E sono tornata a scrivere,
perché sì, stavo (ma ancora tuttora)
attraversando un periodo di crisi dello scrittore troppo lungo.
Devo ringraziare di ciò la mia gufetta Astra (ora
è lei la mia Dea Ispirazione); sì, questa
statuetta appoggiata sul mio pc, perche da quando ho lei (neanche due
settimane), mi è partita la mania per gufi e civette, quindi
mi sto riempiendo di tanti oggettini carini. *____* (Sarà
veramente lei la causa di questa improvvisa ri-ispirazione?)
Alla fine mi è uscita questa ‘cosa’, che
non sono riuscita a controllare come avrei voluto e penso sia uscita
dallo schema logico (che tanto non c’è mai).
Ho messo raiting aracione
perchè... non so, ma non mi pare tanto facile.
Anche oggi mi sono ritrovata a
fissarti.
A fissare te aggrappata al suo braccio.
A fissare lui che non ti degnava neanche di un’attenzione.
A fissare lui, con odio.
A fissare te, con pena.
Ma tanto mai nessuno leggerà quanto mi appresto a scrivere.
Non è strano che la gente non provi nulla leggendo
ciò che scrivo? Oh, ma perché poi biasimarli,
tutti sono già abbastanza presi dai propri problemi, che non
coglierebbero alcun sentimento da queste mie parole.
Anche se io trovo che ciò che sto scrivendo è
carico di sentimento.
Eppure non posso fare a meno di sentirmi in continuazione triste.
E tutto ciò è possibile, anche se la maggior
parte delle persone non crede sia plausibile una cosa del genere.
Quale fottuta malattia.
Tanta che è più forte del mio amore per te e del
mio odio per lui.)
Perché quando uno prova gelosia per troppo tempo per la
stessa persona, alla fine ci si annoia.
Non trovi?
E mentre lui in fondo nutriva speranze, io sognavo la notte di averti
tutta per me.
Già, da piccole magari ci davamo dei baci, senza malizia,
perché non conoscevamo il significato di ciò, non
conoscevamo il significato di nulla.
Crescendo cresceva con me il
desiderio di baciarti a averti per me, farti mia… quante
notti a sognare di fare l’amore con te, e
l’eccitazione che cresceva ardentemente, ma sempre era voglia
insoddisfatta, perché tu non c’eri, e di mentire a
Shikamaru… no, gli voglio troppo bene, come amico.
Ed odio me stessa, perché in fin dei conti è solo
colpa mia se “il circolo vizioso” non è
ancora finito.
Per lui
ti ho visto dimagrire quando per prenderti in giro ti diceva che non
eri abbastanza in forma, e ti paragonava a me, e mentre te lo diceva di
nuovo mi ghignava davanti, facendomi capire che sapeva, e facendomi
capire che in quel modo tu mi avresti odiato di più.
Quale strano gusto perverso prova in
ciò? Non ti ama eppure sta con te, si diverte a vederti
soffrire e a vedermi soffrire, ma alla fin fine lui non ci guadagna
niente, davvero.
E allora che mente sadica ha? Bastardo.
Finita la giornata mi sono rimessa qui, in camera mia, a scrivere
stupidi pensieri rivolti tutti a te e me, inutili parole su altrettanti
inutili pezzi di carta che nessuna mai leggerà, soprattutto
tu che sei il perno di tutto ciò.
Ed anche oggi come ieri non
saprò dirti cosa realmente provo per te.
E anche se tutti qua intorno a me soffrono, alla fine sorridono sempre,
falsamente ma sorridono.
Ed io mi unisco a loro. Sorridendo più falsamente di ieri.
Davvero avrei fatto di tutto per te.
Ma non ci sono più le parole.
Note finali: La
frase: "So bene anch’io di non essere l’unico pollo
in questo pollaio."
Da dove mi è uscita? Beh, c’era un libro che
recitava “non pensare di essere l’unico alieno
sulla Terra”, ma io l’ho cambiata con pollo
perché mi andava, o forse sarebbe meglio dire che
ultimamente mi sono ritrovata spesso a osservare le galline che ci sono
fuori in giardino, nel pollaio di mio padre. E dato che adoro fissarle
anche per ore intere negli occhi, penso mi sia venuto da lì.
I commenti sono sempre graditi, anche per uno schifo del genere.