
e scomparve tra i
corridoi della East High mentre la testa le esplodeva dalla confusione.
Kelsie
intanto fissava Ryan con un’espressione sognante e
distaccata, dalla parte
opposta Gabriella con gli occhi lucidi e un’espressione
distrutta. Non sapendo
cosa fare si accostò alla moretta e le accarezzò
una guancia con affetto.
-Gabry che
c’è?-
La mora
chiuse gli occhi due o tre volte come a cercare di mettere a fuoco, di
tornare
in se stessa e quando si riprese due grossi lacrimoni le colarono sulle
guance
e la ragazza scosse la testa trattenendo un singhiozzo per poi correre
via
mormorando.
-Scu…scusami!-
La pianista
la fissò correre via quando la sua mano fu afferrata da una
più calda e dalla
presa dolce.
-Lascia…vado
io.-
Si voltò al
suono di quella voce calda e si sentì avvampare quando vide
Ryan che la fissava
serio e preoccupato. La superò e scomparve dove Gabriella si
era dileguata.
Continua…